Quello che sta accadendo in queste ore è la prova matematica che è inutile scervellarsi su soluzioni convenzionali. Si può agire sulla previdenza, privatizzare la sanità, triplicare le tasse, licenziare a milioni di milioni i dipendenti dello stato, ma se si riuscirà a risparmiare 100, la classe politica italiana riuscirà a mangiarne 120. Non c’è niente da fare, è nella loro natura brutale. Sono come i grandi felini. Di fronte alla preda non sanno trattenersi, fino ad arrivare all’autolesionismo.
Ci hanno raccontato che stiamo in questa situazione perché “abbiamo vissuto aldilà dei nostri mezzi”. In parte è vero, nel senso che il sistema burocratico di potere di questa nazione non si è mai posto alcun limite quando si è trattato di attingere alle risorse create dal sistema produttivo. La nomenklatura italiana utilizza i cittadini come un gregge di pecore da mungere e tosare. Prova ne è che la quantità di denaro che versiamo nel corso della nostra vita è di molto superiore al valore (già altissimo, dati i costi esagerati italiani) dei mediocri servizi che riceviamo. Se avete tempo, provate a fare una simulazione su questo sito. Sulla base di un algoritmo basato su considerazioni statistiche, scoprirete che un giovane di 25 anni che guadagna 25000 euro lordi all’anno, verserà allo stato nel corso della sua vita 479.183 euro in tasse (indicizzati al rendimento del capitale), ricevendo indietro 437.016 euro in servizi al costo italiano, servizi che, in ambito europeo, costerebbero 362.228 euro. In pratica, l’onore di essere cittadino di questa nazione, viene a costare più di 110.00 euro a questo contribuente. Le cose vanno peggio per un cinquantenne che guadagna 50.000 euro lordi all’anno. In questo caso, il dubbio onore costa oltre 200.000 euro.
Gli italiani hanno pecoronescamente accettato:
Una riforma previdenziale che ha trasformato il sistema pensionistico italiano in uno dei più punitivi del mondo. Pensionati sessantenni tedeschi e francesi verranno in vacanza in Italia e si ritroveranno a essere serviti da camerieri e autisti italiani di settant’anni ancora al lavoro perché non hanno maturato requisiti o non hanno diritto a pensioni.
L’immonda tassa sugli immobili che ha catalogato come seconda casa anche quelle abbandonate (ed invendibili causa indisponibilità di compratori) per cercare lavoro con il tragico effetto di costringere i “fortunati proprietari” a pagare fitto e IMU.
Aumenti di imposte dirette ed indirette, nuove tasse, riduzione di spese deducibili e detraibili, limitazione dei servizi sanitari. Insomma, un piccolo anticipo di quello che su questo sito si anticipavapoco più di un anno fa.
Quindi, se oggi lo spread è ancora a livelli altissimi, la borsa crolla e il paese è in piena recessione non è è perché gli italiani hanno invaso le piazze e si sono rifiutati di obbedire. E’ perché tutto ciò che si recupera viene comunque combusto nella fornace di una classe politica criminale ed inetta.
Se esiste una soluzione, e non ne sono affatto sicuro, passa inevitabilmente per l’amputazione di questa propaggine in cancrena. Amputazione che non può avvenire nel fuoco della rivolta tante volte minacciata. Bisogna fare i conti con la propria vigliaccheria e lasciare la piazza a popoli che sono in grado di occuparla. Il Movimento Cinque Stelle ci offre un’opportunità che, secondo me, non si esplicita nel trovare soluzioni alternative, ma sicuramente aiuterà a spiazzare i potentati e costringerli, una volta per tutte, a mostrare il loro vero volto.
Di fronte ad un successo elettorale clamoroso della lista M5S, il sistema politico/mafioso che regge questo paese avrà due scelte: o mettersi da parte nella speranza di riciclarsi o mandare i carri armati a presidiare i crocicchi. In entrambi i casi ci sarà un cambiamento nel quale saremo chiamati a giocare la partita in prima persona. Cedendo la parola ai vari Bersani o Berlusconi, tutto proseguirà nel segno di quanto è accaduto fino ad oggi, almeno fino a quando ci sarà qualcosa da spolpare. Poi, saremo finalmente abbandonati a noi stessi. In fondo, ci sono tanti semafori a Berlino e tanti parabrezza da pulire.
fonte
Ci hanno raccontato che stiamo in questa situazione perché “abbiamo vissuto aldilà dei nostri mezzi”. In parte è vero, nel senso che il sistema burocratico di potere di questa nazione non si è mai posto alcun limite quando si è trattato di attingere alle risorse create dal sistema produttivo. La nomenklatura italiana utilizza i cittadini come un gregge di pecore da mungere e tosare. Prova ne è che la quantità di denaro che versiamo nel corso della nostra vita è di molto superiore al valore (già altissimo, dati i costi esagerati italiani) dei mediocri servizi che riceviamo. Se avete tempo, provate a fare una simulazione su questo sito. Sulla base di un algoritmo basato su considerazioni statistiche, scoprirete che un giovane di 25 anni che guadagna 25000 euro lordi all’anno, verserà allo stato nel corso della sua vita 479.183 euro in tasse (indicizzati al rendimento del capitale), ricevendo indietro 437.016 euro in servizi al costo italiano, servizi che, in ambito europeo, costerebbero 362.228 euro. In pratica, l’onore di essere cittadino di questa nazione, viene a costare più di 110.00 euro a questo contribuente. Le cose vanno peggio per un cinquantenne che guadagna 50.000 euro lordi all’anno. In questo caso, il dubbio onore costa oltre 200.000 euro.
Gli italiani hanno pecoronescamente accettato:
Una riforma previdenziale che ha trasformato il sistema pensionistico italiano in uno dei più punitivi del mondo. Pensionati sessantenni tedeschi e francesi verranno in vacanza in Italia e si ritroveranno a essere serviti da camerieri e autisti italiani di settant’anni ancora al lavoro perché non hanno maturato requisiti o non hanno diritto a pensioni.
L’immonda tassa sugli immobili che ha catalogato come seconda casa anche quelle abbandonate (ed invendibili causa indisponibilità di compratori) per cercare lavoro con il tragico effetto di costringere i “fortunati proprietari” a pagare fitto e IMU.
Aumenti di imposte dirette ed indirette, nuove tasse, riduzione di spese deducibili e detraibili, limitazione dei servizi sanitari. Insomma, un piccolo anticipo di quello che su questo sito si anticipavapoco più di un anno fa.
Quindi, se oggi lo spread è ancora a livelli altissimi, la borsa crolla e il paese è in piena recessione non è è perché gli italiani hanno invaso le piazze e si sono rifiutati di obbedire. E’ perché tutto ciò che si recupera viene comunque combusto nella fornace di una classe politica criminale ed inetta.
Se esiste una soluzione, e non ne sono affatto sicuro, passa inevitabilmente per l’amputazione di questa propaggine in cancrena. Amputazione che non può avvenire nel fuoco della rivolta tante volte minacciata. Bisogna fare i conti con la propria vigliaccheria e lasciare la piazza a popoli che sono in grado di occuparla. Il Movimento Cinque Stelle ci offre un’opportunità che, secondo me, non si esplicita nel trovare soluzioni alternative, ma sicuramente aiuterà a spiazzare i potentati e costringerli, una volta per tutte, a mostrare il loro vero volto.
Di fronte ad un successo elettorale clamoroso della lista M5S, il sistema politico/mafioso che regge questo paese avrà due scelte: o mettersi da parte nella speranza di riciclarsi o mandare i carri armati a presidiare i crocicchi. In entrambi i casi ci sarà un cambiamento nel quale saremo chiamati a giocare la partita in prima persona. Cedendo la parola ai vari Bersani o Berlusconi, tutto proseguirà nel segno di quanto è accaduto fino ad oggi, almeno fino a quando ci sarà qualcosa da spolpare. Poi, saremo finalmente abbandonati a noi stessi. In fondo, ci sono tanti semafori a Berlino e tanti parabrezza da pulire.
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