"THE END"

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venerdì 5 luglio 2013

Oltre il pessimismo: The Big Hope and the Big Wave. La mia generazione

Trasmettere un pensiero positivo. Questo sento oggi. Di fronte a tanta negatività e tanta disperazione generale, ci vuole qualcosa che faccia scattare in noi la molla. Non dico la molla dell’entusiasmo, forse è ancora prematuro per quella. Ma vorrei far riflettere su alcune cose. E non attengono alla solita disamina sulla politica, o su quello che va male. Un classe ’81 come me, che si ritiene ancora giovane ( ovviamente ) che guarda i suoi coetanei e quelli appena più piccoli. Stiamo partecipando attivamente ad una rivoluzione cosmica direi, che riguarda etica, lavoro, religione, istruzione, politica. Si sta creando, grazie alla condivisione, una coscienza globale. La farò breve, per non tediarvi.

Informazione costruttiva: Ovunque ti giri in questo paese c’è tanto dissenso, come del resto in tante parti di questa Eurozona. Ma, a differenza di altre volte, è un dissenso ponderato, ragionato, istruito. E di questo, dovremo dire grazie. A quanti, operai o avvocati che siano, medici o netturbini, non si stanno più limitando a leggere le solite 2/3 testate nazionali o i soliti 2 Tg di regime ( passatemi il termine ). No. Fanno di più. Si informano a fondo. Cercano le fonti, magari le confrontano, ragionano sulla cronologia delle notizie, sull’uso di parole chiave che i giornali/giornalisti si ostinano a tirare fuori per imbonire la folla (parole come “crisi”, “paura”, “recessione” e svariate altre, non ingannano l’occhio attento di chi si informa davvero). Internet fa la sua parte. Una parte importante direi. Per tutti quelli che appunto, andando a vedere i video dei privati cittadini che raccontano le realtà cittadine, si fanno un’idea diversa da quella che vorrebbero lasciarci i media. Questo accresce il nostro potenziale informativo, e ci permette di rileggere le notizie in maniera chiara ed onesta. Forse non tutti gli italiani lo fanno, ma cresce il numero delle persone affamate di notizie autentiche e di quelle che non si fermano davanti a pseudo-scoop ma che indagano, non bevendosi tutte le bevande che vendono le reti televisive e cartacee.

Disaffezione politica: Bipartitismo? Ci hanno provato, diciamo la verità. E’ da quasi 10 anni che provano ad eliminare in Italia qualsiasi realtà politica diversa da PD e PDL. E ci stanno riprovando anche con il Movimento 5 Stelle, che ahimè, trova al suo interno fazioni molto diverse. Ciò nonostante, i risultati delle ultime amministrative ( e a partire dal voto per l’attuale Premier Letta ) hanno segnato il confine fra quelli che continuano a vivere di clientelismi, favoritismi, scambismi sessuali, e fra quelli che invece, vivendo di una vita onesta, dura ma intellettualmente libera, hanno rinunciato al voto. Certo è difficile apprezzare gli ignavi, chi non si schiera solitamente ha poco da recriminare sulle scelte altrui. Ma, d’altra parte, ha proprio segnato il confine che dicevo. Ovvero il confine fra quanti hanno ancora una fetta di torta da spartire con i propri padroni, e quanti invece si sono seccati di andare dentro quella maledetta urna e scrivere il nome di un pupazzo identico ai predecessori. Vale tanto per PD e PDL ma vale anche per il tanto amato M5S. Lo auspicavo, lo desideravo, e finalmente la gente ha reagito. Sta prendendo le distanze da un certo modus-operandi della politica italiana. Le persone per bene stanno venendo fuori in tutta la loro rabbia condivisa. E non votano. Non lo fanno più. Il segnale credo sia potente e generale indipendentemente dalla regione di appartenenza.

Ritorno alle origini?: chi si discosta dalla moltitudine, chi prende le distanze da questi ottusi cittadini, inizia a pensare alle soluzioni. Ed è giusto che sia così. Chi di solito si rompe le palle di un certo sistema, è anche fra i primi ad arrovellarsi per giungere al punto, trovare l’idea, creare la risposta adeguata. Normalmente la risposta dovrebbe pervenire legittimamente da chi viene incaricato dalla comunità. In questo caso, questo italiano, mi accorgo che la brava gente si sta sostituendo ai governanti. E lo fa in maniera coscienziosa, per nulla capziosa e tanto meno pretenziosa. Aumentano le associazioni a tutela degli indigenti, aumentano quelle che si organizzano per il riutilizzo intelligente degli spazi urbani abbandonati o utilizzati male, aumentano le associazioni culturali, quelle che si occupano di eco-sostenibilità. Ma, udite udite, aumentano anche le persone che sempre più pensano che il denaro sia inutile. Sì. Proprio così. Denaro inutile, e nocivo.


Siamo forse controcorrente? Probabilmente sì. Ma la tendenza che ( personalmente ) riscontro negli ultimi tempi, è quella di ritornare alle origini. Non essendo tutti banchieri, bancari, broker, speculatori, agenti di borsa, promoter finanziari, venditori di aria fritta e sogni di cartapesta, ma essendo liberi pensatori e idealisti convinti, ci siamo resi conto che la vita debba essere vissuta al meglio. E per quel meglio intendiamo in parole molto povere un risveglio globale che ci porti a fare a meno del vil denaro e ci riporti tutti con i piedi per terra. La vita in sé stessa non è così lunga come ci aspettiamo o come ci raccontano. Se pensate che 80/90 anni siano tanti, beh, beati voi. Io credo invece che dopo 65 anni ( soglia della pensionabilità ) fatti di sudore, sangue e lacrime ( studi circa 18 anni tra elementari, medie, superiori e università, ne devi passare altri 35 a lavorare, come minimo e a volte non basta ) la vita sia bella ugualmente, ma sia decisamente povera. Povera dentro.

Esagero, lo so. E lo faccio per farvi capire un punto di vista che come sottolineavo appartiene sempre a più persone. Ha senso passare l’80% della tua vita dietro una scrivania facendo un lavoro che sì, ti permette di guadagnare e di vivere agiatamente ( questo vale solo per quelli davvero fortunati ) ma che ti allontana dalla terra sulla quale pesti i piedi ogni santo giorno? Ha davvero senso sacrificare una vita così breve per arricchire persone che non conosciamo nemmeno? Non saprei proprio.

Forse sono un qualunquista qualsiasi. O un idealista cresciuto male. O un polemico ottuso. Ma, se io e altri 100mila abbiamo una sensazione comune, un motivo ci sarà. Una vita al meglio, quella ideale, quella che mi piacerebbe fosse la vita di tutti, è una vita dove denaro, politica e informazione sono solo suppellettili. Ma del resto, ad un idealista come me e come te, basta poco per essere felici.

http://www.mentecritica.net

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