"THE END"

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mercoledì 16 aprile 2014

"Fatevi guardare in faccia."

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Attenzione, su Mentecritica scrivono diversi autori. "Fatevi guardare in faccia." è stato scritto da Mumon. Ogni autore ha la sua opinione personale che non sempre corrisponde a quella del curatore del sito.

Siete gente pagata, e anche male, per un lavoro rischioso. Avete figli, mogli, genitori che stanno in pensiero per voi se uscite in strada e non sapete ancora quando e se finirà il vostro turno di lavoro. Eppure, per quanto il “rischio” possa essere il vostro, mestiere siete fortunati. Fortunati ad avere un lavoro, uno stipendio ed una famiglia a stare in pena per voi.
Nelle strade qualche giorno fa, oltre ai soliti esperti di guerriglia urbana che continuano, illesi, a farla franca, c’erano figli, padri e mogli che non hanno la vostra fortuna. Gente che ha perso il lavoro, altra che non l’ha mai avuto. Gente che non ha una casa e vive in edifici occupati che altra gente come voi ha sgombrato o sgombrerà con metodi non più dolci di quelli di ieri. Gente comune, gente disperata. Gente che ogni giorno vi ringrazia per il lavoro che fate, ma che vorrebbe vedervi sparire quando vi unite facendovi guardiani dell’ordine costituito. E’ vero, voi avete un ruolo e il vostro ruolo è difendere lo stato. Non potete mordere la mano del vostro padrone o sarebbe improvvisamente il caos, ma potete scegliere di essere uomini e non cani da combattimento da sguinzagliare a comando.
Voi potete.
Non accetto scuse, non più. Non c’è frustrazione, paura, euforia, senso del dovere che giustifichi la cattiveria. La cattiveria è quella cosa che distingue i buoni dai cattivi. Esiste il male necessario, ma anche quello superfluo e infierire su chi è già inerme è superfluo.
No. Non mi accontento più di sentirvi parlare del collega colpito da un sanpietrino, la ragazza che uno di voi ha deciso e scelto di calpestare probabilmente i sanpietrini li ha visti solo volare sopra la sua testa. E non è la prima volta, non l’unica volta in cui ferite anziché proteggere, attaccate anziché difendere.
No. Non accetto critiche su ragazzi con caschi e passamontagna in strada da chi, ugualmente abbigliato, infierisce su gente che di protezione non è alcuna e che rappresenta quello che resta quando i violenti, già datisi alla fuga, sono spariti oltre l’orizzonte. “Se non vuoi prendere le botte non venire a queste manifestazioni”.
No. Non siete pagati per sfogare la rabbia su di me o su chi è come me ed io ho diritto di esprimere il mio dissenso. Pacificamente, ma ne ho il diritto.
Siete strumenti. Siete i fanti mal armati mandati in campo dai signorotti a sedare la rivolta senza preparazione, senza mezzi, senza un capo che sia tale. Potreste essere molto di più, ma scegliete di valere l’odio che ogni episodio di violenza ingiustificata solleva contro di voi.
Sono certa che gli occhi dei ragazzi con cui sovente vi scontrate non sono diversi da quelli dei vostri figli. E’ così dolce farsi odiare da un figlio? Così gratificante farsi odiare dai figli di un intero paese che affonda?
E allora fatevi guardare in faccia. Mostrateci chi è il buono e chi il cattivo. Quel numero sulla divisa, quello che insegna a distinguere traUomo di Stato e Delinquente, siate voi a chiederlo e uscite fuori da quell’omertà che vi rende così simili a quanto dovreste combattere.
http://www.mentecritica.net/fatevi-guardare-in-faccia/vetrina-mc/mumon/44219/

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