"THE END"

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martedì 29 ottobre 2013

Sembra la posseggano tutti quando non esiste

...dove l'uomo, e soprattutto quello più acculturato, ha cominciato a pensare, a porsi problemi, ha cominciato ad avvertire il senso della vita e di tutto quello che riguarda l'esistenza intera e che viene stabilito come vero ma che in realtà è cangiante come la vita tutta. 
Il libro della vita con parole cangianti ... cit. De André.
La verità. Sembra la posseggano tutti la verità quando non esiste, dicasi paradosso, ci sono addirittura i fanatici della verità e non serve molto a trovarne uno, basta davvero poco anzi, per trovarne uno, con quella loro solita arroganza di sapere e di conoscere cosa pretende dio, addirittura, non quello che tu vorresti per i tuoi comodi, no, ma bensì lo vuole dio, andiamo ai piani superiori, inizia la gerarchia, il comanda dall'alto, io lo chiamo dogma. Sono quelle persone che additano agli altri gli aggettivi che additano a se stessi, al proprio ego diciamo esattamente. 
Rispecchio negli altri quello che io conosco, non posso proprio fare altro in questa realtà, la percezione nella proiezione. Introspective 
Come l'Europa che lo vuole, eddai, suvvia, è la stessa cosa. 
Un'entità non definita chiede che tu faccia un'azione che conviene invece a una persona che esiste realmente, e che ti sta sfruttando. 
A dire il vero sino alle medie obbedivo, poi, il cervello dovrebbe appunto subire quei passi che descrivevo sopra, dovrebbe andare al livello successivo, il prossimo gradino. 
Siamo o non siamo alla ricerca del perfetto?
Da questa domanda dipenderanno tutte le scelte della tua vita.
Sei attore, comparsa, o protagonista del tuo film?
Anche da questa, di domanda, dipenderanno tutte le tue prossime scelte.

Hai visto? Come due domande possono rovesciare il senso della tua verità?
Che non possiedi, ricordalo sempre, perché anche da li, partiranno tutte le tue scelte future ... e mi sembra in apertura di blog, di aver scritto la giusta frase per descrivere la verità, poi, chiaro, sempre che tu ne faccia di scelte in vita tua o che funzioni invece come un robot. Non so quanta gente scelga alla fin fine, come vorrebbero farci credere, diceva Schopenhauer, un uomo è libero si di fare quello che vuole, ma non può essere libero di volere ciò che vuole. Questa la dice lunga se pensi a tutto ciò che hai desiderato. Budda insegnava una sola cosa, una: La vita è dolore dal momento in cui si nasce sino all'ultimo respiro, io vi insegno come evitare questo dolore. Solo quello.




Un tizio saggio, sapeva una sola cosa ma è dimostrata certezza, non è una verità, è una certezza quella, sai che mettendolo in pratica avrai quell'effetto, sai che se lo segui accadrà quello che prevedeva. Via il dolore e dentro la gioia di vivere. 
La gioia, non il peso come spesso facciamo noi addestrati, si, per davvero noi, a portare un peso, la cosiddetta croce della mia vita, ne facciamo un vanto, una dote. Gesù lo fece ci dicono, pensate voi, io invece le croci non le tollero molto bene a dire il vero, io sarei come Buddha o Siddharta, getto la croce e vado in montagna, o al limite al mare se proprio mi tocca, ma in ogni posto pur di non avere croci, o di averle il meno pesanti possibile dovrebbe essere l'obiettivo della tua vita. Poi se arriva l'effetto contrario non è colpa mia, così doveva andare, ma verrai ripagato in ogni modo dell'energia che hai messo in moto, questa è un'altra certezza, se lavori per un bene riceverai bene, se non lavori per un bene riceverai quello che stai facendo, è solo questione di saper aspettare, pazientare, e il momento arriva. A me così è sempre capitato. 
Anche questa, di conoscenza, si impone su tutte le tue prossime scelte.
Però sei libero ... hehehehe, riderebbe anche un bambino se fosse qui con me, ma per fortuna non ho pargoli tra le scatole, son belli i bambini, sarebbero anche intelligenti se non facessero di tutto per renderli stupidi, per esempio, fargli recitare che veniamo dalle scimmie e dire bugie la domenica in chiesa, tutti in coro.
Così hai già iniziato col piede sbagliato, e i gesuiti questo lo sanno bene visto che vietano di proposito certi libri. 
Le nostre scelte non dipendono da quello che conosciamo, ma bensì, proprio da tutto ciò che ignoriamo invece. 
Eccovi spiegato il mondo di oggi in una frase!

Infatti, nella realtà la conferma di ciò che leggo, mattine fa, passeggiavo e cantavo dondolando le mani, si, proprio come un bambino, ed ero felice infatti come un bambino, una bella canzone, delle belle idee in testa e un'ottimo umore, era mattina, sei energico a quelle prime ore di sveglia e camminare fa molto bene io dico sempre ... e in quel mentre vedo uscire una macchina, erano le otto di mattina, con la nebbia, e un tizio usciva da casa. Mi sono fermato, di cantare e dondolare le mani e ho pensato, questo mi crede pazzo sicuro, perché nel suo mondo chi fa così per lui lo è, ma in fondo, mettiti nei suoi panni, per lui è anche normale non lasciare mai il luogo in cui si trova, la sua vita è prevista tutta qui, e così è stata e sarà per gli anni a venire: Come fai a ridere e cantare a quel punto? Diventa chiaro che non ridi più. Cavolo, un pugno in faccia faceva meno male a pensarci bene. Triste come condizione, se pensiamo alla vita come a un'opera grandiosa si che è triste, è tristissimo, non triste, anzi, è disumano inchiodare una persona, contro la sua volontà magari, o semplicemente perché l'hai semplicemente convinta e ti ha creduto, così fa quello che tu gli dici tenendogli nascosto che ... quante cose tengono nascoste all'uomo di oggi? 
Le nostre scelte non dipendono da quello che conosciamo, ma bensì, proprio da tutto ciò che ignoriamo invece. 

Appunto. Ed era qui, che volevo arrivare. 
Come lo volete chiamare voi il gradino successivo? 
Quando smetti di credere a tutto quello che ti hanno detto e inizi a credere invece a quello che vedi, a quello che metti in pratica e i risultati che ti darà. 
Questo solo è il punto, non ce ne sono altri. 
E qui, arriva la nota dolosa, la bastonata al modo occidentale. 
Quello che sta accadendo sul pianeta è quello che è accaduto a me. 
Cavolo, quando capisci questo ti viene si da ridere ... fidati, sarà una grande risata alla fine che solleverà il tutto. Una risa nei confronti del loro striminzito e misero potere, cercano tanto di sentirsi grandi proprio perché sanno tanto di non esserlo.

Frattale, tutto si ripete, così nel grande come nel piccolo, tutte le discipline lo dicono e la realtà lo dimostra. Poi dipende amico mio, sai come funziona le realtà?
La conosci o conosci quello che ti hanno detto? E tu chi sei sopratutto
L'Ego lo conosci, l'hai distrutto o governa ancora il tuo mondo?

Buddha diceva di tirarlo via, di non lasciare più che ogni nostra azione sia indirizzata ai favori dell'ego, perché starà bene lui ma stanno male tutti gli altri se così fai.

E qua, OCCIDENTE ed EGO salta all'occhio immediatamente che in comune hanno molto, noi siamo la civiltà impiantata su fondamenta che indirizzano sempre e solo a elogiare il lato egoico, lo faccia ancora anch'io, mi vanto. Per cosa ti vanti? Per l'ego e la pagherai quando ti vanti, lo so, l'ho sempre visto ma è più forte di me, mi vanto meno che posso, ma a volte ... l'ego, l'eco dell'ego rimasto, cancellarlo del tutto forse i grandi maestri tibetani. Io non ancora, però, però, sicuramente se metto a confronto con venti anni or sono ... povero ego, ma va bene così.
Proprio così dev'essere, la prima regola è quella, di accettare, e anzi, meglio ancora , spiegare la realtà circostante. 
Spiegatevela sempre, il tutto torna. I conti tornano, o le energie diciamo più esattamenteOra vado su di un punto, che era quello per cui ho iniziato a scrivere a dire il vero, però per spiegare questa cosa qui, dovevo prima accompagnarti sino a qua, ora ti lascio a una tua deduzione personale sulla faccenda.
Freud, il padre della psicanalisi, anche se dico sempre che preferisco Jung, molto più amplio il suo concetto, e veritiero tutto sommato, se lo applichi alla realtà di oggi. 
La tua, la mia, quella della società e della civiltà occidentale tutta, le altre, araba a parte, le conosco troppo poco per dire la mia opinione, fai sempre bella figura se non parli delle cose che non conosci, il contrario di quello che fa il popolo della televisione, riprogrammato dai media insomma. E in quel contrario che vi viene mostrato come panacea per il dolore, ma che in realtà non farà altro che crescerlo poiché tutto quello che propone la tv è egoico, fa leva sull'ego, per gonfiarlo, infatti avere rapporti sessuali, uomo-donna anche solo, è un problema. In Italia si, siamo forse la patria dell'ego noi con il nostro Vaticano: Le religioni, buddismo a parte, non sono tutte incentrate sul rendere onore all'ego? Si, certo che si, eccome pure! 
Iniziate dai comandamenti e finite con i miti, è tutto molto egoico e poco spirituale. Siddharta cos'è che fa prima dell'illuminazione? Nella sua strada, nel suo cammino, c'è un rapporto importante con una cortigiana, Kamala, la simile, che gli dice una delle più belle frasi che ricordi, di questo libro che adoro e che negli ultimi dieci anni è diventato il mio mito preferito, forse, non so nemmeno quante volte l'ho letto e la frase più o  meno è questa: - il fatto che uomini come lui, che amano la verità, non possono amare nessuna donna ... Io sono come te. Anche tu non ami, altrimenti come potresti fare dell'amore un'arte? Forse le persone come noi non possono amare. Lo possono gli uomini-bambini: questo è il loro segreto.  link 

Poi lascio un'altro mio e varie frasi tratte dal libro, da yahoo answers link, link

contenuti che mi hanno colpito:

- il fatto che la conoscenza è legata alla nostra esperienza.... e nessun dotto può insegnare la saggezza perchè solo l'esperienza peronale può insegnare la saggezza.... bisogna provarla se no non si impara mai

- gli uomini bambini... cioè coloro troppo immersi nelle cose mondane.. troppo attaccati, laddove siddarta ne era distaccato


- il figlio di siddarta che anche lui vuole imparare dall'esperienza..
e l'incontro col figlio già grandino, non più solo bambino, lo fa ritornare per un'attimo in preda allo smarrimento. Lui vorrebbe insegnargli la sapienza, ma non può e questo glielo ricorda il suo compagno di avventura, il traghettatore del fiume da dove proviene il monologo finale, meraviglioso, il più bello che mai abbia sentito sulla vita, e gli dice esattamente di ricordare se stesso a quella età, anche lui, come tutti noi, è venuto a questo mondo per bere fino in fondo il calice amaro della vita, e di certo lui, il Siddharta, non potrà mai indirizzarlo in una via differente da quello che la vita prevede per lui. Mi ricordo ancora quel giorno come fosse oggi, ero a casa, un pomeriggio e c'era il sole fuori, e da una finestra entrava nel salotto e lo illuminava bene. Avevo finito di leggerlo per la terza volta in una settimana, nove anni prima l'avevo letto e chiuso dopo poche pagine. Era il '95. 
Era l'inizio primavera di dieci anni fa, tra pochi mesi,  iniziai anch'io da li a poco un viaggio all'insegna della ricerca, avevo delle domande, mi servivano delle risposte, e puntualmente le trovai, anche con la vita errante o anche senza più radice che ti trattiene, prendi il volo, anche quello si può dire. 
Ho vissuto anch'io in riva al fiume, settimane, mesi, ad anni non sono arrivato, a Roma, ma avevo già provato appunto quella sensazione tre anni prima. Quella del monologo finale, quel giorno, dopo averlo letto per la terza volta, iniziai a riflettere sul mio corpo, sulla mia vita e sulla esperienze e nozioni che possedevo: Non potevo finirlo in periodo migliore, questo mi disse la vita! Mi immaginai gli atomi, immaginavo il cibo che viene scomposto e il nuovo materiale distribuito nel corpo, restituito o forse proprio trasformato in realtà, gli atomi come il fiume, che ricicla sempre, porta via e distribuisce in quel giro infinito detto realtà, in un eterno andamento a cicli, chiamiamoli corsi, chiamiamola vita, ma tutto è un continuo scorrere, come di una corrente, elettrica se vogliamo, come di un nastro, tutto si muove a cicli. In cerchio, il cerchio della vita. Ora, descrivere tutti quei minuti, forse dieci, forse quindici, in cui il tutto mi si rivelò sotto un profilo mai visto prima, sarà ed è impossibile, ognuno deve vivere il suo di punto di vista. E i conti in quel modo, tornavano. Bello, molto bello, tutto quello che farai da li in poi sarà relazionato con questa tua nuova forma di vedere. La realtà appunto. Leggetevelo questo monologo finale, è la migliore descrizione di vita! Quella che prò il mondo occidentale oggi sta sterminando, vedi il Pacifico e vedi la società tutta occidentale, ricca, opulenta e scontenta. 
Basta, in tema non c'è altro da dire. Purtroppo a tanti spiace essere scontenti, ma, tanti altri invece, lo rincorrono come meta personale, come desiderio massimo perché un loro idolo l'ha fatto. Brama appunto. E in fondo è stata brahma ogni esperienza passata in questa realtà. Nessuna poteva esistere senza l'altra, in una rete di comunicazioni, azioni e reazioni infinita, come l'acque e il suo cerchio, infiniti ... dioniso777
 - poi il messaggio finale... cioè che il tempo non esiste... il fiume infatti si trova sempre , sia al mare, alla sorgente... non c'e' un prima o un dopo... noi dividiamo la conoscenza e il tempo , in un prima e un dopo... ma .. la conoscenza è unica... ogni uomo è tutti gli uomini .... nel buddha c'è dall'assassino, al comico, al saggio... e così in ogni uomo....

- come un libro si compone di tante parole diverse, ma il significato è unico... si tratta sempre dello stesso libro... così il mondo appare diverso e molteplice... ma l'essere è unico (il libro)... siddarta decide di non ripudiare il mondo per capire l'essere, sarebbe come voler capire un libro, senza nemmeno leggerlo.... rifiutando di guardare alle parole che contiene.

- l'ascolto che da alla natura.... la natura che ci rileva la verità..... il silenzio che e' necessario per ascoltare la natura.... per farci rendere saggi da lei. 

- il fatto che bisogna liberarsi dal proprio io, cioè dai propri pregiudizi e convinsioni... per poter ascoltare meglio il fiume... la natura...


- quando dice che nirvana, è solo una parola... non esiste il nirvana da un lato e tutto il resto dall'altro perchè la conoscenza e' un tutto uno.... in una pietra c'è il nirvana, e il non nirvana... tutto è in uno , tutto è in tutto....

- il fatto che non da molto peso alle parole, ma alle esperienze... comunica un senso pragmatico , pragmatismo che io condivido...
Nel finale del romanzo Siddharta, invecchiatom trae alcune conclusioni sulla sua ricerca: si sente più vicino agli uomini-bambini che un tempo disprezzava e intravede in loro una forma di saggezza.
Questo è un po quello che mi è rimasto impresso.... ciao.. :-)

la risposta di Clochard è perfetta: Son dell'idea che si parli ovunque delle stesse cose, semplicemente le si chiamano con nomi diversi a seconda del luogo in cui ci si reca.
Tu segui troppo la dieta del camaleonte: aria farcita di parole. Fa male: la Mente si nutre di simboli. Infatti hai colto molte cose nel racconto ma poi ti perdi l'essenziale. Siddharta sa che Nulla esiste, che tutto il mondo fenomenico che noi chiamiamo realtà è una proiezione della mente sul velo di Maya. Che è tutto un gioco di ombre come quelle che Proust bambino guardava scorrere sul muro. Siddharta è un uomo che cerca la via per diventare come un grumo di muco che scivola su un piano inclinato, libero, senza ostacoli, senza mete: un liberato in vita. Cerca la Moksa.
Lui viaggia tutta la Vita e non incontra mai nessuno: lui è Govinda, il barcaiolo, lui è Masala, lui è suo padre, lui è suo figlio, lui è la barca, il remo, il fiume. 

Siddharta è un illuminato. 
Se resti chiuso nella visione occidentale del mondo non c'è rimedio.
Siddharta non ama il prossimo suo. E' il prossimo suo.
Niettzche aveva compreso che questo è possibile. Ma ha un prezzo. L'Io. 

O detto anche Ego.


« Vedi, Kamala, se tu getti una pietra nell'acqua, essa si affretta per la via più breve fino al fondo. E così è di Siddharta, quando ha una meta, un proposito. Siddharta non fa nulla. Siddharta pensa, aspetta, digiuna, ma passa attraverso le cose del mondo come la pietra attraverso l'acqua, senza far nulla, senza agitarsi: viene scagliato, ed egli si lascia cadere. La sua meta lo tira a se, poiché egli non conserva nulla nell'anima propria, che potrebbe contrastare a questa meta. Questo è ciò che Siddharta ha imparato dai Samana. Questo è ciò che gli stolti chiamano magia, credendo che sia opera dei demoni. Ognuno può compiere opera di magia, ognuno può raggiungere i propri fini, se sa pensare, se sa aspettare, se sa digiunare ». Kamala lo ascoltava. Amava la sua voce, amava lo sguardo dei suoi occhi. « Forse è così » , disse piano « così come tu dici, amico. »
Siddharta - Herman Hesse

« Tu sei come me, sei diversa dalla maggior parte delle altre persone. Tu sei Kamala, e nient'altro, e in te c'è un silenzio, un riparo nel quale puoi rifugiarti in ogni momento e rimanervi a tuo agio; anche a me succede così. Ma poche persone posseggono questa dote, sebbene tutti potrebbero averla »

Vivere nel mondo come non fosse il mondo, rispettare la legge e stare tuttavia al di sopra della legge, possedere come se non si possedesse, rinunciare come se non si fosse in rinuncia: tutte queste esperienze di un’altra saggezza di vita si possono realizzare solo con l’umorismo.

Il lupo della steppa, altro libro in cui mi sono identificato moltissimo, questo, Siddharta e il volume di Arthur S. "Aforismi sulla saggezza del vivere". 
Prendi questi tre libri e fanne le tue bibbie, sarà un'inizio, vedrai!

Autore Hermann Hesse
Editore Mondadori, 1996

Il disagio di fronte alla volgarità e alla massificazione della società moderna, la ricerca di valori più elevati, la forza liberatrice degli impulsi primordiali, il rimettersi in gioco da zero a partire da una nuova consapevolezza; sono questi alcuni dei temi che si intrecciano in Il lupo della steppa, uno dei romanzi più radicali e affascinanti di Hesse.
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di Hermann Hesse vedi anche:
Citazioni dalle opere - Demian - Siddharta - Il lupo della steppa - Lettere 
fonte nei link, grazie.

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