"THE END"

"THE END"
http://www.romafaschifo.com

giovedì 1 novembre 2012

L'alchimista!


Ultimamente la mia casella di posta personale si affolla di messaggio di individui che mi chiedono quali sono le pratiche abbinate, così l'hanno chiamata,"all'astinenza da sesso".


Tolto il fatto che le pratiche sono l'ultimo dei problemi, ma di quale "all'astinenza da sesso" si parla? Ma chi ne ha mai parlato in quei termini poi. Bisognerebbe aver capito che le pratiche sono solo la ricetta, senza l'alchimista la ricetta non funziona. Parlare di "astinenza dal sesso" è un chiaro ed evidente segno di non aver ancora capito di cosa sto parlando, altrimenti non l'avrebbero mai chiamata così. Solo una mente distorta può intendere e confondere cosa sia un alchimista e l'alchimia solo come l'astenersi dal sesso. Ma andiamo per gradi. Che cos'è un alchimista? L'alchimista è colui capace di compiere un alchimia, anzi è lui stesso l'alchimia.

L'alchimia non c'entra nulla con la metallurgia, l'alchimia è qualcosa insito nella presenza di un individuo in grado di trasformarlo radicalmente, il Kemi è la terra nera del Nilo, la personalità falsata dalle mille idee acquisite e cristallizzate in modo distorto a causa di errati processi educativi. Si inizia con l'acquisire un nuovo atteggiamento, una nuova otre, che faccia emergere questa qualità, si inizia con buttare l'otre vecchia, altrimenti tutto verrà trasformato sempre nella stessa cosa. Per diventare alchimisti, e lo sottolineo, bisogna perdere l'importanza personale, bisogna morire al "bisogno di considerazione". Diversamente non può funzionare nulla.

Le pratiche sono fuorvianti, nel senso che è fuorviante concentrare la nostra richiesta esclusivamente alla loro acquisizione (la pratica in se non lo è mai. Può una ricetta essere fuorviante? Ciò che distorce tutto è la nostra ricerca di "potere", è il nostro modo di assimilare le cose), se non si è capito la filosofia che sta dietro, se non si è capito chi e cos'è un alchimista, nulla in noi può agire. "Astenersi dal sesso" è una aberrazione, basta guardare gli effetti nefasti che possiamo osservare in coloro che la professano, preti e suore, ad esempio. L'astinenza dal sesso è per coloro che fondamentalmente il sesso lo odiano, per coloro che non hanno compreso di quale incredibile potenziale si nasconda dietro alla funzione della riproduzione. E' questo che simbolicamente rappresentano le 2 spose alle quali si lega Adamo una volta cacciato dal paradiso, Lilith, e cioè, coloro che praticano il sesso, ma lo degenerano trasformandolo in uno strumento di "piacere", e coloro che il sesso lo detestano Nahemah, o lo considerano sporco o pensano si tratti esclusivamente di qualcosa che porta alla perdizione. L'atto riproduttivo di per se è un atto di creazione, ma quella energia può essere diretta a compiere un altro genere di lavoro. A questo proposito si legge in uno dei verbali inediti di certi incontri che Gurdjieff tenne tra il 1920 ed il 1946:
"Dovrebbe essere un atto sacro. Si dovrebbe sapere che questo seme divino, lo Sperma, ha un'altra funzione, quella della costruzione in noi di un secondo corpo, da cui la frase "Felice colui che capisce la funzione degli 'exioeccari' per la trasformazione del proprio essere. Infelice colui che li usa in un solo modo". Poiché all'origine conoscevamo l'uso di questa sostanza, da cui la castità dei monaci. Ora noi abbiamo dimenticato questa conoscenza e rimane solo la proibizione che attrae ai monaci una quantità di disordini specifici e malattie. Guarda ai preti dove crescono "come grassi maiali", (li domina l'interesse del cibo) oppure sono "magri come il diavolo" (e hanno dentro poco amore per il prossimo), i grassi sono meno pericolosi e più affabili."
L'alchimia è qualcosa di non organico, l'alchimista è colui che fa emergere (La parola "educere" significa portare fuori, l'idea di educare viene da questo concetto) ciò che già è, nulla a che vedere con qualcosa da sviluppare. L'Essere non deve essere sviluppato, sono le funzioni che devono fissarsi in modo equilibrato. Ciò che può essere sviluppato è un atteggiamento collaborativo, una personalità adatta a far emergere l'unicità che siamo. La personalità oggi obbedisce ed asseconda i bisogni organici del corpo fisico, i bisogni organici distorti da un errata comprensione di che il corpo è, e che equivale esclusivamente a soddisfare i bisogni primari di mangiare, dormire, difendere il territorio e riprodursi. Un individuo così, non conosce altro. Non desidera altro. E' un vero animale, anzi è un animale dotato di intelletto, un intelletto che ha deformato le più semplici funzioni. L'animale va percepito come qualcosa di esterno, uno spirito di opposizione, un corpo che riveste ciò che siamo, la nostra unicità, che, ripeto, non è nulla di organico. Il compito di un alchimista è allenare il corpo e farlo obbedire, al posto di obbedirgli, e siccome lo stato naturale dell'animale o natura in noi è stato alterato a causa di ciò che abbiamo imparato sin dai primi anni di età, i suoi bisogni sono stati assimilati ad un unica carenza quella di "attenzione". Il cibo diventa compensativo di un bisogno di "attenzioni" che non abbiamo ricevuto, il territorio una disputa per ottenere gratificazione e aumentare l'"importanza personale", il sesso, che non ha più la sua funzione, è diventato uno strumento per possedere l'altro, per elemosinare quell'amore che siamo incapaci di sentire in noi, attraverso l'atto sessuale noi cerchiamo di legare l'altro, per questo disperato bisogno di essere "considerati"; e quando il partner ci snobba noi ci sentiamo offesi, ci sentiamo mancare e ci sentiamo traditi.

Il nostro centro o funzione del sentimento è cresciuto a "casaccio e da solo", ed adesso stiamo ancora cercando quella considerazione che inevitabilmente, date le condizioni stabilite su questo piano, non potevamo incontrare, dato che non era di considerazione che si trattava, ma di imparare cosa fosse il reale potere di quello che chiamiamo "amore", ma che, per nostra sfortuna, non capiamo cosa sia. Lo abbiamo sperimentato di quando in quando è lo abbiamo relegato all'atto dell'innamoramento, ma la cosa è molto più estesa ed estendibile. Non abbiamo imparato la cosa più importante e cioè sentire amore dentro, amare come manifestazione della nostra "unicità", e siccome ci siamo fidati di quello che abbiamo trovato qui, ci troviamo senza "potere".

Ecco come descrive questo aspetto del processo educativo il signor Gurdjieff nel suo libro "racconti di Belzebù a suo nipote":
"Il cavallo, trascurato da tutti nei suoi primi anni e lasciato continuamente da solo, si è in qualche modo rinchiuso in sé stesso; in altri termini, la sua “vita interiore” è stata soffocata mentre le sue manifestazioni esterne avvengono solo per forza d'inerzia. A causa delle anormali condizioni circostanti, esso non ha mai ricevuto un'educazione speciale, anzi è cresciuto e si è formato esclusivamente sotto l'influenza di bastonate brutali e di urla continue.
Legato continuamente in pastoie, per cibo non ha mai ricevuto fieno o avena ma sempre e solo paglia, che non risponde affatto ai suoi bisogni reali. Non avendo mai percepito in alcuna manifestazione dell'ambiente che lo circonda un segno anche di tenerezza o di amicizia, ora il cavallo è pronto a dare tutto se stesso a chiunque gli faccia una piccola carezza. Le tendenze di un cavallo del genere, privo di qualsiasi aspirazione e interesse, debbono inevitabilmente concentrarsi sul mangiare, sul bere e su un'attrazione automatica per l'altro sesso; perciò egli si aggira sempre nei paraggi in cui può soddisfarle, e se per caso vede il luogo dove uno dei suoi bisogni è stato appagato anche una sola volta, non aspetta che il momento propizio per correrci ancora."
L'atto sessuale diventa sacro solo nel momento in cui lo sei tu (Sacro), nel momento in cui diventi un alchimista, cosa che non può accadere fintanto che resti legati sempre agli stessi bisogni, ecco perché ho detto che per diventare un alchimista uno deve perdere l'importanza personale, il che equivale a morire alla considerazione, al "bisogno" di considerazione, il problema ovviamente non è la considerazione in se, come a volte viene frainteso, ma il "bisogno" stesso. Il "bisogno" di cui parlo ci precipita in uno stato di dipendenza dove nulla per noi è possibile, se non il suo esclusivo appagamento, per questo leggete cose relativamente al essere distaccati, non avere attaccamenti o accettare qualsiasi risultato, ma non li potete capire, ve ne fate un idea, ma l'idea non è tutto, l'idea è solo 1/3 di qualcosa che ancora non è cresciuto. Usiamo ogni idea che viene espressa, anche se illuminante, per darci delle arie, per alimentare la pomposità, che è lo strumento finale per cercare considerazione. E se questo non accade, ci arrabbiamo, aggrediamo, opiniamo, mettiamo in discussione, commentiamo, per il semplice bisogno di darci importanza, ... oppure, ci deprimiamo, ci sentiamo inadeguati, soli e molto altro di simile.

Quando parlo di Sesso Sacro o di Alchimia sessuale, personalmente, mi riferisco e parlo di qualcosa che si risveglia dentro quando capiamo cos'è amare un altra persona, nel farlo capiamo, ci rendiamo conto, la pratica diventa la ricetta per collaborare a questa nuova presa di coscienza, la formula della pratica serve solo per capire di cosa si tratta quando la cosa inizia a manifestarsi e la assecondiamo attraverso piccoli suggerimenti o indicazioni. Ci rendiamo conto cosa significa quando dico che bisogna "sentire amore dentro" o quando dico "essere l'eletto è come essere innamorato". Possibile che nessun ha capito che non mi riferivo realmente alla scena del film?! Nel film l'Oracolo usa questa espressione per portare avanti un altro tipo di discorso relativo al fatto che Neo avrebbe dovuto riconoscere per istinto di essere l'eletto, questo perché essere l'Eletto non ha nulla a che vedere con le idee che ci frullano nella testa. Essere l'Eletto è sentire la propria unicità, ed ho scritto "sentire", non pensare di esserlo. E' solo quel sentimento particolare che sentiamo quando siamo innamorati che è in grado di trasmutare la nostra energia, non le pratiche, quel particolare sentimento è "qualcosa" che domina la mia "presenza", qualcosa che "io sono", non può essere confuso con niente, se ti senti confuso non ci sei ancora arrivato. Solo così le pratiche diventano autentiche istruzioni per l'uso. Di cosa? Di ciò che sento e che ha una sua attitudine spontanea.

Per questo che d'ora in avanti la domanda retorica che formulerò a tutti coloro che mi scrivono per chiedermi conto di certe pratiche speciali sarà: "le pratiche sono strumenti. Per fare cosa? Tu lo sai? Se non lo sai sei privo dello scopo, e quindi non vedo la ragione per cui dovrei assecondarti". E' come dice giustamente il Merovingio, ed il fabbricante di chiavi sono in questo caso le pratiche, quando dice che per sua natura sono solo strumenti. Senza il "perché" sei senza potere, e come dice, ancora, il Merovingio, sei un altro anello della catena (alimentare, ovviamente).

L'alchimista è qualcosa di realmente magico, è qualcosa che ha a che vedere con la natura stessa del fatto che sentiamo amore, è il dono della nostra divina madre, Notre Dame, è il dono della Dama e non si concede solo perché hai deciso di voler praticare. Amore è conoscere la natura stessa della morte, ecco perché è assenza. L'integrazione con questo principio è totale, è di uno stato interno che parlo, non di un pensiero ossessivo, che crea nella nostra "presenza" altridemoni o ego, che tanto sono la stessa cosa. Il bisogno ossessivo di voler arrivare a qualcosa è del tutto irreale, ed è il frutto di un ostinata caparbietà nel non capire le semplici forze che ti attraversano e nella quali non ti riconosci più, tu sei solo la tua stessa ambizione.

Se il nostro Padre è il Dio, la nostra Madre è la Dea, la signora di questo mondo, è la natura stessa che ama i suoi figli, amare la vita è ricevere il grande dono della nostra Signora. Ecco perché in varie occasione ho sottolineato l'importanza di volersi bene.


Lo sviluppo del centro o funzione del sentimento non ha nulla a che vedere con le espressioni o risposte del corpo alla nostra modalità di pensiero che chiamiamo emozioni. Un demone è un atteggiamento reiterato, l'ostinazione ossessiva in un pensiero che realizza fissità nel nostro pensiero e genera sempre lo stesso genere di risposta nel corpo. L'energia che mettiamo nella nostra ossessione alimenta e dà forma a queste entità, che una volta createsi hanno bisogno del loro soddisfacimento per sopravvivere, ed è così che ci dividiamo in molti "io" capricciosi ed inconcludenti. Ciò che nel corpo rende positiva o negativa la risposta o emozione è soltanto l'idea che abbiamo in quel momento nella testa, il tipo di giudizio o credenza che più o meno esplicitamente esprimiamo. Se la cosa verrà pensata positivamente sperimenterò una risposta determinata da una certa quantità di sostanze che il corpo rilascerà in quel senso, se giudico la cosa o la penso negativa ecco emergere altre sostanze in gradi di farci sperimentare dolore, afflizione, paure e molto altro. Ecco perché ho detto che è tutta una questione astrale o di desideri, il vero pensiero è intuitivo ed imparziale, ma nelle attuali condizioni non si esprime più, e resta solo la follia di mille ossessioni.

Il corpo fa il suo lavoro, non distingue una simulazione da una reale minaccia, egli risponde sempre a come o cosa pensiamo, e a cosa, per lo più, immaginiamo sia l'osservato. Ogni impressione, per quanto priva di soggettività, viene assunta in modo personale, viene personalizzata in base ai proprio schemi, alle proprie credenze, di modo che il risultato finale sarà che abbiamo colorato quell'impressione che era pura informazione arrivata ai nostri sensi fisici. Senza sentimento siamo destinati alla follia, siamo destinati a fantasticare su un iniziazione che non è mai arrivata, perché non può arrivare. Il mistero si cela e si nasconde davanti alle ossessioni.

Come direbbe G. - "La sfortuna degli uomini contemporanei deriva essenzialmente dal fatto che, grazie agli assurdi metodi usati ovunque per educare le giovani generazioni," - quella certa "qualità" alla quale cerco di riferirmi da tempo, - "che dovrebbe essere presente in ogni uomo appena raggiunta l'età responsabile", - è del tutto assente e non la potete trovare se continuate a piagnucolare come bambini, o se blamblanate alla ricerca di improbabili barchette magiche. Pensate soltanto a programmi come "amici" della De Filippi, "Saranno famosi", "Xfactor", o ai quiz, alle lotterie, etc.

Fermatevi, siete ancora in tempo. Non fate niente, conservate il vostro "olio" affinché non siate presi alla sprovvista quando lo sposo arriva. L'alchimista è colui che conosce la vita, che sente la vita in lui, è lui la pietra filosofale. Allora e solo allora le pratica potranno avere una qualche utilità, diversamente cercate potere per darvi importanza e non lo troverete, non troverete niente se non la vostra stessa follia. Prima qualcosa dentro di noi deve cambiare. Volete le pratiche? Iniziate a fare piazza pulita dell'"importanza personale", scovate giorno dopo giorno, quando cercate considerazione attraverso l'azione di "correggere gli altri", "giudicare", "lamentarvi", "giustificarvi", "obiettate", "commentare", "vantarvi", "atteggiarvi", "sollevare scuse", "dare la colpa ad altri", "indignarvi", "offendervi", e molto altro. 

Nessun commento:

LKWTHIN

altri da leggere

LINK NEOEPI

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...