Ipotesi: le scie
chimiche come un tassello indispensabile per i nuovi sistemi d’arma a portata
planetaria del tipo ‘armi esotiche’. Questi nuovi sistemi d’arma sono
sicuramente in azione e permettono il controllo climatico e la dispersione in
atmosfera di particolato chimico e biologico con finalità offensive e di
individuazione delle minacce nemiche. Sistemi d’arma ad esso correlati
potrebbero essere armamenti scalari in grado di convogliare energia su di un
manufatto, o più manufatti, e renderlo inservibile o distruggerlo. Le scie
chimiche quindi sarebbero il collante ed il medium universale a tutta
questa serie di armamenti apparentemente futuristici ma già in azione da alcuni
decenni.
Nelle ormai molte occasioni di incontro tra attivisti e
ricercatori indipendenti, si sottolinea la perniciosità di tali sistemi
d’arma, pericolosità affermata anche dall’Unione
europea in una sua sorprendente esternazione sulla minaccia per
l’ambiente rappresentata dai sistemi di diffusione di radioonde del tipo Haarp. Che gigantesche antenne vengano
installate in tutto il mondo è una realtà contro la quale nessuno può
obiettare; che la guerra climaticasia in corso è una constatazione
difficile da confutare. Questa visione però sottende un grosso rischio.
Il rischio che si corre, a mio parere, è che non
si notino le interconnessioni con altre operazioni di modifica degli
ecosistemi in atto, di tipo permanente ed invasive ed al tempo stesso (e
guarda caso) elusive. Mi riferisco alla produzione e diffusione di organismi OGM oppure all’uso
di radioonde per la modifica intima della vita sul pianeta. Non si
deve poi dimenticare l’invocazione/evocazione perenne, negli ultimi
decenni, verso forze oscure e demoniache (o semplicemente disumane) con il tramite servilissimo dei media
tutti: cinema, musica pop, televisione, carta stampata, web. Non possiamo
che assistere attoniti all’impennata dell’utilizzo
di tutti i sistemi possibili di contenzione e controllo delle
popolazioni mondiali: economici, elettronici, meccanici, persuasivi e
‘seduttivi’.
Io in tutto ciò possiamo scorgere un sistema di
trasformazione del reale totalizzante, che non si esprime solo come arma
d’attacco o di difesa, ma che mira a sostituire la vita stessa sul pianeta con
un’altra ‘vita’ basata su costrutti ingegnerizzati di inedita specie, tappa
finale del cosiddetto ‘terraforming’. Un’attesa è in corso nel pianeta e la
fibrillazione è al massimo in vista di un evento prossimo che potrebbe non
accadere in quanto è già accaduto: la presa del potere, nella sfera
materiale, da parte di entità malefiche, umane o disumane che siano.
Tornando al timore principale, non vorrei che le scie
chimiche venissero scambiate per un nuovo sistema d’arma tout court perché ciò
prevedrebbe il solito scenario del tipo, espresso in equazioni:
scie chimiche = sistema d’arma = difesa =
sicurezza = male necessario ed in fondo minore
Se ci pensate, lo spauracchio del ‘global warming’ ha la
stessa valenza, far percepire le scie chimiche come un male necessario per
la salvaguardia del pianeta, oppure per proteggerlo dalle eruzioni solari,
oppure per schermare la terra dai raggi cosmici o dallo slittamento dei poli
magnetici, etc. etc. …
Il pericolo è associare le scie chimiche ed i
sistemi a radioonde con un fine ragionevole e comprensibile. Questa finalità
renderebbe in fondo accettabile tale operazione mentre è chiaro che non lo è
affatto perché, se non altro, dimostra
in modo inoppugnabile l’assenza totale di democrazia nel mondo. Le
scie chimiche inficiano la nostra natura nel profondo e non sono certo qui né
per proteggerci dagli islamici inferociti (inesistenti) né dal global warming
(inesistente) e neppure dalle eruzioni solari o dai raggi cosmici (esistenti ma
‘naturali’). Le scie chimiche hanno un’altra ragione d’essere che sinceramente
ignoro, che posso solo immaginare e che potrebbe essere per noi semplici esseri
umani totalmente irragionevole ed addirittura incomprensibile.
Ciò che non posso
ignorare però è l’evidenza: il campo di battaglia siamo noi.
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