"THE END"

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sabato 3 novembre 2012

Da questo momento il libro diventerà come un diario spirituale

Da questo momento il libro diventerà come un diario spirituale.
Perchè questo momento?
Il 3 dicembre incontrai una persona un grande viaggiatore,solo un grande viaggiatore,poteva scalfire le mie illusorie certezze.
Solo se incontri qualcuno che stimi tremendamente più di te stesso,puoi iniziare a cambiare,costui ,la stima,l"amore,non è mai una proiezione dell"ego,ma bensi dell"ANIMA.

03 DICEMBRE Lavato qualche vestito, scritto molto, mangiato lungo la strada. Nel pomeriggio iniziai a gironzolare a caso ,fui colpito da moltissimi flash paesaggistici ,il tempo come al solito era tetro (in questo periodo qui è la stagione delle piogge) e molto variabile, fra uno scroscio d’acqua e l'altro andavo a spasso. Fu un continuo saliscendi, interrotto in un momento di sole da una mia esibizione tennistica ,in uno scassato campo da tennis addirittura senza rete ,con un futuro campione indonesiano. Volevo fare un vero incontro, ma il campioncino pretendeva che pagassi l'intera somma dell'affitto del campo, ma mi aveva prestato una scadentissima racchetta ,perciò dopo due palleggi lo salutai. Fu insomma una giornata senza grandi sussulti ,avevo si scritto molto ma pretendevo qualcosa di nuovo al diavolo il mio libro. Così passeggiando lun­go la via delle agenzie di viaggio decisi d'informarmi su un possibile viaggio sull'isola di Siberut ,a contatto con un popolo molto primitivo i mentawaiani.




Dopo mezz’ora di spiegazioni capii queste cose. Il viaggio era molto economico durava 10 giorni , sarebbe stata un'avventura che mi avrebbe permesso di fare l'intrattenitore al mio paese per lungo tempo. Questo popolo era molto primitivo, osservai le foto ,si sarebbe quasi dormito nel fango, l'igiene me la sarei scordata ,nel menù come piatto prelibato vi erano dei vermi immensi ,il fango era alto mezzo metro ,i serpenti erano numerosissimi ,le battute di caccia alle scimmie erano all'ordine del giorno ,mi sarei potuto far tatuare dai saggi del villaggio ,era possibile con gli stessi provare piante allucinogene ecc. ecc. Il programma mi entusiasmava ,decisi che 10 giorni di vita di gruppo con altri occidentali avventurieri mi avrebbe fatto bene ,inoltre la guida della spedizione con cui avevo parlato era un gran simpaticone. Poi avevo voglia di un anima gemella femminile ,e nel gruppo a cui avrei partecipato vi erano due solitarie finlandesi. Pagai una rata e diedi appuntamento all'agenzia per il lunedì successivo ,visto che quel giorno era venerdì ,i prossimi due giorni sarei andato a visitare un fantastico lago a pochi Km da Bukittinggi, il lago Maninjau. Presi anche appuntamento con la mia guida per la serata ,mi avrebbe raccontato altre cose sui mentawaiani. Uscito dall'agenzia prima di rientrare in hotel ,rividi i due svizzeri compagni di dormitorio a Singapore ,per festeggiare l'incontro ci bevemmo una birra. La sera andai a mangiare con la mia guida e molte cose compresi meglio sul mio futuro viaggio. Parlando scoprii che l’indonesiano era molto razzista nei confronti dei mentawaiani, parlava degli stessi come se fossero animali ,seppi inoltre che era fervente praticante della religione musulmana ,ma conosceva il Corano solo per farsi i cazzi suoi. Sarebbe lungo spiegare il perché di certe mie sensazioni ,ma da sempre ho posseduto una specie di sesto senso ,il tipo da quando avevo approfondito la sua conoscenza m’incominciava proprio a schifare. Inoltre nel locale conobbi un francese che mi disse di essere amico di un italiano e me lo presento. “Mi chiamo Patrizio e sono di Ancona.” “Fantastico da molto tempo non incontro italiani”. “Si sono italiano ma scusami non mi va proprio di stare con i miei connazionali.” Dal suo atteggiamento capii che il tipo (più che italiano sembrava un finlandese ,era alto e con i capelli rossi) non voleva proprio parlare con me, riuscii a sapere solo queste poche ma importanti cose. Patrizio era stato nell'isola di Siberut con la moglie e due sue bambine per circa 10 giorni, mi disse perciò che l'avventura propostami dalla guida, era una cosa da pivelli (Naturalmente parlammo italiano e la guida li vicino a me non capi niente). Subito dopo l'italiano con il suo amico francese se ne andò (era venuto a prendere una bottiglia d'acqua) ed io fui sommerso da un mare di dubbi. Certo avevo visto le bellissime foto dell'isola di Siberut, ma un stronzo mi aveva dimostrato quanto ero pivello ,lui in quell'isola era andato tranquillamente con la sua famiglia ,come ad una gita di piacere ,mentre io avevo bisogno di una guida che mi stava sul cazzo e per di più la dovevo pagare anche parecchio, naturalmente rispetto al costo della vita indonesiane ,per me italiano quel prezzo non era gran che. Tutta la mia passione per l'avventura svanì ,capii che sicuramente stavo andando sull'isola soltanto per dire ai miei amici (ci sono stato) non era proprio una cosa che mi affascinava più di tanto. Sicuramente l'avventura ci sarebbe stata, ma con una guida che da sempre va in quei posti e con altre dieci persone ,più che altro sarebbe stata una carnevalata. Inoltre per ben 10 giorni avrei dovuta sottostare ad una rigida disciplina ,in poche parole per uno molto anarchico come me, nubi minacciose si accavallavano nei mie pensieri, le stesse nuvole che probabilmente avrebbero scaricato moltissima acqua in quei 10 giorni ,con questi pensierini ,salutata la guida andai a dormire.


4 DICEMBRE Partenza verso le 8.30 per il lago Maninjau ,dopo aver attraversato un immenso mercato di prodotti agricoli ,presi un taxi collettivo ,alle 9 ero in una superaffollata stazione dei bus. A trovare il bus giusto fui molto rapido ma si verificarono due brutti eventi. Mi si rompette di nuovo la spalliera dello zaino riparata un paio di giorni prima ,dopo un primo momento di speranza per un viaggio comodo ,il piccolo bus in un primo momento vuoto ,si riempì a dismisura tanto che io l'unico occidentale fui costretto a stare spalla a spalla con povera gente dagli abiti certamente non impeccabili. Inoltre le mie gambe erano obbligate a stare ferme proprio per mancanza di spazio, tanto eravamo stretti. In questa situazione provai a rilassarmi ,perciò cercai di farmi affascinare più del dovuto dal paesaggio circostante ,la cosa per fortuna mi riuscii perfettamente ,non pensavo più alle mie gambe ,ero ipnotizzato dalla sconvolgente bellezza del luogo. I miei compagni di viaggio da quello che capii non avevano di questi problemi ,per loro stare ammassati di sicuro era normale. Il lago distava circa 30 Km ,per fare i primi 20 Km il bus impiega ben due ore ,questo perché la gente durante il percorso scendeva o saliva ,ma soprattutto perché la strada era veramente orribile un continuo sali e scendi e curve. Gli ultimi 6-7 Km furono stupendi ,infatti il bus giunse in cima ad una collina ,sotto la stessa potei ammirare il magico panorama del lago Maninjau.



Un colpo d'occhio stupendo ,un'andatura rallentata dalle tante curve a gomito che permetteva la contemplazione ,ero propria in prossimità di un finestrino perciò per molti tratti potei osservare senza nessun problema. Una volta in prossimità del lago ,gentilmente il conducente mi fece scendere lungo la strada, con il mio bagaglio mezzo sfasciato mi avviai per un sentiero molto stretto che conduceva direttamente ad una guest house in riva al lago. La stessa era costituita da una grande casa di legno ,tre edifici in cemento ,due dei quali avevano delle graziose camere ,e l'altro fungeva da dormitorio. In riva al lago vi era una specie di molo nell’acqua molte camere d'aria immense e nere adatte a fare dei piacevoli giochi acquatici ,un paio di canoe, vi era poi una corda attaccata ad una pianta di cocco per fare dei tuffi, infine un albero proprio in riva al lago con tanto di tavole sui rami più grandi dove era possibile riposare. Appena arrivato vidi tanti stranieri ,ma fortunatamente trovai una camera dove poter alloggiare ,la stessa era all'interno della casa in legno ,era una bella camera l'unico problema era dato dall'eccessiva distanza del bagno. Familiarizzai con numerosi viaggiatori e mi feci numerosi bagni nel lago (si era all'equatore a circa 400 metri di altezza l'acqua perciò era caldissima)quel posto per le numerose attrattive mi ricordò Sangkhom. Verso le due del pomeriggio avevo capito che quel luogo mi avrebbe permesso tutte queste cose: avrei conosciuto tantissimi viaggiatori, la zona era molto interessante da esplorare e selvaggia ,vi era un magnifico tavolo dove poter scrivere il mio libro ,mi sarei divertito moltissimo nel lago, ma la cosa più importante non avrei speso quasi niente. Telefonai perciò all'agenzia di viaggi ,non sarei più andato a Siberut ,in compenso si sarebbero tenuta la mia caparra. Come un bambino poco dopo andai al vicino villaggio (la guest house ,era in un luogo isolato e distava dal villaggio principale circa 600 metri) chiesi informazioni sul possibile noleggio di biciclette per fare il giro del lago ,e portai a riparare il mio zaino da un calzolaio. Tornato alla guest house feci molti bagni ,e conobbi tantissimi occidentali e indonesiani. Quella sera mangiai nella guest house ,prima di andare a dormire giocai a scacchi con uno dei numerosi figli del padrone della guest house

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