"THE END"

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lunedì 6 agosto 2012

Controllo demografico: Due strane scoperte

Due articoli che la dicono lunga sulla disinformazione in atto. Lo ricordavo stamani che siamo nel medioevo, queste sono solo conferme. E poi si parla di una prossima riduzione della plebaglia mondiale? Chemioterapia e aria satura di metalli pesanti ... due modi per mantenerci in salute e di controllare la crescita demografica :-(
Poi, non è che ci volesse proprio una ricerca di nature per capire che la chemio ha qualcosa di fondo che non va ... non sopravvive nessuno! Si, certo, le loro statistiche danno delle guarigioni, informatevi come le fanno le statistiche però ...
Il nostro cialtrone Piero Angela che direbbe in una sua puntata di quirk, quork, quark? Mi piacerebbe sentirlo con le sue opinioni da cortigiano ... venduto e stupido!


Il britannico Daily mail denuncia uno strano inquinamento da particolato che potrebbe modificare il clima ... ma guarda un po' ...




Su un articolo pubblicato il 31 luglio 2012 dal quotidiano Daily Mail nella sua edizione on line intitolato Danger in the air: Atmospheric particles a fraction of the width of human hair could be driving climate change, ovvero "Pericolo nell'aria: particelle atmosferiche dalla dimensione di una frazione di capello umano potrebbero guidare il cambiamento climatico", si legge di queste piccole particelle che potrebbero essere responsabili anche della formazione delle nuvole, dell'assorbimento e riflessione della luce, e potrebbero influire sulla formazione delle nuvole.
Il team che ha condotto questa ricerca è della Harvard University ed i suoi studi sono stati pubblicati sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. Gli scienziati sperano che il loro lavoro possa in futuro aiutare ad affrontare l'inquinamento causato da queste particelle che causano affezioni al cuore ed ai polmoni e che si trovano soprattutto nell'atmosfera delle città.
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L'agenzia di stampa Agi parla di una scoperta di Nature

La chemioterapia usata da decenni per combattere il cancro in realta’ puo’ stimolare, nelle cellule sane circostanti, la secrezione di una proteina che sostiene la crescita e rende ‘immune’ il tumore a ulteriori trattamenti. La scoperta, “del tutto inattesa”, e’ stata pubblicata sulla rivista Nature ed’ e’ frutto di uno studio statunitense sulle cellule del cancro alla prostata tesa ad accertare come mai queste ultime siano cosi’ difficili da eliminare nel corpo umano mentre sono estremamente facili da uccidere in laboratorio.
TESSUTI DI PAZIENTI - Sono stati analizzatigli effetti di un tipo di chemioterapia su tessuti raccolti da pazienti affetti da tumore alla prostata. Sono state scoperti “evidenti danni nel Dna” nelle cellule sane intorno all’area colpita dal cancro. Queste ultime producevano quantita’ maggiori della proteina WNT16B che favorisce la sopravvivenza delle cellule tumorali.
L’AUMENTO - La scoperta che “l’aumento della WNT16B…interagisce con le vicine cellule tumorali facendole crescere, propagare e, piu’ importante di tutto, resistere ai successivi trattamenti anti-tumorali…era del tutto inattesa”, ha spiegato il co-autore della ricerca Peter Nelson del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle nello stato di Washington. La novita’ conferma tra l’altro un elemento noto da tempi tra gli oncologi: i tumori rispondono bene alle prime chemio salvo poi ricrescere rapidamente e sviluppando una resistenza maggiore ad ulteriori trattamenti chemioterapoci. Un dato dimostrato dalla percentuale di riproduzione delle cellule tumorali tra i vari trattamenti.
I NOSTRI RISULTATI - “I nostri risultati indicano che il danno nelle cellule benigne puo direttamente contribuire a rafforzare la crescita ‘cinetica’ del cancro”, si legge nello studio che, hanno spiegato i ricercatori, ha trovato conferma anche nei tumori al seno e alle ovaie. Ma la scoperta potrebbe aprire la strada allo sviluppo di un trattamento che non produca questo dannoso effetto collaterale della chemioterapia: “Per esempio un anticorpo alla WNT16B, assunto durante alla chemio, potrebbe migliorane la risposa uccidendo piu’ cellule tumorali. In alternativa si potrebbero ridurre le dosi della chemio”. (AGI)
Fonte

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