"THE END"

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giovedì 3 ottobre 2013

Il terrorismo come modello della politica estera di Washington



L’eliminazione fisica di politici stranieri non graditi agli USA è diventata routine per l’amministrazione Obama. I servizi speciali degli Stati Uniti hanno messo a frutto l’esperienza delle organizzazioni terroristiche internazionali, così come le proprie invenzioni; ad esempio l’intenzionale induzione del cancro o l’utilizzo di “mine radioattive ad azione ritardata”. L’impero non ha mollato le operazioni clandestine contro i “leader populisti” dell’America Latina, neanche dopo la morte di Hugo Chavez… Qualcuno dirà, è una nuova “teoria del complotto”? E’ la storia dei crudeli metodi utilizzati dai circoli dominanti degli Stati Uniti per spianare la strada alla creazione della Pax Americana, dalle guerre non provocate al terrorismo individuale? Esattamente… la pulizia volta a sbarazzarsi dei politici “scomodi” continua. La credibilità di Obama ne ha sofferto molto da quando si è insediato. Ha iniziato ad affrontare situazioni di crisi sempre più frequenti. Cresce l’idea nel Paese e all’estero che alcune forze della globalizzazione preparino dei colpi dietro le quinte, influenzando le decisioni dell’amministrazione.
Come risultato dello stallo siriano, gli USA hanno bisogno di controbilanciare il fallimento ottenendo dei successi in altre importanti direttrici della politica estera. Il cauto sondaggio verso Teheran, per vedere se è pronta a ridurre le differenze e a passare al dialogo costruttivo, difficilmente ha una qualche prospettiva futura, tenendo in considerazione l’influenza della lobby israeliana negli Stati Uniti. Questo è uno dei motivi per cui Washington ha intensificato le attività sovversive contro il Venezuela. Gli sforzi si concentrano nel minare la stabilità economica, finanziaria e politica del Paese, passo dopo passo i servizi speciali degli Stati Uniti attuano una serie di operazioni volte a rovesciare Nicolas Maduro, il successore di Hugo Chavez. La storia dell’aereo presidenziale suscita allarme. Come è noto Nicolas Maduro s’è rifiutato di prendere parte alla 68.ma Assemblea generale delle Nazioni Unite, vi erano informazioni secondo cui stava per essere assassinato a New York.


Maduro aveva visitato la Cina prima che l’Assemblea Generale iniziasse l’assise, per firmare una serie di accordi in materia di energia, costruzione di impianti di assemblaggio automobilistici, nonché per ottenere dei prestiti multimiliardari. Un mese prima della sua partenza per la Cina, il presidente ha ordinato di controllare accuratamente il suo Airbus A-319CJ, dopo che aveva passato cinque mesi (!) di manutenzione presso l’Airbus in Francia. Maduro ha detto che aveva una sensazione (“corazonada”) che giustificava la sua decisione. Non è stato inutile. I tecnici venezuelani hanno trovato un difetto grave in una delle ali, costringendo il presidente venezuelano a recarsi in Cina su un aereo appartenente al gruppo regionale ALBA, un Iljushin Il-96 appartenente alla compagnia aerea Cubana de Aviacion.
A complicare le cose, gli Stati Uniti all’inizio hanno vietato a Maduro di sorvolare Porto Rico, cosa mai successa prima. Inizialmente i piloti hanno dovuto inserire correzioni nel piano di volo per aggirarla e volare lungo rotte sconosciute, anche sull’Artico. Gli Stati Uniti poi hanno cambiato posizione e dato finalmente, all’ultimo minuto, il permesso di attraversare lo spazio aereo portoricano. Al ritorno dal suo viaggio in Cina, Maduro ha incolpato di ciò che è successo i “circoli reazionari internazionali”, dicendo che erano stati informati del previsto viaggio in Cina ed avevano tramato contro di lui; pensavano che uccidendo Nicolas Maduro avrebbero messo fine alla rivoluzione bolivariana. Secondo lui, sanno poco del popolo venezuelano e di cosa le forze armate bolivariane sono capaci. Il dipartimento di Stato degli Stati Uniti voleva che portasse le prove che dimostrassero l’esistenza del complotto, i media coinvolti nella propaganda fecero del loro meglio per presentare il presidente venezuelano come uno “zimbello”. L’Airbus confuta le accuse da parte della leadership del Venezuela, fermamente convinta ad andare fino in fondo e a fare di tutto affinché i dettagli del piano eversivo vengano a galla. L’Airbus iniziò le proprie indagini. In Venezuela si sospetta del residente della CIA in Francia, delle strutture di potere francesi e del Mossad israeliano, che hanno agito sempre più frequentemente di concerto con gli Stati Uniti, recentemente. Washington sembra credere che l’eliminazione di Maduro porterà a lotte intestine nella leadership bolivariana, minando l’equilibrio esistente tra i poteri civili e militari del Paese e spianando la strada alla vittoria dell’opposizione radicale. Il suo leader Enrique Capriles collabora con Washington e Tel Aviv. Se ottenesse la vendetta per la sconfitta alle ultime elezioni presidenziali, una “esemplare macelleria” dei sostenitori del governo in carica sarebbe garantita. Questo dovrebbe far sempre ricordare e contrastare gli eventuali tentativi della “quinta colonna” di inserire un cuneo nei rapporti tra gli alleati di Chavez, Nicolas Maduro e Diosdado Cabello, Presidente dell’Assemblea Nazionale venezuelana (parlamento).
Un ulteriore segno che Maduro sia in pericolo, fu quando Helmin Wiels, leader di Pueblo Soberano(Popolo Sovrano, il più grande partito politico dalle elezioni dell’ottobre 2012) è stato assassinato a Curaçao, a 40 chilometri dal Venezuela. Dopo la sua vittoria elettorale nell’ottobre dello scorso anno, Wiels aveva cercato di creare una coalizione tra sinistra e centristi. Di tutti i politici di sinistra di Curaçao, fu il più stretto collaboratore di Chavez, e poi di Maduro. Era per la piena indipendenza dell’isola e la fine della presenza militare degli Stati Uniti. Le forze armate statunitensi sono di stanza a Curaçao, e con il pretesto della lotta al traffico di droga, gli aerei statunitensi pattugliano le aree in prossimità del Venezuela. Il residente della CIA a Willemstad, che agisce sotto la copertura del Consolato Generale degli USA a Curaçao, aveva preso di mira Wiels da tempo avendo il politico posto una grave minaccia agli interessi degli Stati Uniti, essendo “finanziato dal regime chavista”. Tutti i suoi movimenti (soprattutto le visite a Caracas e l’Avana) furono strettamente sorvegliati, le telefonate e i messaggi internet intercettati. Gli hanno sparato sette volte mentre si riposava sulla spiaggia Marie Pampoen nell’isola. Le guardie del corpo erano state mandate a casa e gli assassini lo sapevano. La Polizia ha arrestato uno dei sospettati, ma avrebbe “tentato il suicidio” pur essendo dietro le sbarre. Gli isolani non credono a questa storia. Nulla si sa degli altri autori del crimine. E’ probabile che i mandanti dell’assassinio si divertano in qualche posto come Miami, per esempio, in attesa di nuove missioni da attuare, mentre i corpi degli assassini “locali” riposano in barili pieni di cemento che giacciono sul fondo del Mar dei Caraibi.
La ripubblicazione è gradita in riferimento alla rivista on-line della Strategic Culture Foundation.
Nil Nikandrov, Strategic Culture Foundation, 1.10.2013

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

http://www.stampalibera.com/?p=66924

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