Controllo e manipolazione mentale
L’obiettivo di manipolatori e controllori mentali è indurre le persone o i gruppi presi di mira ad agire contro le loro convinzioni e interessi, mentre lo scopo recondito d’ogni programma di manipolazione e controllo mentale è operare sulla mente o psichismo dell’uomo per alterarne la genetica secondo il paradigma epigenetico. Sussistono una modalità d'intervento invasiva, nella quale soggetti umani (e animali) sono sottoposti a un chippaggio su misura, e una modalità pervasiva, dove intere masse subiscono un’influenza comune. Entrambe sono adottabili contemporaneamente sulle stesse vittime.
Il sistema GWEN
Il sistema GWEN (Ground Wave Emergency Network) è costituito da una serie di trasmettitori distribuiti su tutto il territorio americano che in caso di attacco nucleare servirebbero come generatori d’emergenza di energia. I trasmettitori, distanziati a 200 miglia tra loro, impongono frequenze specifiche nel campo geomagnetico terrestre in un’area precisa, alterando così il campo magnetico stesso. Le frequenze adottate sono nello spettro VLF (Very Low Frequency), con trasmissioni che vanno dai 150 ai 175KHz, e possono anche emettere onde UHF di 225-400MHz. I segnali VLF viaggiano come un'onda che abbraccia il terreno anziché irradiarsi nell’atmosfera. Una stazione GWEN trasmette circolarmente attorno a sé per più di 300 miglia.
Sistema HAARP
Il sistema HAARP (High Frequency Active Auroral Research Program) è una serie di installazioni civile/militare distribuite nel mondo e partite da Gakona (lat. 62,39°N, long. 145,1 5°W), in Alaska (USA) di ricerca scientifica sugli strati alti dell'atmosfera e della ionosfera, e di ricerca sulle comunicazioni radio per uso militare.Di sicuro si sa che tramite l’emissione d’immense energie, la parte superiore dell’atmosf era subisce un surriscalda mento che influisce meteorologi camente in modo macroscopico. Negli ultimi anni si sono verificati un po' dappertutto nel pianeta eventi meteorologici e geologici anomali che sembrano confermare quest'ipotesi, e il clima italiano si è tropicalizzato in modo evidente.
Campo magnetico e frequenza cerebrale
Magnetismo Terrestre
Ma questo a cosa porta? La terra è avvolta da un campo magnetico a forma di ciambella formato da linee di flusso magnetico continuo che discendono al Polo Nord per emergere dal Polo Sud.
Ma questo a cosa porta? La terra è avvolta da un campo magnetico a forma di ciambella formato da linee di flusso magnetico continuo che discendono al Polo Nord per emergere dal Polo Sud.
La ionosfera è un conduttore di onde elettromagnetiche a 100Km di quota, costituita da particelle elettricamente cariche che agiscono come schermo per i venti solari. Nella cavità elettromagnetica terrestre e nello spazio tra la terra e la ionosfera esistono onde magnetiche naturali a frequenza estremamente bassa (ELF), legate all’attività elettrica nell’atmosfera in quanto eccitate dalle scariche dei fulmini, chiamate risonanza Schumann. La più potente vibra a 7,8Hz. Queste onde sono identiche allo spettro delle onde cerebrali e quindi risuonano con esse. Uno sbilanciamento delle onde Schumann e delle onde geomagnetiche disturba i bioritmi. Ebbene le torri GWEN, attraverso il terreno, rimpiazzano le onde geomagnetiche naturali con onde a frequenze molto basse (VLF). Le antenne HAARP invece scaldano la parte superiore della ionosfera grazie a potenti irradiazioni, modificando l’ecosistema terrestre. Andrija Puharich durante gli anni ’50 e ‘60 effettuò studi sul cervello umano e le relazioni tra questo e le frequenze naturali, notando che precise frequenze avevano precisi effetti sulla mente umana. Studiò uno yogi che cambiava a piacere la frequenza delle sue onde cerebrali passando da uno stato di coscienza all'altro e un guaritore che faceva lavorare il cervello a 8Hz (la frequenza Schumann) inducendo la stessa frequenza nel paziente. Il cervello è molto sensibile a qualsiasi strumento emittente onde a frequenze ELF, tendendo a sintonizzarsi naturalmente con il segnale esterno. Puharich scoprì che, se esposte a 7,83Hz (la frequenza Schumann della Terra), si alterava la percezione della persona facendola sentire bene. 10,80Hz suscitavano un comportamento violento mentre 6,6Hz causavano depressione. Influenzare il funzionamento del cervello è un obiettivo importante di militari e servizi segreti, che stanno conducendo una guerra silenziosa irradiando soldati e civili inconsapevoli con campi elettromagnetici e raggi da elicotteri, aeroplani, satelliti, furgoni parcheggiati, case vicine, pali del telefono, apparecchi elettrici, telefoni mobili, TV, radio, ecc…, alterandone le funzioni cerebrali. Il controllo mentale pervasivo è quindi un tentativo di influenzare la psiche delle masse umane ed epigeneticamente il DNA.
Cervello e Frequenze
Nel ‘48 Norbert Wiener pubblicò il libro Cybernetics che trattava di comunicazione neurologica e teorie di controllo. Yoneji Masuda, padre della Società dell’Informazione, nell‘80 espresse la preoccupazione che la tecnologia cibernetica, sconosciuta alla maggior parte della gente, minacciasse la nostra libertà. Tale tecnologia collega il cervello a satelliti tramite microchips impiantati, controllati da supercomputers situati in basi sotterranee. Nel ‘46 all’insaputa dei genitori furono inseriti elettrodi nei crani di bambini. Negli anni ’50 e ’60 furono inseriti impianti elettrici nel cervello di animali e umani (soprattutto negli USA) durante ricerche sulla modificazione del comportamento e sul funzionamento del cervello. I primi impianti cerebrali furono inseriti chirurgicamente nel ‘74 in Ohio (USA) e a Stoccolma (Svezia) grazie al primo ministro Olof Palme, che diede il permesso d’operare sui detenuti; un accertamento a carico dell’ex direttore generale Jan Freese rivelò che a metà degli anni ’80 v’erano pazienti in case di riposo impiantati. La tecnologia fu rivelata nel rapporto statale svedese del 1972/74 Statens Officiella Utradninger (SOU). Il lobo temporale destro di detenuti con impianti cerebrali attivi presentava lesioni con ridotta circolazione sanguigna e mancanza d'Ossigeno; un soggetto ebbe atrofia cerebrale e saltuaria perdita dei sensi. Trent’anni fa un impianto cerebrale poteva misurare 1cm. I successivi, fatti di Silicio e d’arsenioferrite, rimpicciolirono fino alle dimensioni di un chicco di riso. Oggi sono così piccoli da essere inseribili nel collo o nella schiena, e anche endovena in diverse parti del corpo. È tecnicamente possibile inserire in un neonato un chip che lo identifichi per tutta la vita. Ogni cervello ha una frequenza di risonanza bioelettrica unica, come uniche sono le impronte digitali. La privacy di una persona impiantata è inesistente ed ella può essere manipolata in molti modi. A sua insaputa, usando frequenze diverse il controllore ne modifica la vita emotiva rendendola aggressiva o letargica, influisce sulla sessualità, ne legge i processi mentali e le riflessioni del subconscio, agisce sul mondo onirico. Supercomputers come quelli del gruppo Signals Intelligence della National Security Agency USA possono monitorare e alterare a distanza le funzioni cerebrali di umani impiantati, decodificando i potenziali (3,50HZ/5mW) emessi dal cervello. Cavie d’esperimenti segreti si trovano tra detenuti, soldati, malati di mente, bambini con handicap, audiolesi, ciechi, omosessuali, donne single, anziani, scolari e qualsiasi gruppo di persone considerato marginale dall’élite di sperimentatori. Gli attuali microchips agiscono mediante onde radio a bassa frequenza per cui gli impiantati sono rintracciabili ovunque nel globo tramite satelliti. Tale tecnica fu testata nella guerra in Vietnam, iniettando ai soldati il Rambo Chip per aumentare l’adrenalina nel sangue, e poi in Iraq. Ogni pensiero, reazione, cosa osservata o udita attiva determinati percorsi neurologici e origina un campo elettromagnetico. Quando un microchip di 5μmm (il decimo del diametro di un capello) è piazzato nel nervo ottico, invia i neuroimpulsi cerebrali a un computer che li codifica in frequenze elettromagnetiche e li memorizza. Dopodiché, usando un sistema di monitoraggio a distanza (RMS), un operatore al computer, tramite il microchip, invia messaggi elettromagnetici pulsanti, codificati come segnali, al sistema nervoso per far rivivere le esperienze alla vittima o per simulare una data prestazione. Si possono indurre allucinazioni in persone sane o far loro sentire voci nella testa. Stimolazioni elettromagnetiche possono cambiare le onde cerebrali e simulare attività muscolare, causando p.e. dolorosi crampi. L’attuale tecnologia cibernetica, con computers capaci di monitorare milioni d’individui, rappresenta una grave minaccia per l’umanità. Quando la gente sarà tentata da falsi presupposti a farsi impiantare microchips, sarà tardi per opporsi alla robotizzazione dell’umanità e alla totale eliminazione della privacy, inclusa la libertà di pensiero. Le tecnologie di controllo mentale sono rimaste segrete soprattutto grazie al Diagnostic Statistical Manual IV, prodotto dalla American Psychiatric Association USA, alla cui stesura e correzione hanno contribuito sicuramente psichiatri al soldo dei servizi segreti USA. Gli effetti di tali tecnologie sono ivi etichettati come sintomi di schizofrenia paranoica, dimodoché le vittime sono automaticamente definite dei malati mentali. I medici non sono consapevoli che i pazienti potrebbero dire il vero quando raccontano d’essere sequestrati e usati come cavie per forme di guerra elettronica. Si possono usare le tecniche di controllo mentale per scopi politici, programmando individui zombificati a uccidere senza che in seguito essi ricordino.26 Ma la faccenda è anche più complessa. Dai lavori di Malanga emerge un raccapricciante doppio chippaggio subìto dalle vittime di adduzione aliena, le quali, oltre ad avere chips alieni per localizzarle e stordirle, hanno chips impiantati da un’élite scientifico-militare che segue e registra le vicissitudini dell'adduzione aliena. In tal modo si ricavano informazioni tecnologiche il cui mercato possiamo solo pallidamente immaginare, le cui ricadute sono evidenti: cellulari, schermi LCD, fibre ottiche, superprocessori. In questo caso il chip militare non ha lo scopo di forzare o modificare qualcosa nella vittima quanto quello di spiare, e se da un lato non è fonte di tortura in quanto componente passivo, dall'altro è insidioso perché passa inosservato. La maggior parte dei chips alieni, anche se più raffinati, somigliano a quelli terrestri. Altri (come quello dell'alieno-horus) hanno una consistenza eterica, cioè esistono alla frequenza vibratoria corrispondente al corpo eterico, per cui non sono rilevabili alla TAC, non essendo propriamente materiali.
Pentagono e RePAIR
Si stima che tra il 10 e il 20% delle truppe militari di ritorno da Iraq e Afghanistan soffrano di danni cerebrali da trauma (Traumatic Brain Injuries TBI), che colpiscono 1,7 milioni di americani ogni anno, tra i quali vi sono vittime d’incidenti stradali, pazienti a rischio e veterani di guerra. Ora il Pentagono ha proposto un'iniziativa rivoluzionaria per affrontare il problema: impianti cerebrali come parti di ricambio per la materia grigia danneggiata. Il DARPA, la sezione ricerche del dipartimento della Difesa USA, ha stanziato un finanziamento di 14,9 milioni di dollari per i maggiori istituti di ricerca perché progettino impianti cerebrali che possano aiutare a rimediare ai danni cerebrali. Il progetto del Pentagono, denominato RePAIR (Reorganization and Plasticity to Accelerate Injury Recovery), ha come scopo quello di trovare un modo di analizzare meglio l’attività cerebrale per sviluppare modelli più avanzati sul suo funzionamento. Lo sforzo è sostenuto da 10 professori e relative squadre di ricerca, prelevati da campi come neurobiologia, psichiatria, modellazione cerebrale, semiconduttori e ingegneria delle reti. I ricercatori provengono dalle università di Stanford e Brown, dall’università di San Francisco in California e dal college universitario di Londra. Al momento, essi possono creare modelli concettuali dell'attività cerebrale e registrare impulsi elettrici emessi da singoli neuroni. Ma non riescono ancora a manipolare gl'impulsi per riprogrammare il cervello attivandone e disattivandone i circuiti a piacere, che è lo scopo principale per cui un'organizzazione militare come il Pentagono s'interessa a una cosa simile. La nuova tecnica, definita optogenetica, consiste nell'emettere impulsi luminosi a un singolo neurone. Gli scienziati coinvolti nel progetto cercano di sviluppare impianti cerebrali costituiti da elettrodi o fibre ottiche posizionati sulla superficie cerebrale, che possono leggere segnali dai neuroni e inviare impulsi luminosi per stimolare una risposta da altre regioni del cervello, in pratica rimpiazzando le aree dove il cervello è stato troppo danneggiato. I primi esperimenti si faranno su topi e forse scimmie per capire come interagiscono le differenti aree cerebrali, p.e. come sa una certa area quali segnali inviare alle altre aree. Fatto questo, i ricercatori sperano di sviluppare chips che imitino tali interazioni, cosicché l'impianto possa leggere un segnale dalla regione A, bypassare l'area danneggiata B, e portare il segnale a C. Naturalmente aggiungo io che il sistema funziona ugualmente se l'area B non è danneggiata ma si vuole semplicemente aggirarla per un qualche motivo, e sarebbe quindi possibile impiantare chiunque impedendo reazioni indesiderate da parte della vittima e possibilmente senza lasciare tracce.
La sperimentazione animale dovrebbe partire entro il 2014.
Fine Parte 6- Continua
fonte
http://www.piermafrost.com/
Cervello e Frequenze
Nel ‘48 Norbert Wiener pubblicò il libro Cybernetics che trattava di comunicazione neurologica e teorie di controllo. Yoneji Masuda, padre della Società dell’Informazione, nell‘80 espresse la preoccupazione che la tecnologia cibernetica, sconosciuta alla maggior parte della gente, minacciasse la nostra libertà. Tale tecnologia collega il cervello a satelliti tramite microchips impiantati, controllati da supercomputers situati in basi sotterranee. Nel ‘46 all’insaputa dei genitori furono inseriti elettrodi nei crani di bambini. Negli anni ’50 e ’60 furono inseriti impianti elettrici nel cervello di animali e umani (soprattutto negli USA) durante ricerche sulla modificazione del comportamento e sul funzionamento del cervello. I primi impianti cerebrali furono inseriti chirurgicamente nel ‘74 in Ohio (USA) e a Stoccolma (Svezia) grazie al primo ministro Olof Palme, che diede il permesso d’operare sui detenuti; un accertamento a carico dell’ex direttore generale Jan Freese rivelò che a metà degli anni ’80 v’erano pazienti in case di riposo impiantati. La tecnologia fu rivelata nel rapporto statale svedese del 1972/74 Statens Officiella Utradninger (SOU). Il lobo temporale destro di detenuti con impianti cerebrali attivi presentava lesioni con ridotta circolazione sanguigna e mancanza d'Ossigeno; un soggetto ebbe atrofia cerebrale e saltuaria perdita dei sensi. Trent’anni fa un impianto cerebrale poteva misurare 1cm. I successivi, fatti di Silicio e d’arsenioferrite, rimpicciolirono fino alle dimensioni di un chicco di riso. Oggi sono così piccoli da essere inseribili nel collo o nella schiena, e anche endovena in diverse parti del corpo. È tecnicamente possibile inserire in un neonato un chip che lo identifichi per tutta la vita. Ogni cervello ha una frequenza di risonanza bioelettrica unica, come uniche sono le impronte digitali. La privacy di una persona impiantata è inesistente ed ella può essere manipolata in molti modi. A sua insaputa, usando frequenze diverse il controllore ne modifica la vita emotiva rendendola aggressiva o letargica, influisce sulla sessualità, ne legge i processi mentali e le riflessioni del subconscio, agisce sul mondo onirico. Supercomputers come quelli del gruppo Signals Intelligence della National Security Agency USA possono monitorare e alterare a distanza le funzioni cerebrali di umani impiantati, decodificando i potenziali (3,50HZ/5mW) emessi dal cervello. Cavie d’esperimenti segreti si trovano tra detenuti, soldati, malati di mente, bambini con handicap, audiolesi, ciechi, omosessuali, donne single, anziani, scolari e qualsiasi gruppo di persone considerato marginale dall’élite di sperimentatori. Gli attuali microchips agiscono mediante onde radio a bassa frequenza per cui gli impiantati sono rintracciabili ovunque nel globo tramite satelliti. Tale tecnica fu testata nella guerra in Vietnam, iniettando ai soldati il Rambo Chip per aumentare l’adrenalina nel sangue, e poi in Iraq. Ogni pensiero, reazione, cosa osservata o udita attiva determinati percorsi neurologici e origina un campo elettromagnetico. Quando un microchip di 5μmm (il decimo del diametro di un capello) è piazzato nel nervo ottico, invia i neuroimpulsi cerebrali a un computer che li codifica in frequenze elettromagnetiche e li memorizza. Dopodiché, usando un sistema di monitoraggio a distanza (RMS), un operatore al computer, tramite il microchip, invia messaggi elettromagnetici pulsanti, codificati come segnali, al sistema nervoso per far rivivere le esperienze alla vittima o per simulare una data prestazione. Si possono indurre allucinazioni in persone sane o far loro sentire voci nella testa. Stimolazioni elettromagnetiche possono cambiare le onde cerebrali e simulare attività muscolare, causando p.e. dolorosi crampi. L’attuale tecnologia cibernetica, con computers capaci di monitorare milioni d’individui, rappresenta una grave minaccia per l’umanità. Quando la gente sarà tentata da falsi presupposti a farsi impiantare microchips, sarà tardi per opporsi alla robotizzazione dell’umanità e alla totale eliminazione della privacy, inclusa la libertà di pensiero. Le tecnologie di controllo mentale sono rimaste segrete soprattutto grazie al Diagnostic Statistical Manual IV, prodotto dalla American Psychiatric Association USA, alla cui stesura e correzione hanno contribuito sicuramente psichiatri al soldo dei servizi segreti USA. Gli effetti di tali tecnologie sono ivi etichettati come sintomi di schizofrenia paranoica, dimodoché le vittime sono automaticamente definite dei malati mentali. I medici non sono consapevoli che i pazienti potrebbero dire il vero quando raccontano d’essere sequestrati e usati come cavie per forme di guerra elettronica. Si possono usare le tecniche di controllo mentale per scopi politici, programmando individui zombificati a uccidere senza che in seguito essi ricordino.26 Ma la faccenda è anche più complessa. Dai lavori di Malanga emerge un raccapricciante doppio chippaggio subìto dalle vittime di adduzione aliena, le quali, oltre ad avere chips alieni per localizzarle e stordirle, hanno chips impiantati da un’élite scientifico-militare che segue e registra le vicissitudini dell'adduzione aliena. In tal modo si ricavano informazioni tecnologiche il cui mercato possiamo solo pallidamente immaginare, le cui ricadute sono evidenti: cellulari, schermi LCD, fibre ottiche, superprocessori. In questo caso il chip militare non ha lo scopo di forzare o modificare qualcosa nella vittima quanto quello di spiare, e se da un lato non è fonte di tortura in quanto componente passivo, dall'altro è insidioso perché passa inosservato. La maggior parte dei chips alieni, anche se più raffinati, somigliano a quelli terrestri. Altri (come quello dell'alieno-horus) hanno una consistenza eterica, cioè esistono alla frequenza vibratoria corrispondente al corpo eterico, per cui non sono rilevabili alla TAC, non essendo propriamente materiali.
Pentagono e RePAIR
Si stima che tra il 10 e il 20% delle truppe militari di ritorno da Iraq e Afghanistan soffrano di danni cerebrali da trauma (Traumatic Brain Injuries TBI), che colpiscono 1,7 milioni di americani ogni anno, tra i quali vi sono vittime d’incidenti stradali, pazienti a rischio e veterani di guerra. Ora il Pentagono ha proposto un'iniziativa rivoluzionaria per affrontare il problema: impianti cerebrali come parti di ricambio per la materia grigia danneggiata. Il DARPA, la sezione ricerche del dipartimento della Difesa USA, ha stanziato un finanziamento di 14,9 milioni di dollari per i maggiori istituti di ricerca perché progettino impianti cerebrali che possano aiutare a rimediare ai danni cerebrali. Il progetto del Pentagono, denominato RePAIR (Reorganization and Plasticity to Accelerate Injury Recovery), ha come scopo quello di trovare un modo di analizzare meglio l’attività cerebrale per sviluppare modelli più avanzati sul suo funzionamento. Lo sforzo è sostenuto da 10 professori e relative squadre di ricerca, prelevati da campi come neurobiologia, psichiatria, modellazione cerebrale, semiconduttori e ingegneria delle reti. I ricercatori provengono dalle università di Stanford e Brown, dall’università di San Francisco in California e dal college universitario di Londra. Al momento, essi possono creare modelli concettuali dell'attività cerebrale e registrare impulsi elettrici emessi da singoli neuroni. Ma non riescono ancora a manipolare gl'impulsi per riprogrammare il cervello attivandone e disattivandone i circuiti a piacere, che è lo scopo principale per cui un'organizzazione militare come il Pentagono s'interessa a una cosa simile. La nuova tecnica, definita optogenetica, consiste nell'emettere impulsi luminosi a un singolo neurone. Gli scienziati coinvolti nel progetto cercano di sviluppare impianti cerebrali costituiti da elettrodi o fibre ottiche posizionati sulla superficie cerebrale, che possono leggere segnali dai neuroni e inviare impulsi luminosi per stimolare una risposta da altre regioni del cervello, in pratica rimpiazzando le aree dove il cervello è stato troppo danneggiato. I primi esperimenti si faranno su topi e forse scimmie per capire come interagiscono le differenti aree cerebrali, p.e. come sa una certa area quali segnali inviare alle altre aree. Fatto questo, i ricercatori sperano di sviluppare chips che imitino tali interazioni, cosicché l'impianto possa leggere un segnale dalla regione A, bypassare l'area danneggiata B, e portare il segnale a C. Naturalmente aggiungo io che il sistema funziona ugualmente se l'area B non è danneggiata ma si vuole semplicemente aggirarla per un qualche motivo, e sarebbe quindi possibile impiantare chiunque impedendo reazioni indesiderate da parte della vittima e possibilmente senza lasciare tracce.
La sperimentazione animale dovrebbe partire entro il 2014.
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fonte
http://www.piermafrost.com/
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