"THE END"

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domenica 20 gennaio 2013

SIMBOLISMO Dalle principesse delle fiabe alle donne moderne...come le fiabe hanno cambiato le donne!



- COME HANNO FATTO LE FIABE A DEVIARE GENERAZIONI INTERE DI DONNE??
- Perchè "la sirenetta" Disney è diseducativa?
- Quali sono gli "incidenti di crescita" che solitamente sorprendono il sesso femminile?
- Perchè la maggior parte delle fiabe ha come protagonista una principessa?
- Cosa rappresentano nella vita reale il principe e la principessa delle fiabe?
- Quale personaggio maschile rappresenta il miglior compagno per la vita: Il cacciatore, il cavaliere o il principe? E perchè?


Per meglio comprendere questo articolo vi invito a dare un'occhiata a 2 miei articoli precedenti:
L'INGANNO PIU' GRANE - prima parte: per comprendere meglio il rapporto tra coscienza, ego ed educazione.GLI ARCHETIPI, LE FORME ED IL SIMBOLISMO NELLE FIABE PER BAMBINI: un'introduzione al rapporto tra fiaba, simbolo ed educazione.


Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura che' la diritta via era smarrita
                                                            "Donne! Avete smarrito la retta via!"
Questo è il grido che sommessamente dovrebbe essere ripetuto dalle righe delle fiabe contemporanee...se ce ne fossero di nuove.
Il problema della perdita di identità femminile nelle donne di oggi, passa per alcune fasi della crescita evolutiva che sono state danneggiate incoscientemente o consapevolmente -ma in modo colposo- da chi doveva occuparsi della loro crescita (genitori o chi ne ha fatto le veci) e da chi doveva occuparsi della loro integrazione sociale (media e agenzie educative).

GLI INCIDENTI DI CRESCITA

- Un'infanzia (0-6 anni) durante la quale non si è stati capaci di trasmettere i princìpi fondamentali e tipici di un identità forte, in cui si è lasciato spazio ad ambiguità sulle figure cardine che andranno a formare la bivalenza interiore dell'adulta;
- un'adolescenza nella quale non si è stati capaci di traghettare una figlia verso il suo "essere una piccola donna", non si è stati capaci di insegnarle l'unicità e il valore del proprio corpo, e quindi il rispetto per se stessa;
- un'età post-adolescenziale durante la quale non si è stati in grado di insegnare a propria figlia le insidie che si nascondono nel mondo "la fuori", l'importanza di trovare un uomo che sappia essere marito e padre e non solo amante, e la completezza di essere donna e madre.


                                                                               Questi sono incidenti nella maturazione di una donna, che non le permetteranno in futuro di avere una vita sentimentale totalmente felice, una scelta del partner oculata, ma soprattutto un integrazione sociale completa.
Chi è incappata, suo malgrado, in uno o più di questi "incidenti di percorso" fa più fatica delle altre a riconoscersi ed integrarsi nel mondo come figlia-donna-madre, un trinomio imprescindibile per la corretta crescita individuale di qualsiasi esemplare di sesso femminile.

LE FIABE LO SAPEVANO
Molti uomini hanno sempre pensato che tra i motivi principali della perdita di identità femminile vi fossero le miriadi di fiabe su principi e principesse che riempiono la testa di ogni bambina da generazioni e generazioni.
Ad una prima osservazione pare essere così: ogni bambina, non appena divenuta donna, cerca il suo principe azzurro a tutti i costi, continuandolo a sognare nonostante abbia trovato un cavaliere, che però tanto azzurro non è!
Ma da un'analisi più attenta mi accorgo che il problema principale non sono le fiabe, ma la loro mancata spiegazione.
Infatti da che mondo è mondo, le fiabe più famose hanno come protagoniste delle donne...mai degli uomini.
Chi ha scritto le fiabe che oggigiorno ci raccontiamo, conosceva bene le insidie che si nascondono nel percorso di maturazione di una donna.
Quindi, l'assenza di una figura che spieghi, durante l'età evolutiva, il simbolismo di questi racconti carichi di significato, espone ogni bimba ad un'interpretazione soggettiva, errata e superficiale. Poco male,direte. Sono solo fiabe.
Ma quelle interpretazioni, insidiandosi nella mente della piccola, creeranno convinzioni errate ed errate categorie di pensiero talmente radicate ,che inevitabilmente porteranno ad errati schemi di crescita ed a comportamenti sbagliati.

IL PRINCIPE E LA PRINCIPESSA: QUESTI SCONOSCIUTI
Prima di tutto bisogna capire cosa rappresentino il principe e la principessa.
In questa mia analisi, tralascerò il significato spirituale (anima, spirito, coscienza, volontà,etc..) di queste figure affrontando solo ed esclusivamente il loro significato sociale ed educativo, ed il loro ruolo transazionale, ossia della formazione degli schemi che intervengono nelle relazioni tra due persone.
Chiunque voglia approfondire anche l'aspetto spirituale lo invito a leggere l'altro mio articolo: GLI ARCHETIPI, LE FORME ED IL SIMBOLISMO NELLE FIABE PER BAMBINI
Il principe e la principessa vengono erroneamente identificati nell'uomo e nella donna comuni.
Niente di più sbagliato.
Per iniziare a comprendere il reale significato delle fiabe bisogna capire che questi due personaggi non sono due persone qualunque, ma sono due esseri umani che si trovano a metà di un processo di maturazione individuale che culminerà gioco forza in una unione.
Potremmo identificarli a livello più semplice come due adolescenti e ad un livello più complesso come un uomo ed una donna nel mezzo di un cammino diautoconoscenza e consapevolezza che li porterà ad intraprendere un percorso di vita assieme.
La fiaba aveva il compito di insegnare alla giovane donna, essendo l'essere più importante della società in quanto procreatrice e quindi simbolo di prosperità e di continuazione della specie, in che modo prepararsi alla futura vita con il partner, come arrivarci e per quale motivo.
Il primo accento va sul significato archetipico della principessa e del suo complementare principe, non ancora regina e re, ma comunque degni di regalità e di titolo nobiliare.
Il non utilizzo di titoli regali superlativi come re e regina, sta a sottolineare la non completa maturazione della protagonista e del suo salvatore, ma nello stesso tempo la loro volontà di compiere il percorso, quanto arduo sia.
E' come dire che: "Ognuna è principessa perchè vuole diventare regina".
Quando le loro peripezie finiscono, in ogni fiaba troviamo l'episodio dell'incoronazione.
La corona cinge il capo, ed è quindi simbolo della padronanza completa della mente e della coscienzaa discapito degli istinti più bassi e delle passioni più becere.

MEGLIO IL PRINCIPE O IL CACCIATORE?
In ogni fiaba la principessa aspetta l'arrivo salvifico del principe.
Il principe è legato all’archetipo dell’eroe, ad un’idea di giovinezza, di splendore, di bellezza che si tramutano in valore e forza vincente; alle azioni da compiere, alla presa di responsabilità, all’accettazione dell’ amore che viene dal principio femminile opposto. Elementi che hanno il potere di trasformarlo, che ne fanno emergere il polo positivo, la coscienza superiore. Si pensi alle fiabe in cui il ranocchio diventa un principe con il bacio della principessa, o la bestia, amata da Bella, torna ad esser principe.

Ma questo archetipo ha due antitesi:

- Il Vagabondo. L'errante, chi va alla deriva privo di ogni altra influenza, questo aspetto delle forze vitali interiori evita ogni impegno, rifiuta di diventare adulto e finisce col restare sempre infantile, anche nella vecchiaia, piuttosto che accettare la sua condizione di Uomo (l'eterno Bambinone).

- Il Cacciatore. Una passione piena di curiosità per l'avventura, che poco si sposa però con la pazienza, il sacrificio, la dedizione.
Uno degli errori principali della donna odierna è il preferire il cacciatore al principe.
Un film da poco uscito nelle sale cinematografiche, che si chiama per l'appunto: Biancaneve e il Cacciatore, pone l'accento su questa scelta errata.
Il cacciatore sa essere coraggioso, protettivo e tenace, ma non perchè innamorato della principessa, ma per semplice scelta di vita: il cacciatore è cacciatore con ogni altra donna, non solo con la sua principessa.
(infatti il film sottolinea che una principessa che concede il suo cuore al cacciatore, non potrà essere risvegliata dal principe, nonostante il bacio. Il mancato accostamento al principe non le permetterà di divenire regina, o come accade nel film, diverrà regina solo per la morte della matrigna e sarà destinata comunque ad una vita sola ed infelice, proprio come colei di cui ha preso il posto).

In ultima analisi l’archetipo dell’eroe-principe non va confuso con quello del Guerriero o del Cavaliere, altre due importanti sfumature del maschile, anche se l’energia attiva e la lotta per un ideale sono le stesse. Il guerriero si realizza nella lotta ed annientamento del nemico, il cavaliere nell’obbedienza ad un sovrano o ad una causa, l’eroe invece può lottare e combattere, può anche aderire ad ideali altrui, ma il suo scopo è l’integrità e la ricerca di un significato più profondo nella vita.

DONNE HO UNA BRUTTA NOTIZIA PER VOI: LA PRINCIPESSA SI CONCEDE SOLO AL PRINCIPE

                                                                                                   La principessa rappresenta la femminilità idealizzata: la dolcezza, la purezza, l’innocenza, la bellezza unite all'amore, alla bontà e alla generosità.
La purezza e l'innocenza,inoltre, possiamo definirle come le qualità fondamentali che permetteranno al principe di innamorarsi di lei e quindi di essere salvata.

Per capire meglio questo concetto, assassinato in anni ed anni di "terrorismo femminista", bisogna però precisare alcuni meccanismi comuni ad ogni fiaba.

- La principessa attende il suo principe, anche se non lo ha mai visto: sa che c'è e che verrà. Nel frattempo fa in modo di maturare individualmente e intraprende il suo percorso di regina, un percorso spirituale e di auto conoscenza che la porterà a divenire una donna adulta.

- Non è la principessa a cercare il principe, mai! Una principessa che si mettesse in groppa ad un cavallo ed iniziasse ad errare alla ricerca del partner prediletto si esporrebbe solamente alle molteplici insidie presenti fuori dal "castello" e vedrebbe di certo violata la sua innocenza, incappando in incantesimi di streghe e maghi malvagi, rischiando di essere "rapita" da orchi e principi delle tenebre perdendo la retta via, dimenticandosi del suo obiettivo primario.

Inoltre il percorso di ricerca e di salvataggio è un percorso che la principessa non può risparmiare al principe in quanto l'affrontare quelle avversità fa parte dell'iter di maturazione ed autorealizzazione che il principe compie per diventare re-sovrano-padre.


- La principessa bacia solo il suo principe.
Non si è mai letto di una principessa che vada in giro a baciare o ad appartarsi con tutti i principi che incontra.
Sarebbe paradossale.
La purezza diviene un ingrediente fondamentale in quanto è l'unica che può assicurare l'unicità dell'incontro, e senza l'unicità dietro quel bacio, non ci sarà risveglio o salvezza ne per la principessa,ne per il principe.

Tradotto in termini odierni: la tendenza della cultura contemporanea ad una sessualità libertina e sfrenata porta le donne ad una dipendenza dal sesso, che si tramuta in un'assuefazione dei rapporti che porta inevitabilmente alla svalutazione dell'incontro con il "partner della vita".
Ricordandoci del trinomio figlia-donna-madre che esiste in ogni essere di sesso femminile, possiamo concludere che uno scarso valore dato al proprio corpo di donna, nasconde anche uno scarso valore dato al proprio corpo di madre e quindi alla prole che quel corpo genererà.
Siete proprio sicure che volete incontrare un principe in queste condizioni?
Ma soprattutto: quale principe vuole una donna così come propria regina?

BREVE TRATTATO SUI CONCETTI DI CASTITÀ E VERGINITÀ NELLE FIABE
PERCHE' SI CONFONDONO SPESSO LE DUE CONDIZIONI?

In nessuna fiaba viene messo l'accento sulla condizione sessuale della protagonista.
L'unica cosa che si evince è che dal momento della nascita fino a quello dell'incontro con il principe, la fanciulla si mantiene pura e incontaminata, condizione che coincide in tutto e per tutto con quella di una persona che si vota alla castità, concetto ben diverso da quello di verginità.
E perché mai la castità sarebbe stata confusa con la verginità, ma soprattutto per quale motivo al giorno d'oggi si da più valore alla seconda a discapito della prima?

La verginità è il termine adoperato per connotare la condizione fisica e mentale di una persona che non ha mai avuto un rapporto sessuale completo.
In un senso più ampio del termine (quindi in SENSO LATO), verginità indica uno stato di purezza, di immodificazione rispetto ad uno stato originario.

Invece il termine castità si riferisce alla condizione di chi, pur non essendo vergine, sceglie di astenersi dall'avere rapporti sessuali, per esempio per motivi etici, religiosi o per fedeltà al proprio partner.

In tutte le culture la castità è considerata una virtù, strettamente correlata alla temperanza, e viene intesa come un astenersi dagli eccessi o dalle implicazioni peccaminose del sesso (in questo senso, la castità viene considerata conciliabile con i rapporti sessuali fra coniugi).
La castità è la virtù opposta al vizio capitale della lussuria ma l'intimità sessuale tra coniugi è considerata casta da tutte le confessioni.

Quindi la castità è una condizione non tanto fisica, quanto mentale. Si può benissimo essere casti pur non essendo vergini(come la maggior parte dei sacerdoti cattolici; quelli sani di mente).

Nelle fiabe viene sottolineato il raggiungimento di uno stato di castità mentale da parte della principessa, che denota temperanza, devozione e forza d'animo, caratteristiche tipiche di ogni donna(quelle sane di mente).

LA SIRENETTA DISNEY,ETERNA INSODDISFATTA, COME PIONIERA DELLA CHIRURGIA PLASTICA.
ovvero come modificare le generazioni attraverso un cartone animato

Venezuela - Ariel, la bella e dolce sirenetta della Walt Disney, volto involontario di una clinica di chirurgia estetica. E' successo in Venezuela. Nello sponsor della clinica venezuelana Dempere, Ariel appare ben lontana dall'immagine innocente di principessa Disney a cui siamo abituati: sdraiata a pancia in giù, forme sensuali e sguardo ammiccante.
E ovviamente, al posto della coda da sirena campeggiano due lunghe gambe. Sotto, la scritta: "We make fairy tales come true", ovvero "facciamo diventare le favole realtà".
LA SIRENETTA,QUELLA ORIGINALE di Hans Christian Andersen, vive sul fondo del mare con suo padre il Re del Mare rimasto vedovo, sua nonna, e cinque sorelle maggiori. A quindici anni(piena adolescenza), secondo la tradizione delle sirene, le viene concesso di nuotare fino alla superficie per guardare il mondo sopra il mare. La Sirenetta ha così modo di vedere una nave comandata da un bellissimo principe, di cui s'innamora...

La nave viene travolta da una terribile tempesta, ma la Sirenetta riesce a salvare il principe e portarlo in salvo su una spiaggia vicino a un tempio; il principe ha perso conoscenza e non ha modo di vederla.
La Sirenetta passa i giorni che seguono sospirando e sognando del principe.
Alla fine decide di recarsi dalla Strega del Mare, che le vende una pozione che le consentirà di avere le gambe come gli umani, in cambio della voce, così le taglia la lingua(togliendole la possibilità di comunicare ma anche di "gustare" le cose della vita); inoltre camminare sarà come essere trapassata dai coltelli e non potra più tornare ad essere una sirena.
Però se il principe s'innamorerà di lei e la sposerà, la Sirenetta otterrà un'anima; se sposerà un'altra, al sorgere del sole del giorno dopo le nozze la Sirenetta morirà di crepacuore trasformandosi in schiuma di mare.
La Sirenetta beve la pozione e incontra il principe, che è attratto dalla bellezza e dalla grazia della fanciulla. La Sirenetta purtroppo non può parlare, e l'affetto del principe per lei non si trasforma in vero amore.
Un giorno il principe si reca in un regno vicino in cerca di una moglie. Si scopre che la figlia del re di quel regno è una ragazza che aveva trovato il principe sulla spiaggia dopo il naufragio. Il principe si ricorda di lei come di colei che l'aveva salvato, se ne innamora e presto le nozze vengono annunciate.
La Sirenetta è disperata e al sorgere del sole si lancia in mare, dissolvendosi in schiuma di mare.

UN PO' DIFFERENTE COME FINALE VERO?
Il messaggio di questa fiaba recitava che la felicità non poteva essere trovata tramite il cambio di un connotato fisico, in quanto il corpo che abiti è l'involucro della tua essenza, il mezzo attraverso il quale l'anima comunica con il mondo.
La Sirenetta aveva barattato la sua unicità per un paio di gambe ed una vagina(è strano come in pochi pensino a questa semplice implicazione: GAMBE= VAGINA. La realtà è che la Sirenetta non voleva solamente far innamorare il principe - che, se fosse stato amore vero, l'avrebbe amata anche con la coda- ma voleva andare oltre. Se avesse mantenuto la coda, anche avendo l'amore del suo principe, le sarebbe di certo mancata la possibilità di fare qualcosa. Un qualcosa di cui lei, essendo per metà pesce, non sentiva neanche la necessità.Ed ecco che ritorna la contrapposizione tra castità e lussuria.MEDITATE DONNE!)
Cedere alla tentazione di apparire fisicamente diversi da come la natura ci ha fatti( per di più al solo scopo di essere accettate dal principe di turno) non solo ci condanna ad un'esistenza infelice, ma è sintomo dell'incapacità di comunicare se stessi e di gustare le cose genuine della vita(il taglio della lingua è naturalmente simbolico).



Ma una forte responsabilità nella fiaba originale l'hanno i genitori\educatori della giovane ragazza.
Un'accento va posato sulla condizione di vedovo del padre della protagonista, una condizione anche qui simbolica, che vuole rappresentare la mancanza di una guida materna forte. Un'adolescente che cresce senza i buoni consigli della madre,o di una figura femminile autorevole e seria, si troverà quindi a rivolgersi ad una strega(nemesi dell'amore materno).
Attenzione: molto spesso, ai giorni nostri a prendere il ruolo della strega, infingarda e mala-consigliera è proprio la madre.
traduzione: I GENITORI DICONO:"OGNI COSA SBAGLIATA IN QUESTA GENERAZIONE E' COLPA DI MTV, RAP E INTERNET. NON VI AZZARDATE A DIRE IL CONTRARIO!".

Inoltre il vecchio Re del Mare aveva ceduto alla strega il suo tridente d'oro - simbolo della regalità, del potere paterno indissolubilmente legato alla saggezza e alla Luce, barattandolo con la vita della figlia.


traduzione: CONGRATULAZIONI, HAI FALLITO NEL CRESCERE TUA FIGLIA!

La protagonista della fiaba originale muore divenendo schiuma del mare e subisce oltre al danno capitale la beffa di vedere il tanto amato principe sposare una VERA principessa.

La versione della Disney, invece manca di significato pedagogico, ed è a mio avviso ALTAMENTE DISEDUCATIVA:
la protagonista, dopo aver barattato la sua coda, simbolo della sua unicità e del suo "essere sirena" per un paio di gambe(e naturalmente una vagina, che rappresenta i desideri più bassi), non solo non muore, ma riesce a sposare il principe dopo averlo ingannato e avergli fatto credere di essere una donna umana.
Ad Ariel viene addirittura restituita la voce (non c'è traccia del taglio della lingua, metafora carica di significato simbolico) e ad intervenire per trarla in salvo e restituirle le tanto agoniate gambe è proprio il padre. Lo stesso padre che tempo prima aveva lasciato che la figlia abbandonasse se stessa, stuprasse il proprio corpo e la propria essenza di sirena e seguisse i consigli di una perfida strega, alla quale egli stesso aveva ceduto il tridente(simbolo della potestà paterna)


Che dire...trovate qualche collegamento tra questa favola e le giovani donne di oggi?



Piccola curiosità: nella fiaba originale la protagonista ha i capelli biondi. La scelta del diverso colore nella versione Disney è motivata dal fatto che il rosso dei capelli, nella tradizione celtica (quindi quella dell'autore originale) è il simbolo della passione(sessuale) incontrollata,della pazzia, della confusione, dell'inaffidabilità ma sopratutto dell'eccessiva libertà'.

Grazie per la lettura...

PROMETEO, link originale

4 commenti:

Unknown ha detto...

Hai commentato la fiaba "La sirenetta" in modo estremamente superficiale, che farebbe impallidire qualsiasi studioso di letteratura, o semplice amante del folkore nordico. La fiaba di Andersen è FORTEMENTE EDUCATIVA. La dolce sirenetta non baratta la coda per le gambe (e dunque genitali femminili come tu affermi in maniera poco elegante) al puro scopo di far innamorare il principe. La sirenetta compie un sacrificio, al pari di un martirio per avere la possibilità, sposando un essere umano, di ricevere un'anima e dunque la promessa dell'eternità e della visione di Dio. Poichè non riesce nell'intento di sposare il principe e si trasforma in schiuma marina, Dio ha pietà della sua innocenza e invia le "figlie dell'aria" a salvarla e a condurla nel regno dei cieli. INFORMATI PRIMA DI SCRIVERE. Sono una studentessa di letteratura, e tra le conoscenze che mi vengono richieste vi è anche filologia germanica.

*Dioniso*777* ha detto...

oddio, farebbe impallidire, addirittura?!!
Va bene, se lo dice lei prof. ... non sono esperto in cartoni animati, ne ho visti davvero pochi, o favole, stessa cosa, lette poche, vedevo bamby e ufo robot da bambino, poi a dire il vero non mi piacciono nemmeno molto, a parte qualche raro episodio, l'era glaciale, ecco, quella m'è piaciuta, poi di solito sono farse deviate che solo a livello archetipo dicono davvero qualcosa, ma non a livello rappresentativo, tè capì cosa intendo dire?

In ogni modo, torniamo alla sirenetta che tanto bene conosci, grazie, hai descritto rapidamente la trama e la tua rappresentazione, ho capito che succede adesso.
Dio avrà pietà della sua innocenza poiché ... son contento che abbia avuto pietà dio, per lei, il principe azzurro è andato, dalle cattive ragazze o dove?
Oddio , ste favole

L'articolo è scritto da un blog molto più letto di me e con cui spesso mi trovo in accordo al cento per cento. La sirenetta non la conosco, ripeto, ti ringrazio per la segnalazione.

Sei all'università?
Ciao e grazie per il passaggio e della nota, speriamo la leggano, la tua rettifica.

Unknown ha detto...

Non si può parlare con tanta sicurezza di argomenti che non si conosce. Si chiama DISINFORMAZIONE e in Italia ce n'è già troppa su tutti i fronti. "Oddio, ste favole" sei pregato di esprimerti in un'italiano corretto quando scrivi, e nel tuo commento altro non hai sottolineato il tuo livello di conoscenza circa l'importanza del folkore e delle leggende di ogni popolo. Cordiali saluti

*Dioniso*777* ha detto...

Ti ripeto, il cartone che tu citi non l'ho visto, se poi di una parentesi nell'articolo tu vuoi trovare che l'articolo è disinformazione, non è bene insomma, il problema diventa tuo che in tutto vuoi soffermarti su un particolare che probabilmente non è esatto (io non l'ho visto e non lo guardo di certo, vado in fiducia, del blog http://www.neovitruvian.it/ mi fido perché solitamente la pensa come me, sulle cose conosciute almeno.
Poi, certo, il mio modo di esprimermi non sarà italiano corretto ... perché sai, è il mio, mi piace così o evidente così è quello che mi riesce per ora, migliorerò di sicuro come sempre nel percorso della vita! Tendo a fare difficoltà nell'omologazione, e poi, amo chi ha il coraggio di essere differente e quindi tendo a manifestare la mia individualià.
Spero di essermi spiegato e se così non fosse ricordati sempre una cosa: In ciò che tu descrivi, questo lo penso sempre, descrivi te stesso. Si chiama proiezione e mi piacerebbe dirlo a tutti, ma non è il caso, ogni volta che rappresenti un qualcosa, che sia una persona o un oggetto o un articolo poco cambia, in sintesi quello che tu manifesti è solo la parte da intuita e quindi in te esistente. Vuoi vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?
Vuoi aver letto un'articolo e aver appreso qualcosa in "più" oppure vuoi ricordarti il particolare esatto? Qui puoi scegliere … apparentemente almeno si!
Buona Lettura e proseguimento, e stai lontana dalla disinformazione!

LKWTHIN

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