DI ALDO TASSONE – 14 MARZO 2013PUBBLICATO IN: FRANCIA
TRADUZIONE DI ITALIADALLESTERO.INFO
Nessuno avrebbe potuto immaginare che, in una capitale dove di solito non succede niente di particolare, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo si svolgessero simultaneamente due eventi eccezionali e rivoluzionari. Stranezza del destino, i romani possono assistere a due grandi film “politici” altamente spettacolari : la formazione ultraproblematica di un nuovo governo, ed il più incerto dei conclavi. Che bei soggetti per commedie satiriche all’italiana; peccato che i maestri del genere (Pietro Germi, Mario Monicelli, Dino Risi, Elio Petri, Luigi Comencini) non siano più fra noi. A meno che Nanni Moretti non ci sorprenda con una nuova versione del suo profetico “Habemus Papam”; titolo consigliato: “Forza, scappiamo!”.
Queste elezioni sono sicuramente le più strane ed inquietanti del dopoguerra. Come ha detto un politico tedesco, non senza ragioni, due “clown” – un bugiardo professionista senza scrupoli e un ex-attore radicale di spirito sessantottino- hanno messo in crisi una sinistra troppo fiduciosa. Questi risultati veramente inattesi (il partito di Beppe Grillo – una sorta di Coluche [noto comico satirico francese candidatosi alle elezioni nazionali, N.d.T.] imbufalito – rappresenta un rivoluzionario terzo polo tra destra e sinistra) renderanno molto difficile la formazione di un nuovo governo.
L’Europa si preoccupa: ma la situazione è così grave? Gli italiani, si sa, danno il meglio di sé quando sono con le spalle al muro. In questi ultimi giorni, il papa rinunciatario [in italiano nel testo, N.d.T.] (colui che “che fece per viltade il gran rifiuto”, come scrisse Dante di Celestino V) ha rubato la scena a Berlusconi e Grillo! I media si sono gettati su colui che i romani chiamano, non senza ironia, “il pastore tedesco” ; niente ci è stato risparmiato sulla sua partenza.
Giornali e televisioni hanno insistito penosamente sul (presunto) lato “doloroso” della decisione, come se, lasciando il potere, Sua Santità avesse affrontato una sorta di martirio. Gli hanno perdonato tutto, anche la sua imperdonabile “vigliaccheria” (darsela a gambe, invece di battersi per riformare una Chiesa minacciata dagli scandali). La sua figura di bianco vestita, il suo viso rassicurante di gran vegliardo (“che trovata il suo ciuffo accuratamente pettinato” mi diceva il regista Risi) hanno invaso i muri della capitale. Come un santo protettore (un clown bianco?), ha finito per rubare la scena ai due clown della politica! Niente di realmente “doloroso” in questa trionfale partenza provvisoria a Castel Gandolfo. Sappiamo che, dopo il conclave, gli hanno riservato una deliziosa casetta sulla verde collina del Vaticano. E se il suo “gran rifiuto” fosse davvero un colpo da maestro? Quanto a Grillo, il papa terribilmente intransigente dei “grillini”, è tornato al suo primo amore : “Fare casino!”. “C’è un Mao in lui” avrebbe detto l’attore Paolo Villaggio, di Genova come lui. Nel 1982, ne “L’impostore”, una graziosa favola ironica di Comencini, Grillo, giovane attore barbuto, interpretava il ruolo di un Cristo anonimo di oggi : un vero rivoluzionario, già allora! La vita imita l’arte.
[Articolo originale " A Rome, ville pagaille, trois clowns…" di Aldo Tassone]
italiadallestero.info/
TRADUZIONE DI ITALIADALLESTERO.INFO
Nessuno avrebbe potuto immaginare che, in una capitale dove di solito non succede niente di particolare, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo si svolgessero simultaneamente due eventi eccezionali e rivoluzionari. Stranezza del destino, i romani possono assistere a due grandi film “politici” altamente spettacolari : la formazione ultraproblematica di un nuovo governo, ed il più incerto dei conclavi. Che bei soggetti per commedie satiriche all’italiana; peccato che i maestri del genere (Pietro Germi, Mario Monicelli, Dino Risi, Elio Petri, Luigi Comencini) non siano più fra noi. A meno che Nanni Moretti non ci sorprenda con una nuova versione del suo profetico “Habemus Papam”; titolo consigliato: “Forza, scappiamo!”.
Queste elezioni sono sicuramente le più strane ed inquietanti del dopoguerra. Come ha detto un politico tedesco, non senza ragioni, due “clown” – un bugiardo professionista senza scrupoli e un ex-attore radicale di spirito sessantottino- hanno messo in crisi una sinistra troppo fiduciosa. Questi risultati veramente inattesi (il partito di Beppe Grillo – una sorta di Coluche [noto comico satirico francese candidatosi alle elezioni nazionali, N.d.T.] imbufalito – rappresenta un rivoluzionario terzo polo tra destra e sinistra) renderanno molto difficile la formazione di un nuovo governo.
L’Europa si preoccupa: ma la situazione è così grave? Gli italiani, si sa, danno il meglio di sé quando sono con le spalle al muro. In questi ultimi giorni, il papa rinunciatario [in italiano nel testo, N.d.T.] (colui che “che fece per viltade il gran rifiuto”, come scrisse Dante di Celestino V) ha rubato la scena a Berlusconi e Grillo! I media si sono gettati su colui che i romani chiamano, non senza ironia, “il pastore tedesco” ; niente ci è stato risparmiato sulla sua partenza.
Giornali e televisioni hanno insistito penosamente sul (presunto) lato “doloroso” della decisione, come se, lasciando il potere, Sua Santità avesse affrontato una sorta di martirio. Gli hanno perdonato tutto, anche la sua imperdonabile “vigliaccheria” (darsela a gambe, invece di battersi per riformare una Chiesa minacciata dagli scandali). La sua figura di bianco vestita, il suo viso rassicurante di gran vegliardo (“che trovata il suo ciuffo accuratamente pettinato” mi diceva il regista Risi) hanno invaso i muri della capitale. Come un santo protettore (un clown bianco?), ha finito per rubare la scena ai due clown della politica! Niente di realmente “doloroso” in questa trionfale partenza provvisoria a Castel Gandolfo. Sappiamo che, dopo il conclave, gli hanno riservato una deliziosa casetta sulla verde collina del Vaticano. E se il suo “gran rifiuto” fosse davvero un colpo da maestro? Quanto a Grillo, il papa terribilmente intransigente dei “grillini”, è tornato al suo primo amore : “Fare casino!”. “C’è un Mao in lui” avrebbe detto l’attore Paolo Villaggio, di Genova come lui. Nel 1982, ne “L’impostore”, una graziosa favola ironica di Comencini, Grillo, giovane attore barbuto, interpretava il ruolo di un Cristo anonimo di oggi : un vero rivoluzionario, già allora! La vita imita l’arte.
[Articolo originale " A Rome, ville pagaille, trois clowns…" di Aldo Tassone]
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