Io fatico a credere agli UFO perché, che mi ricordi, non ne ho mai visto nessuno. Però, ci voglio credere, visto che non trovo altra spiegazione alla società che osservo oggi. Se non è guidata da una civiltà aliena superiore che la sfrutta senza ritegno, per quale motivo prosegue nella stessa identica direzione sapendo dove si finisce? Cioè, al macello? Come mucche da mungere dice Malanga ... e come dargli torto???
Buona Lettura
Che la vita sul nostro pianeta abbia avuto origine da un intervento esterno, sia esso naturale od artificiale (cioè intenzionale), è una costante nel pensiero scientifico, letterario ed anche fantascientifico degli ultimi decenni.
Dalle teorie scientifiche della panspermia (l’inseminazione biologica dei pianeti da parte di comete erranti) alle interpretazioni delle antiche scritture, il pensiero umano e le faticose ricerche filologiche hanno tentato di dare spiegazione alle altrimenti incomprensibili incongruenze insite nella ricostruzione ‘ufficiale’ della nostra storia in senso esteso.
Salti impensabili nell’evoluzione umana hanno così trovato una spiegazione plausibile in un’ottica di manipolazione continua della vita sul pianeta Terra. Questa opera è condotta da parte di elementi naturali e casuali oppure da precise volontà ben individuabili?
Secondo l’ipotesi dell’intervento intenzionale, prima della recente manipolazione genetica degli Anunnaki/Elohim, intelligenze esterne più evolute avrebbero protratto un piano di evoluzione biologica che si sarebbe dipanato in milioni di anni, all’interno di un grande progetto universale definito ‘grande opera’.
Il nostro pianeta, per le sue caratteristiche geofisiche e spaziali sarebbe stato scelto come oggetto di implementazione e sperimentazione della vita in generale. L’origine delle specie, avrebbe quindi una motivazione indotta ed anche una sua storia terrena, frutto dell’interazione con l’ambiente e con le altre specie introdotte via via nel tempo.
Un grande esperimento, con il fine di garantire un incubatore variatissimo in grado di conservare la vita in molte forme differenti ed auto progredenti verso un costante e lento stato migliorato tramite competizioni mirate ed adattamenti.
In quest’ottica, l’intervento degli Anunnaki costituirebbe una parentesi negativa, avendo turbato l’ordine prefissato all’origine, inserendo in tempi troppo ristretti un salto evolutivo decisivo: la manipolazione dell’ominide terrestre in Homo Sapiens e l’introduzione sincronica del ‘satanismo’ ossia la perversione della tensione verso la dissoluzione.
Questa nostra era, definita ormai comunemente antropocene, è infatti caratterizzata dal massiccio intervento di una specie che palesemente non appartiene al suo ambiente forse perché non è quello di sua propria origine. Basta guardarsi attorno per constatare come l’uomo desideri vivere in un ambiente artificiale, come sia attratto dalla tecnologia a scapito dei moti e delle risorse naturali, come sia propenso all’interazione con l’infinito, alla speculazione astratta ed alla partecipazione a misteriose ritualità collettive.
L’uomo di Neanderthal invece era molto probabilmente ben legato al suo ambiente con il quale conduceva una vita ricca e simbiotica i cui echi sono presenti ancora oggi nelle profondissime ragioni esistenziali degli Aborigeni australiani, gli uomini geneticamente più antichi della Terra.
Secondo Corrado Malanga, le tecnologie in genere sono di origine esterna: una moneta di scambio od un mezzo per modificare sempre più velocemente il reale. Anche nelle antiche scritture di tutto il mondo si parla di personaggi esterni, venuti dal cielo o dal mare, per diffondere conoscenze scientifiche evolute assieme a modalità di trasformazione dell’ambiente in modo proficuo.
Nel nostro contemporaneo, la situazione è differente? Possiamo immaginare che l’uomo, una volta che l’abbandono degli dei si era consumato, abbia avuto l’ardire di proseguire da solo nell’opera di evolvere se stesso, rubando così questo primato agli dei? Oppure dobbiamo constatare che l’influsso esterno non si è mai spento ma solo trasformato, da un intervento palese e verificabile dai sensi, ad una pressione massiccia ma la contempo elusiva? Così in cielo così in Terra è solo un’allegoria evocativa oppure nasconde la conoscenza di procedure occulte ignote ai più? Chi manipola il reale? Chi imprime la sua impronta dalle finalità ignote al pianeta? E perché lo fa?
Difficile infatti dare conto delle tante testimonianze che ci indicano una costante presenza elusiva al nostro fianco di cui la nostra coscienza non si avverte ma che è insita negli strati più profondi della nostra psiche. Si tratta di figure allegoriche, subcoscienziali o reali? Le decine di migliaia di esorcismi praticati ogni anno in Italia, eseguiti spesso con l’ausilio di eminenti psichiatri, su chi o cosa intervengono? La nostra realtà quadridimensionale è la sola possibile? Interrogativi che trovano risposte parziali ma provenienti da ambiti diversissimi: il mondo scientifico, quello religioso e quello laico dei tanti ricercatori indipendenti. Interrogativi che non turbano affatto chi ha avuto prova di queste presenze, persone spesso sane, intelligenti e di indole pacata. Che si tratti solo di un enorme costrutto propagandistico mi sembra un’ipotesi difficile da dimostrare. Che la disinformazione si muova incessantemente in queste acque invece è impresa assai facile da constatare.
Ognuno di noi ha di ciò una sua visione propria. Dobbiamo solo considerare che il maggior limite per aprirsi comunque ad un confronto serio su questi temi è la nostra stessa mente. Derisione, ilarità, indifferenza, lasciano spesso il posto all’ansia ed alla paura o peggio all’angoscia per cui è difficile rimanere equilibrati quando si affrontano questo tipo di istanze. Filtri culturali oscuranti di tutti i tipi albergano nelle pieghe del nostro pensiero e costituiscono barriere spesso invalicabili. Eppure non si può comunque tornare indietro e vivere nella menzogna di un pianeta corrotto dall’umanità stessa. L’uomo non è causa del suo male, semmai lo è una piccolissima cerchia di uomini ‘disumani’. Nella loro disumanità si leggono echi di manipolazioni genetiche antiche oppure di sole obbedienze imperiture? Oppure dobbiamo tristemente prendere atto che è la nostra specie il vincolo definitivo verso un pianeta rigenerato? La tensione verso l’autodistruzione è insita nella nostra stessa natura? Personalmente non lo credo, nonostante tutto.
Comunque sia il concetto di responsabilità deve rimanere sempre presente: ipotizzare interventi esterni non oblitera la storia e non stempera il giudizio di chi si muove contro la vita, chiunque esso sia. Ogni abuso dovrà necessariamente, prima o poi, essere punito ed indicato come esempio ai posteri. Sempre che questi ultimi non abbiano grandi occhi a mandorla tutti neri e sole quattro dita per mano. fonte
Come mai la gente crede agli UFo?Perchè ancora non si hanno prove definitive della loro esistenza?
Siamo ormai entrati nel terzo millennio e, benchè la cultura media della popolazione mondiale sia significativamente cresciuta rispetto a quella delle generazioni passata, nonostante non esistano ancora prove concrete della loro esistenza, la maggioranza degli esseri umani vuole credere nell’esistenza degli UFO e, più in generale, della vita extraterrestre.
Ma nonostante questo anelito di conoscenza, non siamo ancora riusciti a scovare uno straccio di prova ufficiale che possa giustificare l’esistenza degli Oggetti Volanti non Identificati o della semplice vita biologica aliena. Come mai? E’ possibile che non abbiamo ancora sviluppato le attrezzature tecnologiche per riconoscere e identificare la vita extraterrestre? Oppure, molto più semplicemente, siamo realmente gli unici esseri viventi di tutto l’Universo conosciuto? La popolazione mondiale del terzo millennio è decisamente più colta e intelligente delle generazioni che l’hanno preceduta. Eppure, viviamo in una cultura nella quale una percentuale significativa di persone è sempre più disposta a credere negli UFO, nonostante non esistano prove concrete della loro esistenza.
Secondo un recente sondaggio elaborato dalla National Geographic Society, il 36 per cento degli americani (circa 80 milioni di persone) crede nell’esistenza degli UFO. Solo il 17 per cento del campione si è dichiarato “non credete”, mentre la rimanente parte non ha un’opinione definitiva in merito. Le percentuali del sondaggio americano sono in linea, grosso modo, con quelli eseguiti sulla popolazione del cosiddetto “primo mondo” (l’occidente per intenderci).
Un ulteriore domanda tra i “credenti” ha dimostrato che il 77 per cento è convinto che gli alieni abbiano già visitato la Terra in passato. Secondo costoro, gli “antichi astronauti” sono benevoli e hanno aiutato i nostri antenati a porre le basi della civilizzazione umana e alcuni dei monumenti megalitici più importanti del pianeta, come le piramidi d’Egitto. Solo il 13 per cento degli intervistati ritiene che gli alieni abbiano cattive intenzioni nei confronti dell’umanità.
La paura deriverebbe dall’influenza esercitata da alcuni dei numerosi film di fantascienza prodotto negli ultimi anni, quali “Independence Day” e “Signs”. Ultimamente, anche l’astrofisico Stephen Hawking ha messo in guardia l’umanità rispetto ad un’eventuale invasione aliena, esortando a non fidarsi dei “visitatori” e di prepararsi al peggio. Non c’è dubbio che l’autorevolezza di uno scienziato come Hawking abbia influenzato il parere di queste persone.
Sempre tra i credenti, l’80 per cento del campione è convinto che i governi del mondo, le agenzie spaziali e gli eserciti siano a conoscenza della verità sugli UFO e la vita extraterrestre e che stiano nascondendo le informazioni al mondo per chissà quale oscuro motivo. Tra questi, il 77 per cento è convinto che John F. Kennedy sia stato assassinato nel 1963 proprio per evitare che il presidente rivelasse informazioni scottanti sugli alieni alla pubblica opinione.
Ma perchè credere senza prove?
“Contrariamente al ‘buon senso’, le persone, a tutti i livelli di istruzione, amano credere in cose che non sono ancora provate o dimostrate”, diceMicheal Shermer del Skeptical Inquirer. Secondo il suo studio, le persone tendono a cercare prove favorevoli a credenze già esistenti dentro di loro e a ignorare, o a fraintendere, gli elementi che possono minare la loro credenza.
Il pre-giudizio della conoscenza è un fenomeno che si è riscontrato spesso anche nella scienza. L’esempio classico risale al 1903, quando il ricercatore Prosper Renè Blondlot annunciò al mondo la scoperta dei “raggi N”, una forma completamente nuova di radiazioni. All’epoca, decine di altri scienziati confermarono l’esistenza dei “raggi N” nei proprio laboratori. Ma ulteriori test eseguiti nel corse degli anni dimostrarono che i “raggi N” non esistono affatto.
Come è possibile che tutti questi scienziati si siano sbagliati? La precomprensione presente nelle menti di queste persone ne ha ingannato la percezione fino a far vedere a costoro qualcosa che, in realtà, nei loro strumenti non c’era. La pseudo-scoperta, infatti, avvenne sulla scia delle vere scoperte dei “raggi X”eseguita da Wilhelm Rontgen e dei “raggi Gamma” ad opera di Paul Ulrich Villard. A quanto pare, c’era una predisposizione ad aspettarsi che altre forme di radiazioni invisibili permeassero l’universo.
Allo stesso modo, se due persone vedono un punto luminoso nel cielo, uno potrebbe pensare che si tratti del pianeta Venere, l’altro potrebbe invece interpretarlo come un veicolo spaziale sotto il controllo di una mente extraterrestre. Anche piloti di aerei militari e di linea hanno avvistato numerosi fenomeni inspiegabili che hanno interpretato come veicoli alieni o comunque impegnati in un volo di tipo controllato. In questo caso, la precomprensione può funzionare in tutti e due i sensi: o nel negare testardamente che si tratti di un fenomeno inspiegabile o nell’affermare testardamente che si tratti di un fenomeno inspiegabile!
Ma perchè la gente vuole credere negli UFO?
Secondo alcuni filosofi della scienza e teologi, la credenza negli UFO, tipica del ventesimo secolo, rappresenta una sorta di “teologia laica”, nella quale le persone cercano un significato più profondo per l’Universo e per la loro vita. Le religioni tradizionali in questo momento arrancano nell’offrire una risposta alle domande esistenziali più profonde e importanti dell’uomo del terzo millennio, il quale ha inoltre smarrito il contatto con la natura e con la sua parte spirituale più profonda.
Ecco allora che la speranza dell’esistenza di esseri intelligenti simili a noi potrebbe, in un certo senso, contribuire alla comprensione del posto che occupa l’uomo nell’universo. Secondo alcuni altri, però, la credenza negli UFO e negli alieni potrebbe essere semplicemente la versione aggiornata all’epoca tecnologica delle paure ataviche dell’uomo, che nel corso della storia si sono concretizzate nell’esistenza dei demoni, delle streghe, dei vampiri e di altri esseri immaginari.
Proprio a causa di queste motivazioni, alcuni scienziati sono molto critici con il SETI, una delle ricerche più attive nel campo delle intelligenze extraterrestri. Secondo costoro, le convinzioni che sono alla base di tale ricerca sono più di tipo teologico che non filosofico. Immaginiamo alieni che siano intellettualmente fatti a nostra immagine, che siano tanto curiosi come noi, tanto da fargli costruire radiotelescopi e di dedicarvi tempo e risorse per scoprire se esistano altri esseri simili a loro. Si tratta di ipotesi su ipotesi.
Secondo Paul Davies, professore dell’Arizona State University, l’approccio dei ricercatori del SETI è troppo ristretto perchè suppone che gli alieni comunichino allo stesso modo in cui lo facciamo qui sulla Terra. “Dobbiamo mettere in conto che la vita aliena possa esistere in forme e modalità che non siamo nemmeno in grado di concepire. Forse stiamo cercando nel posto sbagliato, nel momento sbagliato e nel modo sbagliato”, sottolinea Davies.
Le civiltà aliene sono invisibili alla nostra tecnologia?
La “xenologia aliena” è un argomento di grande importanza e di estremo fascino, in quanto riguarda la riflessione sulla vita extraterrestre e su tutte le problematiche implicanti l’impatto della sua esistenza sulla vita umana. Tutti noi vorremmo sapere che aspetto hanno, cosa pensano, come si comportano e così via. Tuttavia, al fine di rispondere a tali intriganti domande, bisognerebbe prima di tutto trovarle questi extraterrestri.
Nella sola Via Lattea, la nostra amata galassia, ci sono più di 250 miliardi di stelle. Nell’Universo finora osservato, si calcola che esistano tra i 300 e i 500 miliardi di galassie. Se consideriamo che una galassia media possiede circa 100 miliardi di stelle, in tutto l’Universo osservabile potrebbero esistere più di 30 mila trilioni di stelle (10 seguito da 22 zeri)!
Se solo lo 0,0001 per cento di queste avesse in orbita un pianeta simile alla Terra, avremmo più di 30 trilioni di pianeti abitabili.E se solo lo 0,00001 di questi pianeti abitabili avesse sviluppato vita biologica, ne potremmo contare ben 30 biliardi. E se tra questi, ce ne fosse lo 0,0001 per cento che avesse sviluppato vita intelligente, là fuori ci potrebbero essere 30 miliardi di civiltà extraterrestri.
Insomma, la probabilità che la vita intelligente si sia evoluta su un solo singolo pianeta come la Terra, nel mezzo di questa insondabile vastità, sembra decisamente incredibile. Si fa più fatica ad accettare di essere gli unici essere intelligenti del cosmo, piuttosto che ipotizzare che ci siano UFO che solcano i nostri cieli. Ma se esistono tutte queste “persone”, si può sapere dove diavolo sono?
Questa è la domanda che si pose nel 1950 il nostro fisico Enrico Fermi, mentre era a pranzo con i suoi colleghi. La questione posta alla base del “Paradosso di Fermi” è molto semplice: se ci sono altre civiltà extraterrestri avanzate, allora perchè non ci sono prove che ne dimostrerebbero l’esistenza, quali veicoli spaziali o sonde vaganti nella Via Lattea?
Il paradosso vuole proprio sottolineare l’incongruenza che c’è tra le alte stime della probabilità dell’esistenza di civiltà extraterrestri e la mancanza di prove o di contatto con qualsiasi civiltà di questo tipo. L’altra grande questione strettamente connessa è il “Grande Silenzio”, che spinge a porsi un’altra domanda: anche se i viaggi spaziali sono estremamente complessi, se là fuori ci fosse questo enorme traffico, come mai nono riusciamo a rilevare nessun segno di civiltà, nemmeno come trasmissioni radio?
Milan Cirkovic dell’Osservatorio astronomico di Belgrado, fa notare che l’età media degli esopianeti di tipo terrestre scoperti nella Via Lattea è di circa 1,8 miliardi di anni superiore all’età della Terra e del Sistema Solare, il che significa che l’età media di una eventuale civiltà extraterrestre deve essere notevolmente superiore all’età della civiltà umana. E’ probabile, addirittura, che queste civiltà aliene si siano estinte migliaia, se non milioni, di anni fa. Poichè, allora, non esiste al momento nessuna prova diretta dell’esistenza della vita extraterrestre, cerchiamo di ipotizzare alcuni scenari:
1) Siamo i primi esseri intelligenti mai esistiti in tutto l’Universo, capaci di autoconsapevolezza, di rendere nota la nostra esistenza nel cosmo e ad avere la capacità di lasciare la superficie del nostro pianeta. A questo punto, la conseguenza è che non ci sono altre forme di civiltà là fuori oltre alla nostra. O forse, la vita senziente, essendo un fenomeno estremamente raro, è talmente lontana da noi che non riusciremo mai ad entrare in contatto con essa, rendendola, almeno in senso pratico, inesistente. 2) Siamo gli ultimi arrivati, nel senso che molte civiltà aliene sono esistite prima di noi, per poi estinguersi senza lasciare nessuna traccia visibile ai nostri strumenti. Forse in un futuro non troppo remoto, quando saremo in grado di raggiungere i pianeti extrasolari, potremmo trovare tracce archeologiche della loro esistenza. 3) Esistono, ma per un qualche motivo a noi sconosciuto, la nostra tecnologia non è in grado di rilevarli. Forse siamo alla ricerca di qualcosa che ci somiglia, senza aver messo in conto che la vita extraterrestre potrebbe essere completamente differente da come ce la immaginiamo, andando ben al di là della nostra comprensione.
“Potremmo trovarci faccia a faccia con una intelligenza extraterrestre, senza avere la possibilità di riconoscerla. Il problema è che stiamo cercando qualcosa di estremamente simile a noi, o che comunque utilizzi qualcosa di simile alla nostra matematica e tecnologia”, spiega Lord Martin Rees, presidente della Royal Society ed astronomo di sua maestà britannica. “Ho il sospetto che ci potrebbe essere vita intelligente là fuori, in forme che non possiamo nemmeno concepire. Proprio come uno scimpanzé non riesce a capire la teoria quantistica, potrebbero esistere in forme che sono al di là della capacità del nostro cervello”. Insomma, i nostri fratelli extraterrestri potrebbero essere proprio dietro l’angolo, ma potremmo non essere in grado di identificarli, perchè troppo “alieni” rispetto alla vita che ci aspetteremmo di trovare. Forse, prima di avventurarci nella ricerca, dovremmo innanzitutto capire cosa cercare.
Fonte: http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/archive/2012/12/03/perche-la-gente-vuole-credere-negli-ufo-e-perche-non-siamo-a.html
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