Guardatevi attorno con curiosità, con quella curiosità che accompagna chi desidera sapere ...
Il giudizio degli altri: Fanno di tutto perché voi crediate che sia una parte fondamentale della realtà: Così sono nati il Grande Fratello e tutta la serie di reality dove un concorrente tra tanti dovrà vincere solo dopo aver subito decine di "votazioni" ... chiamatele opinioni altrui, e il succo non cambia! Mostrano questo modello alle masse. Avete visto? Ecco cosa i più seguiranno immediatamente ... visto che l'hanno detto e mostrato in televisione ...
Dal grande fratello si sono sviluppati poi decine di programmi televisivi nati negli anni a seguire, li detesto tutti dal primo all'ultimo, dove chi partecipa deve passare davanti a una giuria ...
Non rappresenta minimamente un "star bene" seguire un modello Big Brothers, avrà come conseguenza certa il circondarsi di persone false e ipocrite, che non ha proprio nessun lato positivo, ma proprio nessuno, piuttosto che fare la gara a chi piscia più lontano è meglio non competere proprio, e se vi guardate attorno vedrete che tutto il paese sta facendo questa gara e sono talmente impegnati da dimenticare tutto il resto. Il risultato? Lo avete davanti a voi tutti i giorni se ci pensate: Competere sulle cose stupide in modo da evitare totalmente quelle importanti.
La collaborazione ha senso solo quando il giudizio è sparito, altrimenti collaborare con qualsiasi persona diviene un dispendio inutile di energia e tempo: Il comportamento delle masse oggi rappresenta il risultato di un esperimento sulla manipolazione mentale andato a buon termine, ecco cosa rappresentate ogni volta che vi mettete in competizione con qualcuno, rappresentate il lato peggiore di quel qualcuno ...
Le masse, di poveracci, impegnate a combattere contro stupidaggini simili sovente hanno scordato tutto quello che li fa star bene, anche cosa sia il benessere hanno dimenticato al punto che nemmeno pensano esista più: I vostri ammaestratori ringraziano.
Ricordate che la specie umana, la razza umana, se è arrivata sino ad oggi è proprio perché riesce a collaborare e non a competere. La collaborazione ci ha portato avanti, ora siamo nell'epoca del "sono meglio io" ... e infatti non stiamo evolvendo per niente, siamo in regressione ...
Tutto quello che attorno a noi viene mantenuto in piedi, dalla giunta comunale all'ultimo negozio aperto in paese, sta in piedi solo per la vostra competizione su temi idioti, solo per portare una maschera che non convince nessuno: Sanno tutti che non c'è nulla che valga tanto quanto gettare la maschera e smettere di recitare: State tenendo in piedi la recita altrui, non la vostra. Gettare la maschera significa essere liberi, non credete che crollerebbe tutto domani così facendo?
Due articoli brevi ma interessanti propongo ora sul tema competizione e società, buona lettura. Un breve filmato sul tema per ridere un po' ...
PS: Tutte le volte che vedete qualcosa da invidiare fate un gioco: Pensate nella vostra testa a cosa può aver pagato quel qualcosa che invidiate la persona che avete in mente: Vedrete che davanti a voi non ci sarà più niente da invidiare, ma piuttosto qualcuno da commiserare perché ha speso tanta energia su consiglio altrui ...
... ecco a voi il testimonial di Natalino Balasso, un mio conterraneo:
La Differenza nel Differenziarsi
ANASTASIA SILVERIO
Gli adolescenti… Vivono in un mondo che ha perso i valori più sinceri, tra cui, il più importante, è il “sapersi distinguere”. Distinguersi dagli altri, ovviamente. Gli adolescenti vivono in un mondo in cui a nessuno interessa chi si è veramente perché tutti guardano solo ciò che si indossa, la compagnia che si frequenta e il modo in cui ci si distingue. Purtroppo questa è una triste verità.
Giovani che ormai gareggiano in una competizione che spesso sfocia nella volgarità, nella stranezza e nella ridicolezza, perché - magari – pensano che, così conciati, siano migliori, “diversi”. Ma bisogna riflettere sul significato della parola “differente”,
perché la differenza non riguarda solo l’aspetto esteriore ma anche – e soprattutto – quello interiore. A questo punto viene spontaneo chiedersi: “Perché i giovani di oggi pensano solo all’apparenza?”, oppure: “Perché hanno una concezione di “diverso” così estranea al vero significato della parola?”
“Hanno forse bisogno di mascherarsi dietro orecchini, tatuaggi o indumenti strani per sentirsi sicuri di loro stessi?” I ragazzi di oggi sono ipnotizzati dalla moda, ma sarà sempre vero che la “loro” moda sia bella da vedere? Perché ci sono cose che proprio non sono “gradevoli” da vedere, ma cose che costringono a guardare, magari per la volgarità o la stravaganza… insomma, si può dire che viviamo anche in un mondo privo di originalità (contenuta ovviamente nei suoi limiti) poiché si vedono in giro sempre le stesse cose. Chissà quanti giovani, guardandosi allo specchio, sanno riconoscersi. Chissà in quanti hanno il coraggio di scegliere maglioni e pantaloni larghi e comodi al posto di body e jeans attillatissimi che metterebbero in mostra, non solo belle forme, ma, per i più, fianchetti e pancetta (che la moda vuole così antiestetici!). Già, perché i modelli da seguire, quelli alti, magri, senza cellulite, senza occhiali né apparecchio ai denti esistono solo in televisione.
Allora, nel mondo “normale”, dov’è la diversità? Perché cercare di essere diversi deve significare per forza essere strani o ridicoli? Nessuno pensa più all’importanza del carattere speciale che si nasconde in ognuno? Eppure è nella personalità di ogni persona che si cela la vera diversità, ciò che distingue gli uni dagli altri, ciò che rende migliori o peggiori e non per una stagione o per qualche anno, ma per sempre. Quindi: addio maschere ingannatrici e schiave del tempo! Benvenuta diversità, quella autentica del cuore, battagliera del tempo e delle mode!
FONTE: ICParatore
Tutti noi pensiamo al conflitto in termini competitivi. In sostanza, concepiamo il conflitto come un “sfida” tra due contendenti, che porta alla vittoria dell'uno e alla sconfitta dell'altro.
Ciascuno cerca di esporre le sue ragioni, sfodera gli argomenti più persuasivi possibile, per “portare acqua al suo mulino”, come si suol dire. Le ragioni e le esigenze dell'altro sono sistematicamente ignorate. Quando si è coinvolti in una lite ad esempio, si entra in quella che nei miei corsi chiamo “visione a tunnel”: ci si concentra solo sul proprio punto di vista e si è assolutamente incapaci di vedere le cose dal punto di vista altrui. In sostanza, pensiamo al conflitto come se fosse una partita, in cui una parte è quella vincente e l'altra la perdente. Probabilmente questa visione deriva dal contesto sociale in cui viviamo, improntato all' individualismo e alla competitività. Nessuno può negare l'importanza che abbiano individualismo e spirito competitivo nella nostra vita quotidiana. L'individualismo inteso nel senso di libertà di scelta e di auto-determinazione, cioè di poter decidere sui fini della propria vita è senz'altro positivo. D'altro canto, un sano spirito competitivo è essenziale per la nascita e lo sviluppo di nuove idee, soluzioni, invenzioni che rappresentano benefici per l' intero pianeta. Tuttavia, se si osserva bene la storia dell'umanità si potrà notare che l'elemento che ha permesso la sua evoluzione è stata senz'altro la capacità di cooperare, caratteristica della specie umana. La cooperazione è il motore dello sviluppo, è ciò che rende possibile che l'esigenze di tutti vengano tenute in considerazione e vengano soddisfatte.
Questa logica della cooperazione deve anche applicarsi ai conflitti interpersonali . Ogni volta che entriamo in disaccordo con gli altri non chiediamoci: chi ha ragione? ma:come possiamo trovare una soluzione che possa soddisfare entrambi? Nella gestione di OGNI conflitto bisogna chiedersi: quale soluzione risulta vincente per entrambi?Sembra paradossale, ma, a differenza delle competizioni, dibattiti, scontri nei tribunali, ecc… nei conflitti interpersonali non ci deve essere chi vince e chi perde.
Allora, nel mondo “normale”, dov’è la diversità? Perché cercare di essere diversi deve significare per forza essere strani o ridicoli? Nessuno pensa più all’importanza del carattere speciale che si nasconde in ognuno? Eppure è nella personalità di ogni persona che si cela la vera diversità, ciò che distingue gli uni dagli altri, ciò che rende migliori o peggiori e non per una stagione o per qualche anno, ma per sempre. Quindi: addio maschere ingannatrici e schiave del tempo! Benvenuta diversità, quella autentica del cuore, battagliera del tempo e delle mode!
FONTE: ICParatore
DI GIUSEPPE FALCO
Tutti noi pensiamo al conflitto in termini competitivi. In sostanza, concepiamo il conflitto come un “sfida” tra due contendenti, che porta alla vittoria dell'uno e alla sconfitta dell'altro.
Ciascuno cerca di esporre le sue ragioni, sfodera gli argomenti più persuasivi possibile, per “portare acqua al suo mulino”, come si suol dire. Le ragioni e le esigenze dell'altro sono sistematicamente ignorate. Quando si è coinvolti in una lite ad esempio, si entra in quella che nei miei corsi chiamo “visione a tunnel”: ci si concentra solo sul proprio punto di vista e si è assolutamente incapaci di vedere le cose dal punto di vista altrui. In sostanza, pensiamo al conflitto come se fosse una partita, in cui una parte è quella vincente e l'altra la perdente. Probabilmente questa visione deriva dal contesto sociale in cui viviamo, improntato all' individualismo e alla competitività. Nessuno può negare l'importanza che abbiano individualismo e spirito competitivo nella nostra vita quotidiana. L'individualismo inteso nel senso di libertà di scelta e di auto-determinazione, cioè di poter decidere sui fini della propria vita è senz'altro positivo. D'altro canto, un sano spirito competitivo è essenziale per la nascita e lo sviluppo di nuove idee, soluzioni, invenzioni che rappresentano benefici per l' intero pianeta. Tuttavia, se si osserva bene la storia dell'umanità si potrà notare che l'elemento che ha permesso la sua evoluzione è stata senz'altro la capacità di cooperare, caratteristica della specie umana. La cooperazione è il motore dello sviluppo, è ciò che rende possibile che l'esigenze di tutti vengano tenute in considerazione e vengano soddisfatte.
Questa logica della cooperazione deve anche applicarsi ai conflitti interpersonali . Ogni volta che entriamo in disaccordo con gli altri non chiediamoci: chi ha ragione? ma:come possiamo trovare una soluzione che possa soddisfare entrambi? Nella gestione di OGNI conflitto bisogna chiedersi: quale soluzione risulta vincente per entrambi?Sembra paradossale, ma, a differenza delle competizioni, dibattiti, scontri nei tribunali, ecc… nei conflitti interpersonali non ci deve essere chi vince e chi perde.
O si vince insieme, o non si vince affatto
due articoli letti qui: http://eccocosavedo.blogspot.it/
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