"THE END"

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domenica 3 giugno 2012

Una bella storia da leggere: Costruire un pollaio.

Ho un pollaio mio ora.
Fino ad adesso mi ero appoggiata a quello della vicina d’orto, ma, per una serie di motivazioni, tra le quali quella di voler imparare a gestirlo in prima persona, ora ho il mio appunto.
Detta così pare una cosa semplice, ma non è così vero.
Sebbene sia cresciuta in un paesino circondato dalla campagna e le mie tate, nonché gran parte dei vicini, abbiano sempre avuto pollai, non ne avevo mai visto iniziare uno.
C’è una serie infinita di cose che non sapevo, alle quali non avevo mai fatto caso e che avevo sottovalutato. Per esempio: con cosa si inizia? Le galline. Dove le trovi? Quanto debbono esser grandi? Esistono ancora alcuni mercati in cui le puoi comprare, ma trovare galline ovaiole già fatte non è così semplice, anzi. Intanto al mercato devi arrivarci la mattina prima delle 7:00 o trovi solo gabbie vuote, poi devi litigare con l’usanza italiana di saltare la fila, poi devi sperare che ci siano le galline che cerchi, infine sperare nella correttezza di chi te le vende. Io mica lo sapevo riconoscere un pollo da una gallina, soprattutto se ti vengono messi in una scatola mentre sei stretto tra la calca della gente.
Infatti le mie prime due galline non vengono dal mercato.
Le ho comprate da una vecchina che le vende, ed anche trovare lei non è stato facile.
Non credevo che chi ha un pollaio fosse così geloso dei propri polli, mica li volevo regalati!
Ma ora inizio a capire la titubanza della vecchina. Insieme alle due ovaiole rosse, Guendalina ed Evelina, ho comprato anche una gallina mugellese, Nina.
Le ho dato 30,00 € per le due ovaiole e 10,00 € per la mugellese.
La mugellese è una gallina più piccola delle altre, completamente diversa come piumaggio ed anche come temperamento. Ha un suo modo di fare, è quella che trova sempre il posto migliore per appollaiarsi e, a detta di chi ne sa più di me, è un’ottima chioccia, sempre se si acchioccia.
Insomma le prime tre inquiline del pollaio. Costruito in un angolo del giardino utilizzando rete, pali di ferro e legno, pancali, onduline metalliche e, soprattutto, spazzatura.
Sì, spazzatura. L’abitudine di molti a disfarsi del vecchio armadio lasciandolo vicino ad un cassonetto mi ha fornito gran parte delle tavole che mi servivano per creare l’angolo protetto da sole e pioggia in cui dormiranno e faranno le uova.
Dopo le galline sono arrivati, questa volta comprati al mercato a 4,50 € l’uno, quattro pollastri, due femmine, Bice e Nerina, due maschi, che in quanto destinati al consumo non hanno nome, ed una gallinella nera, la Nera appunto, costata 6,50 €.
A questo punto è iniziato il delirio. Avendo un nanetto di 9 anni che ovviamente è stato coinvolto… volevi che insieme alle galline non volesse anche due nane mute, Romeo e Giulietta, e un’oca? Ivo, il papero tardivo.



Delirio perché le galline e i polli non ce lo volevano il papero tra i piedi ed hanno iniziato a beccarlo fino a ridurlo tramortito in un angolo.
Quindi è stato tolto dal pollaio e portato in casa… ovviamente è anche capitato di svegliarsi una domenica con nanetto che tutto felice mi comunicava di aver messo a posto il papero… in vasca ovviamente!
Avete idea di quanta cacca faccia un papero sebbene piccolo? Immaginatevelo in una vasca con l’acqua. Bei momenti. Poi Ivo è cresciuto ed è stato rimesso nel pollaio, ormai in grado almeno di scappare dalle beccate.


Ma ancora troppi malumori tra gli inquilini… qualcosa non tornava. Ovvio, mancava il gallo!
E inizi anche a capire il detto “come un gallo nel pollaio”.
Ovviamente, siccome sono una scassapalle, volevo un gallo speciale.
Cercavo un mugellese. Non si trovano. Non li vendono, e chi li ha se li tiene stretti.
Ed è partito il tam tam. Alla fine è arrivato, tramite amici di amici di amici, Duncan, gallo adulto dal piumaggio rosso e bianco.
Incazzato per natura. Con due speroni alle zampe lunghi 5 cm, che usa benissimo quando decide che non gli vai a genio. Ma il pollaio si è tranquillizzato.
Lui fa quel che deve, con tutte le galline… che hanno assunto infatti un’aria meno acida e scontrosa… eppoi si dice che son solo polli…
Sono iniziate le uova, e di conseguenza delle magnifiche frittate, crostate, carbonare…

E le uova… mica son tutte uguali! Oltre all’ovvia differenza di dimensioni in base alle dimensioni della depositrice, son diverse di colore, più è scura la gallina, più è scuro l’uovo. Lo so, sembro una pazza, ma so chi ha deposto l’uovo e, spesso, a che ora lo farà.
In seguito sono arrivati altri polletti, che non hanno fatto in tempo a finir di metter le penne grazie al cane. E via con la guerra alle falle nella rete.
Ma la cosa che, sempre a detta di chi ne sa, ha del miracoloso … è che Guendalina si è acchiocciata. Per qualche giorno il suo coccodè si è trasformato in un croccolare (termine tecnico) e lei si è sistemata nel covo (cassetta da frutta e pagliericcio).
E via alla divisione della chioccia dai polli… non per sfizio. Il fatto di avere una chioccia mi ha fatto guadagnare lo status di incubatrice delle uova della vicina che la chioccia l’ha, ma è vecchia e pesante ed ormai schiaccia le uova e i pulcini appena nascono.
La giovane Guendalina ha vinto di covare 24 uova, per la gran parte di mugellese.
Va separata dalle altre perché altrimenti le danno fastidio e nel muoversi potrebbe sciupare le uova.
Lasciata sola nel suo angolo lei si accomoda e non si muove più, se non raramente per mangiare, per 21 giorni. Ed anche questa similitudine col ciclo umano non la sapevo. Essendo uova di varie galline, gallate da vari galli, non era detto che si schiudessero tutte insieme. E infatti… ieri sono nati i primi 9 pulcini, che ho dovuto togliere alla chioccia.
Il motivo è semplice: per non schiacciare i pulcini lei sta più leggera sulle uova, ma in questo modo quelle che si debbono schiudere non ricevono il giusto calore, quindi ora ho in casa uno scatolone di pulcini, quasi tutti neri, ai quali insegno a mangiare simulando il becchettare con le dita.



Ed io ho capito di essere totalmente impreparata. Prendere la chioccia e sollevarla per prendere i pulcini… e come si fa? Prima di tutto lei non è d’accordo e becca, protegge i pulcini, come non capirla… e poi… se la prendi male lei starnazza e rischia di schiacciare i pulcini con le zampe.
Quindi? Ho chiamato la vicina a farmi da ostetrica.
Le si avvicina lenta ma sicura, con la sua manona da contadina le passa sopra la testa fino a far scorrere le dita all’attaccatura delle ali e, con un colpo rapido e forte, la solleva tenendola per le ali.
Non imparerò mai.
Io prendo i pulcini, butto via i gusci e controllo le uova rimaste, se scuotendole leggermente si sente rumore di roba che si scuote all’interno le uova son barlacce. Quindi non gallate o non covate bene. Ad oggi su 24 uova una l’ha buttata via la chioccia, un pulcino l’ho trovato schiacciato, due uova le ho tolte io perché non buone e 9, appunto, sono nati.
Beh, l’autoproduzione passa anche dall’imparare gesti antichi e dare i nomi solo a chi sai che non mangerai.

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LKWTHIN

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