Esposto di Adusbef e Federconsumatori a 10 procure: va fatta luce sulla bomba ad orologeria pronta ad esplodere nel bilancio di stato ed enti locali. Intollerabile che banche e Tesoro facciano profitti su contratti fraudolenti.
ROMA (WSI) – Non basta che il Tesoro chiarisca tutti gli aspetti dell’oscura vicenda degli strumenti finanziari sottoscritti durante la rincorsa all’euro, la procura deve aprire un’indagine per fare piena luca sulla bomba a orologeria pronta a esplodere nel bilancio di stato ed enti locali. Incombe lo spauracchio di almeno 8 miliardi di perdite, una somma pari all’intero fabbisogno diun punto di Iva ed Imu prima casa.
Le associazioni a tutela dei consumatori Adusbefe Federconsumatori hanno presentato un esposto a 10 procure dela Repubblica, per chiedere che sia fatta giustizia, sottolineando come non sia piu’ tollerelabile che “banche d’affari e tecnocrati del Tesoro facciano profitti su contratti fraudolenti”.
I derivati acquistati dai vertici del ministero delle Finanze per 160 miliardi di euro negli Anni 90, quando il numero uno della Bce Mario Draghi era direttore generale del Tesoro (ministro dell’Economia era Azeglio Ciampi e governatore di Bankitalia Antonio Fazio) per rientrare negli obiettivi di deficit fissati dalle autorita’ europee, sono stati rinegoziati nel 2012 perché le banche avevano l’esigenza di ridurre il rischio rappresentato dal nostro Paese.
“Per fare piena luce sui metodi opachi, analoghi a quelli praticati dalla consorterie da parte del ministero dell’Economia, nell’occultare perfino alla Guardia di Finanza ed alla Corte dei Conti i contratti sui derivati tossici, alcuni ristrutturati all’apice della crisi finanziaria nel gennaio 2012, che avrebbero causato una perdita di almeno 8 miliardi di euro, pari all’intero fabbisogno di un punto di Iva ed Imu prima casa”, Adusbef e Federconsumatori hanno chiesto, in esposti denunce, di aprire un’indagine ad alcune Procure della Repubblica, tra le quali Milano, Roma, Firenze, Palermo, Trani.
Dopo l’allarme lanciato dal Financial Times, sottolinea Adusbef in una nota, emergono risvolti preoccupanti per i conti pubblici rispetto ad una quantità di derivati sottoscritti, “la cui ristrutturazione dei contratti avrebbe permesso all’Italia di ratealizzare i rimborsi alle banche, pagando su un periodo più lungo”.
Adusbef e Federconsumatori ricordano che il governo Monti “in soli sei mesi riuscì a ristrutturare contratti per 30 miliardi di euro, consolidando 8,1 miliardi di perdite, sborsando cash oltre 2,5 miliardi di euro a Morgan Stanley, dove lavora l’ex Ministro del Tesoro Domenico Siniscalco ed il figlio di Mario Draghi, potente presidente della Bce e direttore generale del Tesoro tra il 1991 ed il 2001, prima di essere arruolato da una delle banche d’affari che ha appioppato derivati tossici”.
“Negli esposti, dopo aver chiesto di indagare sui tecnocrati che hanno prosperato attorno al Ministero del Tesoro, quali Draghi, Grilli, La Via, ed altri furbetti fomentati dalle banche d’affari, che poi hanno ripagato i ‘civil servant’ con lavori o consulenze lautamente pagate”, Adusbef e Federconsumatori hanno chiesto di sequestrare i contratti derivati i quali, analogamente a Santorini ed Alexandria del Monte dei Paschi di Siena, sono stati ristrutturati con perdite rilevanti per lo Stato.
La nota si conclude sottolineando “il gravissimo danno causato dalle banche di affari”. Tra queste Goldman Sachs, che ha poi assunto Mario Draghi nei primi anni novanta; Morgan Stanley, che ha cooptato l’ex Ministro del Tesoro Domenico Siniscalco; Credit Suisse, che ha arruolato l’ex direttore e poi ministro Vittorio Grilli, in un sistema di porte girevoli con il ministero dell’Economia.
“In una fase di crisi drammatica per milioni di famiglie italiane e di giovani senza futuro”, le due associazioni chiedono ai procuratori “di individuare i responsabili del disastro derivati ed i relativi danni che hanno causato sui conti pubblici, stante tutte le clausole peggiorative, con finestra temporale a oggi, sarebbero già state esercitate con enormi vantaggi esclusivi alle controparti bancarie”.
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