"THE END"

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lunedì 30 settembre 2013

IL PIU' GRANDE CRIMINE DELLA STORIA

Conobbi Antonio in un corridoio del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano nel 2000. Abruzzese, settantadue anni, assisteva la moglie morente che aveva accettato un’ultima chemioterapia azzardatissima. Antonio parlava con voce afona ma non monocorde, anzi, ti portava con lui nel racconto, noi stavamo seduti su una panca, i suoi gomiti appoggiati sulle ginocchia, la testa bassa che solo di rado si girava per guardarmi. Era stato un bell'uomo, io non vidi mai la sua sposa. Ricordo bene tre momenti di quello scambio. Lui aveva mille volte pregato la moglie di non andare a lavorare, per i figli soprattutto, ma a pensarci oggi, diceva, era una premonizione la sua. La donna infatti accettò un posto da operaia in un capannone che assemblava, tagliandoli, dei lastroni pensanti. Amianto. Ma era il 1971, chi lo sapeva? Se solo lei l’avesse ascoltato, mi disse Antonio, ma lei sognava il boom economico, non avevano la lavatrice in casa, i bambini non vestivano come gli altri a scuola, ci voleva quello stipendio in più, era quel sogno, capite? La seconda cosa che mi è rimasta fu la descrizione di come lui, operaio a Torino, affittava un posto letto assieme ad altri due, un unico posto letto, perché uno ci dormiva la mattina, l’altro il pomeriggio, e l’ultimo la notte, a seconda dei turni. Spesso uno dei tre doveva stare sveglio per forza. La terza cosa: è un grido sordo ma tremendo che sentivo dentro, che mi scuoteva la testa, perché non è giusto, perché è ignobile che un sogno così modesto e legittimo si debba pagare con la vita e con così tanta sofferenza. Non solo quella di oggi, ma anche quella di allora, cioè tutti quei giorni unici e irripetibili in cui quei due innamorati furono costretti a sentirsi da una cabina telefonica se andava bene, e dove ciascuno la notte dormiva solo, mai un bacio, mai far l’amore, mai quella voce lì accanto pronta a sorreggerti quando c’era bisogno. E quei bambini senza padre, che dovevano fare i conti persino con le merende. Quei bimbi che futuro hanno avuto in quelle condizioni? Sono milioni, furono milioni. In Italia, in Francia, in Belgio, in Gran Bretagna, ovunque, anche nel mondo ricco.

La donna di Cockfosters, a Londra, che raccolsi in mezzo alla strada lungo la Mount Pleasant perché stava collassando dal pianto, metà volto tumefatto dai pugni di qualcuno. L’accompagnai in banca, e dovetti assistere alla scena forse più straziante che ricordi in tempo di pace. Lei che supplicava un semplice cassiere di estenderle lo scoperto del conto. Lui in imbarazzo sotto i singhiozzi di lei sempre più insopportabili da udire. La fecero scortare fuori. Il marito disoccupato da tre anni e alcolizzato la picchiava. Lei ora doveva tornare da lui. Balbettai di rivolgersi ai servizi sociali... stolto, erano gli anni di Margaret Thatcher, i servizi languivano dalla fame essi stessi. Immaginare cosa sarebbe stato per lei rientrare in casa mi era disgustoso; offrii di accompagnarla, mi disse che era inutile, tanto poche ore dopo sarebbe comunque accaduto. “Abito qui al 119, se hai bisogno vieni a bussare”, aggiunsi io a quel punto, il suo appartamento nelle Council Houses pubbliche era a pochi passi, ma nell'anima sperai con tutto me stesso che non accadesse mai. Chi attende con animo disinvolto la visione dell’orrore? Non so che fine abbia fatto.

Sono milioni, furono milioni. Vissero così e vivono oggi così non per destino di natura, ma per una decisione presa a tavolino da coloro che fra poco conoscerete. Dovevano soffrire, devono soffrire, a milioni, perché dovevano vivere nel bisogno, nella carenza istituzionalizzata, dovevano lavorare come schiavi, avvelenarsi il vivere e consumarsi nell'invidia dei privilegiati. Poi morire. Così li avrebbero neutralizzati. Fosse anche per le poche vite citate qui sopra, i mandanti di un simile crimine, nella realtà esteso a tutto il mondo occidentale, dovrebbero essere processati in una nuova Norimberga. Ma ciò che hanno ordito è persino peggiore di quanto vi ho appena accennato. 
E’ di sicuro il Più Grande Crimine dal dopoguerra a oggi in Occidente.

Dal nostro Amico e Collaboratore Morbertos

Tratto da:frontelibero.blogspot.it

6 commenti:

frablu2 ha detto...

SALVE,
mi rincresce molto ma credo che questo pezzo sopra sia stato scritto da paolo barnard ma non vedo la citazione. come mai? forse mi sbaglio?

*Dioniso*777* ha detto...

Salve Fra, a dirti il vero non lo so, non ho letto molto di Barnard ma ora verifico subito in rete e se così è immediato che aggiungo il link, grazie per la segnalazione!

*Dioniso*777* ha detto...

http://memmt.info/site/il-piu-grande-crimine/

http://paolobarnard.info/nuovo.htm

questi i link ma IL più GRANDE CRIMINE secondo me lo confondi con un'altro brano

frablu2 ha detto...

il pezzo che è sopra, forse, paolo barnard non l'aveva nomimnato così, comunque, molto tempo fa l'avevo letto sul suo sito. chi l'ha pubblicato, se è in buona fede dovrebbe dire qual è la fonte da cui l'ha preso e quindi vedere se e quando si è smesso di citare l'autore. comunque, tutto ciò mi sembra quasi non interessi più al barnard( e ciò mi dispiace, glielo ho segnalato). il problema è nostro, la "conoscenza" - forse mi sbaglio- perde autorevolezza senza la conoscenza di chi ha scritto che cosa. buon lavoro. buona vita.

*Dioniso*777* ha detto...

non sono d'accordo su questo tuo pensiero, allora se un nome importante scrive una stupidaggine sarà un bel pezzo? Vale anche il contrario ovviamente. Nel blog vedi cme la penso a riguardo: Tutto ciò che scriviamo non ci appartiene, perché appartiene già all'Universo e non c'è NESSUNO che se ne può attribuire la paternità. Il nostro materiale siete liberi di riprodurlo, diffonderlo, interpretarlo, fraintenderlo, distorcerlo, alterarlo, potete copiarlo citando la fonte oppure pretendere di esserne voi gli autori, senza bisogno di chiedere il consenso. Quegli autori che su internet pubblicano materiale minacciando denunce per "riproduzione anche solo parziale" dei loro scritti sono la prova più evidente che il Sistema Sociale del quale siamo prigionieri su di loro ha avuto pienamente successo.
Buona vita e lavoro anche a te

frablu2 ha detto...

Non è proprio una questione del se è buono, giusto è perchè l'ha scritto tizio mentre sarà sbagliato qualora l'abbia scritto caio. semplicemente riconoscendo chi lo scrive lo si può leggere, ad es., comprendendo di più di quell'autore o comprendendo tutta l'opera del tizio/caio. inoltre, comunque, a me pare giusto riconoscere all'autore ciò che ha scritto mentre tanti altri guardavano"ballarò" o il "grande fratello", di riconoscerglielo. L'idea che la distorsione sia una buona cosa in assoluto,..non lo so, ho dubbi. non vedo come la distorsione di un messaggio non conduca a confusione, all'alterazione del significato iniziale, da ciò si ha poi un menzogna, o no? certo ,tolto un significato ne potrà venire un'altro ed un'altro ancora. per quanto riguarda l'interpretazione, è ovvio che ognuno è libero di interpretare come vuole. ma per poter interpretare come si vuole qualcosa, bisogna poterlo leggere esattamente per quel che è, se leggi una cosa XY che è stata distrorta e non lo sai, leggi un'altra cosa e ti farai una conseguente DIFFERENTE idea. insomma, la proprietà di ciò che viene scritto, per me, è una cosa importante. altra cosa è il prezzo di ciò che viene scoperto e divulgato/scritto, poichè prezzi inferiori danno possibilità a più individui di poterli acquisire, comprendendo sempre più la REALTA'. non so se riesco ad esprimermi bene. ciao.

LKWTHIN

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