"THE END"

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venerdì 4 ottobre 2013

I protocollisti


Seguendo i siti cosiddetti complottisti, si finisce per diventare un po’ veggenti, a dispetto dell’attività di spargiletame dei disinformatori. Infatti, deldefault in cui si dibatte l’America di Obama in questi giorni si parlava già da un po’ sul web. Pertanto, mi lascerò prendere anch’io dall’ebbrezza di fare previsioni e, in un’ottica spudoratamente complottarda voglio qui, ora, annunciare che stiamo andando incontro a una guerra civile, una guerra fra poveri.
“Sai che nova!”, dicono a Trieste. I segnali ci sono tutti e non riguardano solo la crisi economica con il suo spettro di fame e miseria. C’è anche un nemico subdolo che ci viene in casa, truppe dall’apparenza innocua che qualcuno sta spostando sul teatro di guerra. A nostra insaputa. In guerra infatti l’inganno è un’arma come tutte le altre.
Oriana Fallaci temeva l’islamizzazione dell’Europa. E lo faceva standosene comodamente seduta nella sua casa di New York. Forse però non aveva previsto che la fanteria non sarebbe stata costituita da arabi fanatici, ma da africani indigenti. Se è vero che i sionisti hanno sempre sparso zizzania, fomentato odio e fatto fare il lavoro sporco agli altri, per racimolare le ricchezze dei due contendenti, prevedo che gli italiani a un certo punto si stancheranno d’essere invasi da africani pieni di pretese e cominceranno ad usare le maniere forti. Torneranno in auge le “ronde padane” in funzione anti-immigrati. I sionisti dei Protocolli per ora se la ridono.
Anni fa mi scandalizzò venire a sapere che Irene Pivetti, nella sua veste di presidente del consiglio dei ministri, disse che a chi sbarcava sulle nostre coste senza passaporto avrebbe volentieri dato il remo in testa, lì sulla spiaggia. Trovai molto scorretta quell’affermazione, considerato che veniva da una persona dichiaratamente cattolica. Ora comincio ad intuirne le ragioni.
Giovedì 3 ottobre ho sentito i commenti dei telegiornali e le affermazioni dei politici a proposito della sciagura di Lampedusa. Mi ha stupito la clamorosa scorrettezza deontologica del telegiornale di RAI3, che si è permesso di emettere un giudizio sulle dichiarazioni in parlamento di un esponente della Lega Nord. I giornalisti, mentre leggono le notizie, non dovrebbero farlo. Hanno tacciato il leghista di razzismo. Anche qui, il triestino di prima, direbbe: “Sai che nova!”.


La Lega Nord, pullulante com’è di ottusi cacciatori, non mi è mai stata simpatica, ma la scollatura tra paese reale e governanti mi sembra ancora peggiore delle derive razziste di un partito che in Italia non conta più niente. Alfano che va a Lampedusa e, dopo aver visto 93 cadaveri, dice: “L’Europa deve, deve, deve, deve fare qualcosa!”, dimostra di non aver capito un accidente di come stanno le cose. Giusi Nicolini, sindachessa dell’isola, quando dice che lo Stato deve fare qualcosa, dimostra anche lei di non aver capito un accidente. Il Papa, quando dice: “La parola che mi viene in mente è vergogna”, dimostra anche lui di far finta di non sapere, giacché se ai primi due, Alfano e la Nicolini, posso concedere di non conoscere il quadro d’insieme, al Papa non glielo posso concedere. Non fintantoché ci sarà un prete di nome Mosè Zerai che distribuisce il suo numero di cellulare agli scafisti, con l’accordo d’essere chiamato quando la barca arriva vicino alle coste italiane. Non fintantoché la Caritas prenderà TOT soldi dallo Stato italiano per ogni immigrato che accoglierà nelle sue strutture. Non fintantoché continuerà a imporre l’ideologia dell’accoglienza contro la volontà degli italiani che non vogliono accogliere gli stranieri, perché a questo punto mi sento di dire la stessa cosa che i buzzurri dicono agli animalisti a proposito delle nutrie e dei piccioni. “Li volete? Portateveli a casa vostra!”, ci dicono, infatti.
Al Papa quindi dico: “Vuoi gli eritrei, uomini, donne e bambini? Portateli in piazza San Pietro!”. E non tanto perché il meticciamento porta alla scomparsa della nostra identità, quanto per una mera questione di risorse. Se c’è una torta e siamo in due possiamo saziarci dividendola a metà. Se siamo in venti non si sazia nessuno, volendo spartire le fette in modo equo. Se siamo in una stanza chiusa ermeticamente, o in un ascensore, e siamo solo due persone, possiamo vivere a lungo finché qualcuno non viene a salvarci, ma se siamo in venti l’ossigeno viene consumato in fretta e la morte per asfissia arriva prima dei soccorsi, per tutti. Vi sono infatti situazioni drammatiche in cui a qualcuno si chiede di sacrificarsi per permettere agli altri di sopravvivere, dato che cessando di respirare si lascia ossigeno a disposizione degli altri.
Il leghista in fondo che cosa ha detto? Ha detto che in nord Africa viene fatta pubblicità su quanto sia accogliente e provvida l’Italia e molti africani si lasciano ammaliare, ma la pubblicità di norma è ingannevole e anche in questo caso non fa eccezione. La Kienge gli ha risposto secondo lo schema classico, cioè gli ha dato una non risposta. Infatti, per lei questo non è il momento di fare polemiche, essendo il momento del lutto. La stessa cosa che i guerrafondai dicono ai pacifisti quando qualche soldato italiano ritorna dentro una bara dall’Afghanistan o dall’Iraq. Per quei farabutti come La Russa non è mai il momento di parlare della nostra presenza militare all’estero. La Kienge, poverina, sta solo apprendendo il mestiere. Risposte preordinate.
Anche a me piacerebbe andare a Lampedusa per cercare di capire se è vero che i soldi della trasferta, ai migranti, vengono dati dagli emissari dei Rothschild, capo dei Protocollisti. Ma mentre Alfano va con l’aereo di Stato, cioè con i nostri soldi, per recitare la parte insulsa di quella piccola marionetta che è, io se voglio andarci devo farlo con i miei soldi, per scrivere poi un articolo che verrà letto solo dai miei sedici affezionati lettori. Il gioco non vale la candela. Varrebbe solo se avessi tanti soldi quanti ne hanno i Procollisti.
Se qualche giornalista chiede agli ospiti appena giunti quanto ha speso, si sente rispondere mille dollari a testa. Non posso credere che tutti gli immigrati riescano a fare una colletta presso i parenti del villaggio per raggranellare quelle somme spropositate. Può succedere, in qualche caso, per mandare il ragazzo all’università in Europa, per esempio, ma non in maniera sistematica e massiccia come avviene normalmente. Se infatti calcoliamo che ciascuno dei 500 passeggeri dell’ultima tragica trasferta ha pagato 1000 dollari, ne viene che gli scafisti hanno riscosso 500.000 dollari solo per questo viaggio. Non è credibile!
E’ chiaro che dietro tale operazione ci deve essere qualcuno di molto ricco. Qualcuno di intoccabile che manovra i fili stando nell’ombra. Rothschild, per esempio, principe dei Protocollisti.
Da 25 anni arriva gente sulle nostre coste. Da 25 anni muoiono annegati. In tutto questo tempo si è solo fatto finta di contrastare il cosiddetto “traffico di uomini” (come si fa finta di contrastare la Mafia) e lo dico basandomi su tre incongruenze che sfuggono all’attenzione del pubblico.

1) le forze di polizia libiche (o tunisine) non possono non accorgersi degli assembramenti di gente sulle loro spiagge, in attesa d’imbarcarsi. Indi per cui, qualcuno paga i poliziotti perché chiudano un occhio e magari anche tutti e due;
2) con i satelliti che ci contano i capelli in testa, NASA, NATO, CIA, Mossad e, non ultimo, il pidocchioso governo italiano, non possono non sapere che un barcone sta per partire alla volta dell’Italia, oppure che è già in alto mare, ma nessuno interviene;
3) una volta avvicinatisi alle nostre coste, gli immigrati clandestini dovrebbero essere presi e rispediti indietro, come fa la polizia di frontiera a Tarvisio con i rumeni, mentre gli scafisti dovrebbero essere arrestati e le loro imbarcazioni affondate a beneficio dei pesci.

Soprattutto quest’ultimo punto: se lo avessero fatto fin dall’inizio, venticinque anni fa, a quest’ora il fenomeno dell’immigrazione illegale sarebbe finito per esaurimento dei mezzi di trasporto. Sarebbero tutti in fondo al mare, a creare scogli e anfratti per le cernie.


Nulla di tutto ciò è stato fatto e si preferisce parlare di accoglienza, delegando la risoluzione di un problema che non si vuole risolvere a quel concetto astratto chiamato Europa che, a detta dell’europarlamentare Andrea Zanoni, a livello decisionale non conta un fico secco. Per il momento.
Non solo i conti non tornano con le spese di trasferimento, ma è chiaro che qualcuno ci sta prendendo in giro, a cominciare dal Papa. Noi non li vogliamo gli africani per il semplice motivo che abbiamo già un 40 % di disoccupati e farli venire in queste attuali condizioni è da irresponsabili. Politicanti come Letta e Alfano o non hanno alba di come la pensa la gente, e in tal caso si deve parlare di soluzione di continuità tra la società e coloro che sono chiamati a rappresentarla. Oppure, sanno benissimo come stanno le cose, il malumore che circola fra la gente e la rabbia montante per la loro inettitudine, ma sono costretti ad obbedire a una forza più grande di loro, che magari si chiama Rothschild, emblema di una casta di potentissimi uomini d’affari che, se mi si perdona il neologismo, voglio chiamare Protocollisti.
La guerra civile in Italia, laboratorio del NWO, si avrà quando la massa critica di immigrati disperati e senza lavoro comincerà a creare seri problemi di ordine pubblico. E questo accadrà quando l’Eurogendfor lascerà senza protezione i bianchi autoctoni, che tenteranno una reazione difensiva verso gli immigrati, disperati qui più che nelle loro terre d’origine. Le orde di africani, vedendo la strada non più sbarrata dalle forze dell’ordine, si daranno ai saccheggi delle ville degli ultimi italiani rimasti, spauriti e terrorizzati. Magazzini e supermercati, invece, saranno assaltati indifferentemente da bianchi e neri.
A quel punto – ordo ab chao – si darà sepoltura ai morti e verrà instaurato il nuovo ordine mondiale. Indovinate chi ne sarà il capo!
Esatto! L’oligarchia protocollista.


LKWTHIN

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