"THE END"

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martedì 7 agosto 2012

Dove non è Coscienza, non è Vita...

E' molto, molto raro che io esprima un giudizio "assoluto", su un determinato tema o uno specifico argomento. Per ogni questione che incontro, mi rendo puntualmente conto che è il "come", piuttosto che il che cosa", a contare veramente. Una splendida idea può essere utilizzata benissimo per uccidere un'anima. E un autentico orrore, fornire il fertilizzante migliore, per lo sbocciare di un fiore dai mille colori.
Pertanto, quando dico che quello di cui mi va di parlarvi, oggi, è, l'evoluzione dell'anima verso l'autenticità e il "fine", e affermo che "evoluzione" secondo me è un tema tra i più ambigui e meno trattati con competenza al mondo, non intendo affatto condannare in maniera "assoluta", tutto quello che finora si è spacciato, o si è ritenuto, essere "spirituale".
Per carità, vi sarà pure una qualche trascendenza ad immagine e somiglianza di un platonico mondo soprasensibile e perfetto, ad attenderci "oltre un certo livello di evoluzione", del nostro modo di percepire la realtà.

                                                        Ma quello che mi turba, e mi turba non poco, è che le persone perseverino a ruicercare la trascendenza in questo "altro", "sempre altro", "perennemente altro", dalla realtà interiore ed esteriore nella quale sono immersi, quando di quella realtà, e della magia ad essa sottesa, conoscono ad oggi poco o niente.
E' un'idea alquanto vaga, deformata e imprecisa, quella di una "evoluzione spirituale", che l'umanità starebbe attraversando. Questo non sembra offrire un impedimento, a supposti maestri e allievi di una qualche "via spirituale di intendere la vita", i quali agiscono, e compiono scelte, apparentemente forti dell'ideale di "andare approssimamente, ma sempre e comunque in gruppo, verso il meglio"...

Ma la teoresi, signori miei, è in realtà alquanto importante, nella vita.
Ed è un processo, soprattutto, che è e deve essere, sempre e comunque frutto di una elaborazione personale!
E se le persone non sanno mettere in discussione di persona e senza deleghe, quella base di "ovvietà", dalla quale muovono comunque i passi per il loro voli acrobatici di gruppo; se cioè non mettono in discussione che potrebbero esserci fondamenta marce, a sorreggere i castelli che esse sembrano disposte a edificare ( sempre e solo insieme ad altri) , di evoluzione spirituale autentica, a mio avviso, proprio non se ne parla. E perché "evoluzione" è ricerca della propria persona, prima degli altri (indipendenza personale di pensiero e giudizio).
E perchè "autonomia", significa mettere in discussione FACENDO PERNO SU SE STESSI quello che altri, siano essi sistemi di credenza, generazioni precendenti, "salvatori" e "redentori"vari, hanno assunto e affermato per "valido", "buono", "vero".
Alcuni piccoli esempi, di come costruire castelli in aria sia pericoloso, e infine controproducente...e di come l'atteggiamento del "So già tutto....è il momento di agire!!!"sia spesso un errore dalle conseguenza inimmaginabili...
Ad esempio: prendiamo l'espressione stessa: "evoluzione spirituale". In molti, ne parlano. Ma ne parlano, dando per ovvio cosa la frase stessa significhi: trattando per scontato, quello che in realtà è appunto il primo, e l'unico, campo di indagine, dal quale può germinare la crescita della quale si va facendo questione. "Evoluzione spirituale".....Mai qualcuno che si alzasse in piedi, e chiedesse una cosa del tipo: "Ma che cosa diamine intendi, con questa espressione?"


Cioè, voglio dire, sembra che l'imperativo sia andare da qualche parte, sempre da qualche altra parte: ma ad impedirci il viaggio, non è forse proprio il fatto che non sappiamo neppure dove siamo,e perché, in questo preciso momento?
Evoluzione spirituale....Ma non è, forse, il problema, piuttosto il fatto che non definiamo cosa significhino i concetti "spiritualità", ed "evoluzione"?
Che poi, spirituale sembra sempre un qualche cosa che si contrapponga rigidamente a qualsiasi componente "materiale" e "fisica" della nostra esistenza. Ma si tratta proprio della verità, oppure, abbiamo semplicemente preso per buone credenza che abbiamo passivamente assorbito, il "già dato", lo "scontato" e "l'ovvio" dell'impasto culturale nel quale siamo stati allevati?
Denaro e benessere materiale sono avversi al benessere spirituale di una persona? E se sì.....in base a quale principio, e come siamo arrivati, PERSONALMENTE, a una conclusione del genere?
Quando parliamo di "spiritualità", ci resta in bocca il sapore di una certa "eternità" preconfezionata per tutti ad opera del'uno o dell'altro dei credi dominanti e strutturati millenni or sono ( e tuttora vigenti)?
Perché, in caso affermativo, diventa difficoltoso concepire che una forma di spiritualità possa contribuire a migliorare le nostre condizioni di vita in QUESTA esistenza, visto che i modelli cui mi riferivo poc'anzi spostano e procrastinano il fulcro del significato dell'esistenza, puntualmente in un luogo, e in un momento, nei quali il nostro potere di autodeterminazione sarà venuto completamente meno.
Come sempre, i miei post offrono spunti di meditazione, in vista di soluzioni e propositi comunque personali. Mi limito ad alcuni esempi, per suggerire che il campo di indagine della ricerca spirituale umana deve essere primariamente di questi tempi, in quest'epoca di enormi cambiamenti creativi, "quanto" ad ogni istante siamo assuefatti a prendere per buono ed ovvio....ma che potrebbe benissimo rivelarsi non tale, ad un paio di occhi sufficentemente attenti.

Mi è capitato spesso, di parlare con persone che si considerano, a torto o a ragione, profondamente spirituali. Nella maggior parte dei casi, a togliere loro credibilità ai miei occhi, è la mole impressionante di credenze assorbite, e mai messe in discussione, che accidiosamente questi signori mescolano e rimescolano nella loro "zucca", "creando infine il frullato misto di pregiudizi e convinzioni di seconda mano, che "spacciano"poi per evoluzione spirituale personale, sperando di non essere colti in fallo ( e quanto poi sanno essere "poco" spirituali, quando qualcuno li coglie in fallo!!!).
Mi sono sentito dire, nel 2012, che per essere spirituali bisogna dare meno soddisfazione al proprio corpo, e a presunti "istinti inferiori", da gente che, oltre a non avere la minima idea del "da dove"vengano, in realtà, queste loro affermazioni, non sembrano minimamente interessate a farsene un problema.
Una cosa del tipo "Bé, suona bene...più o meno è da secoli che corpo e anima vengono contrapposti...perciò deve essere per forza una distinzione valida, no?".
Ma, tutto sommato, credo che l'intero processo di associazione si normalizzi a livello subconscio, senza alcun intervento da parte di una mente che si limita, comunque, a mescolare ingredienti millenari, piuttosto che azzardarsi a contribuire con un tocco di genialità autenticamente personale.
Ma il problema vero, in questo casi, non è la visione a tunnel, non i paraocchi. In questi casi, il problema è quasi sempre l'aggressività con cui queste persone difendono un castello tirato su in una notte, da chi vuole semplicemente aiutare loro a comprendere che la cosa più importante, in un edificio, sono le fondamenta.



Riappropriamoci dei significati, signori! O, perlomeno, cerchiamo di metterci d'accordo su significati condivisibili.
Per quanto la nostra nebulosa interiore sia comprensibile, visto l'uniformità del grigiore morale e intellettuale assoluto, del quale dobbiamo ringraziare la cosiddetta "cultura" della quale siamo gli ( mi auguro ) infedeli figli, parlare per sommi capi, parlare per significati vaghi, significa pensare per sentito dire, e perciò è una bassezza che non possiamo assolutamente permetterci.



E' facile pensare a un'evoluzione spirituale, nei termini di una raccolta punti con i bollini e la brocca regalo come premio. E' facile, assuefarsi all'idea preconfezionata che vi siano "livelli" precostituiti e "fissati" di evoluzione...altre scale uniformanti, altri schemi fissi, altre gerarchie proiettive... Altra cosa, è chiedere a se stessi dove realmente siamo, cosa realmente stiamo facendo, e PERCHE' vogliamo andare da qualche altra parte...prima di partire per andare da qualche parte.
Personalmente, credo che ogni viaggio che principi con un qualche negazione iniziale di se stessi, come condizione sine qua non o come "carta di imbarco", sia una trappola per definizione, e conduca irremediabilmente in un labirinto di fallimenti e vacuità.
Qualunque sia il "luogo" dove voglio andare, ci voglio andare con tutto me stesso, in qualità unicamente di me stesso, e per raggiungere un benessere e una felicità tanto "terrena" quanto "soprannaturale", e del tutto priva di colpevolizzazioni apprese...

Gli esempi di come utilizziamo impropriamente l'immenso tessuto del "già dato", si dispiegano a non finire. Pensiamo ai concetti di "altruismo" ed "egoismo". Un intero impero del male, può tranquillamente essere edificato sotto la bandiera dell'altruismo, o di un falso amore; e attraverso la corrispondente, impietosa condanna di ogni forma di egoismo. Forse, è davvero quanto è storicamente accaduto....
Ma negare ogni forma di egoismo, non è forse negare ogni forma di individualismo?

E condannare l'ego, cosa che ogni religione e culto da sempre regolarmene pratica, senza mai rendersi conto che di questo famigerato, tanto diffamato ego, bene o male conosciamo ancora poco o niente, è davvero una pratica SANA, MORALE, SPIRITUALE?
Eppure, quanto piacerà e quanto è sempre piaciuto, tanto ai "santoni" nostrani, quanto a quelli "orientaleggianti", ugualmente intrisi di mentalità del sacrificio, attaccarlo senza pietà o umanità alcuna!?




Evoluzione spirituale.....Bé, sono il primo a praticarne una qualche forma, quasi ogni istante della mia giornata.
Sono partito, un giorno, inaspettatamente sviluppando una forte simpatia nei miei confronti.....Il secondo passo, è stato accendere il cervello, dato che mi ero reso conto che la mia precedente ostilità nei confronti di me stesso aveva fatto sì che eleggessi altri arbitri, altri giudici della mia vita, al mio posto.Il terzo passo, è stato notare che ogni cosa che viene dato per ovvia, nel mondo e nella mente umana, è causa di una "maledizione", che però può agilmente essere trasformata in uno strumento di "benedizione" e trascendenza.
Sarà per questo....ma non riuscirei mai a concepire una forma valida di spiritualità che lasci fuori dalla porta il pensiero critico personale, e il sano utilizzo dell'intelletto da parte del singolo. Dove non è Coscienza, a mio avviso, non è vita...Coem può allora esservi spiritualità???



Perdonate, signori, ma ai miei occhi è davvero assurdo....Si vuole penetrare la "non-mente", il "non-essere", la "trascendenza"....e buttiamo al macero i tesori più grandi, e tuttora più trascurati e sconosciuti: "la mente", "l'essere"........e l'universo che abbiamo, dentro ciascuno dentro se stesso!
Sono un ricercatore spirituale, per scelta e vocazione,. viaggiatore.
Ma essere un viaggiatore, non significa abbandonare inconsapevole un tesoro, in virtù di una promessa di felicità fattami da qualcun altro.

Un abbracci controcorrenteDavid The Hurricane Di Bella

Pubblicato da David Di Bella
http://unfilosofocontrocorrente.blogspot.it

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