"THE END"

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sabato 10 novembre 2012

Testimonianze aliene nella storia:il mistero delle origini e i giganti


Genesi 6:4; Deuteronomio 1:28; Deuteronomio 2:10-11,20-21; Deuteronomio 9:2; Deuteronomio 3:11; Numeri 13:33; 1Cronache11:23; 1 Samuele 17:4…questi soltanto alcuni dei passi biblici che parlano di uno degli argomenti più misteriosi che la storia abbia mai incontrato: i Giganti.


Molti indizi ci portano a pensare che, in un tempo remoto, una razza simile alla nostra, ma di proporzioni gigantesche, sia vissuta sul nostro pianeta; una razza che, come vedremo, avrebbe assunto diversi nomi e lasciato molte tracce, sia pure oggi disperse nel mito e nella leggenda.

Quello che stiamo per affrontare è di certo uno dei temi più scottanti dell’archeologia, così come delle scienze parallele, un tema così vasto che trova spazio anche nella moderna Ufologia e nelle teorie alternative della creazione; si tratta di una ricerca che molto spesso si è scontrata con l’archeologia ortodossa, che è stata vittima di innumerevoli insabbiamenti, oltre che presa spesso di mira dai falsari e dai cacciatori della notorietà ad ogni costo.

Spesso il mito dei Giganti è stato portato come spiegazione ad innumerevoli siti archeologici ancora senza una plausibile risposta, rimangono però delle testimonianze degne di nota, e il forte sospetto che il voler ad ogni costo riportare al mito la storia dei Giganti nasconda il bisogno di coprire una scomoda verità.

Da tempo immemorabile e nei luoghi più svariati della terra, sono stati rinvenuti resti umani appartenenti ad una misteriosa razza caratterizzata da proporzioni fisiche fuori dal comune; scheletri o parti di strutture ossee con una altezza variabile dai due ai cinque metri, manufatti dalle dimensioni eccezionali, orme impressionanti.

Tralasciando per adesso i miti antichi provenienti dalle regioni orientali e dalle Americhe, iniziamo con il ricordare quanto descritto nel Libro della Genesi, e più precisamente al versetto 4 del sesto libro: i giganti si congiunsero con le figlie degli uomini, disobbedendo agli ordini divini, e generando una nuova stirpe.

Chi erano queste misteriose creature? Forse gli Angeli Caduti? Oppure una razza già esistente sulla Terra che si espanse verso nuove conquiste?

La stessa storia, sia pure con qualche sostanziale differenza, viene ricordata nel Libro di Enoch; il Patriarca, infatti, condotto in volo fino al Quinto Cielo, vede di persona degli esseri giganteschi, gli stessi che identifica come gli Angeli Caduti, padri di una successiva stirpe di Giganti che terrorizzò la Terra.

Stranamente, ma forse neanche più di tanto, questa storia non è patrimonio esclusivo della Bibbia; la stessa situazione venne descritta a Cortez nel XVI secolo dagli Incas, quando, ricordando il mito della creazione, gli parlarono di una razza di Giganti discesa dal cielo che aveva avuto rapporti con le loro donne.


A testimonianza della veridicità dei fatti, venne regalato a Cortez un femore della stessa lunghezza di un uomo di media statura; lo strano reperto venne inviato in dono al Re di Spagna.

Non abbiamo documentazione sufficiente per suffragare questo avvenimento, rimane però il fatto che la tradizione biblica era quasi universalmente conosciuta; trovandoci comunque a parlare di avvenimenti molto lontani nel tempo, è opportuno fare almeno una precisazione: ammesso che l’osso femorale sia realmente esistito, il rapporto in merito alla sua altezza deve essere fatto con la statura media del tempo, e non certo con quella moderna.

Lo stesso discorso vale per il rinvenimento avvenuto in Inghilterra durante il Medioevo; i resti di un uomo alto circa 4,60 metri con accanto una spada di oltre due metri: si tratta di notizie che non possono essere formalmente validate, ma le annotazioni sono così tante, e provenienti dalle fonti più disparate, che risulta difficile non pensare che esista comunque una verità di fondo.

La flotta di Magellano, nel 1520, ebbe un contatto con un gigante, e l’evento fu così sconvolgente che uno degli ufficiali, Pigafetta, si premurò di annotarlo minuziosamente nel diario di bordo; nel 1578 l’esploratore inglese Francis Drake, negli stessi luoghi descritti da Pigafetta, si scontrò con degli uomini alti più di due metri e trenta.

Le stesse identiche storie vengono narrate dai vari esploratori della Patagonia, e lo stesso Charles Darwin parla di uomini e donne che superano i due metri d’altezza.

Chi erano queste strane creature? Forse eredi dei mitici Giganti descritti da innumerevoli tradizioni?

Tenendo conto dell’altezza media di un tempo, si potrebbe obiettare che si sia trattato di semplici coincidenze, ovvero di incontri con persone che erano la classica eccezione alla regola; in questo caso, comunque, ci troveremmo a descrivere tutta una serie di coincidenze avvenute in luoghi diversi e tempi diversi; possibile che tutti i testimoni si trovarono ad osservare gli unici uomini che superavano l’altezza media?

Altro dato rilevante è l’osservazione delle testimonianze pervenute dalla Patagonia; se dividiamo lungo una linea temporale gli incontri avvenuti, ci troveremmo ad osservare come, andando avanti nel tempo, la statura descritta diventa sempre più bassa, quasi a testimoniare un originario incrocio di razze con esseri giganteschi che man mano ha attenuato i suoi effetti con le successive contaminazioni; in ogni caso, ancora oggi, l’altezza media dei popoli della Patagonia si aggira intorno a 1,85 metri.

Chi invece fosse sfiorato dall’idea che si tratti di notizie datate, che non troverebbero posto nell’età moderna, si potrà ricredere consultando una copia del Daily Mirror datata maggio 1966: una banda composta da uomini alti più di 2,20 metri, proprio in quel periodo, terrorizzava alcune tribù della foresta amazzonica; testimone dell’accaduto fu anche un gruppo di ufficiali appartenenti all’Aeronautica Brasiliana.

Tre anni più tardi, nel 1969, uno scavo archeologico nei pressi di Terracina, ravvivò nuovamente l’interesse per i Giganti: cinquanta sarcofagi di terracotta, senza alcuna iscrizione o segno che ne permettesse l’identificazione, contenenti resti di persone alte anche 2,15 metri.

Ritrovamenti del genere, per quanto possa apparire poco credibile, ne esistono a centinaia, difficilmente però si riesce a saperne qualcosa in più; la scienza ufficiale ha da sempre negato l’esistenza dei Giganti, siano essi vissuti in epoche remote che in un periodo abbastanza recente.

Questo fronte compatto di negazionisti porta inevitabilmente ad un processo di disinformazione, oltre che alla perdita materiale dei reperti.




Se i Giganti sono realmente esistiti, se la storia che narra la Bibbia e che è riscontrabile in molte altre culture, antecedenti o meno al libro sacro, descrive una antica verità, dovremmo allora avere delle tracce visibili; esistono davvero? E’ possibile trovare un filo comune che leghi i Giganti alla nostra epoca, all’ipotesi Ufologica e alle narrazioni dei Miti?

Proviamo a cimentarci in questa affascinante ricerca: non disponiamo di nessuna documentazione che ci aiuti a delineare l’aspetto fisico della prima razza di Giganti, possiamo soltanto azzardare l’ipotesi che, in qualche modo, non appartenessero alla razza umana.

Di contro possiamo provare a sbilanciarci partendo dall’informazione relativa al loro accoppiamento con le figlie degli uomini; la nuova stirpe che venne generata doveva di certo possedere geni da entrambe le parti, in pratica il DNA dei Giganti venne incorporato in quello umano. Posta come punto di partenza questa ipotesi, dovremmo ritrovare alcuni aspetti caratteristici esaminando da questo punto di vista quelli che, ipoteticamente, potrebbero essere gli ultimi discendenti.

Possiamo in questo caso aiutarci con le scarse e frammentarie notizie pervenute nel tempo; attestato che possedevano una enorme forza fisica e una non comune statura, quello che più ci interessa è però una strana caratteristica descritta in molti testi antichi: i Giganti, o la maggior parte di essi, possedevano sei dita, sia nelle mani che nei piedi.

Si tratta ovviamente di una caratteristica che può essere rintracciata in alcune malformazioni; questo non ci darebbe la prova concreta, ma esiste una tribù in Ecuador presso la quale tale caratteristica è prominente, la tribù dei Waorani.

Così come i Giganti, gli Waorani, hanno sei dita, e allo stesso modo presentano un carattere altamente bellicoso e violento, tanto che più del 50% delle morti registrate negli ultimi cinque anni sono state frutto di omicidi.

Esami medici hanno dimostrato che i Waorani non si ammalano mai di cancro, non hanno malattie cardiovascolari, non soffrono di pressione alta o allergie; come i Giganti sono alti, fieri, posseggono sei dita e sono estremamente bellicosi.

Altra popolazione assimilabile geneticamente alla Mitica Stirpe è quella dei Melugeons, con i quali venne in contatto l’inglese James Needham nel 1673; anche in questo caso l’uomo notò con meraviglia le famose sei dita nelle mani e nei piedi.

Lo stesso fenomeno venne documentato nei pressi di Efeso, in Turchia, si tratta di casi nei quali il gene responsabile è diventato dominante, e quando ciò accade il gene non può che provenire dal passato, se poi in questo passato ritroviamo una razza che assume tutte le caratteristiche riscontrate diventa impossibile pensare ad una semplice coincidenza.

Questa strana caratteristica fisica, descritta tra l’altro in Samuele 21:20, è stata spesso riscontrata anche nei ritrovamenti di scheletri, ad esempio nel 1981 in Arizona e nel 1895 in Irlanda.

Uomini e donne con sei dita, scheletri con sei dita, antiche testimonianze che narrano di Giganti con sei dita; troppe coincidenze, e la sequenza non si ferma di certo qui.

In Cile, a Cueva Milodon, esiste un petroglifo scolpito dentro una caverna, che rappresenta un Gigante con sei dita; le stesse incisioni sono riportate dal popolo del Pueblo, insieme a tutta una serie di impronte e piedi disegnati sempre con sei dita.

La descrizione di questa strana caratteristica fisica, è rintracciabile in centinaia di culture, racconti, incisioni, statue di divinità, dal più remoto passato fino ai nostri giorni.

William Rutledge, parlando della missione di recupero Apollo 20, menziona un umanoide con sei dita; nel famoso filmato dell’autopsia aliena si nota come la figura distesa sul lettino possegga sei dita per mano e sei dita per piede; nel pannello mostrato tra i presunti detriti di Roswell si notano incisioni di mani con sei dita; molti testimoni di incontri ravvicinati parlano di creature con sei dita, e lo stesso accade nelle registrazioni delle sedute alle quali si sottopongono le vittime di rapimenti alieni.

Allo stesso modo molte raffigurazioni Sumere rappresentano personaggi con sei dita, gli Anunnaki presentano sei dita così come gli Oannes; tutte coincidenze? Perché tutte le tracce scoperte fino ad oggi debbono necessariamente appartenere al mito?




Tentare di rintracciare una plausibile verità intorno al Mito dei Giganti non è facile; molte sono le problematiche da risolvere, soprattutto quelle di carattere scientifico.

Non dimentichiamo che lo scheletro umano riesce a sopportare una struttura ben definita, non dimentichiamo neanche che il Gigantismo è una patologia oggi ben conosciuta, ma anche un fenomeno che anticamente avrebbe dato adito ad innumerevoli, fantasiose interpretazioni; non dimentichiamo infine che risulta estremamente importante focalizzare con precisione il periodo storico che vide su questa terra la razza dei Giganti.

Se infatti è vero che la struttura fisica è direttamente connessa con la gravità terrestre, è anche vero che tutte le ricerche effettuate ad oggi presentano come punto storico di riferimento il periodo preistorico, l’era dei dinosauri, partendo dal punto di vista degli insegnamenti cattedratici; esiste però anche una teoria ciclica, una teoria che vede le civiltà nascere, morire e rinascere sull’onda di immani cataclismi.

Quali erano le condizioni atmosferiche del nostro pianeta più di cinquanta milioni di anni fa? Erano tali da permettere l’esistenza di creature simili ai Giganti?

Esistono in effetti delle teorie che ipotizzano una massa inferiore del nostro pianeta in epoche remote; altra interessante ipotesi di ricerca è invece quella dell’Universo Elettrico, ovvero di una gravità non costante ma variabile, con un universo composto al 95% da plasma.

In questo caso, possedendo il plasma delle leggi differenti dagli altri tre stati della natura conosciuti (solido, liquido e gassoso), si potrebbe ipotizzare uno sviluppo abnorme della struttura fisica.

Secondo questa teoria, abbastanza rivoluzionaria, l’attuale cosmologia sarebbe in buona parte errata, poiché la formazione delle galassie e dei sistemi planetari non sarebbe avvenuta grazie all’interazione gravitazionale, bensì sulla base dell’interazione elettromagnetica che si crea nel plasma.

Anche se toccare le leggi fisiche, si potrebbero avanzare altrettante ipotesi: un’atmosfera più densa, una maggiore velocità di rotazione terrestre con un conseguente effetto centrifugo, una Luna molto più vicina al nostro pianeta che si muove in sincronia con Pangea contrastando l’effetto gravitazionale terrestre.

Concludiamo riportando alcune tra le tante notizie di ritrovamenti legati al mistero dei Giganti;come dicevamo all’inizio, il condizionale è d’obbligo, ma non mancano casi ancora in attesa di una valida spiegazione, e quanto troppe coincidenze si affollano in un consistente spazio temporale e geografico, forse stiamo davvero sfiorando una antica verità ancora in attesa di essere codificata.

1895: nel corso di attività minerarie nella contea di Antrim, in Irlanda, venne alla luce un gigante fossilizzato. L’altezza era di 3,70 metri, e il piede destro presentava sei dita.

Gargayan: durante uno scavo viene alla luce uno scheletro umano alto 5,18 metri.

Ceylon: rinvenuti resti umani di individui alti certamente circa 4 metri.

Zone sud-orientali della Cina: rinvenute ossa umane di individui alti più di 3 metri. Furono anche ritrovati attrezzi dalle dimensioni sconcertanti; dalle stime effettuate ci sarebbe voluta una persona di circa 4 metri. Sempre nello stesso scavo vennero rinvenute 500 asce bipenni del peso di 8 chilogrammi ciascuna.

Tura, nell’Assam (Pakistan occidentale):rinvenuto uno scheletro umano dell’altezza di circa 3,35 metri.

Cina meridionale: rinvenuti denti umani grossi circa sei volte in più rispetto a quelli di un uomo normale.

Isole di Giava 1940: rinvenuta una mascella inferiore appartenente ad un uomo alto intorno ai 3,50 metri.

Sedimenti lacustri di Ol Dway (in Africa del sud):impronte fossili umane dalle enormi dimensioni su antichi fanghi pietrificati.

Australia sud-orientale: impronte su fango pietrificato scoperte dal paleontologo Rex Gibroy; si tratta di mani e piedi abnormi. Le dita dei piedi misuravano 18,5 centimetri, mentre la mano, dal polso all’estremità del medio, misurava 28 centimetri.

Caucaso: trovati recentemente da alcuni antropologi sovietici scheletri di circa 3 metri.

California 1810: rinvenuto lo scheletro di un gigante che presentava sei dita ai piedi e un cranio di proporzioni abnormi.

Continente Americano: nel 1870 alcuni indiani della tribù Omaha dissotterrarono dei teschi che misuravano 60 centimetri.

Isole Aleutine: nel 1943 vennero portati alla luceossa di proporzioni incredibili, e, crani, anche in questo caso di 50-60 centimetri.

Braystown (Tennesse): intorno al 1810 vennero rinvenute orme di piedi umani dalle incredibili proporzioni e con sei dita.

Nel 1970, in mare, a 270 Km da Santiago del Cile, venne rinvenuto uno scheletro umano di 2,38 metri.


Articolo di Roberto La Paglia fonte

Fonti e approfondimenti

I Giganti e il Mistero delle Origini – Louis Charpentier
www.heramagazine.it
www.ufosigns.org

Tratto da:http://noiegliextraterrestri.blogspot.it/2012/11/tracce-aliene-nella-storia.html#more


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