"THE END"

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mercoledì 20 febbraio 2013

Spagna, Grecia, Italia. Ecco come si godono i benefici dell'euro

Mi chiedo dove viva la gente che, terrorizzata all'idea di abbandonare la moneta unica, replica che significherebbe tornare indietro. Sicuramente vive molto bene e non ha problemi nel fare la spesa e pagare le bollette. E certamente non le interessa sapere (perché dovrebbe? sta bene) come si vive nel nostro paese, ma anche come vivono gli altri cittadini europei vittima dell'usura globale che ha una sua sede in quel di Bruxelles.

Altrimenti saprebbe che i redditi sono già precipitati al livello del 1986, purtroppo NON le tasse ed il costo della vita. Nemmeno la disoccupazione è minimale come nel 1986, quando sicuramente il 53% degli italiani non avrebbe dichiarato di non poter mantenere la famiglia come accade dopo 12 anni di "immensi benefici" dell'euro.
I consumi sono già piombati ai livelli del primo dopoguerra.

In Spagna per gli sfrattati hanno già fatto 50 cortei, con esito a quanto pare nullo.
E' per questo che in Italia i cosiddetti difensori dei deboli e della società civile non ne hanno indetto nemmeno uno?

Intanto, l'altro articolo sulla Grecia, si conclude con una strana battuta, come se la Grecia fosse guidata da un governo di estrema destra nonostante ovviamente né Nea Dimokratia né il Pasok (rispettivamente il nostro Pdl e Pd) abbiano con l'estrema destra nulla a che fare. Suona strano l'intento di mettere in guardia da un pericolo in realtà immaginario, quando qualora la Grecia come descritto si trovi veramente al collasso, lo si può unicamente imputare alla devozione senza se e senza ma all'euro e all'Europa che NESSUNO abiura tra i politici indignati per la situazione dei cittadini ellenici.
In sostanza, stanno morendo di TASSE ma il pericolo ipotetico imminente sarebbe la fine di questa DEMOCRAZIA concordata con la troika a causa dell'estrema destra, unica area che nella realtà dei fatti sembra chiedere l'uscita dall'euro. Mah...
Beh in Italia non c'è pericolo, i governi di centro-sinistra hanno aumentato la pressione fiscale che il centro destra si è ben guardato dal tagliare. Unica eccezione l'ICI, la cui eliminazione è stata ferocemente condannata come una regalia a coloro che risultano proprietari della PRIMA casa, come se l'avessero rubata. Il tecnico del governo Prodi Padoa Schioppa dichiarò che le tasse sono bellissime ed il nucleo rivoluzione civile che raccoglie "l'estrema sinistra" ed Idv, ha proposto l'esproprio e sequestro dei beni prima ancora che il contribuente possa aver modo di difendersi. Insomma, la politica delle tasse è un caposaldo della sinistra, quindi niente "panico", siamo in una botte di ferro.
Barbara

Spagna: sfrattata entra in banca e si dà fuoco
di Marco Santopadre
I pompieri disobbediscono e in Galizia salta uno sfratto, ma a Valencia una donna disperata entra in una banca e si dà fuoco. Il capo della lobby spagnola dei mutui rivendica l'attuale legge e si oppone ai cambiamenti chiesti dai movimenti sociali.

Negli ultimi mesi abbiamo provato a dare su Contropiano puntualmente notizia delle mobilitazioni in atto in tutto lo stato spagnolo contro gli sfratti, e purtroppo insieme alle manifestazioni abbiamo dovuto raccontare un lungo elenco di tragedie provocate dalla pressione e dalle minacce delle banche nei confronti dei cittadini, sempre più numerosi, impiccati da mutui e affitti esorbitanti. Un susseguirsi di suicidi che sabato ha mobilitato centinaia di migliaia di persone scese in piazza in quasi 50 città al grido di ‘stop agli sfratti’.

Ma l’intensificarsi della lotta non evita il susseguirsi di altre tragedie. Come quella che ieri ha visto una donna entrare all’interno dell’istituto bancario che le aveva intimato lo sfratto e darsi fuoco. E’ successo ieri pomeriggio, all’interno di una succursale della Caja Rural di Almassora, quando la donna è entrata visibilmente alterata, si è cosparsa di liquido infiammabile e si è immolata. Quando poco dopo i paramedici la caricavano su un’ambulanza ha gridato “Guardate cosa mi avete fatto, mi avete tolto tutto”. Ora la signora, una 47enne con tre figli e varie difficoltà economiche, è ricoverata con ustioni gravi sul 50% del corpo nell’Ospedale ‘La Fe’ di Valencia.

Intanto, mentre il movimento popolare chiede ai partiti di approvare al più presto una legge che blocchi gli sfratti e impedisca alle banche di fare il buono e il cattivo tempo, i padroni dei mutui premono sul governo affinché lasci tutto com’è. Proprio ieri Santos Gonzalez, presidente della Asociación Hipotecaria Española (AHE), cioè l’associazione formata da banche e cooperative di credito che controlla l’80% del mercato dei mutui e delle ipoteche del paese, ha affermato che “La percentuale di persone sul punto di essere sfrattate è molto piccola, e quindi non giustifica un cambiamento di tutto il sistema ipotecario”. Soprattutto González, parlando con i giornalisti, si è espresso ferocemente contro una delle principali richieste delle associazioni di mutuati e sfrattati, dicendo no alla ‘daciòn de pago’, cioè all’estinzione del debito con le banche al momento della messa all’asta della casa. In Spagna infatti la legge concede agli istituti bancari di esigere da chi ha contratto mutui che non riesce a pagare il pagamento di ingenti somme anche dopo la vendita coatta degli immobili. Il presidente della lobby ha affermato che la ‘daciòn de pago’ obbligatoria sottrarrebbe autorevolezza e credibilità al sistema finanziario iberico (!). Secondo il portavoce dell’associazione che riunisce banche e casse di risparmio la vendita all’asta degli immobili, da sola, non permetterebbe ai creditori di rientrare completamente del prestito erogato agli acquirenti di immobili. Poi Gonzalez ha chiuso in bellezza affermando che “anche se in tempi di crisi suona male i debiti vanno pagati”.

Per fortuna sempre ieri sul fronte degli sfratti dalla Spagna è arrivata una buona notizia, a dimostrazione che la soluzione al problema non può derivare da gesti estremi come quello di Almassora. Nella città galiziana di A Coruña, infatti, gli ufficiali giudiziari accompagnati da numerosi agenti di Polizia hanno dovuto rinunciare a sfrattare una signora ottantenne difesa e sostenuta da un nutrito gruppo di attivisti dei comitati contro i ‘desahucios’. E così per la seconda volta in poche settimane la signora Aurelia Rey ha evitato di finire in mezzo a una strada. Alle proteste degli attivisti si sono uniti i Vigili del Fuoco incaricati di buttare giù la porta e che si sono rifiutati di farlo, esponendo addirittura un cartello con lo slogan ‘No Desahucios’ (No agli sfratti). Poco prima che gli ufficiali giudiziari rinunciassero e incaricassero il tribunale di fissare una nuova data per lo sgombero si erano vissuti momenti di tensione quando i poliziotti in tenuta antisommossa avevano tentato di forzare il picchetto degli attivisti accorsi a difendere la sfrattata, sostenuti da alcuni rappresentanti politici di partiti di sinistra e dei nazionalisti galiziani del BNG.

Leggi anche:

Spagna: 50 cortei contro gli sfratti e il terrorismo bancario
Madrid: scontri tra polizia e lavoratori dell'Iberia
Contropiano

2013 - DEBACLE DELLA GRECIA: DEI POVERI E DELLE TASSE

Sarebbe stato meglio fare un resoconto più dettagliato sugli incidenti avvenuti in Grecia per dare ai lettori un assaggio più sostanziale del collasso sociale e della decadenza democratica, come dicono i giornali, che affligge oggi un paese oppresso dal giogo della troika e dai volonterosi carnefici della sua classe politica. Ormai però è abbastanza semplice capire: basta leggere i titoli dei giorni scorsi ".

Nella foto: Agricoltori greci protestano contro i costi di produzione e del carburante e distribuiscono gratis frutta e verdura

Il Collasso sociale

Raccontando del collasso sociale Alex Politaki sul Guardian, afferma una cosa ovvia: la Grecia si trova ad affrontare una crisi umanitaria, profonda e senza precedenti in tempo di pace in Occidente:

"... Ci sonoi tre indicatori che evidenziano la crisi umanitaria. In primo luogo, il numero di persone senza fissa dimora è salito a livelli senza precedenti per un paese europeo: Stime non ufficiali dicono 40.000 In secondo luogo, la percentuale di greci che sono stati assistiti da una ONG medica, in alcuni centri urbani è arrivata al 60% del totale nel 2012. Questo sarebbe stato impensabile anche solo tre anni fa, dal momento che quel servizio normalmente si rivolgeva agli immigrati, non ai greci. In terzo luogo, c'è stata una crescita deflagrante nelle mense per i poveri e nella distribuzione di generi alimentari. Non ci sono cifre ufficiali, ma la Chiesa Ortodossa distribuisce circa 250.000 razioni giornaliere, mentre un nume ro imprecisato di razioni sono distribuite dalle autorità comunali e dalle ONG. Per un recente ordine del governo, le razioni comunali saranno ulteriormente aumentate a causa di una incidenza sempre più alta di bambini che svengono a scuola di aver assunto su cibi a basso contenuto calorico. Per i giovani studenti ci saranno anche dei pasti leggeri ... "

Una recente indagine condotta dalla Confederazion ellenica dei Professionisti, Artigiani e Mercanti [GSEVEE] riportiamo alcune cifre:

  • La metà della popolazione è a rischio emarginazione economica (non riesce a pagare le tasse, deve chiedere prestiti e compra prodotti di qualità scadente per sopravvivere).
  • Il 93,1% delle famiglie ha visto il proprio reddito ridotto più volte durante il periodo di crisi.
  • Nel 40% delle famiglie c’è almeno un disoccupato.
  • Il 72% delle famiglie si aspetta altre riduzioni di reddito nel corso del 2013.
  • ll 40% delle famiglie ritarda il pagamento dei debiti, per fare la spesa, mentre il 50% non ha un reddito sufficiente per fare la spesa.
  • Il 42,5% delle famiglie compra solo prodotti e servizi di bassa qualità e si rivolge a negozi disposti a vendere questi prodotti e servizi.
  • L'onere di una pesante tassazione su prodotti e servizi insieme alla scarsità di prodotti e alla super-tassazione dei redditi "favorisce" l’evasione minacciando così che si riducano anche le entrate pubbliche.
  • Una percentuale crescente di popolazione ( + 47%) tollera i vari sistemi per evadere imposte sulle vendite e sull’ IVA.
  • Solo il 12,6% dei nuclei familiari dichiara che la fonte principale di reddito è il lavoro. La maggior fonte di reddito per le famiglie viene dalle pensioni (42,6%)
  • Il 70% delle famiglie hanno ridotto le spese alimentari, mentre il 92% ha ridotto le spese per abbigliamento – calzature
Tutto questo avviene in un contesto di disoccupazione record e di dati sulla salute in controtendenza mai sentiti in occidente ma che dopo "tre anni di tagli e di austerità hanno fatto scendere le aspettativa di vita e salire la mortalità infantile del 4%".

Il Saccheggio dei poveri come strategia economica

Il crollo della società greca è evidente a tutti, eccetto che alla casta dominante e al suo governo: Dopo che il Ministro delle Finanze Yianis Stournaras ha dichiarato che il calo del consumo di combustibili per il riscaldamento era dovuto ai cittadini che l’avevano acquistato prima dei nuovi aumenti fiscali - nonostante l'ampia documentazione che dimostra che la maggior parte degli impianti di riscaldamento centralizzato nelle case e negli appartamenti di Atene siano chiusi- e che il Segretario Generale del Ministro delle Finanze Giorgos Mergos ha detto che un salario minimo di 580 euro (lordo - prima delle tasse) sia "troppo alto" si è ormai sicuri che le persone che comandano hanno un'idea piuttosto approssimativa di ciò che sta accadendo nelle strade e nelle case greche.

L'ultimo scandalo è che il governo minaccia di confiscar e proprietà, stipendi e conti bancari a chiunque abbia un debito con l’Ufficio delle Entrate superiore a 300 euro. Questo, in un momento in cui la pressione fiscale è diventata così assurdamente alta che la metà della popolazione non crede che sarà in grado di pagare le tasse, le bollette e le rate dei mutui nel 2013.

Tenete a mente che queste sono le imposte sui redditi dello scorso anno - e i redditi dello scorso anno sono nettamente superiori, come sta avvenendo per la grande maggioranza dei greci, negli ultimi quattro anni. Le tasse di quest’ anno sono anche aumentate, per delle nuove imposte chiamate contributi di emergenza, o per i speciali prelievi, o anche per piccole tasse messe su beni di proprietà che finora erano sempre stati non-tassabili e poi le imposte indirette sono salite alle stelle.
Oggi una parte significativa di persone sono "evasori fiscali" , come mostra il sondaggio GSEVEE, semplicemente per poter sopravvivere o perché letteralmente non hanno i soldi.
Ci sono voci insistenti, inoltre, o fughe di notizie dai parlamentari della maggioranza che la troika sta spingendo il governo greco a ritirare il blocco degli sfratti sulle case di chi ha avuto la proroga fino alla fine dell'anno.

Significa mettere la gente per strada, in massa.

Così il Ministero delle Finanze sta preparando l'invio di lettere di avvertimento a 2,5 milioni di cittadini, minacciandoli di mettere all’asta le loro proprietà (che, comunque, non si riescono a vendere per raccogliere contanti, perché il mercato immobiliare è morto stecchito, e qualsiasi vendita ora è tassata su un valore molto più alto del "prezzo oggettivo" attuale di mercato) o bloccare depositi bancari e stipendi, a meno che i debitori non vengano a qualche tipo di accordo con il fisco. Ora, poiché le leggi fiscali sono diventate sempre più regressive, i più ricchi riescono facilmente ad arrivare a qualche accordo col fisco. I poveri, invece, e tra questi molti sono immiseriti, disoccupati o addirittura senza casa, molto probabilmente non saranno in grado di fare n essun accordo con le tasse e, anche se non hanno nulla che il fisco possa prendersi, potranno andare in prigione!

Certamente, in prigione: anche se hanno solo 3000 Euro di debito , secondo le nuove regole infatti ,vanno in prigione.
Così le persone più prese di mira e fortemente colpite saranno i più poveri, in genere quelli con il minor debito con il fisco, e che hanno una vera difficoltà per riuscire a pagare. Le cifre pubblicate dal Governo Greco tuttavia, dimostrano che questo giro di vite sulle persone meno indebitate porterà incassi decisamente più bassi di quelli che potrebbero arrivare dai pesci grossi: mentre due milioni e trecentomila contribuenti con un debito minore di 3000 euro ciascuno hanno un debito totale che di 1,1 miliardi di euro , i primi 6,270 debitori devono all’Ufficio delle Entrate Greco e oltre 35 miliardi di euro!
Questa cifra proviene dalla Lista Lagarde dei correntisti delle banche Svizzere che sta causando seri problemi per la classe politica e finanziaria, nonostante questa sia solo la punta di un iceberg della cronica evasione fiscale milionaria ...
A completare questa follia, il Ministero delle Finanze ha fatto circolare una proposta che prevede che chiunque abbia compiuto 18 anni sia registrato al fisco (inclusi gli studenti delle scuole superiori e universitari), anche se vivono ancora a carico dei genitori. Quindi ogni greco vivente, non importa come viva, sarà tassato sulla base di un reddito presunto di 3000 euro, che il governo sostiene sia necessario se si riesce a sopravvivere. Questa è letteralmente una tassa sull’aria che si respira, e significa che i figli che vivono con i genitori (e ricordate : in Grecia è veramente un sacco di gente, con una disoccupazione giovanile che supera il 50%) sarà tassata di 75 euro, a meno che non riesca a esibire ricevute di spese che raggiungano 750 euro l'anno.

Si tratta di una doppia imposizione sui redditi dei loro genitori. Naturalmente e ancora più velenosamente questo vale che anche per quei 40 mila senza casa che dovranno far vedere le loro ricevute per 750 euro di spese, se non vorranno pagare 75 euro di tasse. Pazzia pura.



E indovinate un pò'? Dopo tutta questa fantasia il gettito fiscale sta crollando:

Nonostante gli enormi aumenti delle tasse, applicati come parte delle misure di austerità richieste dai creditori internazionali, il gettito fiscale è sceso precipitosamente nel mese di gennaio, secondo il rapporto del Ministero delle Finanze greco che dichiara un decremento del 16% rispetto all'anno precedente, con una perdita di 775 milioni di euro, ovvero un miliardo di dollari in un mese.

Si è adottata una politica economica che porta al fallimento dello stato - una colonia indebitata con nativi immiseriti. E la Grecia è solo la cavia per il resto dei paesi del Sud dell'Unione Europea, e non solo ...


Tutto questo, naturalmente, non è compatibile con la democrazia: ne riparleremo nel prossimo post per mostrare come si scivola verso la non-democrazia sotto il pugno di ferro di un governo di estremisti di destra ...



Fonte:http://histologion.blogspot.gr
Link:http://histologion.blogspot.gr/2013/02/the-greek-debacle-...
14.02.2013


Traduzione per www.ComeDonChisciotte a cura di BOSQUE PRIMARIO



Sfratti, povertà e disoccupazione dilagano in Europa

Spagna, Grecia, Portogallo, Italia e Irlanda sono alla mercé della troika dell’usura. E la Francia sembra avvicinarsi sempre più verso il baratro della disoccupazione e della crisi industriale

Andrea Perrone

Le politiche di austerità imposte ai Paesi dell’Eurozona dalla troika dell’usura per affrontare la crisi del debito sovrano, come Grecia e Portogallo, stanno strozzando gli strati sociali meno abbienti e più vulnerabili della società europea. A denunciarlo uno studio pubblicato ieri dalla Caritas cattolica presente nei vari Stati membri della zona euro. Sulla base del lavoro sul campo compiuto nei Paesi dell’Eurozona colpiti dalle misure di austerità imposte dalla troika (Commissione Ue-Bce-Fmi) a cui vanno aggiunti oltre a Grecia e Portogallo anche Spagna, Italia e Irlanda, la cui situazione sociale sta diventando veramente esplosiva,La Caritas ha osservato che tagliando gli aiuti del welfare agli indigenti e aumentando le tasse alle persone a basso reddito, la “coesione dell’Europa e la legittimità politica dell’Unione europea vengono messe a rischio”. Il rapporto contraddice le recenti dichiarazioni dei leader europei e dei governi nazionali che sostengono come il momento peggiore della crisi dell’euro sia stato superato e che la ripresa economica sia ormai in arrivo.
I grandi debiti accumulati dalle banche e scaricati poi sui debiti pubblici, come è accaduto in Irlanda e in Spagna, sottolinea il rapporto delle Caritas, “devono essere riconosciuti come ingiusti e insostenibili”, perché il prezzo di questi misfatti di banche e politicanti da strapazzo è in gran parte pagato da madri single, disoccupati, pensionati, alcuni dei quali non possono più permettersi neanche le cure mediche e i giovani si trovano di fronte ad anni di disoccupazione prima di trovare a malapena un lavoro sottopagato e a tempo determinato e interinale. Il caso della Grecia è emblematico, dove la Caritas ha recentemente ampliato il proprio aiuto ai profughi e ai nativi del Paese ellenico, laddove i numeri evidenziano chiaramente che i drastici tagli voluti dall’Unione europea sulla spesa pubblica hanno minato l’idea stessa di un’Europa fondata sulla giustizia sociale. Alcuni documenti messi a disposizione dall’organismo dei vescovi sottolineano come la crisi colpisca duramente anche i pensionati che, a causa della loro magra retribuzione, vanno alla ricerca di cibo e di un riparo nel tentativo di sopravvivere alla crisi. E ancora, dal rapporto si evince le difficoltà che vivono le madri single e disoccupate con le pensioni dei loro genitori e che finiscono senza alcun reddito quando i genitori muoiono, fino ai bambini affetti da autismo che vengono respinti ogni giorno dai centri di assistenza pubblica. Anche in Portogallo la situazione non è molto diversa da quella di altri Stati membri dell’Eurozona e le statistiche ufficiali mostrano tassi crescenti di povertà, in particolare tra gli anziani e i bambini, La Caritas ha rilevato che i tagli alla spesa pubblica danneggiano in particolare i ceti più vulnerabili, ovvero gli strati sociali meno abbienti. Alcuni casi analizzati nelle rilevazioni sono quelli di bambini – sfrattati insieme ai loro parenti dalle loro abitazioni quando i genitori non sono più in grado di pagare il mutuo – che abbandonano la scuola per cercare un posto di lavoro sul mercato nero o nel settore agricolo. La crisi colpisce anche le persone anziane che vedono le loro pensioni congelate o tagliate dalle misure draconiane volute dagli esecutivi, mentre salgono i costi per l’assistenza sanitaria, l’energia elettrica, il gas e il cibo, il che rende particolarmente difficile la vita per coloro che vivono in aree lontane dai centri urbani. In più dai dati elaborati dalle missioni cattoliche emerge anche una nuova ondata di discriminazione nei confronti dei rom un problema che affligge in particolare il Portogallo, quando si tratta di trovare un alloggio, usufruire dell’istruzione pubblica o cercare un lavoro. “La crisi non è ben compresa dalla maggioranza delle persone, che lasciano coloro i quali ne se subiscono le conseguenze senza alcuna speranza. Per molte persone, che la Caritas portoghese aiuta, è la prima volta che hanno la necessità di cercare aiuto al di fuori della famiglia”, hanno sottolineato settori della Caritas. In Spagna, il Paese con il più alto tasso di disoccupazione dell’Unione europea, i meno abbienti e i senza lavoro che chiedono la carità sono aumentati del 170 per cento dall’inizio della crisi. Le persone sono sempre in cerca di un sussidio e non hanno soldi per pagare le bollette, acquistare alimenti e beni di prima necessità. I tagli ai finanziamenti per i pasti scolastici i loro timori circa la malnutrizione e tagli generali in materia di istruzione aumentare il tasso di abbandono scolastico – già il doppio della media Ue (26,5% rispetto al 13,5%). Il clima di tensione all’interno delle famiglie sono in aumento e i componenti “devono fare affidamento sui membri della famiglia per i bisogni essenziali, come mai prima d’ora”. La relazione è stata redatta tuttavia sulla base dei dati disponibili l’anno scorso. Ma ora le ulteriori misure di austerità adottate in Spagna e altrove aggravando ulteriormente la situazione anche in altri Paesi dell’Eurozona. Per il caso spagnolo che comprende ulteriori riduzioni in termini di benessere e dell’aumento dell’Iva. “L’impatto di queste misure sui gruppi più vulnerabili è probabile che sia grave, visti gli elevati livelli di disoccupazione e di povertà già sperimentati in Spagna, e la constatazione che l’aumento dell’Iva che ha già colpito in modo sproporzionato le persone più povere”, ha sottolineato la Caritas. Negli ultimi giorni sono almeno quattro i morti di quello che ormai in molti chiamano il “terrorismo immobiliare” spagnolo. Una coppia di pensionati si è suicidata all’interno della sua abitazione nel comune di Calvià, nell’isola di Maiorca, dopo aver ricevuto un avviso di sfratto. La coppia – 68 anni lui, 67 lei – ha lasciato un biglietto spiegando le ragioni del gesto. Un uomo di 56 anni si è invece tolto la vita nel comune basco di Basauri, a pochi chilometri da Bilbao, anche in questo caso perché non riusciva a pagare le rate del mutuo. E ieri l’altro a suicidarsi è stato, nella sua casa di Alicante, il proprietario di 55 anni, portando a cinque il numero delle persone che si sono tolte la vita a causa dei ricatti delle banche negli ultimi 6 giorni.
Nel frattempo, però la povertà sta dilagando anche in Italia. Adulti tra i 40 ei 50 anni si ritrovano improvvisamente senza un impiego dopo una vita di attività lavorativa regolare, i giovani hanno contratti temporanei e sono costantemente alla ricerca di un nuovo lavoro, gli imprenditori si danno fuoco, gli stessi immigrati vengono improvvisamente tagliati fuori dagli aiuti sociali, mentre gli anziani si trovano a dover aiutare i loro figli e nipoti senza uno straccio di lavoro.
Per quanto riguarda l’Irlanda, la Caritas osserva che “i tagli successivi dei tassi di maggior benessere una volta che la crisi è iniziata significa che la maggior parte pagamenti per il benessere sociale in Irlanda sono al di sotto della soglia di povertà”. Il problema è aggravato dal fatto che l’Irlanda è fortemente dipendente dalle prestazioni sociali per tenere lontano gli strati popolari dalla povertà. Con il 51 per cento, l’Irlanda, insieme all’Ungheria, posseggono il più alto tasso di povertà in Europa poiché sono contati sostegni sul piano sociale e pensioni. La Caritas ha esortato le organizzazioni come l’Unione europea e il Fondo monetario internazionale, a prendere in considerazione le sue conclusioni prima di chiedere ulteriori tagli alla spesa. Ma è come chiedere aiuto ad una volpe per fare la guardia al pollaio. La Caritas ha chiesto inoltre un maggiore “controllo sociale” sui Paesi della moneta unica che hanno chiesto un prestito alla troika dell’usura internazionale, affinché venga valutato anche l’impatto sociale provocato dagli obiettivi di bilancio fissati dai tecnocrati dell’Unione europea. Non è tutto. La situazione evidenziata dal rapporto della Caritas non rappresenta che una parte limitata del quadro che in Europa si sta aggravando ovunque. È di ieri la notizia che un disoccupato francese si è dato fuoco nel Paese transalpino perché aveva finito il sussidio di disoccupazione e non sapendo come sbarcare il lunario ha deciso di porre fine alla sua esistenza così sofferta. Un dato da non sottovalutare perché questo accade anche nei Paesi considerati lontani dal pericolo della crisi del debito sovrano. Ma così non sembra più essere. Negli ultimi giorni i segnali provenienti da Parigi iniziano a preoccupare l’Eliseo e i ministri del governo francese che temono un euro troppo forte impedisca alla Francia di vendere i suoi prodotti sul mercato internazionale e allo stesso tempo emerge l’ennesimo dato preoccupante per il Paese transalpino riguardante la produzione industriale, crollata del 2,2 per cento. Insomma l’Unione europea dei tecnocrati di Bruxelles e dei banchieri dell’Eurotower sembra ormai arrivata al capolinea, ma a pagarne il conto sono i popoli europei che hanno una sola possibilità quella di unirsi per capovolgere la situazione, mandare a casa eurocrati e politicanti da quattro soldi per costruire l’Europa vera quella delle patrie e della giustizia sociale.15 Febbraio 2013 Rinascita



Postato 1 hour ago da barbaranotav
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