"THE END"

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sabato 2 novembre 2013

L'Arte della Guerra


Non viviamo in contesti civili
E’ difficile ammettere di vivere sotto gli strali di veri e propri avvelenatori del genere umano che le studiano tutte pur di rendere l’ambiente antropico ostile e pericoloso. Non è facile ammettere che c’è chi studia e si adopera notte e giorno per diffondere veleni con effetti devastanti a breve, medio e lungo termine. Assai più semplice sarebbe giustificare la presenza di tali veleni come una conseguenza collaterale del progresso tecnologico, il problema è che abbiamo ben capito come il progresso non esista, piombati come siamo in un lugubre scenario da tregenda.
Immaginando per assurdo che le scie chimiche siano solo scie di condensa, cambierebbe ben poco per la nostra consapevolezza, basterebbe infatti riflettere sulla diffusione esponenziale degli organismi geneticamente modificati che ormai la fanno da padrone in tutti gli ecosistemi. Tali organismi (sementi ed animali) rappresentano un pericolo incommensurabile alla biosfera ed in particolar modo ai mammiferi (noi compresi ovviamente) portando alla sterilità dopo sole tre generazioni e causando indicibili mutazioni morfogenetiche in chi li consuma.

Basterebbe inoltre osservare la moria di piante ad alto fusto (ma non solo quelle) per rendersi conto di come le radioonde, diffuse ovunque, incidano feralmente sullo sviluppo e sulla salute della flora.

Bisognerebbe inoltre rammentare l’origine probabilmente dolosa (haarp) del cosiddetto incidente alla centrale atomica di Fukushima, le cui conseguenze appaiono drammatiche, in grado addirittura di inficiare gli ecosistemi, non solo dell’Oceano Pacifico ma, secondo alcuni esperti, di tutto l’emisfero boreale; oppure ricordare la fluorizzazione coatta dell’acqua potabile in molti stati nord americani. Potrei continuare ricordando a tutti l’artificialità dei cosiddetti eventi di cronaca perlomeno degli ultimi vent’anni. Due decadi che hanno visto gli inquinatori alzare decisamente il tiro su di noi, tutti noi.


In questo contesto, alcuni hanno deciso di osservare tali operazioni e di comunicare gli esiti delle loro ricerche ai propri simili. Trattandosi di persone umane, non sono certo immuni dall’errore, però hanno donato a tutti frammenti di verità sulle quali costruire la propria percezione dello scenario che abbiamo intorno, continuando peraltro benissimo e per fortuna a farlo ancora.

Sempre osservando il contesto abbiamo compreso come gli apparati statali e sovrastatali si stiano chiudendo a riccio contro i cittadini che dovrebbero invece tutelare e proteggere. Le organizzazioni internazionali (come l’ONU, l'UE o l’OMS) hanno tramato contro l’umanità in alcune circostanze di procurata emergenza come le fantomatiche influenze suine, aviarie o quant’altro. Lo stato italiota sta facendo di tutto per rendere precario non solo il lavoro ma la vita stessa dei suoi cittadini, facendo regredire con successo l’economia ai livelli dell’immediato dopoguerra. Meglio non parlare di sanità e giustizia: sono milioni le cause pendenti contro la malasanità in Italia, in un contesto a dir poco incerto come la gestione stessa della giustizia contro cui non è possibile in definitiva appellarsi.

Ovviamante potremmo accennare alla propaganda subliminale e palese delle forze della dissoluzione che vanno dalla diffusione di distorsioni fono/video sino ai suggerimenti coatti ed ipnotici verso stili di vita deleteri, indirizzati agli sport compulsivi, con la loro reiterazione maniacale di movimenti meccanizzati, alla reiterazione di rituali pagani o ‘satanici’ come lo sono taluni concerti 'pop' oppure i sabato sera all’insegna della desolante droga sintetica e dei timpani rotti dentro quei luoghi oscuri ed innominabili altrimenti, definiti quindi impropriamente discoteche (con tanto di wi-fi allegato).

Giungendo all’oggi, a seguito delle pressioni indebite subite da chi si adopera per il bene comune (quello supremo: della conoscenza), occorrerebbe riflettere su alcune istanze di carattere sostanzialmente strategico, un po’ in controtendenza. L’Arte della Guerra insegna come affrontare o meno un nemico, sfruttandone forze e debolezze. La disinformazione è in alcuni campi molto forte, irrobustita com’è dal consenso dei sistemi. In altri settori però è totalmente sguarnita. Mi riferisco alle dimensioni eteree del pensiero, a quelle forme di comunicazione sottile ma dalla grande energia creativa, in contesti elevati impossibili da raggiungere dai bassi latrati degli operatori ultimi della dissoluzione organizzata.

Comprendo di andare in controtendenza ma forse questa è l’unica via da seguire. L’inquisizione non si è mai arrestata. Non viviamo in contesti civili. L’oscurantismo non è mai stato così pervasivo e pressante. I contesti sono tutti inquinati. Cosa ci rimane da fare allora? Io credo fermamente nella comunicazione, meno nell’azione. Sono sicuro che la verità abbia una forza ineludibile che alla fine emerge, nonostante tutto e tutti. Impari è lo scontro con gli epigoni del male se li si affronta nel loro settore predestinato. Gli automi del pensiero asservito sono programmati per agire in contesti noti, brancolando nel buio in quelli a loro oscuri nei quali invece esiste una possibilità di comunicare ed osservare senza ‘rumori di fondo’.

Le mie sono solo riflessioni in libertà: non so davvero quale sia la via d’uscita per chi si adopera nella condivisione e per tutti noi, esseri umani consapevoli che hanno a cuore se stessi ed il loro ambiente umano e naturale in cui vorrebbero condurre vite serene all’insegna dei loro puri desideri. Sullo stesso contesto purtroppo insistono mostri senz’anima affamati come lupi in inverno ed indifferenti alle altrui pene come rettili. Al loro gelido ringhio è forse possibile contrapporre un nostro sereno e pieno sorriso? Purtroppo i tentativi di organizzare un dissenso compatto ed organizzato non sono andati molto lontano. Eppure si è trattato di esperimenti fecondi ed interessanti. Nel frattempo quindi, se qualcuno non ha un'idea migliore, ritengo sempre validi i consigli espressi QUI. Buon lavoro quindi a tutti. 

LKWTHIN

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