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martedì 7 agosto 2012

UFO Segretezza e killer della divulgazione

di Maurizio Baiata
Il seguente articolo è apparso sul numero 38 (Dicembre 2011) del mensile “X Times”. L’articolo è liberamente riproducibile citando la fonte mauriziobaiata.net e il mensile “X Times”.
Segretezza e killer della divulgazione
Appare assurdo che a decidere le sorti di una nazione, di un intero continente o persino del genere umano, siano apparati occulti che si servono dei militari per portare a compimento i loro progetti di dominio globale. Accade da sempre.
Dopo oltre 60 anni vissuti assistendo al disfacimento e al rifacimento delle istituzioni, seguiti alla spartizione dell’Europa (andrebbe detto del vecchio mondo occidentale) ad opera dei plenipotenziari che nell’estate 1947 si assoggettarono al Piano del Generale statunitense George Marshall per risollevare le condizioni dei loro Paesi dissanguati e affamati dalla guerra, ad oggi, nulla è cambiato. Nessuna politica americana trasversale avrebbe potuto realmente contribuire alla ricostruzione dei territori europei devastati dal secondo conflitto mondiale, senza l’aiuto non delle dame di San Vincenzo, ma dei militari – dai loro vertici ai gregari – e di logge e strutture occulte con le quali tutto era stato pianificato. La questione UFO rientra perfettamente in quest’ottica. Le date coincidono. Primi anni ’40: constatazione dell’esistenza del fenomeno e di una presenza aliena nei cui confronti nulla si può fare. Seconda metà degli anni ’40: supremazia statunitense rispetto ai sovietici, nel controllo della questione UFO/Alieni; e copertura, da parte di entrambe le superpotenze, mediante lo specchietto per le allodole della corsa allo Spazio.



Negli USA il meccanismo si mette in moto per volere del Presidente Harry Truman attraverso l’istituzione del gruppo Majestic 12, che da una parte disponeva di mezzi illimitati per instaurare un sistema di segretezza assoluta, dall’altra dava in pasto al mondo un cumulo di spudorate menzogne. Lo storico Richard Dolan nel suo “UFO’s and National Security State” ha ben inquadrato questo cruciale periodo. Scrive Dolan: “Supponiamo che negli anni ‘40 il presidente Truman sia stato informato dell’esistenza sulla Terra di esseri alieni intelligenti e che una o più delle loro navicelle era stata recuperata dai militari. C’è da scommettere che avrebbe tenuto segreta tale conoscenza.

 Dopo tutto, per un’America che mai ha spartito con il resto del mondo le proprie conquiste tecnologiche in campo nucleare, questo (gli UFO, N.d.R.) avrebbe rappresentato qualcosa di ben più avanzato e potente. Logicamente, in base alla nostra ipotesi, il presidente Truman avrebbe raccolto un gruppo di consiglieri per decidere la linea di condotta. Il segreto sull’esistenza di questi consulenti andava mantenuto, anche per il Congresso. Perché non appena il mondo avesse saputo che una tecnologia così impressionante era in possesso americano, sarebbe stato solo questione di tempo prima che dovesse essere condivisa. Nel frattempo, era necessario studiare la miriade di implicazioni connesse a tale dirompente divulgazione: se si trattava di esseri amichevoli, oppure ostili; a quale livello avrebbe potuto diffondersi il panico; quanto vulnerabili sarebbero divenuti i comparti industriali o gli interessi finanziari. In tutta certezza, mantenere il segreto sembrava l’opzione più sicura, almeno a breve termine”.

Con la presidenza Eisenhower (1953-1961) il sistema di segretezza si consolidò a tal punto da divenire imbarazzante persino per i vertici di Washington. E divenne ancora più scomodo all’avvento di John Fitzgerald Kennedy, eliminato prima che riuscisse a far valere una politica di trasparenza in un Paese dominato dalle corporations e che il resto del mondo aveva già definito un’economia imperialista. Un’ampia documentazione comprova come fosse nelle intenzioni di Kennedy opporsi alla macchina della segretezza e ai suoi addentellati malavitosi e guerrafondai e, per questo, si rendesse necessaria la sua sparizione. Il sospetto che questo fu deciso anche nella prospettiva che il presidente mettesse realmente mano alla questione UFO è fondato. In ogni caso, se si giunge a uccidere un Presidente degli Stati Uniti, imporre il silenzio a qualunque testimone ufologico appare un gioco da ragazzi, per i servizi segreti. Ci vuole comunque il pelo sullo stomaco, ovvero bisogna vivere nel disprezzo della vita altrui, per sottoporre soggetti che hanno “vissuto esperienze” a un trattamento che li costringa almeno a “dimenticare”. E viene da chiedersi quali siano i denominatori comuni caratterizzanti gli individui che fanno queste cose. Un identikit di questi individui, in qualche modo associabili ai “Men in Black” della storia ufologica, non è possibile. Però gli interrogativi permangono: esiste un modello psicopatologico cui appartengono, o per il quale vengono scelti? Hanno un background etnico, un credo religioso, o una visione politica, che in qualche modo giustificano nei recessi della loro coscienza (se ne hanno una) tale folle comportamento?

Dagli anni ‘50’ in poi chiunque si sia alternato sui gradini più alti delle piramidi del potere politico, dagli Stati Uniti all’ex Unione Sovietica, dalla Gran Bretagna all’Italia, dalla Cina al Togo, conservatore o liberale, ebreo o musulmano, animista o satanista, comunque per lui gli UFO e la questione aliena andavano messi a tacere. La segretezza per loro non è mai stata altro che un “affare privato”. E non mi si venga a dire che a prendere le decisioni e a portare avanti un gioco tanto perverso siano imprecisati apparati “burocratici” sovranazionali. Affermarlo nasconde un fine: quello di sviare la nostra attenzione dalla verità. Il “j’accuse” va fatto in primis nei confronti dei militari. Punto primo. Un testimone scomodo non viene sequestrato e fatto sparire, fatto a pezzi e triturato, oppure cementato nelle fondamenta di un ponte in costruzione, da semplici “burocrati”. No. Ci vogliono gruppi super potenti come il Majestic 12 che impartiscono ordini e killer di professione che li eseguano portando a termine la missione. Anche perché, per compiere il loro dovere in maniera ancora più fine, quella fine inaspettata dovrà apparire talmente assurda da essere spiegata solo in un modo: morte accidentale o suicidio. Non si sporcano le mani. Di questo non si occupano i burocrati, che per l’opinione pubblica hanno le mani pulite e dei quali conosciamo l’identità e gli incarichi che svolgono. Sono burocrati, ma devono agire alla luce del sole.

Analizziamo “Burocrazia” grazie a Wikipedia: “… l’organizzazione di persone e risorse destinate alla realizzazione di un fine collettivo secondo criteri di razionalità, imparzialità, impersonalità. Il termine, definito in maniera sistematica da Max Weber indica il “potere degli uffici” (dal francese bureau): un potere (o, più correttamente, una forma di esercizio del potere) che si struttura intorno a regole impersonali ed astratte, procedimenti, ruoli definiti una volta per tutti e immodificabili dall’individuo che ricopre temporaneamente una funzione”.

In realtà quindi, i veri responsabili del cover-up sugli UFO non sono burocrati di Washington o di Palazzo Chigi, che sono solo marionette. Mosse da fili invisibili.

Punto secondo. A mia memoria, nessun organo (o singolo individuo) rappresentativo di un potere politico o industriale, è in grado di operare senza avere al suo servizio i veri terminali, i “killer della divulgazione della verità”. Parlarne vuol dire entrare in un mondo fatto di ombre, dove dominano inganni e doppi giochi, tavoli attorno ai quali giocano bari e spie, alti ufficiali e diffamatori di professione. Ed è questo il mondo occulto della moderna ufologia.

Fonte: http://www.altrogiornale.org

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