"THE END"

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martedì 12 marzo 2013

UN INCONTRO RAVVICINATO CON SEI EXTRATERRESTRI CATALOGATO "INSPIEGABILE" DAL GEIPAN

Il GEIPAN (Groupe d’Études et d’Informations sur les Phénomènes Aérospatiaux Non-identifiés), organizzazione dell’agenzia spaziale CNES (Centre National d’études Spatiales) che si occupa di UFO, o meglio (come vengono definiti dagli scienziati addetti a questa unità) PAN (Phénomènes Aérospatiaux Non-identifiés), ha catalogato un caso di “incontro ravvicinato con sei extraterrestri” con la dicitura “D“, ossia “Osservazione Inspiegabile nonostante gli elementi in possesso del GEIPAN“.
L’episodio è accaduto il giorno 12 dicembre 1987, nella Regione di Languedoc-Roussillon, Dipartimento dell’Aude ed ha visto come protagonista uno sconvolto testimone che si è recato nella locale centrale della Gendarmeria, deponendo sull’accaduto il giorno 28 dicembre 1987. Ecco la descrizione del caso:
Tutto avvenne il giorno 12 dicembre 1987, alle ore 10:45 a.m. Quel giorno un testimone (di cui non sono state rese le generalità per la tutela della privacy) si trovava nei pressi di una struttura in disuso per andare a prendere della legna. Una volta parcheggiata la sua automobile su una strada sterrata, scende dall’abitacolo e, notando che pioveva a dirotto, si reca nei pressi di alcuni piccoli arbusti. E con grande sorpresa, riparati sotto degli alberi, nota un gruppo di “persone” che si era riparata per la forte pioggia. Questo gruppo era composto da sei individui, di cui tre avevano un’altezza di 1 metro e 50 centimetri e gli altri tre un’altezza di 1 metro.



Il testimone avvicinatosi disse loro “ciao“, ma non ebbe alcuna risposta. Il testimone continuò nel tentativo di parlare con loro e disse “che brutto tempo c’è oggi” e, dopo questo secondo tentativo, cominciò a sentire strani suoni che venivano scambiati tra di loro. Pensando che fosse un gruppo sportivo, il testimone chiese loro se fossero del posto. In quel momento, uno di essi, che sembrava essere di sesso femminile, si avvicinò al testimone e disse con un francese stentato e con voce nasale “pianeta sono” (fonetico). Pensando che fosse uno scherzo, il testimone disse loro: “ma si, voi siete degli extraterrestri” e si voltò per vedere se ci fosse nelle immediate vicinanze un set cinematografico, ma non vide nulla. In quel preciso istante, questo essere si chinò verso il terreno, fece due segni e trascrisse il significato in due parole “cielo” e “demone“. Inoltre, il testimone vide poi questo essere avanzare verso quattro strane macchine che somigliavano a delle “slitte da neve“, ma senza motori, senza ruote, senza nessun sistema meccanico evidente. Queste macchine erano di colore chiaro, due misuravano 1 metro e 50 di lunghezza e due, più piccole, avevano la lunghezza di un metro.
Il testimone, incuriosito dal funzionamento di questi mezzi, pose una domanda a uno di questi esseri e disse “come funziona il vostro ‘trucco’?“. L’essere femminile rispose e disse: “magnetico” e fece comprendere al testimone che la loro fermata lì era dovuta alla pioggia che recava disturbo ad essi.
Il testimone ci prese gusto con le domande e disse all’extraterrestre “se il loro mondo fosse migliore del nostro“. L’essere femminile rispose “c’è meno lavoro“. Poi il testimone incalzò e domandò se loro fossero come gli umani e se il loro mondo avesse un’atmosfera, ma il presunto extraterrestre non rispose. Fu in quel momento che si avvicinò al testimone un’altro essere, gli pose una mano che al tatto era molto fredda. Il testimone domandò quindi se l’extraterrestre avesse vissuto per molto tempo su un pianeta. L’essere rispose e mostrò al testimone alcuni personaggi del 13° secolo e altri del 9° secolo. Inoltre, il presunto extraterrestre pose al testimone di nuovo la mano, si indicò e disse “polo artico“. Fu allora, tra l’altro, che il testimone pose un’altra domanda allo strano essere e disse se prelevavano delle persone su questo pianeta. L’extraterrestre rispose che “gli esseri umani non sono interessanti“, ma c’è comunque della gente umana che viaggia con loro.
In quel momento, si presentò un settimo individuo, che andò in una specie di “trance“. Parlavano tra di loro emettendo dei suoni e sembrò furioso della conversazione avviata tra alcuni di loro e il testimone. Poi, tutti questi individui si recarono ed entrarono sul loro rispettivo mezzo, un essere di piccole dimensioni su un mezzo piccolo, due piccoli esseri su un altro piccolo mezzo, l’essere che andò in “trance” entrò in un grande mezzo e gli altri tre su un altro grande mezzo. Senza mettere in moto le macchine, i mezzi cominciarono a girare sul posto alzandosi leggermente dal suolo. In quel preciso istante, il testimone udì un rumore simile a “ultrasuoni” e che cominciò a “prendere” la testa. Nonostante i dolori alla testa, il testimone riuscì a vedere i velivoli andare in direzione della collina, in seguito notò un “buco nero“, ma essendo debilitato dal dolore alla testa non riuscì a scorgere la durata del fenomeno. Nonostante il dolore lancinante alla testa, il testimone non cadde al suolo svenuto.
Si recò successivamente alla sua automobile e la toccò per vedere se fosse un sogno o meno. Affermò inoltre che quando le strane macchine cominciarono a partire, si trovava ad una distanza di circa 6 metri.
Secondo la descrizione fatta dal testimone in seguito alla Gendarmeria, questi esseri avevano una carnagione olivastra, di tipo molto asiatico e avevano delle rughe che partivano dal naso, perpendicolarmente al viso. Alcuni erano alti 1 metro e 50 centimetri, altri erano invece alti 1 metro ed erano rivestiti da una specie di combinazione di colore scuro marrone nero. Il testimone non riuscì a determinare il materiale di cui erano rivestiti, e nemmeno il materiale di cui erano fabbricati i loro velivoli. Due di questi esseri avevano un cappuccio aderente alla testa. Un’altro di questi esseri aveva dei capelli molto, molto bianchi come gli albini, un’altro aveva i capelli di colore pepe e sale e gli altri erano incappucciati.
Il testimone, dopo circa due ore dall’episodio, ritornò sul luogo dell’incontro assieme a sua figlia di 16 anni e scoprì delle tracce rotonde al suolo, di circa 8 centimetri di diametro e che si trovano sul luogo in cui erano presenti i piedi di questi individui.
Quando raccontò il tutto alla Gendarmeria, il testimone confessò che era la prima volta che ebbe a vedere degli extraterrestri e che non fosse in nessun modo un appassionato del fenomeno UFO. Per il testimone ciò che lo coinvolse non era da addebitare ad una allucinazione. Per lui fu assolutamente reale.
fonte
http://noiegliextraterrestri.blogspot.it

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