Marco Cedolin
Tutta la commedia si è svolta esattamente come avevamo previsto la settimana scorsa, con il corollario di una tragedia del mare a chiudere mediaticamente l'attenzione nei confronti delle vicende politiche e della nuova scure fiscale abbattutasi sul popolo italiano.
Subito dopo l'aumento dell'IVA e quello della benzina, imposti dalla troika ma imputati alla neonata crisi di governo, la stessa crisi di governo si è immediatamente ricomposta e perfino il "falco" Berlusconi ha votato la fiducia al governicchio di Letta ed Alfano, fra il plauso generale dell'intero circo mediatico e il disorientamento dei pochi che in questa rappresentazione teatrale avevano creduto....
Letta e compari, sotto l'attenta regia di Napolitano, sono così riusciti ad aumentare le tasse come imposto da Bruxelles, senza pagare pegno, mettendosi al tempo stesso in una posizione di forza tale da consentire loro un comodo proseguio dell'attività di governo (per conto terzi), al riparo da qualsiasi imprevisto, compresa la possibile crisi di nervi del salapuzio di Arcore qualora si ritrovasse estromesso da tutti i giochi.
L'unica incognita dell'intera vicenda poteva essere rappresentata dalla remota possibilità che gli italiani ed una parte dell'informazione iniziassero a focalizzare la propria attenzione sulle nuove tasse, domandandosi quale sarebbe stato il loro effetto su un paese ormai alla canna del gas, dove larga parte dei cittadini già faticavano enormemente a mettere insieme il pranzo con la cena.
Con tutta probabilità ciò non sarebbe avvenuto, troppo servo l'universo mediatico e troppo inebetiti i cittadini italiani perché potesse accadere, ma a scanso di ogni equivoco ecco l'intervento dell'imponderabile, sempre dotato di una tempestività fuori dal comune.
Sotto forma dell'ennesima tragedia della disperazione, o meglio della globalizzazione mondialista, durante la quale hanno perso la vita centinaia di persone, ammassate dentro un barcone, in quella tratta degli schiavi tanto cara alla società progressista, che ricorda da vicino l'operato dei negrieri di ottocentesca memoria.
I giornali traboccano d'immagini indegne di qualunque paese che abbia la presunzione di definirsi civile e di articoli tracimanti lacrime di coccodrillo, che nulla aggiungono e nulla tolgono ad una tragedia dove i corpi privi di vita di tanti poveracci senza nome, stipati dentro ai sacchi di plastica, rappresentano meglio di ogni parola il degrado ormai raggiunto dalla società del progresso.
Masse di schiavi che soggiaciono in silenzio mentre si abbatte la scure di Bruxelles e masse di nuovi schiavi che migrano (e muoiono) inseguendo un miraggio creato proprio da Bruxelles e dai suoi servi sciocchi, in un dramma umano da guardare in silenzio, mentre a tintinnare sono solo le catene che stringono le caviglie ed i polsi.
Pubblicato da marco cedolin
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