Partiamo da un presupposto se no il discorso non tiene: è vero che l’ILVA di Taranto inquina l’ambiente al punto che l’incidenza delle malattie legate a questo tipo di contaminazione aumenta fino al 30%.
Bene, se è vero questo (ed è lecito considerare l’opzione che non sia vero conoscendo l’abitudine tutta italiana di non riuscire a ricavare un cazzo di dato oggettivo nemmeno utilizzando strumentazione che nel resto del mondo produce misure affidabili) io se fossi di Taranto me ne sarei andato di corsa. Che se la tenessero pure i tizi che si sentono costretti a scegliere tra cancro e lavoro la bellissima Taranto. Io me ne sarei andato di corsa e non avrei fatto crescere i miei figli lì.
E me ne sarei andato per due motivi.
Il primo è che non avrei accettato di rimanere in un posto a rischiare la pelle dei miei figli solo perché non ho voglia di cercarmi un altro posto di lavoro, non voglio lasciare i miei vecchietti, gli amici del calcetto del giovedì sera, il cozzaro sulla lungomare, il ponte girevole e l’angoletto dove ho scambiato il primo bacio con la mia morosa di allora.
Il secondo è che mi avrebbe fatto schifo rimanere nella stessa città dove la gente ha così paura di cambiare che mette sul piatto della bilancia il rischio di beccarsi un tumore o di farlo beccare a un suo bambino.
L’alternativa non può essere tra il cancro e il pane. E’ inumano e inaccettabile. Nessuno dovrebbe lasciarsi porre un’alternativa del genere. Ci deve essere una terza via che può essere il passamontagna se uno ha lo stomaco di entrare in banca con una pistola in mano e prendersi quello che gli serve o andarsene se uno questo stomaco non ce l’ha.
Se l’ILVA di Taranto fa venire il tumore va chiusa oppure chi non vuole correre il rischio di beccarselo deve andare a cercare pane altrove. Rimanere lì e lasciare che le cose continuino come prima solo perché i giornali non ne parlano più si chiama in un solo modo: vigliaccheria.
La pelle tua e quella dei tuoi figli te la devi guardare tu. Se la lasci nelle mani di Clini, Passera o Riva coi loro bei culi freschi e grassi sei solo un vigliacco.
Ora passa pure a leggere uno dei mille articoli dove ti diranno che non è colpa tua così ti convincerai ancora di più che io sono solo un pezzo di merda che non capisce, che non si rende conto, che è buono solo a parlare, che se fossi tu al mio posto, ecc. Se arrivate ad accettare il rischio di giocarvi i polmoni per 1200 euro al mese, per me potete dire quello che volete tanto non me ne frega un cazzo.
Bene, se è vero questo (ed è lecito considerare l’opzione che non sia vero conoscendo l’abitudine tutta italiana di non riuscire a ricavare un cazzo di dato oggettivo nemmeno utilizzando strumentazione che nel resto del mondo produce misure affidabili) io se fossi di Taranto me ne sarei andato di corsa. Che se la tenessero pure i tizi che si sentono costretti a scegliere tra cancro e lavoro la bellissima Taranto. Io me ne sarei andato di corsa e non avrei fatto crescere i miei figli lì.
E me ne sarei andato per due motivi.
Il primo è che non avrei accettato di rimanere in un posto a rischiare la pelle dei miei figli solo perché non ho voglia di cercarmi un altro posto di lavoro, non voglio lasciare i miei vecchietti, gli amici del calcetto del giovedì sera, il cozzaro sulla lungomare, il ponte girevole e l’angoletto dove ho scambiato il primo bacio con la mia morosa di allora.
Il secondo è che mi avrebbe fatto schifo rimanere nella stessa città dove la gente ha così paura di cambiare che mette sul piatto della bilancia il rischio di beccarsi un tumore o di farlo beccare a un suo bambino.
L’alternativa non può essere tra il cancro e il pane. E’ inumano e inaccettabile. Nessuno dovrebbe lasciarsi porre un’alternativa del genere. Ci deve essere una terza via che può essere il passamontagna se uno ha lo stomaco di entrare in banca con una pistola in mano e prendersi quello che gli serve o andarsene se uno questo stomaco non ce l’ha.
Se l’ILVA di Taranto fa venire il tumore va chiusa oppure chi non vuole correre il rischio di beccarselo deve andare a cercare pane altrove. Rimanere lì e lasciare che le cose continuino come prima solo perché i giornali non ne parlano più si chiama in un solo modo: vigliaccheria.
La pelle tua e quella dei tuoi figli te la devi guardare tu. Se la lasci nelle mani di Clini, Passera o Riva coi loro bei culi freschi e grassi sei solo un vigliacco.
Ora passa pure a leggere uno dei mille articoli dove ti diranno che non è colpa tua così ti convincerai ancora di più che io sono solo un pezzo di merda che non capisce, che non si rende conto, che è buono solo a parlare, che se fossi tu al mio posto, ecc. Se arrivate ad accettare il rischio di giocarvi i polmoni per 1200 euro al mese, per me potete dire quello che volete tanto non me ne frega un cazzo.
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