25 ottobre 2012 (MoviSol) – Il 19 ottobre il Presidente russo Vladimir Putin ha personalmente presenziato al più completo collaudo della triade nucleare russa (comando e controllo delle armi nucleari di terra, aria e mare) dal crollo dell’Unione Sovietica. Ciò avviene nel contesto di una nuova serie di avvertimenti da parte di esponenti russi del fatto che la politica americana di “regime change” e il dispiegamento unilaterale di un sistema di difesa antimissilistico in Europa e nel Medio Oriente stanno spingendo il mondo verso uno “scontro globale”.
La scorsa settimana un autorevole parlamentare del partito del Presidente Putin, Evgevni Fyodorov, ha accusato il governo americano di perseguire politiche che stanno conducendo il mondo a “scivolare verso una completa destabilizzazione” e verso una guerra mondiale con la politica del “regime change”. Fyodorov ha formulato le sue accuse in una videointervista poi riassunta in un articolo di Pravda.ru.
Dmitry Rogozin, ex vice primo ministro e ex ambasciatore russo presso la Nato, ha dichiarato ad una delegazione di parlamentari occidentali che se procede il dispiegamento del sistema ABM lungo i confini meridionali della Russia, Mosca sarà costretta a prendere misure “tecniche” per preservare il proprio deterrente strategico. A seguito del dislocamento di quattro navi militari americane dotate di sistemi ABM avanzati (Aegis) nel porto spagnolo di Rota, si è rotto l’equilibrio nucleare strategico, ha affermato Rogozin. Le navi potrebbero essere facilmente spostate nell’Atlantico settentrionale, in prossimità del territorio russo, per intercettare i missili strategici russi armati di testate termonucleari che sarebbero lanciati in rappresaglia contro un primo colpo americano. Questo altera l’intero sistema di deterrenza strategica e pone una minaccia esistenziale alla Russia, ha ammonito Rogozin.
E mentre si intensifica il conflitto al confine tra Turchia e Siria, e l’assassinio di Wissam al Hassan minaccia di allargarlo al Libano, certamente non è sfuggito ai russi che l’organo della City di Londra, l’Economist, ha chiesto agli USA di ignorare l’opposizione russa e procedere con la creazione di una zona di interdizione aerea nella Siria settentrionale e la creazione di una zona protetta da cui i ribelli anti-Assad possano agire in sicurezza.
Così si capisce perché la Russia abbia cominciato a dispiegare nuove batterie di missili antiaerei S-400 al confine meridionale, puntati alla Turchia, anche in risposta alle componenti dello scudo ABM recentemente installati dalla Nato. È proprio a questa serie di crescenti provocazioni e scontri che si riferiva Fyodorov parlando di detonatori della terza guerra mondiale.
Finora, lo abbiamo spesso ripetuto, la ferma opposizione dei vertici militari e dell’ex ministro della Difesa Robert Gates ha impedito che la guerra per procura condotta in Siria si trasformasse in un vero e proprio “cambiamento di regime” come è avvenuto in Libia. Ma il Presidente Obama ha confidato ai suoi più stretti collaboratori che una volta rieletto porterà a termine il lavoro, incurante delle conseguenze strategiche.
Per ora il team Obama si concentra sui piani per una “sorpresa di ottobre”, e cioè un attacco a bersagli in Libia che si presume siano responsabili dell’attentato al consolato di Bengasi. Un’alta fonte di intelligence ha detto all’EIR che il “kill team” di Obama, presieduto dallo stesso Presidente, abbia già scelto il bersaglio. L’unico ostacolo a questa azione militare è il timore che un’azione politicamente così sfacciata potrebbe avere dei contraccolpi elettorali più dannosi che utili alla rielezione del Presidente.
Mentre i russi sono corretti nell’ammonire che la politica USA stia conducendo il mondo vicino ad un braccio di ferro nucleare, proprio come Lyndon LaRouche ha avvertito nella sua conferenza del 19 ottobre, chi tira i fili della politica USA è la strategia imperiale di Londra. La radice del pericolo sta nella strategia per una massiccia riduzione della popolazione, obiettivo per cui “la famiglia reale britannica è disposta a rischiare una guerra mondiale”, ha dichiarato LaRouche.
La scorsa settimana un autorevole parlamentare del partito del Presidente Putin, Evgevni Fyodorov, ha accusato il governo americano di perseguire politiche che stanno conducendo il mondo a “scivolare verso una completa destabilizzazione” e verso una guerra mondiale con la politica del “regime change”. Fyodorov ha formulato le sue accuse in una videointervista poi riassunta in un articolo di Pravda.ru.
Dmitry Rogozin, ex vice primo ministro e ex ambasciatore russo presso la Nato, ha dichiarato ad una delegazione di parlamentari occidentali che se procede il dispiegamento del sistema ABM lungo i confini meridionali della Russia, Mosca sarà costretta a prendere misure “tecniche” per preservare il proprio deterrente strategico. A seguito del dislocamento di quattro navi militari americane dotate di sistemi ABM avanzati (Aegis) nel porto spagnolo di Rota, si è rotto l’equilibrio nucleare strategico, ha affermato Rogozin. Le navi potrebbero essere facilmente spostate nell’Atlantico settentrionale, in prossimità del territorio russo, per intercettare i missili strategici russi armati di testate termonucleari che sarebbero lanciati in rappresaglia contro un primo colpo americano. Questo altera l’intero sistema di deterrenza strategica e pone una minaccia esistenziale alla Russia, ha ammonito Rogozin.
E mentre si intensifica il conflitto al confine tra Turchia e Siria, e l’assassinio di Wissam al Hassan minaccia di allargarlo al Libano, certamente non è sfuggito ai russi che l’organo della City di Londra, l’Economist, ha chiesto agli USA di ignorare l’opposizione russa e procedere con la creazione di una zona di interdizione aerea nella Siria settentrionale e la creazione di una zona protetta da cui i ribelli anti-Assad possano agire in sicurezza.
Così si capisce perché la Russia abbia cominciato a dispiegare nuove batterie di missili antiaerei S-400 al confine meridionale, puntati alla Turchia, anche in risposta alle componenti dello scudo ABM recentemente installati dalla Nato. È proprio a questa serie di crescenti provocazioni e scontri che si riferiva Fyodorov parlando di detonatori della terza guerra mondiale.
Finora, lo abbiamo spesso ripetuto, la ferma opposizione dei vertici militari e dell’ex ministro della Difesa Robert Gates ha impedito che la guerra per procura condotta in Siria si trasformasse in un vero e proprio “cambiamento di regime” come è avvenuto in Libia. Ma il Presidente Obama ha confidato ai suoi più stretti collaboratori che una volta rieletto porterà a termine il lavoro, incurante delle conseguenze strategiche.
Per ora il team Obama si concentra sui piani per una “sorpresa di ottobre”, e cioè un attacco a bersagli in Libia che si presume siano responsabili dell’attentato al consolato di Bengasi. Un’alta fonte di intelligence ha detto all’EIR che il “kill team” di Obama, presieduto dallo stesso Presidente, abbia già scelto il bersaglio. L’unico ostacolo a questa azione militare è il timore che un’azione politicamente così sfacciata potrebbe avere dei contraccolpi elettorali più dannosi che utili alla rielezione del Presidente.
Mentre i russi sono corretti nell’ammonire che la politica USA stia conducendo il mondo vicino ad un braccio di ferro nucleare, proprio come Lyndon LaRouche ha avvertito nella sua conferenza del 19 ottobre, chi tira i fili della politica USA è la strategia imperiale di Londra. La radice del pericolo sta nella strategia per una massiccia riduzione della popolazione, obiettivo per cui “la famiglia reale britannica è disposta a rischiare una guerra mondiale”, ha dichiarato LaRouche.
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