E non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la buona, gradita e perfetta volontà di Dio.
Romani 12:2
et volo sopra ’l cielo, et giaccio in terra;
et nulla stringo, et tutto ’l mondo abbraccio.
Petrarca, Canzoniere
Sono emersi anche punti di vista radicali, come quello del fisico Julian Barbour, che ritiene l’esistenza del tempo un’illusione causata dai nostri filtri percettivi, ma assente in una descrizione oggettiva della natura. E qui potrebbe entrare in gioco ciò che le neuroscienze stanno scoprendo a proposito della relazione tra la nostra mente e il tempo…Ed è possibile, come sottolineato dal fisico Paul Davies, che non solo il tempo, ma persino le stesse leggi della fisica, siano proprietà “emergenti”, piuttosto che caratteristiche fisse e preesistenti della realtà
http://www.ilpost.it/amedeobalbi/2011/10/14/tempo-fuor-di-sesto/
È ridicolo che il 17 dica che l’8 è morto solo perché è venuto prima
Julian Barbour
http://www.lastampa.it/2013/03/11/cultura/l-uomo-che-ha-ammazzato-il-tempo-Lu02G2cHcGzpaQ8JUu4nTP/pagina.html
Nulla esiste finché non è misurato
Niels Bohr, Nobel danese 1922
Un elettrone è una potenzialità immateriale finché non viene osservato
Max Born, Nobel tedesco 1954
Se non sono disturbati dall’osservatore, gli elettroni non sono cose, non esistono nello spazio e nel tempo, la loro esistenza è meramente potenziale.
Vincenzo Zappalà, astrofisico italiano
Il Congresso del 1927 ci dà una speranza. Ogni tanto le onde dell’intelletto riescono a produrre un’interferenza veramente costruttiva (tanto per rimanere in tema di MQ) e allora i geni nascono come i funghi, quasi fossero legati da una sorta di azione razionale e predisposta. Malgrado la probabilità infinitesima di questa interferenza, essa, ogni tanto, avviene.
Non è difficile vederci forti analogie con le onde di probabilità della MQ. Non fatemi, però, cadere nella filosofia. Fatemi, invece, ricordare un altro di questi momenti quasi impossibili, ma senza dubbio reali. L’inizio del 1400 a Firenze. Artisti insuperati come Brunelleschi, Masaccio, Donatello, Andrea del Castagno, Paolo Uccello, Piero della Francesca, … si scontrarono, vincendo, con geni altrettanto eccezionali, quali Ghiberti, Beato Angelico, Masolino e molti altri, ancora legati alla visione gotica e impersonale della Natura. L’uomo ne usciva vincente, come entità concreta, pensante, reale, poderosa nella sua essenza carnale e intellettuale. La prospettiva aiutava ed esaltava la sua reale posizione nel mondo, dandole spazio e armonia. Nel 1500 si ebbe un altro picco, come una scossa di assestamento dopo un terremoto sconvolgente e portò ai nomi immortali di Michelangelo, Leonardo, Raffaello, ecc., ecc. Considerazioni analoghe potrebbero farsi per altri episodi dell’arte figurativa (anche se non di tale “ampiezza”), per la musica, per la letteratura, ecc.
Forse basta aspettare che le onde interferiscano nel modo giusto. Chissà che un giorno non capiti anche per la fratellanza, la comprensione e il bene comune?
Vincenzo Zappalà, astrofisico italiano
http://www.astronomia.com/2013/09/07/quando-le-onde-della-mente-interferiscono-costruttivamente/
http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/fisica-quantistica-e-trascendenza.html
Romani 12:2
et volo sopra ’l cielo, et giaccio in terra;
et nulla stringo, et tutto ’l mondo abbraccio.
Petrarca, Canzoniere
Sono emersi anche punti di vista radicali, come quello del fisico Julian Barbour, che ritiene l’esistenza del tempo un’illusione causata dai nostri filtri percettivi, ma assente in una descrizione oggettiva della natura. E qui potrebbe entrare in gioco ciò che le neuroscienze stanno scoprendo a proposito della relazione tra la nostra mente e il tempo…Ed è possibile, come sottolineato dal fisico Paul Davies, che non solo il tempo, ma persino le stesse leggi della fisica, siano proprietà “emergenti”, piuttosto che caratteristiche fisse e preesistenti della realtà
http://www.ilpost.it/amedeobalbi/2011/10/14/tempo-fuor-di-sesto/
È ridicolo che il 17 dica che l’8 è morto solo perché è venuto prima
Julian Barbour
http://www.lastampa.it/2013/03/11/cultura/l-uomo-che-ha-ammazzato-il-tempo-Lu02G2cHcGzpaQ8JUu4nTP/pagina.html
Nulla esiste finché non è misurato
Niels Bohr, Nobel danese 1922
Un elettrone è una potenzialità immateriale finché non viene osservato
Max Born, Nobel tedesco 1954
Se non sono disturbati dall’osservatore, gli elettroni non sono cose, non esistono nello spazio e nel tempo, la loro esistenza è meramente potenziale.
Emergono in una condizione di esistenza reale ma provvisoria nell’atto di misurazione che è quindi un atto creativo – per ciò che riguarda le particelle che costituiscono la materia, non sembra esserci alcuno scopo nel considerarle come composte di qualche materiale. Sono, in un certo senso, pura forma, nient’altro che forma; ciò che si manifesta di volta in volta in osservazioni successive è questa forma, non uno specifico frammento di materia
Erwin Schrödinger, Nobel austriaco 1933
Le più piccole unità di materia non sono, di fatto, oggetti fisici nel senso ordinario della parola; sono forme, strutture o, nell’accezione platonica, Idee, di cui si può parlare in modo non ambiguo solo nel linguaggio della matematica
Werner Heisenberg, Nobel tedesco 1932
La gente pensa sempre che, quando si dice “realtà”, si sta parlando di qualcosa di chiaramente noto a tutti, mentre invece per me il più importante e più arduo compito del nostro tempo è lavorare alla costruzione di una nuova idea di realtà
Wolfgang Pauli, Nobel austriaco 1945, lettera a Markus Fierz, 1948
Gli elementi costitutivi del mondo fisico sono quelli che chiamiamo eventi. Un evento non persiste e non si sposta come un pezzo di materia tradizionale: esiste semplicemente per un suo breve attimo e poi cessa
Bertrand Russell, “L’ABC della relatività”
Se si era inizialmente creduto che nel corso del progresso delle scienze tutto ciò che è “trascendentale” sarebbe stato progressivamente soppresso, perché in ultima analisi si poteva ricondurre tutto ad una spiegazione razionale, si dovette poi ammettere che il mondo materiale che per noi è così tangibile, si dimostra invece sempre più simile ad apparenza e si dissolve in una realtà che non è fatta di cose e di materia, ma di forme che predominano. [...] La fisica quantistica ci ha confermato ancora una volta che la nostra esperienza scientifica, la nostra conoscenza del mondo, non rappresenta la realtà ultima ed intrinseca, qualunque significato si voglia attribuire a queste espressioni.
Hans-Peter Dürr, fisico nucleare e quantistico tedesco, 1986.
Ora sappiamo che l’immagine del mondo offerta dai nostri organi di senso, che pure funziona perfettamente nella vita di ogni giorno, ha poco a che fare con la realtà.
Erwin Schrödinger, Nobel austriaco 1933
Le più piccole unità di materia non sono, di fatto, oggetti fisici nel senso ordinario della parola; sono forme, strutture o, nell’accezione platonica, Idee, di cui si può parlare in modo non ambiguo solo nel linguaggio della matematica
Werner Heisenberg, Nobel tedesco 1932
La gente pensa sempre che, quando si dice “realtà”, si sta parlando di qualcosa di chiaramente noto a tutti, mentre invece per me il più importante e più arduo compito del nostro tempo è lavorare alla costruzione di una nuova idea di realtà
Wolfgang Pauli, Nobel austriaco 1945, lettera a Markus Fierz, 1948
Gli elementi costitutivi del mondo fisico sono quelli che chiamiamo eventi. Un evento non persiste e non si sposta come un pezzo di materia tradizionale: esiste semplicemente per un suo breve attimo e poi cessa
Bertrand Russell, “L’ABC della relatività”
Se si era inizialmente creduto che nel corso del progresso delle scienze tutto ciò che è “trascendentale” sarebbe stato progressivamente soppresso, perché in ultima analisi si poteva ricondurre tutto ad una spiegazione razionale, si dovette poi ammettere che il mondo materiale che per noi è così tangibile, si dimostra invece sempre più simile ad apparenza e si dissolve in una realtà che non è fatta di cose e di materia, ma di forme che predominano. [...] La fisica quantistica ci ha confermato ancora una volta che la nostra esperienza scientifica, la nostra conoscenza del mondo, non rappresenta la realtà ultima ed intrinseca, qualunque significato si voglia attribuire a queste espressioni.
Hans-Peter Dürr, fisico nucleare e quantistico tedesco, 1986.
Ora sappiamo che l’immagine del mondo offerta dai nostri organi di senso, che pure funziona perfettamente nella vita di ogni giorno, ha poco a che fare con la realtà.
Ciò che ci sembra solido e impenetrabile è perlopiù vuoto [...].
Di conseguenza, la nostra definizione intuitiva della materia è completamente distorta dai filtri che i nostri organi di senso interpongono fra un oggetto e noi. Si tratta di una definizione essenzialmente pragmatica, basata sul genere di informazioni che si sono rivelate più utili nella ricerca del cibo, nella lotta contro i predatori e per il successo riproduttivo. Come strumenti di conoscenza, queste informazioni sono quasi prive di valore.
Christian De Duve, biochimico belga, Nobel per la medicina nel 1974 – da De Duve, 2002, “Come evolve la vita”, Milano: Cortina, p. 292-293
Saremo costretti a rivedere in maniera radicale la nostra concezione di spazio e di tempo
David Gross, Nobel per la Fisica, 2004
Cosa vuol dire tutto questo? Significa che l’elettrone esiste solo come campo di potenzialità, potenzialità di diventare una cosa (o per meglio dire un evento), con certe proprietà che possono essere misurate. Solo l’atto di misurazione trasforma il potenziale in effettivo. Protoni e neutroni, che formano l’atomo, assieme agli elettroni, si comportano allo stesso modo. Questi sono gli elementi costitutivi della materia che forma tavoli, sedie, libri ed esseri viventi. Continuiamo a chiamarli particelle anche se non lo sono, per mancanza di un termine migliore. Sono eventi (cf. Whitehead). Ergo, solo la coscienza dell’osservatore rende reale ciò che non lo è (!!!!).
Potreste farvi aiutare da un bambino nel digerire certi concetti. La grande difficoltà, infatti, non sta nella loro complessità, ma nello loro assurdità in termini di logica acquisita dopo molti anni di esistenza in un mondo che segue costantemente certe regole. Più il cervello è libero da preconcetti e da nozioni ormai radicate e meglio è.
Christian De Duve, biochimico belga, Nobel per la medicina nel 1974 – da De Duve, 2002, “Come evolve la vita”, Milano: Cortina, p. 292-293
Saremo costretti a rivedere in maniera radicale la nostra concezione di spazio e di tempo
David Gross, Nobel per la Fisica, 2004
Cosa vuol dire tutto questo? Significa che l’elettrone esiste solo come campo di potenzialità, potenzialità di diventare una cosa (o per meglio dire un evento), con certe proprietà che possono essere misurate. Solo l’atto di misurazione trasforma il potenziale in effettivo. Protoni e neutroni, che formano l’atomo, assieme agli elettroni, si comportano allo stesso modo. Questi sono gli elementi costitutivi della materia che forma tavoli, sedie, libri ed esseri viventi. Continuiamo a chiamarli particelle anche se non lo sono, per mancanza di un termine migliore. Sono eventi (cf. Whitehead). Ergo, solo la coscienza dell’osservatore rende reale ciò che non lo è (!!!!).
Potreste farvi aiutare da un bambino nel digerire certi concetti. La grande difficoltà, infatti, non sta nella loro complessità, ma nello loro assurdità in termini di logica acquisita dopo molti anni di esistenza in un mondo che segue costantemente certe regole. Più il cervello è libero da preconcetti e da nozioni ormai radicate e meglio è.
Vincenzo Zappalà, astrofisico italiano
Il Congresso del 1927 ci dà una speranza. Ogni tanto le onde dell’intelletto riescono a produrre un’interferenza veramente costruttiva (tanto per rimanere in tema di MQ) e allora i geni nascono come i funghi, quasi fossero legati da una sorta di azione razionale e predisposta. Malgrado la probabilità infinitesima di questa interferenza, essa, ogni tanto, avviene.
Non è difficile vederci forti analogie con le onde di probabilità della MQ. Non fatemi, però, cadere nella filosofia. Fatemi, invece, ricordare un altro di questi momenti quasi impossibili, ma senza dubbio reali. L’inizio del 1400 a Firenze. Artisti insuperati come Brunelleschi, Masaccio, Donatello, Andrea del Castagno, Paolo Uccello, Piero della Francesca, … si scontrarono, vincendo, con geni altrettanto eccezionali, quali Ghiberti, Beato Angelico, Masolino e molti altri, ancora legati alla visione gotica e impersonale della Natura. L’uomo ne usciva vincente, come entità concreta, pensante, reale, poderosa nella sua essenza carnale e intellettuale. La prospettiva aiutava ed esaltava la sua reale posizione nel mondo, dandole spazio e armonia. Nel 1500 si ebbe un altro picco, come una scossa di assestamento dopo un terremoto sconvolgente e portò ai nomi immortali di Michelangelo, Leonardo, Raffaello, ecc., ecc. Considerazioni analoghe potrebbero farsi per altri episodi dell’arte figurativa (anche se non di tale “ampiezza”), per la musica, per la letteratura, ecc.
Forse basta aspettare che le onde interferiscano nel modo giusto. Chissà che un giorno non capiti anche per la fratellanza, la comprensione e il bene comune?
Vincenzo Zappalà, astrofisico italiano
http://www.astronomia.com/2013/09/07/quando-le-onde-della-mente-interferiscono-costruttivamente/
http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/fisica-quantistica-e-trascendenza.html
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