"THE END"

"THE END"
http://www.romafaschifo.com

sabato 31 dicembre 2011

Ma cosa volete


Ma cosa volete...fino a che non avremo il coraggio di licenziarci, non pagare affitto, smettere di fumare e usare macchine, mangiamo il cibo che viene scartato e viviamo di niente, se non facciamo questo cosa volete che cambi?!?!!!


Il messaggio di Gesù e del Buddha era:"lasciate le vostre ricchezze e seguitemi"


Fatelo e vedrete chi si caga sotto ... noi o Monti, il governo golpista?
Buon  anno vigliacchi, senza offesa, in senso letterario ...
Ma ... stasera festeggiate! Che razza di essere umani siete?


Dioniso777

Andreoli, un veronese come tanti?

Un grande uomo, nato nella mia stessa città, non c'è nulla da aggiungere, il video dice tutto.



Ciao a tutti e buona serata, buon anno non lo dico, qui stamani spiegavo i motivi.
Ciao, statemi bene.

Buon 2012? Vediamo un po' cosa ci attende . . .


Come si può leggere su questo blog, http://www.tankerenemy.com/2011/12/acqua-potabile-inquinata-da-alluminio-e.html, il titolo dice già tutto. Un commento mi viene subito in mente, interessante, molto interessante vedere come vengono spesi i miliardi che ci rapinano ogni santo giorno dell'anno.
Acqua inquinata, acqua da non potere bere, la stessa acqua con cui si innaffiano le piantagioni.
Questi deficienti, scusate ma non trovo altro termine idoneo, stanno avvelenando la popolazione, (e non solo con le scie, leggete questo dal sito di beppe grillo: http://www.beppegrillo.it/2011/12/tumori_download/index.htmlIntervista a Claudio Poggi, Ingegnere elettronico: Tumori Download!), il testo integrale in questo video, significa che il limite non è più 6 V/metro ma è oltre 260 Volt/metro, pensate un po' voi, ed io, che ora sto leggendo ...


, ok? Bello il governo golpista di Monti.

Ma ritorniamo all'acqua
 come se l'acqua fosse un bene da deturpare. Oramai cari miei, nemmeno i vegani si salvano dall'avvelenamento, che razza di frutta e verdura può nascere da un avvelenamento quotidiano arrivato a questi livelli?.

Leggetevi questo articolo di Gianni Tirelli, come al solito impeccabile, ecco l’inizio:

LA SALUTE COME PRESUPPOSTO DELLA FELICITA’

“Gli individui delle moderne società occidentali consumiste, sono afflitti da una infinita serie di disturbi, malesseri e patologie di natura organica e psicologica che ne compromettono ogni più remoto barlume di benessere e di autentica felicità. E’ sulla base di un tale parametro che si misura il grado di civiltà e di progresso di un popolo, venendo a mancare il quale, tutto si riduce a mera illusione, isteria e dipendenza” Mal di testa, emicranie, bruciori di stomaco, dolori articolari, insonnia, eiaculazione precoce, sterilità, emorroidi, obesità, stanchezza cronica, stitichezza, calvizie, psoriasi, disfunzioni tiroidee, celiachia, allergie, spasmi muscolari e coliti, non sono che il prodotto di uno stile di vita in totale contrasto e contraddizione con i reali bisogni dell’organismo umano che, per millenni, aveva tratto le sue risorse dai frutti di una natura incontaminata e prodiga, dispensatrice di sostanze dopanti, rigeneranti e curative. Fonte http://caneliberonline.blogspot.com/2011/12/la-salute-come-presupposto-della.html

Io dico sempre:"Vorrei esserci tra 20\30 anni per vedere quanta gente è rimasta su questo mondo e come vive"
Ma spero di non arrivare a quel tempo...come il libro Il Lupo della Steppa preferisco andarmene a una certa età, vivere oltre è solo fonte di sofferenze, purtroppo ho un grandissimo difetto per godere a questo mondo, non tollero molto bene le ingiustizie!!!
Buona giornata e buon fine anno, oggi tutti ce lo diremo, anche se da festeggiare c'è ben poco, uno dei peggiori anni mai visti quello appena passato, ed i presupposti perché il 2012 sia peggio ci sono tutti!
Come abbiamo fatto a ridurci a questi livelli senza che nessuno muova un dito, è una delle cose che non mi spiegherò mai, se non tenendo conto di una sola cosa, "ci hanno drogati", http://www.disinformazione.it/siamo_drogati.htm,  una frase come questa trova conferma in tutti gli esami che vengono fatti su acqua, cibo, latticini, e via, via proseguendo con i farmaci che contengono sostanze trovate nelle droghe da strada, il risultato è uno solo: una popolazione di automi tenuti buoni e narcotizzati, in fondo era Hitler che faceva portare vagoni di fluoro per i suoi “campi vacanza” in fondo, oggi ce lo fanno bere quotidianamente, più semplice di così …
Bene, arriverà il 2012, l’anno della profezia, profezia che verrà messa in atto da una manciata di uomini e con la collaborazione delle masse, oramai inermi, nemmeno più capaci di pensare: hanno fatto un buon lavoro di lobotomia non c’è che dire. Soldi, soldi, soldi, solo questo è il punto fermo su cui si fonda ogni nostra azione, che peccato, esseri divini come siamo buttare nel cesso una vita per avere le catene: esistono catene più forti ed efficaci del denaro? Rispondetevi da soli e pensate a quello che fate ogni giorno …
Eppure guardiamoci attorno, c'è qualcuno che si muova? Se io oggi scendo in piazza nel mio comune e inizio a sbattere in faccia la realtà divento lo scemo del paese, tanto è così cosa vuoi farci . . . siamo ridotti a questi livelli, chi ragiona è noioso, è scemo, meglio ridere e far finta di niente, nella vita bisogna divertirsi, certo, ma come vi divertite accidenti, vi invidio proprio, ma poi vi lavate anche tre volte al giorno: che non sia il vostro inconscio che vi fa sentire luridi? Io credo di si, noi belli, la imposizione forzata dell’essere belli da vedere, proprio come un oggetto esposto in vetrina per essere venduto, siamo puttane, anzi mi scuso con le prostitute, hanno più dignità e cervello di molte persone che conosco.

Noi occidentali siamo proprio quello che scrive in questo bellissimo articolo, siamo come quei polli ingabbiati; eppure la nostra ipocrisia, o la nostra deficienza più esattamente, ogni giorno ci porta a vivere come se tutto questo fosse “normale”, ci salutiamo, sorrisi a 32 denti, come stai, tutto bene, ecc, ecc. Come lo si può definire un essere che si comporta in tale modo? Io nel mio blog l’ho ribadito diverse volte:”Schizofrenico”, del tutto estraneo all’ambiente circostante, http://www.cpsico.com/schizofrenia.htm, qui trovate un ottima descrizione. Non c’è termine più adatto. E di fronte a tutta la nostra finta gioia di vivere, perché un morto non può provare gioia per la vita, nel frattempo i robot con mansioni più importanti ci chiedono questo:
LO STATO
chiede l’ aumento dell'età pensionabile perché in EUROPA tutti lo fanno.
http://vanelleblog.blogspot.com/2011/12/lo-stato-seh.html, Andremo in pensione solo nella bara, ma nel frattempo ti rapinano ogni mese se lavori, INPS, che parte si prende del vostro lavoro?

Noi Italiani siamo al primo posto come sviluppo, come esempio del futuro che attende il mondo, sembravamo i peggiori, ma gli altri ci hanno copiato, anche se la qualità di vita merdosa che fanno le persone in questo paese, vivere con 500 euro di pensione con affitti che valgono tanto per esempio, credo che sia semplicemente inconcepibile in altri stati, almeno, ora che la fine si sta avvicinando per tutti, almeno loro un po’ se la sono goduta, ma noi italiani quanto abbiamo goduto in effetti, un decennio? Si, forse, ma se paragonati ad altri stati siamo sempre stati poveri, morti di fame, mi ricordo i tedeschi quando li vedevi sul Lago di Garda …
Dopo tutto questo, auguriamoci un felice 2012, i presupposti perché lo sia ci sono tutti!

Dioniso777

L'aggettivo mitico

Uno dei pochi cantautori italiani viventi degno di nota, il quale coerentemente in televisione non si fa vedere. Da molti anni lo seguo, un grande cantante\poeta, molto lucido e graffiante nei testi, oltre che dolce e sentimentale. Questa canzone la vedo dedicata alla nostra follia collettiva, da ascoltare senza dubbio, sotto il testo. Un saluto a tutti voi, buon ascolto.

La musica etnica, la contaminazione,
l'ultimo rifugio dei vigliacchi, la comunicazione
Le notti insonni dei creatori di moda,
l'alba difficile dei gioiellieri e dei creditori
E i venditori di parrucche per corrispondenza,
gli uomini di scienza e i manipolatori
La sanguinaria guerra dei predatori
e la serena guerra degli aviatori
E gli uomini col machete sui fuoristrada,
gli uomini a piedi nudi lungo la strada.
E gli uomini col machete sui fuoristrada,
gli uomini a piedi nudi lungo la strada.
La fuga degli animali, l'inondazione
e la foresta che diventa fumo
Le stelle pakistane che esplodono sulla frontiera
e tutto che ritorna uno
E le radio delle ragazzine dove scoppia il silenzio
ed ogni dedica si confonde
Nell'aria che non ha confine, nell'aggettivo mitico
e nelle sue onde
E gli uomini col machete sui fuoristrada,
gli uomini a piedi nudi lungo la strada
Gli uomini col machete sui fuoristrada,
gli uomini a piedi nudi lungo la strada
Gli uomini col machete sui fuoristrada,
gli uomini a piedi nudi lungo la strada
Guarda come vanno veloci le navi, come vanno lontano
Come salutano i passeggeri, fanno ciao con la mano
E ballano al suono del diavolo e del suo violino
E cantano canzoni d'amore sul mare, color del vino
Oggi non c'è più freddo, non c'è più fame,
oggi tutto sembra sotto controllo
Oggi si versa il vino, si spezza il pane,
duemila volte che canta il gallo
Socrate grida domande per strada
e il Beato Angelico dipinge muri di periferia
La risposta confusa nel vento a tradimento
li prende alle spalle e li spazza via
Insieme agli uomini col machete sui fuori strada,
gli uomini a piedi nudi lungo la strada
Gli uomini col machete sui fuori strada,
gli uomini col machete lungo la strada
Guarda come vanno veloci le navi, come vanno lontano
Come salutano i passeggeri, fanno ciao con la mano
E brindano al suono del diavolo e del suo violino
E buttano benzina sul fuoco del mare, color del vino
Ascolta il nemico ti ascolta, da dietro la porta
gli specchi cominciano a sanguinare, cari e care
Il giorno è finito, si spengono le vetrine
ma i prezzi continuano a scintillare
Batte sotto le stelle un nero biondo con le labbra d'acciaio,
il suo nome è Cassandra
Uomini dentro a una stanza si chiudono a chiave,
in silenzio respirano al suono di Radio Londra
Uomini nella polvere di una cometa,
uomini nella rete senza una meta
Uomini nella polvere di una cometa,
uomini nella rete senza una meta
Uomini nella polvere di una cometa,
uomini nella rete senza una meta
Uomini nella polvere di una cometa,
uomini nella rete senza una meta


Altri testi su: http://www.angolotesti.it/F/testi_canzoni_francesco_de_gregori_125/testo_canzone_laggettivo_mitico_7279.html

L'anno più brutto della storia recente. Ci attende un nuovo Hitler? No, c'è già!



In onore alla fine di uno dei peggiori anni mai visti, pubblico questo articolo di
Marco CedolinL'anno che non verrà

Marco Cedolin

Da sempre Capodanno rappresenta Il simbolico spartiacque fra un anno che sta morendo, con tutto il suo carico di accadimenti (buoni e cattivi) ed uno che sta nascendo, vestito per l’occasione di carezzevoli illusioni e condito di languide speranze. Una sorta di limbo dove rimanere per un istante sospesi fra il prima e il poi, a tracciare bilanci di vita e sognare vite che non ci apparteranno mai, prima che la giostra del divenire stemperi l’attimo ed il futuro si faccia presente, riportandoci alla realtà.
Guardare al 2012 che arriva, ostentando speranza ed ottimismo rappresenta però, più che in altre occasioni, un’esperienza dedicata a pochi intimi, dal momento che la ratio e la matematica ci riporterebbero immediatamente sulla terra, rendendoci consapevoli del fatto che il nuovo anno sarà molto peggiore del precedente, essendo state poste tutte le basi (ma proprio tutte) perché ci si ritrovi a rimpiangere gli ultimi dodici mesi, nonostante abbiano rappresentato il gradino più basso della storia recente nazionale ed internazionale.
In Italia nel lasso di tempo di un paio di settimane è stata alienata ogni residua e fittizia illusione di democrazia e le banche, nella persona dell’usuraio Monti, hanno di fatto esautorato i camerieri politici dal loro ruolo di mestieranti della commedia, ridimensionandoli ad arredamento del palazzo, oltretutto molto costoso e kitsch......


Il problema in sé potrebbe apparire di secondaria importanza, dal momento che il bestiario politico da tempo immemorabile prendeva ordini dal padrone, ma purtroppo così non è, perché dovendo il servo politico confrontarsi ogni 5 anni con il teatrino elettorale, si trovava giocoforza costretto a svolgere una minima opera di mediazione. E’ pur vero che il sistema monopartitico creato in occidente scimmiottando il modello americano garantiva ampi margini di sicurezza, privando il cittadino di qualsiasi possibilità di scegliere realmente, così come è vero che la classe politica aveva ormai assunto un carattere puramente autoreferenziale.
Ma è altrettanto lapalissiano il fatto che qualsiasi governo politico avesse inteso mandare i cittadini a vivere sotto i ponti, togliendo loro il proprio patrimonio e la possibilità di sostentarsi economicamente, avrebbe trovato comunque qualche difficoltà nel perpetrarsi nel tempo.
Monti e la congrega di banchieri da lui rappresentati non sono espressione delle urne e con le urne non dovranno confrontarsi mai. Incarnano esclusivamente i grandi interessi finanziari, sono servi alle dipendenze del denaro e il denaro non è dotato di sensibilità sociale, non è incline alle mediazioni, non deve moderarsi temendo di perdere voti, non possiede sentimenti e neppure pietà. Persegue un solo scopo, moltiplicarsi all’infinito nella maniera più rapida possibile, poco importa quali siano i costi in termini di macelleria sociale, dal momento che conosce un solo costo, quello monetario.
La dittatura del denaro è in assoluto la peggior forma di governo possibile, nel 2011 ne abbiamo avuto un primo assaggio con la soppressione delle pensioni per tutte le nuove generazioni (e buona parte delle vecchie), l’aumento indiscriminato di tasse e costi a carico di una popolazione già fortemente impoverita, la riduzione delle opportunità di lavoro. Ma solo nel 2012 saremo in grado di apprezzare la reale dimensione del disastro che sta precipitando sulle nostre teste e il contatto con la realtà risulterà con tutta probabilità drammatico.

Il 2011 è stato anche l’anno in cui si è dovuto prendere coscienza della disarmante vulnerabilità dei cittadini qualora intendano difendere il territorio in cui vivono da grandi e piccole opere di devastazione ambientale. L’illusione (da me più volte condivisa) che una popolazione fortemente determinata e con la forza dei numeri potesse opporsi alle ruspe ed ai cantieri si è palesata di fatto priva di fondamento. Non esistono più remore nel bastonare cittadini inermi e quando monta la protesta le forze dell’ordine sono disposte ad uccidere, senza che la stampa e l’opinione pubblica considerino la cosa disdicevole.
In una situazione di questo genere ogni forma di resistenza fisica, più o meno pacifica, non può che risultare perdente, dal momento che si tratta di un confronto impari, dove chi mena ti può anche ammazzare restando dalla parte della ragione.
Non è un caso che tutte le opere più controverse siano state costruite o cantierizzate con l’uso della violenza, dalla base militare americana Dal Molin al TAV in Val di Susa, passando attraverso inceneritori, autostrade, centrali a carbone, turbogas e chi più ne ha ne metta.
Ai cittadini non resta altra via che protestare con le bandierine attraverso cortei pacifici (che magari contribuiscono a creare la carriera di qualche politico o sindacalista d’accatto) nell’attesa che l’opera sia completata, o confrontarsi militarmente con "soldati" che arrivano dall’Afghanistan, con la consapevolezza che quando ti ritroverai in ospedale verrai tacciato come una “bestia violenta” che ha ricevuto ciò che si meritava.

Ma il 2011 è stato anche l’anno dello sdoganamento definitivo delle guerre di conquista coloniale attraverso il metodo della rivoluzione colorata, costruita, finanziata e pilotata dal colonizzatore.
La Libia ha dimostrato chiaramente come la pratica garantisca ampie prospettive di successo a fronte di costi economici tutto sommato esigui. In pochi mesi un prospero paese è stato distrutto, chi lo governava da decine di anni ammazzato come un cane, i civili che lo sostenevano sterminati in massa. Il tutto senza che nessuno avesse nulla da obiettare e con la compiacenza di tutte le istituzioni internazionali, ormai palesemente braccio burocratico della colonizzazione occidentale.
Dopo l’inferno libico la strada è tracciata e c’è da scommettere che i prossimi inferni saranno ancora peggiori e, se possibile, perfino più raccapriccianti.

E’ stato anche l’anno dei droni, usati in maniera sempre più massiccia per sterminare le popolazioni, mentre all’altro capo del mondo un ragazzotto si cimenta con il joystik come si trattasse di un videogame. Delle telecamere ormai più numerose delle vetrine che filmano ogni attimo della tua vita. Della guerra al contante, con l'imposizione agli anziani pensionati di aprire un conto corrente. Dei movimenti che s’indignano a comando. Dei benpensanti che difendono la costituzione quando hanno interessi per farlo, ma ne dimenticano l’esistenza subito dopo. Della farsa dei referendum, studiati ad arte per raggirare chi votava. Del disastro di Fukushima, troppo presto caduto nell'oblio. Dell'assassinio dell'ologramma di Bin Ladin. Dei troppi “movimenti” che avevano fatto delle piazze le loro case quando governava Berlusconi, ma sono evaporati con l’arrivo di Monti. Dei sindacati che dopo avere svenduto tutto non sanno più cosa mettere in saldo e dei saldi ormai anticipati a Capodanno, perché iniziarli a Natale potrebbe risultare disdicevole.

In alto i calici e brindiamo, a cosa? Ad una morte inconsapevole con il sorriso sulle labbra, che in fondo è meglio di quando te l’aspetti.
marcocedolin.
Letto sul blog lacrepanelmuro.

giovedì 29 dicembre 2011

Fine 2011. Un salto indietro nel tempo di un terzo di secolo, riflessioni.


Anno 2011 in chiusura. Quanto lo vedevo lontano il 2000 da bambino  …
Ricordo da bimbo, nato in una fattoria, per mia fortuna, a contatto con gli animali, la natura, il vigneto di mio nonno e tutte le belle bestioline che trovavo e osservavo, il trattore nei campi ed i profumi della primavera, con i colori cangianti e sfarzosi che la magica natura offriva, e poi, poi le piante di more, quante ne mangiavo, oltre alle albicocche, prugne, pere e uva, nemmeno li lavavo, prendevo e mangiavo.
Poi le galline da far uscire in un aia e le anatre dall'altra, con il loro terreno dove correvano e beccavano tutto il giorno, i conigli nel loro spazio e una decina di mucche, un po' meno di tori e 2\3 vitellini quasi sempre presenti a cui andavo a sentire le corna che iniziavano a spuntare. La magia della vita che nasce e muore. I nidi di rondini nella stalla che ogni anno si riempivano di piccoli sempre con il becco aperto a cinguettare ed i genitori che li infilzavano.
Avevo qualche giocattolo, però mi costruivo i giochi con semplici pezzi di legno, ma preferivo sempre salire sugli alberi e vedere i nidi o vedere quanto in alto arrivavo, oppure correre in mezzo ai campi con il mio cane, pastore tedesco bellissimo, andavo a pescare rane, osservavo la vita e la natura ogni giorno, che splendidi ricordi, ero vivo e vivevo le emozioni che la vita offriva, anche quelle brutte, perché cadevo, mi facevo male, oppure uccidevo qualche animale, ma è la vita. 

Poi il trasferimento in una cittadina a 11 anni e da li sempre più lontano dalla natura, ogni tanto ritornavo con il motorino o la moto più tardi e ogni volta che tornavo gli alberi erano sempre meno, le rane sono sparite, (infatti un indicatore di acqua pulita sono proprio le rane, dove è inquinata non si riproducono e scompaiono), i nidi di rondine piano, piano, non si riempivano più come prima, gli insetti ed i fiori la stessa cosa, andavano ogni 3\4 anni a ridursi drasticamente, come le libellule o le lucciole, e chi le ha viste più se non nella profonda campagna e raramente? Da quanti anni non vedo più quegli animali? Anche se tornassi, sono spariti, li abbiamo ammazzati!

Vedete a Milano che aria avvelenata si respira . . .

Ma in compenso ho avuto il motorino, la moto e la macchina, circondato dal cemento, che mi ricorda tanto la MORTE, sempre più tecnologia, computer, prima Atari, poi il Commodore64, poi MSX, poi il Nintendo e Windows, il cellulare, la realtà è diventata un altra, virtuale, non è nemmeno più vero, REALE, il mondo, l’esplosione demografica è stata spaventosa negli ultimi 40 anni, per non parlare dell’ultimo secolo, siamo quadruplicati come minimo, allora appartamenti dappertutto, anche se i più sono vuoti, si riciclano soldi con l’edilizia, così non abbiamo più un prato dove camminare scalzi, dove raccogliere dieci tipi di fiori colorati e portare a casa un mazzo, come si faceva una volta per la mamma e poi per la ragazzina, niente calcio nei cortili, vietato giocare se non in piccoli spazi, poi le farneticazioni, i bombardamenti quotidiani dei media che rincitrulliscono, questo eterno “sapere” cose nuove che è IGNORANZA allo stato puro, poi non mi meraviglio se nessuno si arrabbia, siamo le generazioni del monitor e delle tastiere, che siano telecomandi, cellulari oppure i personal computer poco cambia, io le paragono a droghe artificiali, più nocive di quelle naturali di sicuro, più le usi più ti attraggono e ti sembrano importanti, quando non sono altro che impulsi elettronici inutili e privi di senso, strutturano la nostra mente in modo da pensare a tante cose e disperdere la maggior parte delle nostre energie in cose completamente inefficaci, inutili e prive di vita, sono MORTE. Siamo una civiltà di MORTI che camminano, nascono bambini che non sanno nemmeno cos'è una gallina, ma hanno i videogiochi, i cartoni animati, il mondo racchiuso in un monitor. Abbiamo perso il contatto con la morte, non la vediamo più anche se ammazziamo miliardi di animali all’anno, ma lo fanno gli altri nelle fabbriche del cibo, beviamo vino che non è più vino, beviamo latte che è acqua bianca e che con il latte di mucca per chi l’ha conosciuto non ha niente a che fare, mangiamo carne che è zeppa di vaccini e medicine, prendiamo medicine come fossero caramelle, i cieli sono talmente irrorati che oramai nemmeno frutta e verdura si salvano, ingoiamo tutte sostanze morte, ed è per questo forse che siamo morti e non ce ne accorgiamo …
...e tutti vissero felici e contenti!
E morirono senza accorgersi d’essere stati vivi!
Ecco perché SIAMO RIDOTTI COSI’. E non riesco e vedere VIA d’uscita purtroppo, se non in una grande catastrofe che ci riporti indietro di qualche secolo, e la natura ritorni a fare il suo ciclo …
Sono stato drastico? Non credo, ho tralasciato i rapporti umani . . .

Dioniso777

mercoledì 28 dicembre 2011

Quando vedremo questo in Italia?

A proposito della persuasione di massa, di cui se ne parla approfonditamente nel post precedente, sembra che qui in Italia il lavaggio del cervello funzioni particolarmente bene. Stipendi tra i più bassi d'Europa e prezzo dei beni primari tra i più alti, tanto che a Roma c'è gente che lavora e vive in strada, cavolo per una doppia da dividere con un tuo amico ci hanno chiesto 900 euro nel 2007!


Quando vedremo questo in Italia? Fonte da vedere assolutamente, come il video che trovate nel link indicato
http://italianimbecilli.blogspot.com/2011/12/occupare-tutto-contro-la-crisi-gli.html

La Persuasione di massa in continuo lavoro


“Io conosco il segreto per far credere all’americano medio tutto ciò che desidero. Datemi soltanto il controllo della televisione… mettete qualsiasi cosa in televisione ed essa diventa realtà. E se il mondo esterno alla TV contraddice le immagini, la gente inizierà a modificare il mondo per adeguarlo alle immagini della TV…”

(Hal Becker, “esperto” di media e consulente del management per The Futures Group, intervista del 1981) [1]

Nei 15 anni trascorsi da questo commento di Becker, gli americani sono diventati sempre più “connessi” a una rete mediatica di massa che ora comprende anche computer e videogames, nonché internet. Una rete onnipresente il cui potere è così pervasivo da essere dato quasi per scontato. Come ha detto un noto comico: “Siamo davvero un popolo la cui coscienza è mediatica. Conosco un tale che è stato investito da una macchina per la strada. Non ha voluto andare all’ospedale. Si è trascinato invece fino al bar più vicino per controllare se lo avevano messo nel telegiornale della sera. Quando ha visto che non c’era, ha esclamato: “Ma che bisogna fare, farsi ammazzare, per andare in televisione?”.



Ai più alti vertici della monarchia britannica e del suo Club of Isles, questo grande potere non viene dato per scontato. Anzi, viene attentamente gestito e diretto, come Becker spiega da una più limitata prospettiva, per creare e forgiare l’opinione pubblica. In un rapporto pubblicato nel 1991 dal Club Malthusiano di Roma e intitolato “La Prima Rivoluzione Globale”, Sir Alexander King, consigliere capo della famiglia reale e del principe Filippo su scienza e comunicazione, scriveva che le nuove scoperte nelle tecnologie di comunicazione avranno l’effetto di espandere enormemente il potere dei media, tanto nel settore avanzato che in quello in via di sviluppo. I media, egli afferma, costituiscono l’arma più potente e il più forte “agente di cambiamento” per la creazione di un “mondo unico” neo-malthusiano che travalicherà e cancellerà il concetto di “stato-nazione”.

“E’ sicuramente necessario intraprendere un ampio dibattito con giornalisti e direttori dei principali media per studiare le condizioni che possano metterli in grado di ricoprire questo nuovo ruolo”, scriveva King.
Nel suo progetto, il Club di Roma, di cui King fa parte, può contare sulla cooperazione di un cartello mediatico, che è una creazione britannica, come documentato nel nostro rapporto. Può anche contare sulle capacità di una macchina da guerra psicologica di massa, anch’essa guidata dai britannici e dai loro interessi, che si estende a momenti chiave della produzione mediatica e comprende scrittori e psicologi che contribuiscono a definire i contenuti, nonché sondaggisti che provvedono a perfezionare e analizzare l’impatto su determinate fasce di popolazione. Oltre a questa rete di operatori interattivi, esistono poi milioni di altre persone che partecipano alla produzione, distribuzione e trasmissione dei messaggi mediatici, il cui modo di pensare è stato anch’esso plasmato dai contenuti del prodotto mediatico e che hanno letteralmente operato su se stessi un auto-lavaggio del cervello provocato dalla cultura in cui sono immersi.


“Mamma” Tavistock


Lo storico centro di questo apparato di guerra psicologica di massa ha la propria sede fuori Londra, presso il Tavistock Center [2]. Creato subito dopo la I Guerra Mondiale sotto il patronato del Duca George di Kent (1902-42), l’originale Clinica Tavistock, diretta da John Rawlings Rees, si trasformò nella centrale di guerra psicologica della famiglia reale e dell’intelligence britannica. Rees e un gruppo scelto di psichiatri freudiani e neofreudiani misero a frutto le esperienze di collasso psicologico osservate in tempo di guerra per elaborare teorie su come tali condizioni di crollo psichico potessero essere prodotte in assenza del terrore della guerra. Il risultato fu una teoria del lavaggio del cervello di massa, ottenuta attraverso lo studio delle reazioni di gruppo, che poteva essere utilizzata per alterare i valori degli individui e produrre, col passare del tempo, cambiamenti nei princìpi assiomatici che governano una società.

Negli anni ’30 la rete di Tavistock intessè una relazione simbiotica con l’Istituto di Ricerche Sociali di Francoforte, creato dalle reti oligarchiche europee, che si focalizzava sullo studio e la critica della cultura da un punto di vista neofreudiano. Verso la fine degli anni ’30, con il trasferimento dei suoi membri operativi dalla Germania a New York, la Scuola di Francoforte coordinò la prima analisi dell’impatto di un fenomeno mediatico di massa, cioè la radio, sulla cultura. Si trattava del “Radio Research Project”, con base a Princeton. [3]
Con lo scoppio della II Guerra Mondiale, gli uomini del Tavistock presero il controllo effettivo del Direttivo di Guerra Psicologica dell’Esercito Britannico, mentre il network alleato negli Stati Uniti si integrava nell’apparato di guerra psicologica americano, che includeva il Comitato sulla Morale Nazionale e l’Osservatorio sui Bombardamenti Strategici.
Alla fine della guerra, gli sforzi combinati del Tavistock (divenuto Tavistock Institute nel 1947) e dei funzionari dell’ex Scuola di Francoforte avevano creato un’equipe di “truppe di attacco psicologico”, come le chiamava Rees, e di “guerrieri culturali” che contava diverse migliaia di persone. Oggi questo network conta diversi milioni di persone in tutto il mondo e rappresenta il fattore più importante nella progettazione degli scopi e dei contenuti dei prodotti mediatici di massa.


Le “immagini nella vostra testa”


Nel 1922, Walter Lippmann definì come segue il concetto di “opinione pubblica”:
“Le immagini che gli esseri umani hanno nella testa, le immagini di se stessi, degli altri, dei propri scopi e obiettivi, delle proprie relazioni, rappresentano le loro opinioni pubbliche. Queste immagini, quando vengono gestite da gruppi di persone o da persone che agiscono in nome di gruppi, diventano Opinione Pubblica, con le iniziali maiuscole”.
Lippmann, che fu il primo a tradurre in inglese le opere di Sigmund Freud, sarebbe divenuto uno dei più influenti commentatori politici [4]. Aveva trascorso gli anni della I Guerra Mondiale al Quartier Generale di Propaganda e Guerra Psicologica di Wellington House, fuori Londra, in un gruppo di cui faceva parte anche il nipote di Freud, Eduard Bernays [5]. Il libro di Lippmann, L’Opinione Pubblica, pubblicato un anno dopo l’uscita de La psicologia di massa di Freud, che trattava temi simili, fu un prodotto del periodo trascorso all’interno del gruppo di Rees. E’ tramite i media, scrive Lippmann, che la maggior parte delle persone elabora quelle “immagini nella testa”, il che garantisce ai media “un potere spaventoso”.

Il network di Rees aveva passato gli anni della I Guerra Mondiale a studiare gli effetti della psicosi bellica e la sua capacità di produrre il collasso della personalità individuale. Dal loro lavoro emerse una tesi terribile:grazie all’uso del terrore, l’uomo può essere ridotto ad uno stato infantile e sottomesso, in cui le sue capacità di ragionamento sono annebbiate e in cui il suo responso emotivo a vari stimoli e situazioni diventa prevedibile o, nei termini usati dal Tavistock, “sagomabile”. Controllando i livelli di ansietà è possibile produrre una condizione similare in ampi gruppi di persone, il cui comportamento potrà così essere controllato e manipolato dalle forze oligarchiche per cui il Tavistock lavorava [6].
I mass media erano in grado di raggiungere grandi quantità di persone con messaggi programmati o controllati, il che rappresenta la chiave per la creazione di “ambienti controllati” per il lavaggio del cervello. Come mostravano le ricerche del Tavistock, la cosa importante era che le vittime del lavaggio del cervello di massa non si rendessero conto di trovarsi in un ambiente controllato; pertanto doveva esserci un ampio numero di fonti d’informazione, i cui messaggi dovevano essere leggermente diversi, così da mascherare la sensazione di un controllo dall’esterno. Quando possibile, i messaggi dovevano essere offerti e rinforzati attraverso l’”intrattenimento”, che avrebbe potuto essere consumato senza apparente coercizione, in modo da dare alla vittima l’impressione di stare scegliendo di propria volontà tra diverse opzioni e programmi.

Nel suo libro, Lippmann osserva che la gente è più che disposta a ridurre problemi complessi in formule semplicistiche e a formare la propria opinione secondo ciò che credono che gli altri intorno a loro credano; la verità non ha nulla a che fare con le loro considerazioni. L’apparenza di notizia fornita dai media conferisce un’aura di realtà a queste favole: se non fossero reali, allora perché mai sarebbero state riportate?, pensa l’individuo medio secondo Lippmann. Le persone la cui fama viene costruita dai media, come le star del cinema, possono diventare “opinion leaders”, con il potere di influire sull’opinione pubblica quanto le personalità politiche.
Se la gente pensasse troppo a questo procedimento, il giocattolo potrebbe rompersi; ma Lippmann scrive:
“La massa di individui completamente illetterati, dalla mente debole, rozzamente nevrotici, sottosviluppati e frustrati è assai considerevole; molto più considerevole, vi è ragione di ritenere, di quanto generalmente si creda. Così viene fatto circolare un vasto richiamo al popolo tra persone che, sul piano mentale, sono bambini o selvaggi, le cui vite sono un pantano di menomazioni, persone la cui vitalità è esaurita, gente ammutolita e gente la cui esperienza non ha mai contemplato alcun elemento del problema in discussione”.

Nell’affermare di scorgere una progressione verso forme mediatiche che riducono sempre più lo spazio di pensiero, Lippmann si meraviglia del potere che la nascente industria di Hollywood manifesta nel forgiare la pubblica opinione. Le parole, o anche un’immagine statica, richiedono che la persona compia uno sforzo per crearsi un’”immagine mentale”. Ma con un film:
“Tutto il processo di osservare, descrivere, riportare e poi immaginare è già stato compiuto per voi. Senza compiere una fatica maggiore di quella necessaria per restare svegli, il risultato di cui la vostra immaginazione è alla continua ricerca vi viene srotolato sullo schermo”.

E’ significativo che come esempio del potere del cinema egli utilizzi il film propagandistico “Nascita di una nazione”, girato da D. W. Griffith a favore del Ku Klux Klan; nessun americano, scrive Lippmann, potrà mai più sentir nominare il Ku Klux Klan “senza vedere quei cavalieri bianchi”.
L’opinione popolare, osserva Lippmann, è determinata in ultima analisi dai desideri e dalle aspirazioni di una “elite sociale”. Questa elite, egli afferma, è:
“Un ambiente sociale potente, socialmente elevato, di successo, ricco, urbano, che ha natura internazionale, è diffuso in tutto l’emisfero occidentale e, per molti versi, ha il proprio centro a Londra. Conta fra i propri membri le persone più influenti del mondo e racchiude in sé gli ambienti diplomatici, quelli dell’alta finanza, i livelli più alti dell’esercito e della marina, alcuni principi della Chiesa, i proprietari dei grandi giornali, le loro mogli, madri e figlie che detengono lo scettro dell’invito. E’ allo stesso tempo un grande circolo di discussione e un vero e proprio ambiente sociale”.
Con un atteggiamento tipicamente elitario, Lippmann conclude che il coordinamento dell’opinione pubblica manca di precisione. Se si vuole raggiungere l’obiettivo di una “Grande Società” in un mondo unitario, allora “la pubblica opinione deve essere creata per la stampa, non dalla stampa”. Non è sufficiente affidarsi ai capricci di “un ambiente sociale superiore” per manipolare le “immagini nella testa delle persone”; questo lavoro “può essere gestito solo da una classe di individui specializzati” che operi attraverso “centrali d’intelligence”. [7]


Il “Radio Research Project”


Mentre Lippmann scriveva il suo libro, la radio, il primo mass media tecnologico a entrare nelle case, stava assumendo sempre maggior rilievo. A differenza dei film, che venivano visti nei cinema da grandi gruppi di persone, la radio offriva un’esperienza individualizzata all’interno della propria casa, avente per fulcro la famiglia. Nel 1937, su 32 milioni di famiglie americane, 27,5 milioni possedevano un apparecchio radiofonico, più di quante possedessero un’automobile, il telefono o perfino l’elettricità.
In quello stesso anno la Rockefeller Foundation finanziò un progetto per studiare gli effetti che la radio produceva sulla popolazione. [8] Ad essere reclutati per quello che sarà poi conosciuto come “Radio Research Project”, con quartier generale all’Università di Princeton, vi furono alcuni settori della Scuola di Francoforte, ormai trapiantatisi dalla Germania in America, oltre a personalità come Hadley Cantril e Gordon Allport, che diventeranno elementi chiave delle operazioni del Tavistock americano. A capo del progetto c’era Paul Lazerfeld, della Scuola di Francoforte; i suoi assistenti alla direzione erano Cantril e Allport, insieme a Frank Stanton, che sarebbe poi diventato capo del settore informazione della CBS, e più tardi il suo presidente, nonché capo del consiglio di amministrazione della RAND Corporation.
Il progetto fu preceduto da un lavoro teoretico realizzato in precedenza studiando la psicosi e la propaganda di guerra, nonché dal lavoro di Walter Benjamin e Theodor Adorno, operativi della Scuola di Francoforte.Questo lavoro preliminare era incentrato sulla tesi che i mass media potessero essere usati per indurre stati mentali regressivi, atomizzare gli individui e generare un incremento dell’instabilità. (Queste condizioni mentali indotte vennero poi definite dal Tavistock col termine di stati “brainwashed”, e il processo d’induzione che ad essi conduceva venne chiamato “brainwashing”, cioè “lavaggio del cervello”).

Nel 1938, quando era a capo della sezione “musica” del Radio Research Project”, Adorno scrisse che gli ascoltatori di programmi musicali radiofonici:
“fluttuano tra l’oblio completo e improvvisi tuffi nella coscienza. Ascoltano in modo atomizzato e dissociano ciò che sentono… Non sono bambini, ma sono infantili; il loro stato primitivo non è quello di chi non è sviluppato, ma quello di chi ha subìto un ritardo mentale provocato da un’azione violenta”.
Le scoperte del Radio Research Project, pubblicate nel 1939, confermarono la tesi di Adorno sul “ritardo mentale indotto” e servirono da manuale per i programmi di lavaggio del cervello.
Studiando i drammi radiofonici a puntate, comunemente noti come “soap opera” (poiché molti di essi erano sponsorizzati da ditte produttrici di sapone), Herta Hertzog scoprì che la loro popolarità non poteva essere attribuita a nessuna caratteristica socio-economica degli ascoltatori, ma piuttosto al format seriale in sé, che induceva ad un ascolto abitudinario. La forza che la serializzazione possiede nel produrre il lavaggio del cervello è stata riconosciuta dai programmatori del cinema e della TV; ancora oggi le “soap” pomeridiane sono quelle che generano maggiore assuefazione televisiva, con il 70% delle donne americane al di sopra dei 18 anni che guardano ogni giorno almeno due di questi programmi.

martedì 27 dicembre 2011

Cavolo ci sono ricaduto!!! Cercavo chi mi illuminasse, dimenticavo solo che la luce è in noi. Parliamo del lavoro ora però . . .

Praticamente sono 24 ore che ascolto i video di questo signore, per la maggior parte eccellenti, però, c'è sempre un però . . .

Visto che su Youtube il commento non può superare i 500 caratteri ho scritto l'inizio e lo invito il caro signore a venirsi a leggere qui il mio pensiero, quasi completo, ne avrei messo ancora, ma visto che almeno sei colto qualche offesa te la lascio perdere...


Distribuzione della Ricchezza e del lavoro.

Come si fa presto a rimanere delusi da qualcuno che hai stimato, in molti video l'ho stimato, anche se non ero completamente d'accordo, in questo però, devo proprio non star zitto. Lui si basa sul paniere istat, il paniere dei sogni, il solito discorso gli italiani non vogliono più fare certi lavori, (peccato però che non si dica che certi lavori non vengono pagati più come solo 20 anni fa, peccato che non si dica che muoiono 3 operai al giorno per 50 euro ogni 12 ore, senza ferie, senza malattia, niente posto fisso e contributi Inps, è lavoro questo?
http://fintatolleranza.blogspot.com/2011/07/la-morte-di-un-soldato-e-la-morte-di.html, la morte di un soldato e di un operaio, leggiamoci anche questo come spunto), peccato che ne parli uno totalmente ignorante di questo tema, il lavoro manuale! Vi do ora la mia opinione, quella di una persona nata e vissuta i primi 30 anni nel mondo manuale, vediamo certi esempi:

Qui caro mio devo darti alcune informazioni. Io ho fatto il muratore, tra i tanti lavori, in lire prendevo anche 4 milioni, oggi ti danno mille, 1200 euro bene che vada, altrimenti sono 50 euro al giorno quando arrivi in tempo, senza regole e senza pensione futura. E pavimentista? Se nel 1994 prendevo 26\28 mila lire al metro quadro, oggi prendi bene che vada 13 euro al metro, ma ci sono tutti romeni o albanesi, pochissimi italiani e guarda che io non ho 40 anni!!!. Cameriere? Lavoravo 3 giorni, 16 ore ogni giorno per 150 mila lire, oggi lo stesso ristorante sento che assume i cosiddetti stranieri, lavorano a turno e prendono 50 euro al giorno, non ci si vivrebbe più. Poi vogliamo parlare dell’interesse che hanno le fabbriche ad assumere questi? Perché secondo te hanno smesso di assumere italiani, perché? Noi non lavoravamo? Certo, la fabbrica funzionava bene, eppure da dopo la legge sul lavoro a “termine” abbiamo visto le fabbriche riempirsi di visi nuovi, non più italiani. Perché? Io non ho mai fatto il lavoro intellettuale o pulito, io sono stato tagliato fuori, e non ho nessuno che mi paga la colazione caro mio, ho fatto più di 3 anni in strada, già come il Buddha che tanto bene descrivi, e ci ritornerò ne sono certo, perché se cerco oggi una casa con un lavoro co.co.pro. a 6 mesi dove uno di contributi INPS viene versato, una casa non la trovi!!!. Questa è la verità, in Italia ma anche all’estero visto che ci sono stato. Prendere per il collo uno abituato a vivere con 200 dollari al mese è più facile di uno al quale davi 1.200 euro per avere casa\auto\cibo. Mi sono piaciuti molti video, ma qui ti propongo:”VAI TU SULLE CATENE di montaggio e dopo 9 anni prova a prendere un calcio nel culo perché arriva chi si accontenta di lavorare a metà prezzo e spostarsi da provincia a provincia per farlo”. Caro mio io a 71 anni non arriverò mai, e meno ancora se avessi fato una vita alla catena di montaggio o da muratore. MA POI parli di Roma, allora sai che nella tua città ogni mattina si cercano “volontari” , ci sono stato 10 mesi, in diverse zone che lavorino 12 ore per 50 euro, niente contributi, in nero e se muori fanno sparire il corpo magari. E non ti sei mai chiesto cosa fanno tutti quei negozi di Pakistani o sempre provenienti da quelle zone, come i Cinesi, aperti tutti i giorni ma vuoti? Vai in carcere a Barcellona e lo saprai, fanno qualche carico di eroina e se gli va bene aprono un negozio che vivrà, altrimenti prigione. E lo spaccio? Come mai è finito tutto in mano a loro? Che sia perché non è più tagliabile la merce visto che nemmeno il 10% di principio attivo ci trovano nei sequestri? Allora spacci e vai anni in prigione per un prezzo ridicolo. . . ALLORA ritorniamo a fare i gitani, zingheri in parole povere, giriamo tutto il giorno e chiediamo la carità. Perché lavorare se non posso avere una casa?. 


Ciao by Dioniso777 


PS: Non vorrei tu ti arrabbiassi tanto da denunciarmi, ma sappi che sono nulla tenente e nulla facente, tutto quello che ho lo devo a una persona che mi accoglie, ed anche ai miei genitori, ma credimi vivo veramente di poco, molto poco . . . 

E poi non veragliamoci se siamo circondati da persone con un tumore, si sfiora cifra 1 su 3, 33%, perchè meravigliarsi? Leggete

Come io ricordavo diversi post fa, http://fintatolleranza.blogspot.com/2011/06/non-fare-agli-altri-quello-che-non.html, non abbiate timore, in meno di 45 minuti vedrete tutto ciò che di più disumano si può applicare ad un altra forma di vita, non abbiate timore perché VOI mangiate poi quegli animali, e non dite se smetto io a che serve, è solo una scusa, mangiatevi il vostro cane o gatto! Leggete sotto in rosso i dati dei tumori nel giro di 100 anni e la crescita di carne pro capite mangiate, coincidenze?

Egregio, sotto riportata la mail mandata al direttore ed al direttore marketing di quel settimanale filo macellaio di Famiglia Cristiana, in abbonamento ai miei suoceri.

Ti chiedo venia se ho adoperato un paio di tue frasi sull'omega3 e sul papa. Chi meglio di te riesce a riassumere in 2 righe quello che volevo dire? Nessuno. Un abbraccio ed un caro saluto.
Simone.


MESSAGGIO ORIGINALI INVIATO AL SETTIMANALE 

simone zecchetto, Sent: 12/26/11 09:04 AM, To: direzionefc@stpauls.it, alberto.porro@stpauls.it
"Egregi" da lettori del Vostro giornale siamo rimasti molto amareggiati da alcune rubriche apparse sul numero 51 del 18 dicembre 2011. Alcune sono contenute nell'inserto i Dossier di Famiglia Cristiana "La festa è servita".
Abbiamo letto una marea di informazioni errate e fuorvianti, rubriche curate addirittura da una dietologa e da una docente di nutrizione. 
Come fate a parlare di dieta mediterranea , quando anche i meno informati conoscono il fatto che essa sia stata disegnata solo per portare malattie (carne e pesce), ne sanno qualcosa i famosi nutrizionisti autori delle diete Atkins, Dukan, Montignac, qualcuno passato a miglior vita.
Poi si viene a parlare di salmone contenente omega-3 amici del cuore, quando si sa che la carne del pesce è piena di acido urico altamente cancerogeno.
Avanti poi con il detto "A Natale, grosso o piccino, su ogni tavola c'e' il pollo o il tacchino", oppure ci sono quaglie e faraone, con discorsi erranti su proteine della carne. Mamma mia quanta ignoranza.
Il vostro Dossier chiude in bellezza con "bontà a fette" e tecniche di allevamento maiali, con una carrellata sugli "ottimi insaccati". Non vi nascondo che non mi sarei stupito di trovare il dossier su "Italia, macellai ed orrori", ma su Famiglia Cristiana! I miei figli sanno da dove provengono tutte le "prelibatezze" di cui sopra, avete mai dato un occhio a qualche macello. Nel link sopra potete dare, anzi dovete vederveli tutti questi animali in che modo si trasformano in prelibatezza!


Poi chiudiamo in bellezza con l'articolo a pagina 110 "Una dieta che rallenta la corsa dell'Alzheimer" nel quale secondo un recente studio (studio?) di non si sa quale luminare, si sostiene che la dieta mediterranea (pesce) e occidentale (carne) rallenterebbero i processi degenerativi della malattia! Prima di pubblicare certe informazioni Vi informate almeno? Basta una semplice ricerca on line:
- Nel 1910 si consumavano in Italia 15 kg/anno di carne a testa, e c’erano 21000 tumori/anno.
- Nel 1950 si passava a 22 kg, con tumori triplicati a 66000/anno.
- Ma nel 1992 si era già a 86 kg, con 152000 tumori/anno. 
Si parla di tumori. Ma sulla scia dei tumori si sono moltiplicate tutte le peggiori patologie, dalle cardiopatie, al diabete, alle rettocoliti, alle sclerosi multiple, ai Parkinson e all'Alzheimer.
Le informazioni di cui sopra sono errate e vengono lette da una serie di lettori disinformati, non me lo sarei aspettato da un giornale a matrice Cristiana o forse si. Un mio caro amico ha ricordato:
"Dio non ama chi uccide", è stata la frase di esordio di papa Ratzinger, appena successo a Wojtyla.
Ma poi si è bloccato lì, forse per non denigrare il paese più cattolico al mondo che è l'Irlanda, e che ha il record mondiale di macellai per kmq. O forse per non far andare di traverso le cosce di cappone e di tacchino che i cardinali e i vescovi si sbaffano tra un concistoro e l'altro. Tutti pronti ad accarezzare il cane e il gatto, ma nessuno disposto a salvare il porcellino dal porcaro, il vitellino dal boaro, il cerbiatto e il capriolo dal cacciatore.
Ad oggi avete perso 14 lettori. Vergognatevi.
Simone Zecchetto

RISPOSTA

I VEGETARIANI SECONDO L'OPUS DEI

Ciao Simone, ottima iniziativa! Questo sì che è un bel biglietto di Natale. Purtroppo lo cestineranno.
Vent'anni fa, su Civiltà Cattolica (agosto 1993), prestigiosa rivista dell'Opus Dei, apparve un articolo dal titolo "L'uomo e il suo destino". Diceva tra l'altro quanto segue:
"E' facile osservare come, frequentemente, elementi che si dichiarano vegetariani, sono preda di improvvise crisi di rabbia aggressiva e guardano il mondo con diffidenza come se dovessero essere aggrediti”. “Sono affascinati da spettacoli di violenza e di morte”. “Spesso i vegetariani hanno comportamenti sado-masochistici ed emerge dalla profondità del loro inconscio una potenziale distruttività”. “Con la pietà per gli animali essi dissimulano la loro spietatezza”.

A PAPI LACONICI SI CONTRAPPONGONO VESCOVI E CARDINALI ESPLICITI

La posizione odierna di Famiglia Cristiana non si capisce se non si fanno i collegamento con l'Opus Dei e questo tipo di manicomiali ideologie di cui la chiesa cattolica non si è mai liberata.
Se i papa non si esprimono e fanno spesso i laconici , ci pensano i vescovi e i cardinali a dire le cose con chiarezza.

L'ANTICRISTO E IL DIAVOLO CON LE CORNA

Come il cardinale Giacomo Biffi che durante il Convegno di Bologna (14/3/2000) disse, parafrasando il filosofo russo Solovev, che l'Anticristo sarà un convinto spiritualista, un ammirevole filantropo, un pacifista impegnato e solerte, un vegetariano osservante, un animalista determinato e attivo, e ricordò al Pontefice ed alla Curia Romana che l'Anticristo, cioè il Diavolo con le corna, si presenterà come un vegetariano pacifista!

I VEGETARIANI AL MURO O A DAKAU

O come Lucio Grandoni, vescovo di Orvieto, che nel maggio 2003, in una telefonata con un animalista che protestava civilmente contro il sacrificio di una colomba per la Pentecoste, ha tuonato letteralmente con un "Io gli animalisti li metterei tutti al muro, o al forno".

L'ANIMALE E' PRIVO DI DIGNITA' E DI ANIMA

O come il Monsignor Caffara che, in un’omelia nella Clinica Veterinaria dell'Università di Bologna (maggio 2003), ha trattato le diversità tra uomo e animale, dicendo tra l'altro che:

- Essere persona è molto di più che essere animale (superiorità ontologica, come "essere", ed assiologica, come "valore")
- La natura non ha in sé nulla di sacro e di divino.
- Esistono doveri e diritti reciproci tra le persone, ma non esiste una correlazione simile tra persone e animali.
- L'animale, sostanza inerte, non possiede anima e non possiede dignità.

L'IMPORTANTE E' CHE IL CAPPONE, IL SALAME E IL FIASCO DI CHIANTI CONTINUINO A CIRCOLARE NELLE CANTINE DEL PARROCO

Pertanto "Dio non ama chi uccide", di Papa Ratzinger, significa esattamente "Dio non ama l'uomo che uccide un altro uomo, ma ama o comunque approva ed incoraggia l'uomo che uccide l'animale. Pertanto l'animale inerte, senza sentimenti, senza sofferenza, senza anima, è da uccidere ed anche da mangiare senza alcuna riserva, senza alcun peccato e senza alcun rimorso. Firmato Chiesa Cattolica e Famiglia Cristiana.

Valdo Vaccaro



Altro articolo interessante questo, sempre dal sito di Aldo: Cosa fa più male carne o latticini?

Il nostro unico valore? Volere!!!


A proposito di quel "massone" di Nietzsche la cui estrema sensibilità fu confusa per "follia" 

" ... un superuomo, alla fine, è semplicemente colui che non regge più il dolore che oscura la nostra esistenza e che abbraccia un cavallo frustato a sangue. Lo abbraccia piangendo e se ne va per sempre. Basta, dice Nietzsche, ora basta. Restate coscienti voi, se ne avete la forza. Io non voglio più vedere o capire o ascoltare. Non ho più lacrime, perché non ho più sorrisi ..."

Questa è la frase trovata in un commento, frase a cui ho fatto i miei più sentiti complimenti. Vedete che siamo assurdi? Il Nietzsche come Schopenhauer sono stati seguaci incalliti del sapere orientale, chiamatelo Buddhismo o come volete, ma quel sapere che predica compassione e tolleranza e compassione nei confronti di TUTTI gli esseri viventi, non solo dei primi della classe, il miglior prodotto della nostra società, il primo della classe, che di cose buone ne ha imparate davvero poche, anzi, sarà poi un personaggio come Draghi, Monti, ecc. Essere il primo della classe significa far fuori a tutti i costi l’altro. 

Ecco il nostro unico valore, VOLERE. Da questo iniziano le liti tra di noi e poi le guerre con gli altri. Se leggete Buddha come Arthur vedrete che dell'origine del nostro male nel bramare ne parlano in molte pagine, noi dobbiamo essere governati dal nostro desiderio, invece che governarlo, e così nella nostra confusione mentale, accarezzare un cavallo sottomesso, picchiato e privato della sua vita significa essere pazzi, “NON AVERE COMPASSIONE”, questo è brutto nella nostra civiltà, ecco perché a scuola le parole del Buddha non si leggeranno mai. Ecco perché di Schopenhauer si dice che era il filosofo del dolore e della noia, mi rassereno però, perché ognuno da cui escono queste parole è perché non li ha letti, e se letti, dovrebbe rifarlo perché non li ha proprio capiti, in fondo tutti siamo capaci di leggere, ma di capire quello che racchiudono dieci righe come concetto, non tutti lo sappiamo fare la prima volta, nemmeno io, anch'io ho letto libri anche tre volte e solo la terza volta ho capito delle cose prima sfuggite, in fondo la Bibbia, vedo gente che ce l'ha sempre in mano, perché non cambiare testo ogni tanto e cercare di capire?

Allora come scriveva il commentatore ci cui parlo sopra, anch’io sono pazzo, me ne sono andato per sempre dal vostro mondo, non riesco a sopportarlo più, forse perché ho letto troppo, e non ho letto i libri di ricette che in Italia sono sempre primi in classifica per mesi, e poi ci chiediamo come mai il nostro paese è messo così male? Iniziate a cercare dei veri maestri, non quei cialtroni dei media in cui buttate ore della vostra vita a vedere “stronzate” da minorati mentali, iniziate a tirarvi fuori da questo marcio sistema che priva la compassione e loda la competizione, tiratevene fuori o ci marcirete dentro senza nemmeno esservene accorti che un giorno eravate vivi, o potevate esserlo. Perché una cosa è certa: "Imploderà su se stesso", perché come implodono le stelle una volta finito il carburante, una volta che agisce solo la gravità su di loro, così implodono i popoli in cui agisce solo l'odio, in ogni direzione. Avete bisogno del Natale per sentirvi buoni? Peccato che vi siano altri 364 giorni all'anno . . .

Dioniso777

lunedì 26 dicembre 2011

Devo ringraziare i miei lettori


Ciao a tutti, devo ringraziare tutti coloro che mi leggono e soprattutto commentano, grazie ad un commento di qualche giorno fa, in cui mi si informava che Nietzsche sarebbe stato un massone, grazie a questo commento e soprattutto grazie alla persona che l’ha scritto, mi sono immediatamente informato e sempre “grazie” a Jo ho conosciuto questo grande personaggio: “Serafino Massoni”, che massone non è, ironia della sorte. Dopo qualche ora dei suoi video non posso far altro che dire grazie mille a chi me lo ha fatto conoscere.
Diceva bene Lory, sempre in un commento, solo confrontandoci impariamo, a me non interessa se massone e no sia stato questo filosofo, liberi di pensarlo, rispetto le vostre idee, le confronto con le mie e quando le trovo adatte, simili, ho solo da imparare e accumulare, altrimenti ognuno si tenga la propria di opinione che sicuramente non lo detesterò, anzi, da chi è diverso da te hai solo che da imparare, come da questo personaggio grandioso e molto, molto colto da cui si può solo che assimilare. Vedete quanto sono ignorante? Nemmeno lo conoscevo . . . 

Questo il suo canale youtube http://www.youtube.com/user/serafinomassoni#

Io so di non sapere, Socrate.

Esiste frase più idonea di questa per rappresentare la razza umana?

Alcuni video che vi consiglio:
Andate su youtube digitate Serafino  Massoni ed i seguenti titoli

  • BUDDHA & GESU'
  • YAHVEH BUDDHA
  • SERAFINO MASSONI BUDDHA & MORTE & ALDILA'
  • IL BUDDHA NELLA NOSTRA CULTURA
  • SERAFINO MASSONI & LE DIMENSIONI DEL PENE
  • SCHOPENHAUER E LA MISANTROPIA


Un grande ringraziamento a chi mi fa capire che non conosco MAI abbastanza.

Dioniso777

A Natale non sono affatto tutti più buoni, bensì tutti più ipocriti

Restando in tema...http://fintatolleranza.blogspot.com/2011/12/restando-in-tema.html sul post precedente.
Bella la chiusura dell'articolo: Scegliere consapevolmente di risvegliarla non è possibile, per ora, nemmeno nel privato del proprio foro interiore. Il salto è accessibile solo a una condizione, oggi impraticabile a livello di massa: il ritorno a un sistema di vita più semplice e scandito dai ritmi naturali. Eppure, se tu che mi leggi non cominci almeno a porti il problema, l’impossibile resterà impossibile per sempre. (a.m.)
Il Natale non fa tutti più buoni: fa tutti più vuoti. Il cristiano che fa shopping di regali e strenne natalizie rappresenta un caso di sdoppiamento della personalità: in tutta buona fede crede che Gesù nacque figlio di Dio a Betlemme, segnando in una stalla lo spartiacque decisivo della storia umana; contemporaneamente, è perfettamente cosciente che tale evento non condiziona la sua vita reale, in quanto l’epoca moderna, disincantata e secolarizzata, è scristianizzata. Siccome l’economia tende a inglobare ogni forma di espressione umana, quegli appuntamenti che nonostante tutto mantengono in vita una sia pur debole fiammella di fede ultraterrena si trasformano in orge di bancomat e scontrini. Babbo Natale e l’albero dei doni, americanizzazioni di antichi miti pagani europei, vincono sul Bambinello e sulla Vergine, perché più adatti a innescare la corsa agli acquisti commerciali.
Questo lo sa benissimo anche il devoto che va alla messa notturna del 25 dicembre, e lo accetta di buon grado. Per quieto vivere, perché così fanno gli altri, per abitudine. Ma soprattutto perché, dopo due secoli di sistematica estirpazione del sacro dall’esistenza quotidiana, non riesce a percepire il divino. E lo sostituisce malamente con una fedeltà a riti di massa che non sono morti solo perché una parvenza di tradizione spirituale serve ad appagare il bisogno innato di trascendenza e di comunità. È la sensazione di una notte, sia chiaro. Per il resto c’è la carta di credito.
Eppure quel bisogno preme, non si dà pace, è insoddisfatto. Non è umanamente sostenibile una religiosità circoscritta a qualche giornata di contrizione ipocrita, o, bene che vada, alla particola domenicale. È nelle difficoltà di ogni giorno che al comune ateo travestito da credente manca la forza rassicurante e rigenerante del divino, del numinoso. L’aura sacra che un tempo avvolgeva ogni momento del nostro passaggio sulla terra si è eclissata, scacciata con ignominia dalla spasmodica ricerca di ritrovare in tutto una causa dimostrabile.
La morte di Dio ci ha lasciati soli con una tecnica scientifica che ha razionalizzato la natura mortificandola, e con una logica economica che va per conto suo, incontrollata e disanimata, rubandoci la libertà di cambiare il corso della storia. Siamo soli col denaro, vero nostro Signore. Dice bene Sergio Sermonti, scienziato anti-scientista – un apparente ossimoro che gli è costato l’ostracismo pubblico: «Come insegnava Goethe, non dovremmo chiederci il perché ma il come delle cose. Nel chiedere il perché c’è un tacito presupposto che dietro ogni cosa ci sia un’intenzione, un proposito (appunto, un “perché”) e quindi che ogni cosa sia scomposta o scomponibile in fini e strumenti, o mezzi di produzione, come un’azienda umana. Sotto tutto questo c’è una sottile mentalità ottimistica, economicistica, produttivistica. No. Il mondo opera su un’altra dimensione, galleggia nell’eterno, è sospeso nell’infinito, ed è per l’appunto questo spostarci nelle sue dimensioni incantate il più raffinato e prezioso risultato della conoscenza, e non, al contrario, quello di rovesciare il mondo ai nostri piedi» (“L’anima scientifica”, La Finestra, Trento, 2003).

Restando in tema . . .

Aforismi Atei di Schopenhauer



Friederich Nietzsche: la felicità...

domenica 25 dicembre 2011

Questa mi giunge nuova: sono ignorante? Può essere . . .

Nice era un massone. Questo mi ha scritto una persona che segue il mio blog e che sinceramente giudico molto colta. Ma davvero Nietzsche era un massone? Anche Hitler si dice fosse ispirato dal filosofo, ma ascoltiamo questo interessante filmato . . . 
Io trovo piuttosto che Nice come Schopenhauer non siano stati interpretati per niente bene, loro amavano il pensiero del Buddha, interessante quello che dice dopo i 14 minuti: "Il destino  conduce dolcemente coloro che lo accettano, ma prende per i capelli chi non lo accetta". Antico pensiero storico . . . 
Mi spiace, ma questi due filosofi sopracitati, proprio massoni non riesco a vederli.

SERAFINO MASSONI



Dioniso777


Gli alberi più vecchi sono quelli che vivono in condizioni più dure

I più antichi non sono quelli più grandi, ma quelli che vivono in ambienti difficili. Ora una ricerca lo ha dimostrato.

Una ricerca tutta italiana ha dimostrato per la prima volta che gli alberi più vecchi non solo continuano a crescere anche in età avanzata (e la produzione di legno, foglie, radici non declina con l’età una volta arrivati alla maturità, come si pensava), ma anche che la loro veneranda età è stata raggiunta paradossalmente perché hanno incontrato difficoltà ambientali. Come a dire: se la vita per gli alberi è troppo facile ha più probabilità di essere anche più breve. Era noto da tempo che gli alberi più antichi non sono quelli più grandi, ma quelli che vivono in condizioni difficili, però mancava fino a oggi una ricerca che dimostrasse in modo sistematico come nel mondo delle foreste la crescita e la longevità siano inversamente correlate al variare di un importante fattore ambientale quale la temperatura: più è alta meno vivono.

FREDDO - In particolare lo studio guidato da Gianluca Piovesan, professore di selvicoltura dell’Università della Tuscia, insieme ad Alfredo Di Filippo e Maurizio Maugeri, climatologo dell’Università di Milano, oltre ad altri ricercatori, è basato su numerose faggete vetuste distribuite sia sulle Alpi che sull’Appennino. I faggi più longevi infatti (di circa 400 anni sulle Alpi e di oltre 500 sull’Appennino) vivono in aree remote di alta montagna (per esempio a Lateis sulle Alpi Carniche e a Coppo del Morto nel Parco d’Abruzzo). La ricerca ha evidenziato che per ogni grado di aumento della temperatura, la longevità diminuisce di 23 anni, per cui sull’Appennino nella fascia bioclimatica delle faggete, passando da 900 a 1.800 mwtri di quota (dove fa più freddo) la longevità raddoppia: da circa 200 anni a 400-450 anni. «Se ci riferiamo ai cambiamenti climatici degli ultimi decenni, l’impatto ha sfaccettature diverse», spiega Piovesan. «Infatti sulle Alpi il riscaldamento sta producendo una accelerazione di crescita che si tradurrà in una minore longevità. Sull’Appennino invece, dove piove meno che sulle Alpi, entrano in gioco anche gli stress idrici che potrebbero portare a una morte più precoce degli alberi vetusti».

IN CRESCITA ANCHE DA VECCHI - Questo studio ha inoltre evidenziato che gli alberi più vecchi si sviluppano incrementando la crescita per quasi tutta la vita e non seguendo invece il consueto modello sigmoidale per cui dopo la maturità l’incremento di biomassa dovrebbe declinare. Recentemente altri studiosi americani hanno dimostrato le stesse relazioni di questa «nuova legge» in alberi vetusti di quercia decidua, tsuga e nyssa (Nyssa selvatica) che vivono nelle foreste dell’est degli Usa. È questo un primo punto di partenza poiché ora gli scienziati vogliono capire se l’effetto della temperatura sulla longevità sia da collegare al metabolismo, ossia se un rallentamento del metabolismo allunghi la vita come sembra essere il caso di tutti gli organismi viventi, o se invece nel caso degli alberi vi sia anche un importante ruolo dei fattori esterni, per cui alberi che si accrescono più velocemente risultano più suscettibili a fattori di disturbo ambientale, quali il vento, e quindi vivano meno. Più in generale la rete di faggete vetuste europee potrà divenire un modello per comprendere a scala continentale l’impatto dell’uso delle risorse naturali da parte dell’uomo anche in relazione ai cambiamenti climatici.

LKWTHIN

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