"THE END"

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mercoledì 10 ottobre 2012

Ha un senso mettere a repentaglio la propria incolumità fisica per lo STATO?


di Francesca De Nigris

Il Caporal Maggiore Capo Erasmo Savino, un ragazzo di 31 anni molto modesto, semplice, aveva un sogno ovvero quello di diventare un militare per mettersi al servizio della nostra patria e per difendere tutto ciò in cui credeva veramente. Dopo aver lavorato come idraulico, decise di arruolarsi nell’Esercito Italiano. Questo lavoro per lui non rappresentava una consuetudine, ma un dovere a cui doveva assolvere fedelmente. Negli anni 1999 e 2000, il Caporal Maggiore Capo, era in missione in Kosovo come “operatore di attrezzature speciali del genio” per riparare le tubazioni o gli impianti danneggiati dove si trovava di tutto. È lui stesso a ricordare che: “la terra era come la sabbia, sembrava terra di mare, dove nelle buche c’erano resti di bombe e proiettili”. Materiali, con un elevato contenuto di uranio impoverito. Dopo quella missione, la sua vita è cambiata profondamente perché al suo rientro dall’estero, gli è stata diagnosticata una grave malattia contro la quale sta ancora lottando ovvero un melanoma nodulare ulcerato plantare al primo dito del piede sinistro.

Come se tutto questo non bastasse, il 12 ottobre dello stesso anno gli sono state ancora diagnosticate le metastasi che attaccano tutto l’organismo provocando in lui mal di testa costante e un forte abbassamento della pressione. Io mi domando: “Lo Stato che ruolo ha avuto e che ruolo ha in questa situazione??” La risposta è davvero sconcertante poiché non è ancora in grado di dare una risposta precisa né sui numeri ufficiali delle persone coinvolte, né sulle cause. Il suo avvocato Giorgio Carta, ha affermato: ”Non abbiamo numeri certi, ma sappiamo che sono tra i 2500 e i 3000?, il quale contesta allo Stato di aver fatto prestare servizio all’estero ai soldati in assenza di adeguate precauzioni o protezioni, in quanto non fornite dall’amministrazione, la quale avrebbe anche omesso di informarli dei rischi per la salute cui andava incontro. Ma secondo le testimonianze raccolte dalla Commissione non sarebbe solo l’uranio impoverito a uccidere, ma anche i cicli forsennati di vaccinazioni a cui i soldati sono sottoposti obbligatoriamente. “Intanto l’unica risposta ufficiale dello Stato" – spiega Carta –" è questa: vi siete ammalati per conto vostro”. La vittima spiega inoltre:” Mi sento deluso, abbandonato e tagliato fuori, nessuna considerazione ho avuto da parte dello Stato”. Il Caporal Maggiore Capo Erasmo Savino è stato ascoltato mercoledì scorso, 3 ottobre, dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, accompagnato dai suoi avvocati molto professionali, Giorgio Carta e Giuseppe Piscitelli, che stanno perorando la sua causa e quella dei 3000 soldati ammalati. Quello che si chiede è onestà, coraggio e giustizia da parte di un’istituzione che dovrebbe almeno riconoscere la causa di servizio.

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