"THE END"

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venerdì 22 febbraio 2013

"La nostra realtà è un sogno manipolato?"


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Articolo di Federico Bellini, tratto da "Fenomeno Abductions" (2012)
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“Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero
senza esserlo” (Johann Wolfgang von Goethe)
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E' possibile manipolare i sogni? Secondo Daniel Bendor e Matthew Wilson, due neuroscienziati del Mit di Boston, sembra proprio di si, o almeno per quanto riguarda i topi. In una ricerca pubblicata su Nature Neuroscience nel 2012, infatti, i due ricercatori hanno descritto in che modo il sonno e i sogni consentono di consolidare i ricordi, e come sia possibile, in una certa misura, influenzare questo processo. Bendor e Wilson hanno fatto correre gli animali in un labirinto guidandoli con due suoni distinti: il primo indicava la presenza di cibo a destra del percorso, il secondo a sinistra. Confrontando l’attività cerebrale dei topi durante questo processo e mentre erano i riposo, gli scienziati sono stati in grado di stabilire che nel sonno essi rievocavano in sogno i movimenti effettuati. Finora nessuna novità: si tratta di un meccanismo piuttosto noto, il cosiddetto replay, che si verifica nell’ippocampo e si presume serva a consolidare gli eventi vissuti nella memoria. La vera sorpresa c’è stata quando – ancora durante il riposo degli animali – i due studiosi hanno provato a riprodurre i suoni che avevano usato come "segnali" nell’esperimento. I ricercatori non si aspettavano che in questo modo fosse possibile influenzare i sogni dei topi, ma è andata proprio così: riproducendo il suono che indicava il cibo in una direzione o nell’altra, il topo veniva indotto a sognare il relativo percorso compiuto in precedenza; questo fenomeno di replay si verifica nell'animale solo durante il sonno, esattamente come succede negli esseri umani. Non è la prima volta che si osservano somiglianze di questo tipo tra topi e umani, e questo potrebbe aprire la strada a nuovi studi e a diverse applicazioni, magari un giorno, immaginano i ricercatori, potrebbe addirittura essere possibile dare vita a una vera e propria “ingegneria dei sogni”, tramite cui intervenire sui ricordi ad essi associati per modificarli, rimuoverli, e forse anche crearli dal nulla. A questo punto la domanda sorge spontanea, se i nostri scienziati sono riusciti a manipolare i sogni di alcuni topolini, una civiltà aliena molto più progredita di noi di migliaia o milioni di anni, di cosa è capace?

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«Che cosa vuol dire "reale"? Dammi una definizione di "reale". Se per reale ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel "reale" sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello». Questa frase è tratta dal film "Matrix" ed è proferita da Morpheus a Neo, nel momento in cui tenta di spiegargli la vera natura di Matrix, elaborata simulazione olografica concepita per sfruttare l'energia corporea degli esseri umani. E' solo l'idea fantasiosa di una sceneggiatura? In verità, l'ipotesi che il nostro universo possa essere una simulazione tridimensionale è stata avanzata da diversi scienziati. Secondo alcuni di loro, la realtà che abbiamo sotto gli occhi potrebbe essere il frutto di una elaborata simulazione olografica programmata in un super-computer da una civiltà di esseri enormemente più avanzata della nostra. Il filosofo greco Platone elaborò un intrigante racconto, Il mito della caverna, attraverso il quale tentava di spiegare la sua idea sulla natura della realtà. Il filosofo greco era convinto che il nostro mondo, l'universo e tutto quanto, non fosse altro che la copia sbiadita della vera realtà, chiamata Iperuranio (al di là dei cieli), pertanto, quella che noi reputiamo essere la realtà, sarebbe semplicemente un'illusione. Sempre secondo Platone, l'uomo sarà in grado di conoscere la vera natura dell'Universo solo quando la sua anima farà ritorno nell'Iperuranio, luogo nel quale sarà possibile conoscere le cose così come sono.
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Nick Bostrom, docente presso la Facoltà di Filosofia all'Università di Oxford e direttore fondatore del Future of Humanity Institute e del Programma sugli impatti della Future Technology della Oxford Martin School, alcuni anni fa, ha presentato quello che è stato definito "Argomento sulla simulazione" che è ancora fonte di ampi dibattiti tra gli scienziati. Mettendo una parentesi alla parte matematica della teoria, Bostrom inizia la sua riflessione con l'ipotesi che le civiltà future avranno abbastanza potenza di calcolo e avanzate capacità informatiche per essere in grado di creare una simulazione avanzata della vita umana. La simulazione sarebbe abitata da esseri programmati con una tale complessità da essere coscienti e avere lo stesso tipo di esperienze che abbiamo noi e i cervelli simulati, sarebbero parte integrante di questo universo matrice. Nella sua ipotesi, Bostrom non fa previsioni su quanto tempo ci vorrà per sviluppare questa capacità, alcuni futurologi credono che questo possa avvenire entro i prossimi 50 anni. "Viviamo in una simulazione al computer?" Il nostro universo ha un'età tra i 14 e i 16 miliardi di anni, quindi, è probabile che una civiltà antecedente alla nostra, molto più evoluta, sia stata in grado di realizzare la sofisticata simulazione nella quale ci troviamo. Bostrom è consapevole, però, che la sua idea è indimostrabile, se non altro per il fatto che possediamo talmente poche informazioni sulla realtà e che è impossibile stabilire se questa ipotesi è vera o falsa, ma se fosse vera: “le leggi scoperte da Copernico, Darwin, Einstein e gli altri, sarebbero la descrizione sensibile del funzionamento della realtà simulata. Queste leggi potrebbero essere o non essere identiche a quelle che operano al livello più fondamentale della realtà, cioè al di fuori del computer che sta eseguendo la nostra simulazione”. Sempre secondo Bostrom, potrebbe trattarsi di un esperimento scientifico, con lo scopo di studiare le epoche tecnologicamente più primitive, ma peggio ancora, potrebbe trattarsi di un gioco virtuale per i nostri creatori, elaborato con lo stesso spirito con il quale noi giochiamo con "The Sims". Alcuni pensatori di indole più spirituale, hanno ipotizzato che quella che a noi sembra essere una simulazione, potrebbe semplicemente essere il modo di operare dell'Architetto (la grande mente che ha elaborato la realtà e che qualcuno individua con la parola Dio). In questo caso, le domande esistenziali che abitano la mente dell'uomo (chi siamo, qual è lo scopo della nostra vita, cosa è la realtà e cose c'è dopo la morte) sarebbero la parte più importante della nostra programmazione, anzi, lo scopo principale e non un errore o una semplice evoluzione non prevista. Se così fosse, forse l'umanità è orientata più alla dimensione "esistenziale" dell'esperienza della vita che a quella materiale, che in quanto simulata, non è altro che un'illusione.
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