Appena nati siamo un concentrato d’amore. Lo traspiriamo a distanza e chiunque vede un infante è consapevole della percezione di questo stato, lo sente forte e ne viene inevitabilmente ammaliato. E’ una di quelle cose difficili da spiegare, solo i sensi o lo spirito dell’uomo possono sentire a discapito della ragione che non riesce a comprendere appieno.
Cosa succede poi?
Famiglia, istruzione, società e informazione vanno ad attaccare questo stato di cose e il più delle volte in maniera inconsapevole, soprattutto nelle prime fasi di vita con l’educazione dei genitori. Regole e divieti, dettati sempre da esperienze e a sua volta informazioni errate tolgono amore man mano che cresciamo e questo perché l’educazione non è mai fine alla cura dello spirito e della coscienza, ma è fine a se stessa e non spiega il percorso che ci fa essere consapevoli del giusto e dello sbagliato ma ce lo impone togliendoci con il tempo la capacità di accettare e metabolizzare come crescita personale molto di quello che apprendiamo. Badiamo alla legalità e alla correttezza ma siamo inversamente bombardati con nozioni che vanno all’esatto opposto, creando un conflitto di maturazione che ci porta non solo a non trovare pace con noi stessi, ma a chiuderci a riccio a seconda se siamo vittime o carnefici delle esperienze acquisite. Ci si apre un futuro destinato alla sofferenza e al dolore a causa dell’ambiente che ci viene proiettato ogni giorno in maniera indotta. Ogni giorno che passa, a prescindere se si ha consapevolezza di questo o meno, ci viene tolto un pezzo d’amore e ci svuotiamo inevitabilmente. Questo processo non è fine a se stesso ma ne fa scaturire una catena di eventi che disegnano il mondo di oggi per come lo vediamo e di conseguenza per quello che è.
Come?
Viviamo con il frenetico bisogno di riempire quei vuoti che la vita ci ha regalato e puntiamo questa mancanza esclusivamente su altre persone o rapporti che siano lavorativi, familiari, d’amore o d’amicizia non considerando che anche loro sono vittime di questo processo e anche loro soffrono delle nostre stesse carenze. I vuoti interiori risultano, però, differenti per entità e forme a seconda delle esperienze o della sensibilità personale della gente. Questo meccanismo ci rende ripetutamente delusi dai nostri rapporti e ci spingono con più forza a chiuderci o ad aumentare la nostra ricerca in maniera innaturale, abbracciando a sua volta comportamenti sbagliati fini solo alla ricerca del rapporto che possa riempire quel buco. Volgarità, malizia, lussuria e via dicendo, diventano trampolino della nostra ilarità, se non sono causa di dolore e ce li teniamo stretti per nutrirci di felicità apparente restando però vuoti dentro per la mancata sanità dei rapporti che ne scaturiscono. Restiamo spesso sorridenti e infelici il tutto perché ansiosi di colmare la nostra tristezza accalappiando consensi in leggerezza e non curando valori e principi sani, che poi sono quelli che ci fanno costruire i legami più lunghi e duraturi e che ci portano alla serenità. Non vedendo che i nostri contenitori emotivi non hanno mai la forma dell’amore di cui abbiamo bisogno e di cui ci hanno svuotato e in uno stato di dolore o a causa di ferite passate non riusciamo mai a comprendere l’amore ricevuto, ma siamo sempre alla ricerca di quella specifica forma e di quell’ideale imposto dalle nostre esperienze.
La mancanza d’amore interiore è il problema più grande che la nostra specie sta vivendo e ha vissuto storicamente. Il danno maggiore di questa mancanza lo si evince dalla mancanza d’empatia, caratteristica principale di chi è pieno d’amore e di chi è più sensibile di altri.
A cosa serve l’empatia e cosa comporta la sua mancanza?
L’empatia è la capacità di comprendere appieno lo stato d’animo altrui, sia che si tratti di gioia, che di dolore. Empatia significa sentire dentro [1] ed è una capacità che fa parte dell’esperienza umana. Si tratta di un forte legame interpersonale e di un potente mezzo di cambiamento. Il concetto può prestarsi al facile riduttivismo mettersi nei panni dell’altro, mentre invece significa andare non solo verso l’altro, ma anche portare questi nel proprio mondo. Essa rappresenta, inoltre la capacità di un individuo di comprendere in modo immediato i pensieri e gli stati d’animo di un’altra persona. L’empatia è dunque un processo: essere con l’altro [2]. L’empatia costituisce un modo di comunicare nel quale il ricevente mette in secondo piano il suo modo di percepire la realtà per cercare di far risaltare in se stesso le esperienze e le percezioni dell’interlocutore. È una forma molto profonda di comprensione dell’altro perché si tratta d’immedesimazione negli altrui sentimenti. Ci si sposta da un atteggiamento di mera osservazione esterna (di come l’altro appare all’immaginazione) al come invece si sente interiormente, (in quei panni, con quell’esperienza di vita, con quelle origini, cercando di guardare attraverso i suoi occhi).
Da wikipedia.
Facendo esempi pratici per dare un senso logico al discorso sopra citato potrei farvi un piccolo disegno riguardante la situazione politica italiana. Sappiamo tutti che molte di queste colpe sono architettate, da secoli, a tavolino per mezzo d’informazioni manipolate e d’istruzione alterata, conosciamo, grazie anche al lavoro parsimonioso di gente come lo staff di IXR, il valore dei politici italiani e sappiamo che è quasi nullo il peso delle proprie scelte e azioni, perché sono sempre dettate da poteri molto più forti e oscuri di quello che vogliono farci credere… Una perfetta logica di cose dovrebbe spingere alla propensione per una gestione più democratica dello stato in maniera diretta ed evitando di continuare a delegare decisioni e pensieri che si sono sempre scontrati con delusioni evidenti non sempre volute ma dettate, appunto, da poteri più forti. Pur trovando le forze e i mezzi per organizzarsi in questo senso, come hanno fatto i ragazzi di Rete dei Cittadini nella regione Lazio per esempio, quello che manca è l’empatia tra le persone per avere la spinta necessaria a comprendersi e ad avallare le nostre differenze di vuoti… Non riusciamo a comprenderci e non abbiamo neanche l’interesse a farlo, perché i vuoti personali tendono a rendere l’uomo individualista. Paradossalmente, con le mancanze che abbiamo attualmente, un Italia governata da una democrazia diretta potrebbe dividerci e svuotarci ancor più di una tirannia bancaria. Per questo il cambiamento deve necessariamente essere accompagnato da un cambiamento dello spirito e da una comprensione di queste meccaniche. A sottolineare questo processo basterebbe prendere consapevolezza di come la gente sia indifferente ai dati che riportano la morte di un bambino ogni ¾ secondi a causa della fame che i mercati occidentali costruiscono da tempo solo per un discorso di distanza, consapevolezza o vista… Come se “occhio che non vede e cuore che non duole” siano ormai diventati un insegnamento insindacabile della nostra esperienza sulla terra.
E’ per lo stesso motivo che non si riesce a trasmettere la cultura della sovranità monetaria come logica salvezza dalla crisi, troppa gente non si sente coinvolta direttamente e la distanza dall’argomento culturale o cognitiva rende vani molti degli sforzi che i pochi provano a regalare ai tanti.
Così funziona per tanti argomenti oscuri che oggi vengono etichettati come materiale complottista ma che stanno alla base delle nostre grandi mancanze informative. Ce ne stiamo lontani ed evitiamo di comprendere per colpa del nostro bias di conferma errato e per l’assenza d’empatia con il mondo che ci circonda.
Come venirne fuori?
Questa è il nocciolo del problema più grande e antico del mondo. Restando imparziale potrei suggerire ad ognuno di trovare il proprio centro, di ritrovare la propria fonte infinita d’amore in modo da poter sprizzare empatia con il mondo circostante e in maniera da poter donare amore incondizionatamente. Ma anche lì ci marciano da un po’ e la grande varietà di religioni e filosofie tendono a dividere questa comprensione. Trovare il proprio centro non è affatto facile e il sistema non ti da tempo e spazio per condurre questo tipo di ricerca, la frenesia della sopravvivenza ci rende sterili a questo tipo di comprensione e finiamo per rinunciare e accontentarci della ricerca dell’amore umano, incompleto, mancante e spesso deviato. Per invertire la ruota è assolutamente necessario che ci si fermi a fare questo passaggio, deve diventare una priorità per il bene nostro, di chi ci sta attorno, del pianeta ma soprattutto delle generazioni future, che in mancanza di questo saranno destinate a soffrire delle nostre stesse mancanze. Per chi ha difficoltà a trovare la strada giusta, sembrerà assurdo quello che sto per dirvi, dovrebbe provare a seguire istruzioni dettagliate e imparare non solo a vivere ma anche ad amare. E’ necessario che ci si abbandoni del tutto ad un percorso perché la nostra moralità non è immune alle ferite che la vita ci dona, ma abbiamo bisogno di una “verità sopra le righe” che ci faccia abbandonare superbia e convinzioni sbagliate. Una strada basata sull’amore puro è sicuramente quella descritta nel vangelo. Un esempio di vita vissuta in pieno amore è quella di Gesù Cristo. Focalizzate quella strada e cancellate le deviate proiezioni delle istituzioni che ci hanno marciato e demonizzato sopra e provate ad abbandonarvi a qualcuno che di certo non può farvi male. Il mio è un suggerimento e non vuole essere una verità assoluta ad ognuno il proprio percorso che, però, deve per forza muoversi in questa direzione se si vuole vedere un reale cambiamento… e chissà se, come lui, riusciremo, un giorno, a cacciare via i mercanti e i cambiavalute dal tempio.
Buon cammino a tutti quanti fratelli miei spesso la soluzione dei problemi non sta nel trovarla ma basterebbe che tutti la cercassimo.
Santo YesMan
Tratto da: Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2013/02/18/il-vuoto-da-colmare-per-essere-felici/#ixzz2LHMRNEm8
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!
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