di Ida Magli
ItalianiLiberi
Tragico destino degli Italiani essere sempre traditi da coloro che dovrebbero difenderli! Tragico destino degli Italiani essere sempre traditi da coloro in cui avevano riposto l’ingenua fiducia di essere finalmente salvati da questo stesso terribile destino! Sono trascorsi soltanto pochi giorni da quando avevamo esultato per l’arrivo in Parlamento dei giovani, ingenui, entusiasti seguaci del movimento a Cinque Stelle ed ecco che alla prima votazione anch’essi ci hanno tradito.
È uno degli innumerevoli giorni fatali della nostra storia, il Sabato 16 marzo 2013, che segniamo con amaro dolore nel diario di questi interminabili anni di crisi, da quando siamo sballottati fra il potere illegittimo dei banchieri e l’altrettanto illegittimo e vigliacco consenso dei parlamentari. Il tradimento è stato ratificato in un attimo. In Senato si vota per la Presidenza il candidato del Partito Democratico, un magistrato, consueto e più che mai grave stravolgimento di quella che in Italia non riesce in nessun modo ad essere una democrazia. La sua vittoria è dovuta esclusivamente all’apporto dei voti di una parte dei Grillini. Si è spenta così, con un colpo solo, qualsiasi speranza di un cambiamento nella storia politica dell’Italia, l’unico cambiamento che ci eravamo ingenuamente illusi di riuscire ad ottenere tramite le nuove, giovani forze del movimento di Grillo. L’illusione è durata soltanto due giorni. Mai è stata più breve, nella pur millenaria storia di illusioni e di tradimenti che perseguita gli Italiani.
Naturalmente la premessa al tradimento ha le sue basi nella Costituzione, strumento d’inganno e di battaglia contro qualsiasi briciola di potere della quale possano avvalersi i cittadini. È stata pensata e scritta con sottile, perfida astuzia proprio a questo scopo per cui, se non si toglie di mezzo questa Costituzione, per gli Italiani non sussiste nessuna possibilità di democrazia che non sia quella fittizia e di pura irrisione nella quale siamo ingabbiati. Grillo però non aveva mancato di denunciare, fondando il suo movimento, una fra le più macroscopiche di queste irrisioni: quella che libera il parlamentare, una volta eletto, dal tener fede al mandato dell’elettore; una norma così platealmente illegittima per la coscienza di cui ogni essere umano è dotato, che dovrebbe far arrossire tanto chi l’ha scritta quanto coloro che la mettono in atto. Non c’è società al mondo, da quelle più antiche a quelle “primitive”, quale che sia la religione, la cultura, la forma di governo, in cui sia lecito e sia mai stato ritenuto lecito venire meno ai patti. È esclusivamente in base al concetto di “patto”, infatti, che si forma una “società”, e nessun essere umano è mai vissuto in un gruppo che non fosse una “società”. I seguaci di Grillo hanno tradito due volte votando per il presidente del Senato proposto dal Partito Democratico: sono venuti meno al patto con gli elettori, non sostenere i Partiti e a uno dei punti più qualificanti del loro movimento.
Eleggere un magistrato come Presidente del Senato e quindi Vicepresidente della Repubblica è inoltre atto gravissimo di per sé perché rispecchia quello spirito di irrisione presente nella Costituzione cui ho già accennato. La Costituzione declama infatti la necessità della separazione dei Poteri, in primis quello della Magistratura; servirsi della carica di magistrato per accedere, dandone le dimissioni o mettendosi in aspettativa, con assoluta facilità ai massimi gradi del potere politico è ovviamente tradire lo spirito della Costituzione. In qualsiasi campo dell’agire umano, del resto, l’osservanza formale delle regole non è sufficiente e non è mai stata sufficiente a garantire la civiltà e la rettitudine della convivenza sociale. I magistrati sono i primi a saperlo. Siamo dunque, come al solito, nelle mani di governanti che ci disprezzano, che si servono dei cittadini come indispensabile “corpo” sul quale appoggiarsi per esercitare il potere; un corpo indispensabile al potere, gli Italiani, nient’altro.
Ida Magli
17 Marzo 2013
http://www.italianiliberi.it/Edito13/il-tradimento-destino-degli-italiani.html
È uno degli innumerevoli giorni fatali della nostra storia, il Sabato 16 marzo 2013, che segniamo con amaro dolore nel diario di questi interminabili anni di crisi, da quando siamo sballottati fra il potere illegittimo dei banchieri e l’altrettanto illegittimo e vigliacco consenso dei parlamentari. Il tradimento è stato ratificato in un attimo. In Senato si vota per la Presidenza il candidato del Partito Democratico, un magistrato, consueto e più che mai grave stravolgimento di quella che in Italia non riesce in nessun modo ad essere una democrazia. La sua vittoria è dovuta esclusivamente all’apporto dei voti di una parte dei Grillini. Si è spenta così, con un colpo solo, qualsiasi speranza di un cambiamento nella storia politica dell’Italia, l’unico cambiamento che ci eravamo ingenuamente illusi di riuscire ad ottenere tramite le nuove, giovani forze del movimento di Grillo. L’illusione è durata soltanto due giorni. Mai è stata più breve, nella pur millenaria storia di illusioni e di tradimenti che perseguita gli Italiani.
Naturalmente la premessa al tradimento ha le sue basi nella Costituzione, strumento d’inganno e di battaglia contro qualsiasi briciola di potere della quale possano avvalersi i cittadini. È stata pensata e scritta con sottile, perfida astuzia proprio a questo scopo per cui, se non si toglie di mezzo questa Costituzione, per gli Italiani non sussiste nessuna possibilità di democrazia che non sia quella fittizia e di pura irrisione nella quale siamo ingabbiati. Grillo però non aveva mancato di denunciare, fondando il suo movimento, una fra le più macroscopiche di queste irrisioni: quella che libera il parlamentare, una volta eletto, dal tener fede al mandato dell’elettore; una norma così platealmente illegittima per la coscienza di cui ogni essere umano è dotato, che dovrebbe far arrossire tanto chi l’ha scritta quanto coloro che la mettono in atto. Non c’è società al mondo, da quelle più antiche a quelle “primitive”, quale che sia la religione, la cultura, la forma di governo, in cui sia lecito e sia mai stato ritenuto lecito venire meno ai patti. È esclusivamente in base al concetto di “patto”, infatti, che si forma una “società”, e nessun essere umano è mai vissuto in un gruppo che non fosse una “società”. I seguaci di Grillo hanno tradito due volte votando per il presidente del Senato proposto dal Partito Democratico: sono venuti meno al patto con gli elettori, non sostenere i Partiti e a uno dei punti più qualificanti del loro movimento.
Eleggere un magistrato come Presidente del Senato e quindi Vicepresidente della Repubblica è inoltre atto gravissimo di per sé perché rispecchia quello spirito di irrisione presente nella Costituzione cui ho già accennato. La Costituzione declama infatti la necessità della separazione dei Poteri, in primis quello della Magistratura; servirsi della carica di magistrato per accedere, dandone le dimissioni o mettendosi in aspettativa, con assoluta facilità ai massimi gradi del potere politico è ovviamente tradire lo spirito della Costituzione. In qualsiasi campo dell’agire umano, del resto, l’osservanza formale delle regole non è sufficiente e non è mai stata sufficiente a garantire la civiltà e la rettitudine della convivenza sociale. I magistrati sono i primi a saperlo. Siamo dunque, come al solito, nelle mani di governanti che ci disprezzano, che si servono dei cittadini come indispensabile “corpo” sul quale appoggiarsi per esercitare il potere; un corpo indispensabile al potere, gli Italiani, nient’altro.
Ida Magli
17 Marzo 2013
http://www.italianiliberi.it/Edito13/il-tradimento-destino-degli-italiani.html
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