di Alberto Medici
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29Giacobbe cucinò una vivanda ed Esaù tornò stanco dal campo;
30Ed Esaù disse a Giacobbe: “Suvvia, fammi ingoiare del rosso, questo rosso, perché sono esausto”, perciò fu chiamato Edom (rosso);
31E Giacobbe disse: “Mi sia venduta come in quel giorno la tua primogenitura”;
32E disse Esaù: “Ecco, sto per morire: a cosa mi serve la primogenitura?”;
33E disse Giacobbe: “Giuramelo come in quel giorno” e giurò e vendette la primogenitura a Giacobbe;
34E Giacobbe diede a Esaù del pane e un piatto di lenticchie: mangiò, bevve, si alzò e se ne andò: e [così] Esaù disdegnò la primogenitura.
[Genesi 25, 29-34]
Cos’è la primogenitura, se non quel filo diretto che lega un padre al figlio, al primo figlio, al quale si dà in eredità il nome, e con esso il diritto di parlare a nome del padre? E perdere la primogenitura non vuol dire forse perdere il diritto di parlare a nome del padre, il diritto a portare il cognome, il nome familiare?
La storia si ripete. Israele ha rinnegato Dio, rifiutando di credere nel Suo Figlio, quel Gesù che miliardi di persone hanno riconosciuto come il Messia, l’Unto del Signore, il Figlio di Dio, ma loro, no, e hanno perso la loro primogenitura. Come Esaù, per un piatto di lenticchie, il popolo eletto ha perso la sua primogenitura, la sua elezione iniziale. Il Padre ha “dato le chiavi di casa” ad altri.
Perchè racconto questo? Sfoglio i giornali di oggi (online):