"THE END"

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mercoledì 14 agosto 2013

La cupola aliena


E’ capitato anche a me! In quanto insegnante elementare, dovevo passare sotto la Forca Caudina dell’approvazione pubblica, ma essendo la cosa per me poco congeniale, ho finito per andare a sbattere contro l’ottusità della gente, attirandomi l’odio di molti genitori di bambini, preoccupati. Succedeva alla fine degli anni Novanta. Ora sta succedendo di nuovo. Dalle ricostruzioni fatte da Rosario Marcianò, sembra che il giornalista di Repubblica, Marco Preve, abbia confezionato un articolo che, se anche non me la sento di definire diffamatorio, usando la parola “antisemita” e dicendo che Antonio Marcianò crede agli UFO, ha tutta l’aria di voler far passare il professore, fratello di Rosario, come un povero pirla, per dirla alla lombarda.
L’attacco ad Antonio, che è stato lettore di Freeanimals finché non ho dato spazio all’acerrimo nemico dei Marcianò, Angelo Nigrelli, è un attacco che ci riguarda tutti, perché mette in ridicolo coloro che hanno una visione critica degli avvenimenti mondiali e, soprattutto, hanno il coraggio delle proprie idee. Per fortuna di Antonio, la preside del liceo di Sanremo dove lui insegna non ha nulla da eccepire sul suo operato come insegnante e non dovrebbero esserci conseguenze sul piano lavorativo, come non ve ne sono state per l’altro professore di cui ho seguito le vicende l’anno scorso: Antonio Chiumiento, ufologo di Porcia.



In entrambi i casi, c’è il tentativo di far passare per scemi tutti coloro che credono agli UFO, come se fosse necessario credere per fede all’esistenza di entità non terrestri, quando ci sono avvistamenti uno via l’altro e il numero delle persone che vedono strane luci nel cielo notturno è in costante aumento. Per non parlare degli addotti.
Sul perché ci sia un’opera di depistaggio sulla realtà dei dischi volanti e dei loro occupanti, posso solo ipotizzare che questi ultimi abbiano da tempo preso contatto con alcune nostre autorità - le peggiori oserei dire - e non amino che si faccia troppa pubblicità alle loro interferenze sulla nostra vita. E’ una questione di potere e le razze aliene in combutta con i nostri militari agiscono in tutto e per tutto come mafiosi di alto livello. Una specie di cupola aliena.
Ora, prima di arrivare a dire che Angelo Nigrelli è un alieno ce ne corre, ma dalle indagini di Rosario sembra che il giornalista Marco Preve, che vediamo a destra, sia nelle sue amicizie Facebook, insieme al meteorologo Achille Pennellatore, vecchia conoscenza dei fratelli Marcianò. C’è di mezzo anche un debunker professionista, di cui viene indicato solo lo pseudonimo: Task Force Butler, nonché un certo Stefano Luciani (nick name Essse). All’origine di questo guazzabuglio di accuse e carte bollate, pare ci sia anche la moglie di Angelo, Teresa, che tempo addietro era amica di Antonio Marcianò.

Con tutto il rispetto per la moglie di un affezionato lettore di Freeanimals, a me viene in mente l’antica saggezza dei monaci cristiani, secondo i quali le donne sono figlie di Satana. Lo dico, celiando, per sdrammatizzare un po’. In seconda battuta, mi viene in mente Elena di Troia.

Di fatto, per tornare seri e senza dimenticare che i veri mandanti potrebbero essere rimasti nell’ombra, Antonio ha avuto l’onore della cronaca, finendo sulle pagine di Repubblica, ma non so fino a che punto ciò lo abbia reso felice.
Il Preve, nonostante faccia forbitamente uso della parola “cosmogonia”, riferita all’opera di Italo Calvino che frequentò lo stesso liceo di Antonio, dimostra di essere un ignorantone su questioni della massima importanza come l’Undici Settembre. Ormai, a credere alla versione ufficiale sono solo due categorie di persone: i gonzi e i microchippati. Marco Preve potrebbe essere entrambe le cose.
Io ho provato a diventare giornalista, anche se forse non ho provato abbastanza, e sono stato iscritto all’ordine per tre anni, finché non mi sono stufato di pagare inutilmente la quota annuale, ma per arrivare in posti come quello raggiunto da Marco Preve o si è raccomandati o ci si deve in tutto e per tutto adeguare alla mentalità mainstream, voluta dal proprietario della testata e fatta osservare dai capiredattori. O tutt’e due le cose insieme.
Non potrei mai sottomettermi a tale Forca Caudina, come non mi sono mai abbassato ad insegnare ai bambini la storia come si legge nei libri di testo. Per non parlare delle questioni etiche inerenti il rapporto uomo-animali, che ai bambini interessavano tantissimo, ma che per i loro genitori costituiva motivo di disagio.

Sia l’ufologo Chiumiento, che il professore di lettere e storia Marcianò, si lasciano andare alla trattazione degli argomenti che più interessano loro, magari durante le pause delle lezioni. E’ normale che succeda, a scuola, e altri professori parlano di calcio. Ma anche questo non va bene per i “guardiani della rivoluzione”. Noi ci scandalizziamo per quei barbuti musulmani che per strada in Afghanistan bastonano le donne vestite all’occidentale, eppure anche da noi abbiamo “Pasdaran” di tal fatta, solo che sono più difficili da riconoscere perché non portano la barba e vestono impeccabilmente.

Già dal titolo dell’articolo si capisce dove il nostro pennivendolo voglia andare a parare: "Quel prof è antisemita e crede negli Ufo.
 Nel liceo di Calvino scoppia la polemica”.

Se andassimo a verificare sul luogo, tutti i colleghi di Antonio, la preside, gli studenti e financo i bidelli, direbbero che non c’è nessuna polemica, da nessuna parte. Lo si capisce dall’occhiello che dice: “proteste su Internet per l'insegnante di storia ultra complottista, preoccupati i genitori”.

Internet, tutto nasce da lì, perché quello è il terreno dove si muovono gli zombie che difendono le menzogne governative. Sia detto con il dovuto rispetto per l’affezionato lettore sanremese, ex tipografo, e, di riflesso, per la sua consorte.
E’ dunque una montatura, l’ennesimo tentativo per amareggiare l’esistenza di Antonio Marcianò e di suo fratello, emotivamente molto uniti. Del resto, succede anche in carcere: i secondini sanno che la punizione per i colpevoli sarà sempre troppo blanda, a causa di giudici rammolliti e allora si permettono di rincarare la dose a suon di busse. Stesso ragionamento fatto da carabinieri e poliziotti. Meglio dargli una ripassata – pensano i tutori dell’ordine – ché tanto fra un paio di giorni questo delinquente sarà fuori!

Idem con i fratelli Marcianò, con il sottoscritto che pochi giorni fa ha ricevuto una telefonata minatoria, e con chiunque vada contro corrente in questo mondo di “replicanti”, per dirla alla Giovanni Palma, altro mio affezionato lettore.
Con i due fratelli ribelli, per ora l’ordine di eliminarli fisicamente, come è successo a Stefano Anelli, conosciuto con lo pseudonimo di John Kleevs, non è partito e la squadra di disinformatori che da tempo li perseguita, pagati, anche se non tutti, con denaro pubblico, come regola d’ingaggio ha solo quella d’infastidirli in tutti i modi, anche coinvolgendo un giornalista di Repubblica.

Quando e se – Dio non voglia – arriverà dall’alto l’ordine dell’eliminazione fisica,
Nigrelli, Luciani, Paolo Attivissimo & Company si faranno da parte, perché a quel punto entreranno in azione i professionisti del lavoro sporco, quello fatto da tutti i servizi segreti del mondo. Per ora l’accusa di antisemitismo rivolta ad Antonio Marcianò serve a suscitare antipatie preconcette nei lettori superficiali e in coloro che pensano secondo schemi di Sinistra. Questo potrebbe essere un indizio per arrivare ad individuare i mandanti: i sionisti, che del vittimismo hanno fatto una tecnica, applicata in Europa a partire dalla fine della seconda guerra mondiale.
Io non sapevo neanche che il professor Marcianò si fosse occupato di ebrei, se non casualmente come può capitare a qualunque blogger, e lui stesso dice di aver pubblicato un articolo non suo, bensì di Francesco Lamendola, ma siccome ho letto anch’io i “Protocolli dei Savi di Sion”, posso dire che nella realtà vediamo messi in pratica i programmi in essi contenuti e, a questo punto, poco importa che sia un’opera apocrifa o autentica. Il progetto, qualcuno lo sta portando avanti.
La questione è se a scuola, con ragazzi di età superiore ai 14 anni, si possa parlare di tutto o se ci sono argomenti tabù che non devono essere affrontati. Io ricordo che dopo le prime ramanzine ricevute dalle direttrici didattiche, cercavo di evitare di parlare di animali e di come vengono trattati dagli uomini, ma ho sempre percepito l’invito di “lasciar l’animalismo fuori dal portone della scuola” come un’ingiustizia e un’onta per lo stesso dirigente scolastico che me lo rivolgeva. Essere piegati a novanta gradi con i genitori dei bambini è una vergogna che un preside dovrebbe sentire come tale, e invece la totalità dei dirigenti preferiva il compromesso e il servilismo. Pro bono pacis. Esattamente quello che di norma fanno i politici. La chiamano arte della mediazione ma io ci vedo un po’ di Machiavelli.

Ora, alla fine dell’articolo di Marco Preve, leggo che la preside del liceo ha esortato il Marcianò a “contenere le sue esternazioni a scuola”. No, cara preside, qui non si tratta di esternazioni! Quelle le faceva Cossiga e sono passate alla storia come “picconate”.
Qui si tratta di un’immane, gigantesca, criminale, disgustosa presa per il culo nei confronti dell’umanità, da parte di personaggi, umani, alieni o misti, che ci stanno succhiando energie, soldi, tempo, serenità e – in una parola – la vita stessa.

Si tratta di parassiti insidiosi che hanno occupato i gangli vitali della società, camuffandosi di volta in volta in preti o sbirri, giudici o militari, con un’infinità di altre figure più o meno autoritarie. In due parole: l’altare e la corona. Queste sono le due grandi mistificazioni della Storia, con cui ci tengono incatenati ai loro ordini e ci ostacolano l’evoluzione spirituale. Il sistema scolastico, di cui anch’io ho fatto parte, è solo l’apparato propagandistico di cui i parassiti si servono, con il pretesto dell’educazione dei giovani. L’essere umano nasce come tabula rasa e deve essere plasmato come il vasaio plasma l’argilla. Subito dopo la nascita, con l’indebolimento del fisico mediante le vaccinazioni, si attua l’indebolimento del buon senso mediante il plagio sedicente culturale.
Il professor Marcianò deve partecipare, suo malgrado, a questa manipolazione, pena il licenziamento. Forse ha qualche margine di manovra in più rispetto ai giornalisti di regime, perché, fino a prova contraria, verba volant e nessuno gli ha ancora messo le microspie sotto la cattedra, mentre un pezzo giornalistico, una volta scritto….manent.

Anche Antonio Marcianò è sotto ricatto occupazionale e non gli si possono avanzare critiche nel caso in cui cercherà, dopo la pubblicazione dell’articolo in oggetto (che può essere inteso come un avvertimento mafioso), di ammorbidire le sue posizioni, come i suoi superiori scolastici si aspettano da lui.
Io me ne sono sempre fregato degli avvertimenti, rifiutando anche solo il concetto di gerarchia scolastica, e infatti, alla fine, nel 2003 mi sono licenziato, non potendone più di stare in segretaria senza un compito preciso, sentendomi umiliato e sminuito, visto che le classi mi erano state tolte già da cinque anni.
Oggi, con l’attuale giro di vite governativo, voluto dalle banche, non ci avrebbero pensato un attimo a licenziarmi, mentre all’epoca i dipendenti statali erano sindacalmente in una botte di ferro e non li si poteva licenziare.

Infine, se posso esprimere un mio parere spassionato, Antonio Marcianò dovrebbe sentirsi onorato di essere stato portato alla ribalta di un giornale a tiratura nazionale, perché questo significa un “avanzamento di grado”, il riconoscimento della validità delle sue – nostre – ricerche, la cartina al tornasole della veridicità, anche se non di tutte, di molte delle cose che scrive.

Noi comuni mortali forse non potremo sconfiggere quell’oligarchia di parassiti che ci dominano da secoli, coadiuvati da umani venduti, ma se c’è una cosa che li fa imbestialire è smascherarli. Non abbiamo la verità in tasca, ma sentiamo che avanzare ipotesi sia la strada giusta, un po’ come successe, per fiction, a Julia Roberts e Mel Gibson nel film “Ipotesi di complotto”. Si ipotizza e poi, forse, anche ci si azzecca. Se ci siamo sbagliati, chiederemo scusa.
I meccanismi mentali dei nostri avversari ormai li conosciamo e, anche se sono collaudati da secoli, potrebbero rivelarsi armi spuntate. Quanti sono ancora disposti a farsi impressionare da un’accusa di antisemitismo? La Cupola, aliena o umana, forse sente franare il terreno sotto i piedi, ma essendo carente di fantasia non può far altro che reiterare gli stessi metodi di sempre: isolare il soggetto, mettendogli gogne mediatiche basate su accuse inventate.
 E’ una lotta di logoramento. 
Alla fine, però, veritas vincit.

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