"THE END"

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lunedì 4 giugno 2012

La situazione in Italia, Oligarchia al potere, Bilderberg piani e minacce da Obama


Propongo stanotte tre articoli sulla situazione dell'attuale oligarchia mondiale. Italia, dav'è la democrazia? Chiamiamola col suo vero nome: OLIGARCHIA. Poi il gioco dei cani rabbiosi Bilderberg ed infine le minacce di Obama alla codarda e vecchia Europa
Buona Lettura
Si continua a parlare di democrazia, spesso a sproposito. Anzitutto è indispensabile fare alcune distinzioni e precisazioni. Democrazia che cosa è?
- Fare la volontà (reale, non presunta) del popolo (questa  è democrazia), con la possibilità, da parte del popolo stesso di approvare o disapprovare un provvedimento;
- Fare il “bene” del popolo (e quindi interpretare ciò che si ritiene volontà), e questa si chiama dittatura, senza se e senza ma.
Viviamo perciò un’autentica democrazia? Specialmente in Italia la risposta è no! Che cosa si limita a dare ai cittadini l’attuale cosiddetta democrazia italica? Semplicemente la possibilità di andare a votare. Votare chi? Personaggi presentati dai partite in liste totalmente bloccate. Personaggi che spesso hanno un passato di esperienza gestionale ridotta, quando non nulla, o addirittura che hanno una cultura personale da quarto mondo senza neanche il buon senso dei vecchi contadini, oppure ancora che vantano una non invidiabile fedina penale. Questi personaggi si sono “scudati” con una norma diabolicamente inserita nel dettato costituzionale che recita: “Il mandato parlamentare non è vincolante”. Completato da una prassi che chi anche accetta di candidarsi non ha il diritto di porre un vincolo alle decisioni precedenti, di altri, sganciandosi ufficialmente da ogni responsabilità. Riassumendo:
- Il cittadino votante non ha nessuna possibilità di scelta al di fuori di quella di scegliere un partito che, presso a poco (molto presso a poco e, comunque mai definitivamente), rappresenta le idee del votante;
- Il partito, con i suoi eletti, non risponde di nulla. Non per niente Giulio Andreotti ebbe a dire al sottoscritto: “Le promesse elettorali non sono una cambiale che si può scontare in banca”;
- Il partito, assieme ad altri consimili, decide per gli interessi di casta come vuole, senza sottoporre nulla agli elettori, se non di abrogare per referendum una certa legge, che, abrogata per referendum ritorna ad operare, a volontà dei partiti, sotto non troppo mentite spoglie prendendo in giro gli elettori nella maniera più clamorosa;
- Le regole elettorali sono contorte e così complesse per cui le segreterie dei partiti candidano ancor meglio i loro preferiti.
A ciò si aggiunga la facile possibilità di truccare i risultati elettorali in modi spesso conosciuti da tutti. Sono rimasto allibito nel conoscere come, nell’Italia meridionale, i voti vengano garantiti e controllati a livello del singolo, con un meccanismo di una semplicità disarmante. Per non parlare del “gioco dei resti”: utilizzando i voti eccedenti il minimo necessario per eleggere un candidato si riesce a far nominare anche un somaro. Uno che per non essere stato valutato abbastanza da risultare eletto, si approfitta dell’eccesso dei voti dati ad altri per farsi comunque eleggere. Altro che “porcellum”!
Ed ecco la prima autentica forza (in senso negativo) del paese: la burocrazia, che a tutto questo bailamme aggiunge un potere superiore ai parlamentari, potere che se ne infischia delle cosiddette regole democratiche. Giudici, burocrati, poliziotti, Forze Armate, dirigenti di enti statali e parastatali, hanno forze di ricatto eccezionali, tali da modificare le Leggi a loro piacimento e di rispettarle se, come e quando loro aggrada. Quando, a parità di prove, un tizio viene considerato delinquente da un giudice e santo da un altro, i casi sono solo due: o è sbagliata la legge o sono sbagliati i giudici. Questi personaggi sono tutti (ahimè) auto-referenti e nessuno li può toccare, neanche se commettono reati.
Da ultimo una rilevante considerazione.
Qualunque insieme di regole, per qualsivoglia settore viene posto sotto controllo periodico per verificarne la permanente validità. C’è chi studia la logica di queste regole e c’è chi studia la necessità ed i modi di modificarle. In democrazia, specialmente la cosiddetta democrazia italica non succede niente di tutto questo. Si dichiara che “tutto va bene” e si invoca ,ad unica difesa, la famosa frase di Churchill: “La democrazia è il peggior sistema politico possibile, escluso tutti gli altri”; che non significa assolutamente nulla al di fuori dello spirito di una inconsistente battuta.

Addirittura si arriva a citare la”democrazia” greca, quando è arcinoto a chi conosce un poco di storia, che in quella tanto decantata democrazia non avevano diritto di voto le donne ed i poco abbienti. I cambiamenti, ad uso e consumo di chi governa vengono effettuati attraverso “colpi di mano” con il silenziatore, come, ad esempio , quanto è stato fatto per capovolgere i risultati dei referendum. E’ indubbiamente importante che i teorici della politica (quelli seri) studino vantaggi e modi di un cambio della struttura dello Stato, ma sarebbe di pari importanza che venissero studiate modalità di gestione che impedissero (almeno sino ai limiti del possibile) che venga chiamata DEMOCRAZIA una autentica OLIGARCHIA.

Tratto da: MA QUALE DEMOCRAZIA, QUESTA E’ SOLO UNA OLIGARCHIA | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/06/04/ma-quale-democrazia-questa-e-solo-una-oligarchia/#ixzz1wrXk3H7L 
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario! 


I manifestanti al Bilderberg sembra che giochino:
“Ma che vogliono? Sentire la dialettica di Hegel! e quando la vogliono sentire? Subito !”
Poi cominciano con gli slogan. "Non siamo schiavi al laccio della vostra oligarchia!" grida uno con un megafono che spunta, sotto uno striscione che chiede di finirla con quelle "guerre da sciacalli" fatte da "teppisti eugenisti ".  NOTA 1
Non so se sia stata la verità delle accuse o il livello della rabbia nell’aria, ma un poliziotto ci ha detto: "Sono tutti molto spaventati, per come aspettano le auto, e gli ospiti dicono agli autisti di accelerare per entrare subito in albergo.
" C’è stato anche qualche screzio tra autisti e guardie del corpo. "
La polizia ha messo le barricate fuori dell’albergo, e ha dichiarato la tolleranza zero nei confronti delle persone in mezzo alla strada. Sono stati fatti due arresti  per “blocco al traffico”. Mia moglie è stata testimone degli arresti, e mi ha detto: "La polizia la fuori è veramente preoccupata che mettano sotto i manifestanti. Le limousine non si fermano per nessun motivo".
Non che tutti infilino lo “zoom” nelle limousine. Non ne conosco le implicazioni globali , ma i cinesi quest’anno sono arrivati con un loro minibus riservato. Lo specchietto retrovisore ha colpito mia moglie sul naso mentre rincorreva la loro auto , e comunque è riuscita a fare un colpo gobbo con un click … aspetta – chi potrebbe essere?
Sì, è lei ! E’ l’unica altra donna della mia vita: Fu Ying, Vice Ministro degli affari esteri della Cina. L’esuberante Fu Ying (che ha rubato il mio cuore a St Moritz) è una delle tante donne, che stanno prendendo potere, invitata al Bilderberg.
Eccone un’altra: Quella faccia tosta, che sbircia dal cruscotto dell’auto è proprio di  Soraya Sáenz de Santamaría, il Vice-Presidente della Spagna. Sáenz de Santamaría si trova a capo del Ministero della Presidenza, che (tra le altre cose) gestisce i servizi di intelligence spagnoli.     Aah, ma guardala bene, non è un vero tesoro?
Sáenz de Santamaría arriva direttamente da un incontro con il Segretario del Tesoro statunitense,Timothy Geithner. Dice: "Il segretario al Tesoro ha sottolineato che stiamo lavorando per lo stesso obiettivo e deve essere trovata una soluzione per le banche." Quindi, presumibilmente, tra un cocktail e l’altro del fine settimana, lei si porterà a casa un altro camion di debiti in più per gli spagnoli. Tutti i banchieri del Bilderberg la troveranno deliziosa. Se la vorranno mangiare addirittura. O l’uno o l’altro.
Ora, se tra le "donne di potere", qualcuno preferisce una “gelida regina”’, allora si potrebbe preferire la Vice-Presidente del World Economic Forum, Josette Sheeran:
Nella gerarchia del potere, Josette è la numero due a Davos. Davos è considerata per importanza almeno decima dietro il meeting di Bilderberg. Lei è una che sta crescendo nelle quotazioni dei Bilderbergians di quelle che vivono in quello strano mondo di gente piena di soldi cash, e in gran parte esentasse che frequentano forum e gruppi di riflessione. Su queste stesse  note, lasciate che vi presentiamo la sicura stella del Bilderberg 2012, Kevin Warsh:
Questo giovane Pacino ha trascorso cinque anni nel Consiglio di Amministrazione della Federal Reserve ed è ora "alla Hoover Institution". Arriva proprio da quell’incrocio tra governo e mondo accademico, tanto amato da Bilderberg (si pensi a Mario Monti – membro del Comitato direttivo e P.M. italiano).
Poi c’è il mondo dell’intelligence. Accogliamo con favore il ritorno del capo della NSA, il generaleKeith Alexander - che casualmente è anche il Capo del Servizio Centrale per la Sicurezza Militare. E notiamo con interesse la presenza di Thomas Donilon, il Consigliere per la Sicurezza Nazionale alla Casa Bianca – il cui venerato predecessore in quel ruolo è in piedi accanto a lui al buffet, Henry Kissinger.
C’è un motivo per cui Bilderberg si sente così a suo agio a Chantilly, Virginia – questo posto è a quindici minuti di strada dal quartier generale della CIA, l’Intelligence USA che è la sua casa spirituale.
Se si guarda indietro nel passato di Bilderberg, e si cerca tra i vecchi documenti sarà possibile cominciare a capire il rapporto intimo che esiste tra lobbying globale e intelligence globale.
Se non ti sei mai chiesto "cosa sia esattamente Bilderberg?", Potresti dare un’occhiata alla relazione di una conferenza stampa del 1950, che tenne un certo William Donovan.
William “Wild Bill” Donovan era "il Padre di intelligence americana" – e una delle figure più autorevoli sulla scena dell’intelligence degli Stati Uniti del momento. Si può leggere la sua biografia nel sito della CIA ma, se lo fai, non dimenticare di cancellare i cookies dopo.
Seduto accanto a Donovan c’era l’uomo che ha fondato Bilderberg nei primi anni 1950 – Józef Retinger. Un corruttore instancabile, arrampicatore sociale e creatore del primo comitato, quando fu il Segretario Generale del Movimento Europeo. E’ stato anche attivo nell’intelligence britannica, ma qui il racconto prenderebbe un’altra strada.
Il fiorente Movimento europeo di Retinger è stato finanziato dalla CIA. E chi doveva trovargli il denaro? Tom Braden della CIA. Il terzo uomo che tenne una conferenza stampa in cui, come scrisse l’ Evening Post nel 1967, disse: "Sono contento che la CIA sia immorale."
La Bilderberg è stata la figlioccia di Retinger, e nacque nel 1954 dalla torbida fusione di fantasmi e banchieri, e alimentato da una bottiglia senza fondo di soldi dello spionaggio. Ma non credete solo a queste parole. Andate a vedere i documenti e non crediate di “conoscere” Bilderberg ascoltando Robert Kagan (un arci-neo-con) che dice " qui c’è un sacco di persone che interessano poco e che danno lezioni che interessano poco, ma poi si mangia benissimo in posti bellissimi."
Per conoscere Bilderberg si possono trovare notizie e non teorie su :
Google "CIA Bilderberg."   -    Google "Retinger MI6"     Google "Prince Bernhard IG Farben."
Oppure date un’occhiata a una foto del nuovo Capo del Bilderberg molto bello con i suoi Raybans.
Charlie Skelton
Tradotto per ComeDonChisciotte da Ernesto Celestini
NOTA 1:     Eugenetica : Oggi è considerata un movimento brutale che ha provocato massicce violazioni dei diritti umani a milioni di persone durante il secolo scorso. Gli "interventi" propugnati e praticati dagli eugenetisti hanno portato all’identificazione e alla classificazione di individui e di famiglie, selezionati come poveri, malati mentali, ciechi, sordi, disabili mentali, donne promiscue, omosessuali e interi gruppi razziali, definendoli "degenerati" o "non idonei", e istituzionalizzando la loro segregazione, la loro sterilizzazione, l’eutanasia, e nel caso estremo della Germania nazista, lo sterminio di massa.
Fonte

Ed è arrivato il tempo delle minacce…
Qualche giorno fa abbiamo postato un articolo in cui gli europeoti minacciavano la Siria. Con pretesti fasulli si propongono di portare la solita democrazia all’uranio e fosforo. Chiedevano infatti di poter entrare nella guerra di Siria/Iran a fianco di Israele, Gran Bretagna e Usa, minacciando Assad, dopo aver favorito e forse realizzato l’ultima strage, addossandone  la colpa al povero governante siriano. Ovviamente la mole delle bordate della disinformazione di regime non lasciava dubbi e la fonte partiva come sempre da Londra dove la BBC (serva come la Rai) aveva postato vecchie foto di bambini morti in Iran, sempre ammazzati dai nostri ovviamente, spaccciandoli per l’ultimo massacro di un governante, ai danni del suo popolo.
Solo dei cretini possono credere a queste cose e tuttavia pare che ci ritengano tali, visto il reiterato tentativo di prenderci tutti per i fondelli ripetendo all’inverosimile la criminale bugia. Ma i nostri criminali capi, oggi guardano oltre la Siria e tentano di cannibalizzarsi. Cosicchè un Obama in uscita, minaccia l’Europa e l’Euro. Un’America guerrafondaia, praticamente fallita e generatrice delle catastrofi economiche ed umanitarie, fa la voce grossa con i pavidi europeoti. Sembrerebbe una comica ed invece è una farsa pericolosissima. Staremo a vedere se il livello di servilismo europeo saprà passar sopra al rischio di un collasso economico finanziario dell’Euro ad opera dei soliti Angli guerrafondai e coloniali.
Crisi: Obama in pressing sull’Europa
(ASCA)  Sul terreno della politica estera le elezioni si possono perdere ma non si vincono. E’ sull’economia che si gioca la partita per la conquista della Basa Bianca.

Barak Obama ha trascorso un brutto venerdi al numero 1600 Pennsylvenia avenue, cosi’ come gli investitori con Wall Street che ha accusato la peggiore performance giornaliera da oltre un anno. Stavolta non e’ stata la Grecia o le crescenti tensioni sulla Spagna a provocare l’ondata di vendite sui mercati, ma i deludenti dati americani. La locomotiva a stelle e strisce sbuffa e non riesce a prendere velocita’. La disoccupazione ad aprile e’ aumentata dall’8,1% all’8,2% e sono stati creati solo 69 mila nuovi posti di lavoro rispetto ai 150 mila attesi dal mercato. Il presidente americano non nasconde la delusione. ”Non si creano i posti di lavoro che vorremmo e c’e’ ancora tanto da lavorare”. Il suo consigliere economico pero’ ha sparato sui leader europei. ”La crisi dell’area euro ostacola la crescita americana”. I prossimi mesi saranno quelli decisivi per la corsa alla Casa Bianca e Obama non intyende rischiare di perdere il secondo mandato a causa della crisi economica e del debito nell’area dell’euro.
Per questo la settimana scorsa ha mandato un emissario in Europa a sollecitare interventi concreti ed efficaci per superare una crisi che rischia di travolgere non solo l’Europa ma l’intero pianeta. La videoconferenza con Monti, Merkel e Hollande sara’ seguita da altri colloqui in vista del G20 a Citta’ del Messico in calendario il 20 giungo, una settimana prima del vertice europeo che si annuncia come uno snodo cruciale. Cresce dunque il pressing di Barak Obama sulle cancellerie europee. Problematico spiegare agli elettori americani che l’economia annaspa perche’ sull’altra sponda dell’Atlantico discutono con scarso costrutto tra eurobond e fiscal compact.
Al tempo stesso pero’ le istituzioni finanziarie americane cercano di stare il piu’ possibile alla larga possibile da qualsiasi cosa denominata in euro ad eccezione dei bund tedeschi. Il presidente della Fed di New York nei giorni scorsi ha sollecitato i fondi di liquidita’ americani di allegerire le posizioni in euro.
L’uscita dall’euro e’ alla base, tra l’altro del continuo apprezzamento del dollaro sulla valuta europea, che alla Casa Bianca guardano come il fumo negli occhi temendo gli effetti sulla capacita’ dell’export americano.
Ma la crisi dell’euro non preoccupa solo Barak Obama per motivi elettorali. A Pechino, Mosca e Brasilia nonche’ a Mumbay iniziano a fare i conti con gli effetti negativi delle turbolenze europee anche sulle rispettve economie. Il pil dell’India nel primo trimestre dell’anno mostra una brusca frenata, anche la Cina rallenta mentre per il Brasile nei primi tre mesi dell’anno l’economia e’ crescita solo dello 0,3% tanto che il governo pensa a introdurre incentivi per dare ossigeno alla domanda. Un contesto che conferma come il ruolo dell’Europa non e’ marginale ma decisivo negli equilibri economici mondiali.
La soluzione passa attraverso le cancellerie europee ma anche a Washington e tra le economie emergenti non possono illudersi di chiamarsi fuori. Se andasse a fuoco la casa europea le fiamme non risparmierebbero l’emifesro sud del mondo e tanto meno l’altra sponda dell’Atlantico o le due coste del Pacifico.
Crisi: Francia non esclude Grecia fuori euro se vince Syriza
(AGI) Parigi – A due settimane dalle attesissime nuove elezioni greche la Francia non esclude l’uscita di Atene dall’Euro se dovesse vincere la sinistra radicale (Syriza) e il nuovo governo non dovesse quindi rispettare il patto sull’adozione delle misure di austerity previste dall’accordo di salvataggio da 130 miliardi di euro Ue-Fmi. Lo ha dichirato il ministro delle Finanze francese, Pierre Moscovici: “il problema probabilmente potrebbe sorgere” se Atene non si atterra’ agli impegni presi, “ma noi continuiamo a volere che la Grecia resti nell’eurozona.
Ambiente: Wwf vuole censurare libro, polemica in Germania
(AGI) Berlino – E’ polemica in Germania per il tentativo del Wwf di bloccare la vendita di un libro che denuncia presunte connivenze dell’organizzazione ambientalista con gruppi industriali. La ‘Frankfurter Allgemeine Zeitung’ (Faz) rivela con una grande apertura di prima pagina che l’associazione ambientalista ha dato mandato ad un suo legale di interdire la vendita del “Libro nero del Wwf – Affari oscuri sotto il segno del panda”, scritto dal giornalista tedesco Wilfried Huismann e pubblicato il 20 aprile scorso presso l’editore Random House, ma praticamente introvabile in libreria.


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