Maurizio Barozzi: "Analisi della situazione internazionale con particolare riferimento alla Siria ed all'Iran"
E’ oramai evidente a tutti che, mentre dalle parti dello stretto di Hormutz, tra una manovra aereonavale e l’altra soffiano venti di guerra, in Siria di fatto è già guerra, sia pure per ora contenuta a livello locale anche grazie alla resistenza di Assad e all’appoggio della Russia.
Molte sono le voci che paragonano la situazione attuale a quella del 1914, quando il meccanismo bellico, perversamente messo in modo da certe massonerie internazionali, portò a Serajevo e quindi alla carneficina della Grande Guerra. Maurizio Blondet, con un esemplare articolo "Siamo nel 1914", pubblicato sul Sito della Effedieffe, ne ha appunto tracciato un parallelismo storico.
Ovviamente, come allora, non tutti sono propensi a rischiare un altro macello, visto che nessuno può garantire che un attacco all’Iran possa rimanere nei limiti regionali ed oltretutto si è coscienti, anche per il fatto che l’Iran, militarmente parlando, potrebbe essere un osso duro; che il coinvolgimento di altre Nazioni e quindi l’utilizzo di armi nucleari difficilmente potrà essere evitato, con la conseguenza di apportare gravi ed irreversibili danni a buona parte del pianeta.
Negli Usa, sembrano emergere, all’interno dell’Amministrazione americana, voci discordi che magari non si espongono direttamente, ma in qualche modo, trasversale e sibillino, fanno filtrare un certo dissenso all’avventura bellica. Anche in Israele non tutte le campane suonano dalla stessa parte, quella belluina, e anche qui si riscontrano esternazioni di varie personalità, addirittura ex alti dirigenti del Mossad che denunciano i pericoli che si stanno correndo ed esprimono dissenso alla linea bellicista.
Certamente quando leggiamo queste esternazioni di ex dirigenti del Mossad dobbiamo sempre prenderle con le molle, perchè a nostro avviso recitano anche un certo gioco delle parti.
In ogni caso, tutto sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo) andare verso la catastrofe e a quanto sembra, per la necessità di coinvolgere sul campo gli Usa, è necessario scatenarla prima delle elezioni americane.
Vari osservatori, e Blondet tra questi, infatti, hanno supposto che un Obama al secondo mandato e non più vincolato ai voti dell’elettorato ebraico, potrebbe defilarsi dall’appoggiare la “guerra a tutti i costi”. Stessa cosa per il suo avversario Romney, il quale nonostante il suo iper sionismo, potrebbe ben ripensarci a farsi trascinare in guerra non appena eletto. Tutto potrebbe essere rinviato con imprevedibili sviluppi futuri non favorevoli a chi vorrebbe oggi risolvere di forza la situaizione.
Quindi siamo alla vigilia di una guerra?
Difficile dirlo, perchè a nostro avviso, a differenza del 1914 e in un certo senso del 1939, proprio il fattore “atomico”, consiglia a tutti la massima prudenza, e non pochi ritengono che, con il tempo, sia possibile “ammorbidire” le posizioni russo – cinesi, magari attraverso un lavorio interno, in cui le grandi massonerie mondialiste sono maestre, che ne scardini o indebolisca gli attuali leader, in particolare Putin.
A questa “speranza” che la parola non passi al cannone, si oppone però la problematica situazione finanziaria internazionale.
Come noto dal 2007 la crisi finanziaria, innescata dalle grandi speculazioni finanziarie internazionali, è divenuta irreversibile e il mostruoso e gigantesco ragno che ha tessuto la sua tela su tutto il pianeta, ovverosia la International Banking Confraternity, ovverosia i Banskesters, non hanno potuto fare a meno che stringere i lacci di usura ed imporre direttamente al governo, in varie situazioni nazionali, uomini del loro entourage, disattendendo così alla loro atavica prudenza che li aveva sempre consigliati di agire dietro le quinte e operare attraverso i politici locali, i cosiddetti “camerieri delle banche”.
E’ evidente che una guerra sarebbe benvenuta per i banksters perchè gli consentirebbe di moltiplicare i guadagni, ma soprattutto gli consentirebbe di imporre certe direttive di globalizzazione finanziaria a tutto il mondo, senza troppe lungaggini di tempo. Anche una sensibile riduzione della popolazione mondiale, non dispiacerebbe a questi criminali.
Quindi la situazione internazionale è alquanto fluida, imprevedibile, ma certamente carica di pericolose incognite.
Ma a questo punto poniamoci alcune domande.
Perchè certi “Centri”, chiamiamoli così, sono disposti a rischiare un olocausto nucleare, sono propensi a rivoltare mezzo pianeta, in sostanza per impedire all’Iran forse un possibile, ma al momento non di certo reale, futuro armamento nucleare?
Perchè questa violenta e pervicace intenzione di volere a tutti i costi distruggere l’Iran e detronizzare Assad facendo della Siria un altro scempio come quello che si è appena consumato in Libia?
Possibile che il gioco valga la candela?
Tutto questo, di certo non può essere messo in relazione ad un eventuale pericolo militare che correrebbe Israele. Lo Stato ebraico, gode della sicura protezione, economica, politica e militare degli Stati Uniti, ma se questo non bastasse lo Stato ebraico è anche una potenza atomica dotata di sofisticate armi a testata nucleare. Nulla e nessuno potrebbe minacciarlo seriamente, senza contare che, più o meno in tutto il pianeta la presenza dell’ebraismo internazionale è in grado di condizionare e ricattare le amministrazioni e le classi poltiche.
Quindi, se non ci sono pericoli, almeno per i prossimi 15 anni, che questa situazione possa essere ribaltata, perchè accelerare i preparativi bellici, perchè porre tutto il mondo sul filo del rasoio, perchè questa assurda volontà di voler a tutti i costi distruggere l’Iran?
La faccenda sfugge alle normali analisi strategiche e geopolitiche e fa intuire che sotto sotto ci sia qualche altra cosa.
E questa altra “incognita”, questa variante può essere una sola: la volontà di sfruttare il momento storico favorevole al fine di imporre con la forza un Repubblica Universale con capitale a Gerusalemme, un Nuovo Ordine Mondiale che sarebbe immediatamente attuato non appena le fiamme delle guerra, con tutte le loro immani distruzioni, si siano placate.
Chi ha studiato la storia, sia dal punto di vista delle evoluzioni geopolitiche che dal punto di vista dei rapporti internazionali, non trascurando quei retroscena che si svolgono dietro le quinte degli avvenimenti storici, si rende perfettamente conto che ci sono alcune “Forze”, animate da una inimmaginabile volontà di potenza, che stanno da secoli perseguendo il miraggio di un dominio mondiale assoluto e planetario.
Dalle vecchie massonerie con grembiulino e compasso, oggi oramai relegate a reliquie storiche o mercato di scambio favori, anche perchè non ci sono più Troni o Altari o Fascismi da combattere, e quindi sostituite dalla moderne massonerie mondialiste, alle ristrette grandi Famiglie della Finanza internazionale oramai proprietarie di quasi tutto il pianeta, ai sogni messianici di un dominio su tutti i popoli della terra, come promesso da Dio alla sua “gente eletta”, chi studia la Storia si accorge come queste “forze”, steps by steps, hanno sempre operato verso il fine del dominio mondiale.
Certo ci sono stati “strappi” a questa strategia, interruzioni, deviazioni e quant’altro, del resto la stessa eterogenesi dei fini, sembrerebbe indicare che non possono essere evitate “azioni contrarie” che proprio quando tutto sembra realizzarsi come programmato, ribaltano la situazione, ma grosso modo, almeno fino ad oggi, questi programmi mondialisti si sono puntualmente realizzati: la creazioni di grandi Istituti e Organizzazioni mondialiste in grado di comandare su i singoli Stati, gli enormi passi verso una moneta unica, una polizia unica, e soprattutto la grande diffusione del pensiero modernista, neoradicale, la vera carta vincente del mondialismo, hanno oramai gettato le premesse per raccogliere i frutti ed edificare la Repubblica Universale.
Ma i rapporti internazionali, le situazioni geopolitiche non sono elementi statici, sono viceversa elementi in continuo movimento ed evoluzione, e proprio per questo, probabilmente, questo “Centro” che detta e promuove certe strategie da secoli, ritiene forse che, a tutti i costi, occorre forzare adesso la situazione, perchè nel giro di pochi anni tutto potrebbe essere rimesso in discussione.
Ecco con questi pochi appunti e considerazioni, abbiamo voluto tirare le somma della situazione attuale. A settembre – ottobre ne riparleremo.
Maurizio Barozzi
Pubblicato da Paolo D'Arpini
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