Un lungo post, ma se letto attentamente fa sorgere molti dubbi, troppe le coincidenze, del tipo quante di strane esistano in questi scritti, sono sempre e solo coincidenze? Come è una caso che oggi stiamo devastando il pianeta e ci stiamo depredando l’uno con l’altro? Che ogni uomo sia nemico all’altro? Sappiamo tutti che stiamo andando verso il dirupo, che questa non è la retta via, ma allora perché proseguiamo? E vogliamo negare che dietro a tutti i nostri comportamenti non vi sia un indottrinamento sin nei minimi particolari? Io non so se siano davvero venuti dal cielo questi parassiti, ma non possiamo negare che la terra ne è infetta e malata, oramai la metastasi, forse è la fine del “Grande Progetto”, si sia evoluta e sparsa in ogni angolo del pianeta, come da sempre è stato, basti leggere le somiglianze tra le credenze Egizie e del Sud America, e mettiamo pure i popoli del Sud Est Asiatico dove anche li troviamo piramidi e scritti simili su creature venute dal cielo con grandi poteri e poi scomparse, o semplicemente nascoste agli occhi di tutti...
Altri video ambigui?
E’ un percorso d’indagine
scientifica, filologica, storica e letteraria alla ricerca della verità circa
le origini del genere umano. Un percorso in cui il lettore viene portato
per mano alla ricerca di un crescendo di tracce da seguire, indizi da trovare e
testimonianze da acquisire agli atti di un ipotetico processo
contro l’occultamento della verità, nascosta o semplicemente taciuta: un
viaggio verso la Conoscenza.
Il tutto con un linguaggio
semplice e comprensibile.
Schiavi degli Dei di Biagio Russo
La scrupolosità con cui vengono condotte le indagini conduce il lettore
a prendere conoscenza e coscienza che il contenuto di alcuni importanti testi
trae la sua origine effettiva dall’antico popolo Sumero, una popolazione che, come riportato nel libro,
era depositaria di conoscenze incredibili ed impensabili per l’epoca
neolitica in cui venivano espresse.
Le narrazioni provenienti dalla
terra di Sumer sono state qui più volte sottoposte ad analisi e verifiche di
autenticità. I risultati descritti si sono rilevati positivi. Ciò ha permesso
di confermare la straordinaria conoscenza sapienziale dei loro autori, un
popolo che, non dimentichiamolo, ha inventato la scrittura, la ruota, la città,
la musica, ed altro ancora. Tale condizione di estrema affidabilità dei
racconti accadici, ha consentito di procedere nell’attività investigativa
avvalendosi di un testimone di indubbia attendibilità:
il popolo sumero, del quale viene anche affrontata la centenaria questione
delle sue “enigmatiche” origini. E’ in questo contesto che, alla luce di
dimenticati ma ritrovati studi accademici, viene qui riproposta la più che
probabile soluzione rivelatrice.
“Il Progetto”, come nell’ultimo
capitolo della Parte II di questo lavoro è stata ribattezzata la creazione del genere umano, è preceduto da un
opportuno “antefatto” quale causa-effetto della conseguente azione. Esso altro non è che la chiara, lucida e precisa descrizione
del perché, quando e come si procedette alla realizzazione
di un essere lavoratore essenziale ed ubbidiente: l’uomo primitivo, lo
"schiavo degli dei". Non è quello che hanno fatto? Si può smentire questa
frase quando abbiamo un mondo con sette miliardi di abitanti governato da una
piccola élite?
Il percorso di ricerca è coinvolgente. Continuamente. Grazie,
soprattutto, agli incessanti e sempre più chiarificatori indizi che,
nell’attento e logico metodo di indagine, stimolano nuovi approfondimenti di
verifica e di conoscenza.
Angeli, Giganti, Figli di Dio o
Vigilanti, sono solo alcuni degli attori principali della IV ed ultima parte
del libro. E’ in questa sezione che “la rivelazione” si mostra esplicitamente e
sempre più vicina a sciogliere i nodi interpretativi, la comprensione del
“progetto supremo”. Possiamo negare che il progetto
supremo non stia arrivando alla fine, ovvero non sia compiuto?
Al lettore, fedele compagno di questo impegnativo ed interessante
viaggio esplorativo, viene lasciato il compito di alimentare la propria
fiammella illuminante della conoscenza.
QUELLE "CREATURE" CHE
RENDONO
SCHIAVO L'ESSERE UMANO
da CREDO MUTWA, SHAMANO ZULU'
SCHIAVO L'ESSERE UMANO
da CREDO MUTWA, SHAMANO ZULU'
data pubblicazione: 2011-09-23 http://www.macrolibrarsi.it/libri/__il-libro-perduto-del-dio-enki.php?pn=1184
Altri
articoli sullo stesso tema in fondo al post (*1)
La scalata al monte improbabile
emoglobina da dove arriva?
“Il darwinismo è una teoria di processi
cumulativi così lenti da richiedere, per completarsi, da migliaia a milioni di
decenni”
“La selezione naturale, il processo cieco, inconscio, automatico che fu scoperto da Darwin e che, come noi oggi sappiamo, è la spiegazione dell’esistenza e della forma apparentemente finalistica di ogni essere vivente, non ha in vista alcun fine.”
Queste due affermazioni tratte dal libro “Orologiaio cieco” di Richard Dawkins contengono i principi fondamentali della teoria sintetica dell’evoluzione o neodarwinismo: l’assoluta casualità delle mutazioni e i tempi molto lunghi affinché le stesse possano produrre cambiamenti positivi.
Ma cosa s’intende per tempi lunghi?
È lo stesso Dawkins a fornirci un caso specifico su cui effettuare un calcolo, si tratta di quello che venne definito da Isaac Asimov il “numero dell’emoglobina”. L’emoglobina è la proteina, presente nei globuli rossi, quella che veicola l’ossigeno nel sangue conferendo allo stesso tempo il caratteristico colore rosso. Una proteina è una catena i cui anelli sono costituiti da elementi chiamati aminoacidi, nel caso dell’emoglobina la sua lunghezza è di 146 aminoacidi. Come tutto ciò che riguarda la biologia, secondo la teoria neodarwiniana, anche l’emoglobina è il risultato casuale di un lento processo cumulativo del quale lo stesso Asimov indicava la probabilità che si verificasse. Il calcolo delle probabilità è espresso da una potenza che ha come base il numero di differenti aminoacidi utilizzabili e come esponente il numero di anelli della catena da costruire.
“La selezione naturale, il processo cieco, inconscio, automatico che fu scoperto da Darwin e che, come noi oggi sappiamo, è la spiegazione dell’esistenza e della forma apparentemente finalistica di ogni essere vivente, non ha in vista alcun fine.”
Queste due affermazioni tratte dal libro “Orologiaio cieco” di Richard Dawkins contengono i principi fondamentali della teoria sintetica dell’evoluzione o neodarwinismo: l’assoluta casualità delle mutazioni e i tempi molto lunghi affinché le stesse possano produrre cambiamenti positivi.
Ma cosa s’intende per tempi lunghi?
È lo stesso Dawkins a fornirci un caso specifico su cui effettuare un calcolo, si tratta di quello che venne definito da Isaac Asimov il “numero dell’emoglobina”. L’emoglobina è la proteina, presente nei globuli rossi, quella che veicola l’ossigeno nel sangue conferendo allo stesso tempo il caratteristico colore rosso. Una proteina è una catena i cui anelli sono costituiti da elementi chiamati aminoacidi, nel caso dell’emoglobina la sua lunghezza è di 146 aminoacidi. Come tutto ciò che riguarda la biologia, secondo la teoria neodarwiniana, anche l’emoglobina è il risultato casuale di un lento processo cumulativo del quale lo stesso Asimov indicava la probabilità che si verificasse. Il calcolo delle probabilità è espresso da una potenza che ha come base il numero di differenti aminoacidi utilizzabili e come esponente il numero di anelli della catena da costruire.
Per fare un esempio,
il numero di possibili parole di 4 lettere che si possono comporre con i 21
segni dell’alfabeto italiano è dato da: 214 = 194.481
La probabilità di comporre casualmente la parola “caso” spingendo 4 volte su 21 tasti è dunque una su 194.481.
Nel caso proposto da Asimov il numero di combinazioni possibili per costruire l’emoglobina è espresso da: 20, cioè il numero degli aminoacidi a disposizione, elevato alla 146, il numero degli “anelli” che costituiscono la catena = 20146.
Espresso in base dieci tale numero corrisponde a circa 10190. Al riguardo Dawkins afferma: “La fortuna che si richiederebbe per ottenere questo risultato è inimmaginabile.” e non si può che essere d’accordo con questa considerazione.
Per renderci conto della “fortuna” che bisognerebbe avere, possiamo fare il seguente calcolo: quanti secondi sono passati dall’inizio dell’universo e, nell’assolutamente ipotetico caso in cui potessimo tentare una combinazione al secondo (ammettendo l’ipotesi che nessuna combinazione sia uscita casualmente due volte), quante combinazioni avremmo potuto provare sinora ?
Moltiplicando: i 3600 secondi contenuti in un’ora per le 24 ore del giorno, per i 366 giorni circa di un anno (per eccesso), per i 14 miliardi di anni passati dal Big Bang, risultano trascorsi, (arrotondando ancora per eccesso), 1018 secondi dall’inizio dell’universo.
Nell’ipotesi che dalla nascita dell’universo si fosse potuta provare una combinazione al secondo (questa ottimistica supposizione propone una velocità talmente elevata da essere del tutto irreale, incompatibile con l’assunto della prima frase “Il darwinismo è una teoria di processi cumulativi così lenti da richiedere, per completarsi, da migliaia a milioni di decenni”), per sapere quante combinazioni dovremmo ancora tentare prima di esaurirle tutte dovremmo sottrarre dalle combinazioni totali 10190 la quantità di quelle provate 1018.
Il risultato visibile sulla calcolatrice sarebbe ancora 10190 in quanto la sottrazione avrebbe solo intaccato in modo impercettibile la quantità iniziale e il display non riuscirebbe visualizzare la differenza. Il numero resterebbero quindi ancora 10190 combinazioni da provare, il che, sempre ad una combinazione al secondo, richiederebbe un tempo pari a poco più di 10172 volte l’età dell’universo.
La probabilità di comporre casualmente la parola “caso” spingendo 4 volte su 21 tasti è dunque una su 194.481.
Nel caso proposto da Asimov il numero di combinazioni possibili per costruire l’emoglobina è espresso da: 20, cioè il numero degli aminoacidi a disposizione, elevato alla 146, il numero degli “anelli” che costituiscono la catena = 20146.
Espresso in base dieci tale numero corrisponde a circa 10190. Al riguardo Dawkins afferma: “La fortuna che si richiederebbe per ottenere questo risultato è inimmaginabile.” e non si può che essere d’accordo con questa considerazione.
Per renderci conto della “fortuna” che bisognerebbe avere, possiamo fare il seguente calcolo: quanti secondi sono passati dall’inizio dell’universo e, nell’assolutamente ipotetico caso in cui potessimo tentare una combinazione al secondo (ammettendo l’ipotesi che nessuna combinazione sia uscita casualmente due volte), quante combinazioni avremmo potuto provare sinora ?
Moltiplicando: i 3600 secondi contenuti in un’ora per le 24 ore del giorno, per i 366 giorni circa di un anno (per eccesso), per i 14 miliardi di anni passati dal Big Bang, risultano trascorsi, (arrotondando ancora per eccesso), 1018 secondi dall’inizio dell’universo.
Nell’ipotesi che dalla nascita dell’universo si fosse potuta provare una combinazione al secondo (questa ottimistica supposizione propone una velocità talmente elevata da essere del tutto irreale, incompatibile con l’assunto della prima frase “Il darwinismo è una teoria di processi cumulativi così lenti da richiedere, per completarsi, da migliaia a milioni di decenni”), per sapere quante combinazioni dovremmo ancora tentare prima di esaurirle tutte dovremmo sottrarre dalle combinazioni totali 10190 la quantità di quelle provate 1018.
Il risultato visibile sulla calcolatrice sarebbe ancora 10190 in quanto la sottrazione avrebbe solo intaccato in modo impercettibile la quantità iniziale e il display non riuscirebbe visualizzare la differenza. Il numero resterebbero quindi ancora 10190 combinazioni da provare, il che, sempre ad una combinazione al secondo, richiederebbe un tempo pari a poco più di 10172 volte l’età dell’universo.
Anche ipotizzando che
esistano diverse combinazioni di 146 aminoacidi, equivalenti dal punto di vista
funzionale, la questione non cambia di molto, infatti ammettendo che ad esempio
esistano 1000 tipi varianti di emoglobina, e tutti ugualmente funzionanti, la
probabilità di trovarne uno “migliora” di 103 portando le combinazioni da
provare a “solo” 10187.
Come suggerisce Dawkins di superare questa difficoltà ? Dawkins ricorre al concetto di selezione cumulativa, il suo ragionamento è il seguente: “Nella selezione cumulativa, invece, esse (le entità selezionate) «si riproducono» , o in qualche altro modo i risultati di un processo di cernita vengono sottoposti ad un altro processo di cernita…”
Il concetto di selezione cumulativa, che poi sarebbe realizzata dalla selezione naturale, viene chiarito con il seguente esempio:
Se una scimmia dovesse battere casualmente a macchina la frase di Shakespeare “Methinks it is like a weasel” (“O forse somiglia a una donnola”), essendo la frase composta da 28 caratteri, ed essendo l’alfabeto inglese composto da 27 lettere, le possibili combinazioni di 27 lettere in una frase di 28 lettere (compresi gli spazi) sarebbero espresse da: 2728.
A questo punto Dawkins inserisce un computer che “seleziona” frasi mutanti che più si avvicinino alla frase originale: “Il computer esamina le frasi mutanti nonsense, la “progenie” della frase originaria, e sceglie quella che, per quanto poco, assomiglia di più alla frase bersaglio…”
Per poter completare la frase in un numero ragionevole di tentativi lo scienziato inglese introduce quella che definisce una “frase bersaglio” e un computer che conosce in anticipo la frase che deve essere composta, il che inserisce il finalismo nella teoria. L’unico modo per evitare il finalismo è quello di ammettere che le frasi debbano essere scelte mediante la selezione naturale, ma il fatto che le frasi intermedie siano dallo stesso Dawkins definite “nonsense” esclude che esse possano essere premiate dalla selezione naturale.
Ecco la contraddizione di Dawkins: si parte da un “il processo cieco, inconscio, automatico” e per renderlo possibile nei dodici miliardi di anni dall’origine dell’universo si finisce per postulare un “computer” e una “frase bersaglio” che negano il processo cieco da cui si era partiti.
Se invece si volesse mantenere un processo cieco, si dovrebbe ipotizzare un’età dell’universo del tutto incompatibile con quella stimata dalla comunità scientifica.
In matematica quando si parte da un assunto e questo conduce ad una contraddizione, si giunge alla conclusione che l’assunto iniziale era errato. Questo procedimento viene detto “dimostrazione per assurdo”.
La vita dell’universo è troppo breve per poter ammettere che abbia potuto verificarsi una dinamica neodarwiniana per la quale i circa 14 miliardi di anni stimati dagli astronomi sono insufficienti, esattamente come lo sono i 12.000 dei fondamentalisti creazionisti: credere che le circa centomila proteine del corpo umano siano state prodotte e assemblate casualmente in un ecosistema complesso nel corso della vita dell’universo richiede un atto di fede superiore a quello dei creazionisti stessi.
La scienza dovrebbe compiere un gesto di umiltà e riconoscere che riguardo all’origine della vita e delle specie sfugge ancora qualcosa di fondamentale. http://www.enzopennetta.it/wordpress/2011/06/dawkins-e-la-scalata-al-monte-improbabile/
Come suggerisce Dawkins di superare questa difficoltà ? Dawkins ricorre al concetto di selezione cumulativa, il suo ragionamento è il seguente: “Nella selezione cumulativa, invece, esse (le entità selezionate) «si riproducono» , o in qualche altro modo i risultati di un processo di cernita vengono sottoposti ad un altro processo di cernita…”
Il concetto di selezione cumulativa, che poi sarebbe realizzata dalla selezione naturale, viene chiarito con il seguente esempio:
Se una scimmia dovesse battere casualmente a macchina la frase di Shakespeare “Methinks it is like a weasel” (“O forse somiglia a una donnola”), essendo la frase composta da 28 caratteri, ed essendo l’alfabeto inglese composto da 27 lettere, le possibili combinazioni di 27 lettere in una frase di 28 lettere (compresi gli spazi) sarebbero espresse da: 2728.
A questo punto Dawkins inserisce un computer che “seleziona” frasi mutanti che più si avvicinino alla frase originale: “Il computer esamina le frasi mutanti nonsense, la “progenie” della frase originaria, e sceglie quella che, per quanto poco, assomiglia di più alla frase bersaglio…”
Per poter completare la frase in un numero ragionevole di tentativi lo scienziato inglese introduce quella che definisce una “frase bersaglio” e un computer che conosce in anticipo la frase che deve essere composta, il che inserisce il finalismo nella teoria. L’unico modo per evitare il finalismo è quello di ammettere che le frasi debbano essere scelte mediante la selezione naturale, ma il fatto che le frasi intermedie siano dallo stesso Dawkins definite “nonsense” esclude che esse possano essere premiate dalla selezione naturale.
Ecco la contraddizione di Dawkins: si parte da un “il processo cieco, inconscio, automatico” e per renderlo possibile nei dodici miliardi di anni dall’origine dell’universo si finisce per postulare un “computer” e una “frase bersaglio” che negano il processo cieco da cui si era partiti.
Se invece si volesse mantenere un processo cieco, si dovrebbe ipotizzare un’età dell’universo del tutto incompatibile con quella stimata dalla comunità scientifica.
In matematica quando si parte da un assunto e questo conduce ad una contraddizione, si giunge alla conclusione che l’assunto iniziale era errato. Questo procedimento viene detto “dimostrazione per assurdo”.
La vita dell’universo è troppo breve per poter ammettere che abbia potuto verificarsi una dinamica neodarwiniana per la quale i circa 14 miliardi di anni stimati dagli astronomi sono insufficienti, esattamente come lo sono i 12.000 dei fondamentalisti creazionisti: credere che le circa centomila proteine del corpo umano siano state prodotte e assemblate casualmente in un ecosistema complesso nel corso della vita dell’universo richiede un atto di fede superiore a quello dei creazionisti stessi.
La scienza dovrebbe compiere un gesto di umiltà e riconoscere che riguardo all’origine della vita e delle specie sfugge ancora qualcosa di fondamentale. http://www.enzopennetta.it/wordpress/2011/06/dawkins-e-la-scalata-al-monte-improbabile/
Le
origini segrete della razza umana
L'autore, uno scienziato
americano che ha vissuto e studiato in varie parti del mondo, in questo libro
si pone un grande obiettivo, contrastare la teoria dominante dell'evoluzione
esposta da Darwin.
Negli ultimi decenni, studiando
archeologia, storia antica, scienze spirituali dimenticate, genetica,
astronomia, reincarnazione, fenomeni paranormali, avvistamenti UFO e ricerche
di civiltà extraterrestri, è giunto ad accumulare un'ingente mole di prove
scientifiche e spirituali che danno nuova luce sulle vere origini della razza
umana.
Dopo aver letto questo libro, un best
seller internazionale, sarà difficile credere, ancora, che discendiamo dalle
scimmie o che questo nostro pianeta sia l'unico abitato. Che discendiamo
dalle scimmie lo puoi credere a 13 anni, quando te lo insegnano, con poche
prove, per la prima volta, ma se inizi una ricerca personale, anche il più
stolto arriverà ad avere dei grossi dubbi a riguardo…
Michael Cremo fornisce informazioni e prove evidenti che noi,
esseri umani, non siamo solo materia che vive in un universo fisico.
Siamo esseri spirituali dotati di corpo, mente e coscienza e viviamo
contemporaneamente in questo universo visibile e in un insieme di dimensioni invisibili.
Le pagine di questo libro allargheranno l'orizzone della vostra mente e
nobiliteranno il significato del vostro soggiorno sulla Terra.
"Conosco personalmente, da molti anni, l'autore. Sono felice che
il suo libro esca anche in Italia. Vi consiglio di leggere tuttp il libro di
seguito per coglierne l'essenza e poi di rileggerlo lentamente per capire e
studiare, pagina dopo pagina, che cosa ci hanno nascosto sulle nostre vere
origini. Tutti abbiamo il diritto di sapere chi siamo. Cremo ha avuto il coraggio
di andare controcorrente e denunciare le menzogne scritte sull'origine
dell'umanità. Un giorno diventerà libro di testo nelle scuole." Giorgio
Cerquetti”
La lettura de LE ORIGINI SEGRETE DELLA RAZZA UMANA vi aiuterà a capire
meglio le conoscenze storiche, scientifiche e spirituali contenute nel
MAHABHARATA e nel RAMAYANA.
Menzogne della preistoria, dai reperti contraddittori alle datazioni
inattendibili
Storia di una scoperta
difficile: una menzogna ben nascosta
Sin da bambino sono stato un appassionato studioso della preistoria,
dei fossili, degli animali estinti, e soprattutto dei grandi rettili da una
parte (dinosauri, pterosauri, plesiosauri), e dell’evoluzione dell'uomo
dall’altra.
Devo dire che per quasi 40 anni non ho dubitato di quanto appreso dalla cultura ufficiale sulle supposte età dei fossili, sulla classificazione delle ere preistoriche, degli strati geologici, sull’evoluzione delle specie viventi a partire da un progenitore comune, ma adesso ho scoperto fin troppe menzogne nella versione ufficiale degli “esperti” del settore, senza per questo però convertirmi all’idea che il mondo sia stato creato in 6 giorni da un Dio onnipotente.
In effetti la storia che ci hanno sempre raccontato sembra molto lineare e ben congegnata, la sequenza delle ere che va di pari passo con l’evoluzione degli organismi da quelli unicellulari a quelli via via più complessi. C’è una cosa però che mi aveva sempre urtato, ovvero il fatto che libri differenti sulla preistoria umana e sull’evoluzione della nostra specie mostrano sequenze sempre differenti all’interno del nostro (presunto) albero genealogico: di volta in volta l’Australopiteco, l’Uomo di Neanderthal ed altri ominidi erano presi in considerazione e poi scartati come progenitori più o meno diretti dell’uomo moderno, e quel presunto albero genealogico cambiava forma e struttura (nodi, rami e biforcazioni) ad ogni libro di paleontologia che consultavo.
Ma se leggete con mente priva di pregiudizio un libro sull’evoluzione umana come il recente Il codice Darwin, di Gianfranco Biondi e Olga Rickards (Codice Edizioni, 2005) potete notare non solo quanti se, quanti ma, quanti forse e quante ipotesi contrapposte si trovino all’interno di un testo ortodosso un po’ più approfondito dei manualetti scolastici, ma anche una la tendenza “sconcertante” (fino ad essere irresistibilmente comica) di molti paleontologi di auto-glorificarsi ad ogni costo: ogni nuova razza o sottorazza di ominide, i cui resti vengono restituiti alla luce dal ricercatore X, diviene in breve tempo oggetto di una teoria dello stesso signor X che mette tale creatura estinta al centro del processo di evoluzione degli ominidi.
Devo dire che per quasi 40 anni non ho dubitato di quanto appreso dalla cultura ufficiale sulle supposte età dei fossili, sulla classificazione delle ere preistoriche, degli strati geologici, sull’evoluzione delle specie viventi a partire da un progenitore comune, ma adesso ho scoperto fin troppe menzogne nella versione ufficiale degli “esperti” del settore, senza per questo però convertirmi all’idea che il mondo sia stato creato in 6 giorni da un Dio onnipotente.
In effetti la storia che ci hanno sempre raccontato sembra molto lineare e ben congegnata, la sequenza delle ere che va di pari passo con l’evoluzione degli organismi da quelli unicellulari a quelli via via più complessi. C’è una cosa però che mi aveva sempre urtato, ovvero il fatto che libri differenti sulla preistoria umana e sull’evoluzione della nostra specie mostrano sequenze sempre differenti all’interno del nostro (presunto) albero genealogico: di volta in volta l’Australopiteco, l’Uomo di Neanderthal ed altri ominidi erano presi in considerazione e poi scartati come progenitori più o meno diretti dell’uomo moderno, e quel presunto albero genealogico cambiava forma e struttura (nodi, rami e biforcazioni) ad ogni libro di paleontologia che consultavo.
Ma se leggete con mente priva di pregiudizio un libro sull’evoluzione umana come il recente Il codice Darwin, di Gianfranco Biondi e Olga Rickards (Codice Edizioni, 2005) potete notare non solo quanti se, quanti ma, quanti forse e quante ipotesi contrapposte si trovino all’interno di un testo ortodosso un po’ più approfondito dei manualetti scolastici, ma anche una la tendenza “sconcertante” (fino ad essere irresistibilmente comica) di molti paleontologi di auto-glorificarsi ad ogni costo: ogni nuova razza o sottorazza di ominide, i cui resti vengono restituiti alla luce dal ricercatore X, diviene in breve tempo oggetto di una teoria dello stesso signor X che mette tale creatura estinta al centro del processo di evoluzione degli ominidi.
Da tempo quindi io avevo ormai scartato come serie e scientifiche tutte
le ricostruzioni del passato del genere umano, credendo che gli elementi in
nostro possesso fossero così labili e poco significativi da impedirci di
ricostruire correttamente l’albero genealogico della nostra famiglia (quella
dei primati); credevo che i dati di cui disponevamo attualmente potessero
essere soggetti alle più differenti interpretazioni.
Solo attraverso la riflessione sulle civiltà sviluppatesi prima della grande catastrofe pleistocenica ho cominciato a trovare degli elementi un po’ troppo strani, che non si riuscivano ad inquadrare in nessuna interpretazione logica, dei reperti che sembravano sconvolgere ogni mia idea sull’evoluzione della vita intelligente sulla terra, i cosiddetti OOPART (Out Of Place Artifacts, “oggetti fuori tempo”) oggetti con datazioni ufficiali che vanno in conflitto totale con la versione ufficiale della storia e della preistoria del nostro pianeta, come ad esempio la celebre impronta di scarpa che schiaccia una trilobite (e quindi attribuibile secondo la classificazione ufficiale dei fossili a 300 milioni di anni fa). Non so bene quanti di quegli oggetti siano realmente “fuori posto” e quanti ad una successiva analisi possano essere fatti rientrare (magari con qualche sforzo, o a volte arrampicandosi sugli specchi) nel solco dell’interpretazione canonica della scienza e della storia ufficiale, ma sta di fatto che il loro numero è così elevato da confondere persino gli impenitenti assertori del dogmatismo storico.
Uno degli esempi più evidenti (anche per le sue dimensioni) è il blocco monolitico ritrovato nella cava di Baalbek, del peso di circa 1200 tonnellate, un peso che nessuna gru moderna riesce a spostare.
Di fronte a tali reperti, per quanto fossi disposto ad ammettere l’idea (già di per sé abbastanza eretica) di civiltà che si erano evolute ed erano scomparse decine di migliaia di anni prima della nostra, l’idea di civiltà umane sviluppatesi centinaia di milioni di anni fa, prima ancora della supposta comparsa dei dinosauri, cominciava a sconcertarmi. Nel frattempo ho scoperto e letto l’ottimo libro di M Cremo Archeologia Proibita (Newton & Compton, 2002) nel quale si mostra che, se pur vogliamo credere alla validità dei metodi di paleo-datazione comunemente utilizzati, ci sono fin troppi dati contraddittori, particolarmente fossili di Homo Sapiens datati alcuni milioni di anni fa ed opportunamente “dimenticati” dalla scienza ufficiale perché troppo scomodi (per approfondimenti vedi ad esempio questi due articoli: primo esecondo)
Vi assicuro che a questo punto ho passato circa tre anni a cercare di inquadrare questi strani elementi in una qualche spiegazione logica della preistoria terrestre, ma fino a due anni fa non ci ero riuscito. Ed in effetti era quasi impossibile riuscirci, il condizionamento era troppo potente, perchè l’idea che avessimo dei mezzi affidabili di datazione degli eventi preistorici era così radicata in me (come lo è in qualsiasi altra persona soggetta alle influenze dei mass-media e dei libri del settore) che non riuscivo a metterla in dubbio.
Solo per caso, consultando alcuni siti su questi OOPARTS mi sono imbattuto in quello che sembrava l’uovo di Colombo, ma all’inizio il mio pregiudizio era così grande che non sono riuscito a riconoscere la soluzione. Ho letto su differenti siti degli errori intrinseci ai metodi di radio-datazione, ma non ci volevo credere, davo un’occhiata svogliata a quelle considerazioni e a quei dati e poi mi concentravo su altre notizie. Devo confessare che il mio pregiudizio derivava anche dal fatto che i siti in questioni erano dei siti gestiti da persone ed associazioni creazioniste, che consideravo con grande simpatia per il fatto di avermi messo a disposizione tanti elementi di riflessione, tanti dati e tante foto, ma che mi davano un gran fastidio quando, con il loro rimettere in discussione le datazioni ufficiali, volevano farmi credere che la terra fosse stata creata 6.000 anni fa nel giro di 6 giorni secondo la narrazione biblica della Genesi.
Solo dopo un paio di mesi di letture su quegli “oggetti fuori posto” mi sono deciso a studiare seriamente il problema della radio-datazione di rocce e fossili ed ho cercato di studiare a fondo la questione riconoscendo alla fine la semplicità della soluzione, e adesso posso anche dire che non è necessario essere creazionisti per accettarla: le datazioni basate sull’analisi dei radioisotopi presentano tali e tanti vizi di fondo da essere ben poco attendibili, molte datazioni attribuite ai fossili sono sicuramente errate, e la stessa incertezza si estende alle datazioni di quegli OOPARTS, che potrebbero essere in molti casi oggetti mal datati e per niente fuori posto.
Questo non impedisce la possibilità che la storia della vita sulla terra sia partita centinai di milioni di anni fa, o anche molto prima, né impedisce che l’uomo sia apparso sulla terra diversi milioni di anni fa: il fatto che non possiamo datare con certezza la maggior parte dei fossili non vuol dire che dobbiamo accettare per vero il racconto della Bibbia. Rifiutare il dogmatismo della versione ufficiale della storia non vuol dire per forza di cose cadere nell’eccesso opposto.
Adesso però che ho chiarito come la penso su alcune cose, mi sembra corretto fare pubblicità ad alcuni siti creazionisti molto interessanti dai quali vi invito a raccogliere notizie, fotografie e dati. Se poi li volete utilizzare per convincervi che la Genesi sia avvenuta 6.000 anni fa nel giro di una settimana fate pure, in fin dei conti è un punto di vista che potrebbe essere più sensato di quello propagandato dalla scienza ufficiale il cui evoluzionismo non è supportato da nessuna prova.
s8int.com un sito in inglese pieno zeppo di interessantissime notizie e fotografie
bible.ca un altro sito in inglese pieno zeppo di interessantissime notizie e fotografie
creazionismo.org un sito in italiano con molti articoli interessanti
Solo attraverso la riflessione sulle civiltà sviluppatesi prima della grande catastrofe pleistocenica ho cominciato a trovare degli elementi un po’ troppo strani, che non si riuscivano ad inquadrare in nessuna interpretazione logica, dei reperti che sembravano sconvolgere ogni mia idea sull’evoluzione della vita intelligente sulla terra, i cosiddetti OOPART (Out Of Place Artifacts, “oggetti fuori tempo”) oggetti con datazioni ufficiali che vanno in conflitto totale con la versione ufficiale della storia e della preistoria del nostro pianeta, come ad esempio la celebre impronta di scarpa che schiaccia una trilobite (e quindi attribuibile secondo la classificazione ufficiale dei fossili a 300 milioni di anni fa). Non so bene quanti di quegli oggetti siano realmente “fuori posto” e quanti ad una successiva analisi possano essere fatti rientrare (magari con qualche sforzo, o a volte arrampicandosi sugli specchi) nel solco dell’interpretazione canonica della scienza e della storia ufficiale, ma sta di fatto che il loro numero è così elevato da confondere persino gli impenitenti assertori del dogmatismo storico.
Uno degli esempi più evidenti (anche per le sue dimensioni) è il blocco monolitico ritrovato nella cava di Baalbek, del peso di circa 1200 tonnellate, un peso che nessuna gru moderna riesce a spostare.
Di fronte a tali reperti, per quanto fossi disposto ad ammettere l’idea (già di per sé abbastanza eretica) di civiltà che si erano evolute ed erano scomparse decine di migliaia di anni prima della nostra, l’idea di civiltà umane sviluppatesi centinaia di milioni di anni fa, prima ancora della supposta comparsa dei dinosauri, cominciava a sconcertarmi. Nel frattempo ho scoperto e letto l’ottimo libro di M Cremo Archeologia Proibita (Newton & Compton, 2002) nel quale si mostra che, se pur vogliamo credere alla validità dei metodi di paleo-datazione comunemente utilizzati, ci sono fin troppi dati contraddittori, particolarmente fossili di Homo Sapiens datati alcuni milioni di anni fa ed opportunamente “dimenticati” dalla scienza ufficiale perché troppo scomodi (per approfondimenti vedi ad esempio questi due articoli: primo esecondo)
Vi assicuro che a questo punto ho passato circa tre anni a cercare di inquadrare questi strani elementi in una qualche spiegazione logica della preistoria terrestre, ma fino a due anni fa non ci ero riuscito. Ed in effetti era quasi impossibile riuscirci, il condizionamento era troppo potente, perchè l’idea che avessimo dei mezzi affidabili di datazione degli eventi preistorici era così radicata in me (come lo è in qualsiasi altra persona soggetta alle influenze dei mass-media e dei libri del settore) che non riuscivo a metterla in dubbio.
Solo per caso, consultando alcuni siti su questi OOPARTS mi sono imbattuto in quello che sembrava l’uovo di Colombo, ma all’inizio il mio pregiudizio era così grande che non sono riuscito a riconoscere la soluzione. Ho letto su differenti siti degli errori intrinseci ai metodi di radio-datazione, ma non ci volevo credere, davo un’occhiata svogliata a quelle considerazioni e a quei dati e poi mi concentravo su altre notizie. Devo confessare che il mio pregiudizio derivava anche dal fatto che i siti in questioni erano dei siti gestiti da persone ed associazioni creazioniste, che consideravo con grande simpatia per il fatto di avermi messo a disposizione tanti elementi di riflessione, tanti dati e tante foto, ma che mi davano un gran fastidio quando, con il loro rimettere in discussione le datazioni ufficiali, volevano farmi credere che la terra fosse stata creata 6.000 anni fa nel giro di 6 giorni secondo la narrazione biblica della Genesi.
Solo dopo un paio di mesi di letture su quegli “oggetti fuori posto” mi sono deciso a studiare seriamente il problema della radio-datazione di rocce e fossili ed ho cercato di studiare a fondo la questione riconoscendo alla fine la semplicità della soluzione, e adesso posso anche dire che non è necessario essere creazionisti per accettarla: le datazioni basate sull’analisi dei radioisotopi presentano tali e tanti vizi di fondo da essere ben poco attendibili, molte datazioni attribuite ai fossili sono sicuramente errate, e la stessa incertezza si estende alle datazioni di quegli OOPARTS, che potrebbero essere in molti casi oggetti mal datati e per niente fuori posto.
Questo non impedisce la possibilità che la storia della vita sulla terra sia partita centinai di milioni di anni fa, o anche molto prima, né impedisce che l’uomo sia apparso sulla terra diversi milioni di anni fa: il fatto che non possiamo datare con certezza la maggior parte dei fossili non vuol dire che dobbiamo accettare per vero il racconto della Bibbia. Rifiutare il dogmatismo della versione ufficiale della storia non vuol dire per forza di cose cadere nell’eccesso opposto.
Adesso però che ho chiarito come la penso su alcune cose, mi sembra corretto fare pubblicità ad alcuni siti creazionisti molto interessanti dai quali vi invito a raccogliere notizie, fotografie e dati. Se poi li volete utilizzare per convincervi che la Genesi sia avvenuta 6.000 anni fa nel giro di una settimana fate pure, in fin dei conti è un punto di vista che potrebbe essere più sensato di quello propagandato dalla scienza ufficiale il cui evoluzionismo non è supportato da nessuna prova.
s8int.com un sito in inglese pieno zeppo di interessantissime notizie e fotografie
bible.ca un altro sito in inglese pieno zeppo di interessantissime notizie e fotografie
creazionismo.org un sito in italiano con molti articoli interessanti
bibbiaescienza/argomenti un
altro elenco di articoli sulla questione, alcuni dei quali giudico molto
interessanti (altri invece no, ma giudicate voi)
noevolution.org un sito
presso il quale potete vedere il lungo video su creazione ed evoluzione che ho
inserito qui sotto (giudicate voi)
FONTE:
Cosa ci raccontano realmente i fossili?
Questo articolo credo possa risultare quasi incomprensibile se non si
da un'occhiata agli articoli precedenti che trattano della medesima questione
ovvero:
2) Darwin
e la betularia, la prova fasulla della teoria evoluzinistica
4) Il
monolito di Baalbek, la prova delle menzogne della storia antica
5) Menzogne
della preistoria, dai reperti contraddittori alle datazioni inattendibili,
cosa possiamo dire dell'evoluzione del genere umano?
Cosa possiamo imparare dai fossili?
Per cominciare bisogna fare un’osservazione tanto importante quanto
banale: non tutte le piante e gli animali morti si sono fossilizzati, non tutti
gli ambienti di vita del passato sono stati ugualmente adatti a conservare
testimonianze fossili, non è detto che la terra abbia conservato fossili di
ogni era preistorica, molti avvenimenti del passato possono avere distrutto dei
fossili formatisi in epoche precedenti (basti pensare alle colate laviche dei
vulcani).
Di conseguenza affermare che certe piante o certi animali si siano estinti in una determinata epoca è decisamente azzardato, sia perchè l’età dei fossili è altamente incerta, sia perchè il mancato rinvenimento di fossili di una certa epoca storica non corrisponde necessariamente al fatto che determinate specie viventi non siano vissute in quell’epoca. Fra l’altro potrebbe benissimo essere successo che le suddette specie invece che estinguersi abbiano subito un drastico ridimensionamento di numero, sopravvivendo solo in alcuni habitat situati in zone dalle quali:
a) non è stato recuperato ancora nessun fossile.
b) nessun reperto si è fossilizzato
Affermare semplicisticamente che “i dinosauri si sono estinti 60 milioni di anni fa” alla luce di quanto appena detto è decisamente azzardato, ed analoghi dubbi valgono per altri episodi vicini e lontani di estinzione.
Di conseguenza affermare che certe piante o certi animali si siano estinti in una determinata epoca è decisamente azzardato, sia perchè l’età dei fossili è altamente incerta, sia perchè il mancato rinvenimento di fossili di una certa epoca storica non corrisponde necessariamente al fatto che determinate specie viventi non siano vissute in quell’epoca. Fra l’altro potrebbe benissimo essere successo che le suddette specie invece che estinguersi abbiano subito un drastico ridimensionamento di numero, sopravvivendo solo in alcuni habitat situati in zone dalle quali:
a) non è stato recuperato ancora nessun fossile.
b) nessun reperto si è fossilizzato
Affermare semplicisticamente che “i dinosauri si sono estinti 60 milioni di anni fa” alla luce di quanto appena detto è decisamente azzardato, ed analoghi dubbi valgono per altri episodi vicini e lontani di estinzione.
Ricordo ancora una volta a questo proposito il caso del Latimeria, un pesce
dell’ordine dei crossopterigi, pesci dotati di quella che sembra una prima
formazione embrionale dei quattro arti a partire dalle pinne e che si riteneva
estinto da centinaia di milioni di anni. Uno di questi crossopterigi invece, un
Celacanto denominato successivamente Latimeria, è stato invece trovato nel 1938
dagli scienziati occidentali nelle isole Comore, dove si è scoperto che veniva
spesso pescato e mangiato dalla popolazione locale. Abbiamo quindi potuto
constatare che l’idea dell’estinzione dei crossopterigi non era quindi basata
su alcuna prova, ma semplicemente sull’assenza di prove contrarie, il che è ben
diverso, ed il Latimeria non era da cercare in mezzo a quei rari esemplari di
pesci conservati nei fossili, ma era ancora vivo e vegeto ai giorni nostri.
Immaginatevi quindi quante idee errate ci si possa fare su di un lontano passato basate sulla mancanza di dati essenziali, sul mancato ritrovamento di scheletri di animali: il fatto che certi animali in determinate epoche non si siano fossilizzati nelle zone in cui abbiamo finora eseguito degli scavi non è un dato sufficiente per supporne l’estinzione a partire da una certa epoca.
Immaginatevi quindi quante idee errate ci si possa fare su di un lontano passato basate sulla mancanza di dati essenziali, sul mancato ritrovamento di scheletri di animali: il fatto che certi animali in determinate epoche non si siano fossilizzati nelle zone in cui abbiamo finora eseguito degli scavi non è un dato sufficiente per supporne l’estinzione a partire da una certa epoca.
Cosa dire allora sull’evoluzione
del genere umano? Anche se ci affidassimo alle datazioni ufficiali dei
fossili eseguite coi radioisotopi (che come abbiamo visto nella precedente
pagina sono ben poco affidabili) come potremmo fare ad affermare con certezza
che l’Australopiteco si sia estinto prima della comparsa dell’Homo erectus? E
come affermare con sicurezza che l’Homo erectus si sia estinto prima della
comparsa dell’Homo sapiens? Ed anche se riuscissimo ad avere delle simili
certezze come possiamo essere certi che le tre specie siano effettivamente una
l’evoluzione dell’altra? Il moderno Homo sapiens non potrebbe ad esempio
essersi originato da qualche altro ominide i cui fossili non abbiamo ancora
ritrovato perchè la sua specie è vissuta per un breve periodo di tempo in una
zona dell’Africa (o di un altro continente) in cui non abbiamo mai fatto
ricerche?
Lo ripeto ancora una volta, evidenziare gli errori, le ambiguità e le incoerenze delle teorie evolutive non vuol dire per questo rimpiazzarle tout court le ipotesi del creazionismo biblico, ma se vogliamo essere corretti (dal punto di vista scientifico ed epistemologico) dobbiamo dire che ogni discorso sull’estinzione di una specie e sull’evoluzione di una specie dall’altra non può essere altro che ipotetico: in relazione a questi eventi preistorici nessuna ipotesi può essere controllata in maniera scientifica, i fossili non possono garantirci nessuna certezza e noi non possediamo ancora una macchina del tempo.
La presenza di certi esseri viventi che sembrano rappresentare delle forme di transizione, come ad esempio i già citati crossopterigi o i dipnoi (pesci con un polmone embrionale in aggiunta alle branchie che possono respirare anche fuori dall’aria) possono far sembrare molto ragionevole l’ipotesi dell’evoluzione, ma non per questo si può dire a rigor di logica che crossopterigi e dipnoi rappresentino delle prove dell’evoluzione, ma solo degli indizi. Ma di indizi ce ne sono anche tanti altri che mostrano le falsità delle teorie evoluzioniste vigenti, ed alcune cosiddette “prove dell’evoluzione” sono state costruite in una manierapalesemente fraudolenta.
Da un punto di visto epistemologico ogni interpretazione del passato remoto non può che essere un’ipotesi non soggetta a verifica sperimentale. Forse del passato più recente (nei casi in cui una datazione al radiocarbonio ben calibrata possa essere utilizzata) si può dire qualcosa di più, si possono avere maggiori certezze, ma anche in questi casi fra i dubbi che restano sempre rispetto all’accuratezza della datazione col C14 (vedi ad esempioquesta notizia) e le considerazione di carattere più generale che abbiamo appena esposto le certezze diventano a ben vedere sempre più effimere e sfuggenti. E ricordiamo che la datazione al radiocarbonio è utilizzabile solo per reperti organici con un’età inferiore a 50.00 anni.
Dovremmo quindi cercare di essere umili, di essere onesti e di ammettere che della nostra preistoria abbiamo per ora poco più che uno scatolone pieno di fossili, fossili che facciamo una gran fatica ad ordinare per epoche storiche successive e sui quali possiamo costruire una serie di congetture alternative.
Lo ripeto ancora una volta, evidenziare gli errori, le ambiguità e le incoerenze delle teorie evolutive non vuol dire per questo rimpiazzarle tout court le ipotesi del creazionismo biblico, ma se vogliamo essere corretti (dal punto di vista scientifico ed epistemologico) dobbiamo dire che ogni discorso sull’estinzione di una specie e sull’evoluzione di una specie dall’altra non può essere altro che ipotetico: in relazione a questi eventi preistorici nessuna ipotesi può essere controllata in maniera scientifica, i fossili non possono garantirci nessuna certezza e noi non possediamo ancora una macchina del tempo.
La presenza di certi esseri viventi che sembrano rappresentare delle forme di transizione, come ad esempio i già citati crossopterigi o i dipnoi (pesci con un polmone embrionale in aggiunta alle branchie che possono respirare anche fuori dall’aria) possono far sembrare molto ragionevole l’ipotesi dell’evoluzione, ma non per questo si può dire a rigor di logica che crossopterigi e dipnoi rappresentino delle prove dell’evoluzione, ma solo degli indizi. Ma di indizi ce ne sono anche tanti altri che mostrano le falsità delle teorie evoluzioniste vigenti, ed alcune cosiddette “prove dell’evoluzione” sono state costruite in una manierapalesemente fraudolenta.
Da un punto di visto epistemologico ogni interpretazione del passato remoto non può che essere un’ipotesi non soggetta a verifica sperimentale. Forse del passato più recente (nei casi in cui una datazione al radiocarbonio ben calibrata possa essere utilizzata) si può dire qualcosa di più, si possono avere maggiori certezze, ma anche in questi casi fra i dubbi che restano sempre rispetto all’accuratezza della datazione col C14 (vedi ad esempioquesta notizia) e le considerazione di carattere più generale che abbiamo appena esposto le certezze diventano a ben vedere sempre più effimere e sfuggenti. E ricordiamo che la datazione al radiocarbonio è utilizzabile solo per reperti organici con un’età inferiore a 50.00 anni.
Dovremmo quindi cercare di essere umili, di essere onesti e di ammettere che della nostra preistoria abbiamo per ora poco più che uno scatolone pieno di fossili, fossili che facciamo una gran fatica ad ordinare per epoche storiche successive e sui quali possiamo costruire una serie di congetture alternative.
Spero quindi che adesso non vi stupirete guardando le prove da me
raccolte che indicano la compresenza di esseri umani e dinosauri persino in
epoca relativamente recente, nonché la possibilità che alcuni rettili
ufficialmente estinti da 60 milioni di anni (in particolare alcune specie di
pterosauri) possono essere sopravvissuti fino al giorno d'oggi in alcune
particolari nicchie ecologiche.
Vi segnalo quindi la pubblicazione sul sito mirror di scienzamarcia i seguenti articoli:
Lo stegosauro
cambogiano (raffigurato nell'immagine di apertura) ed altri
stegosauri e dinosauri raffigurati e descritti nell'arte e nella letteratura
|
Avvistamenti di
pterosauri nell'epoca antica e nella modernità; un lungo dossier nel
quale si ipotizza che tali rettili possano essere stati all'origine delle
leggende sui draghi volanti.
|
Leggeteli con mente aperta, appena posso tornerò sull'argomento per
proporre alcune possibili interpretazioni sull'intrigata questione della
manifestazione della vita sul nostro pianeta.
Darwin e la Betularia, la prova fasulla
La farfalla Biston Betularia è considerato un classico esempio di prova
dell’evoluzione o peggio ancora prova della selezione naturale ipotizzata da
Darwin.
Forse vi ricorderete anche voi della storiella letta sui libri di testo delle scuole superiori, della farfalla della quale esistono due razze che differiscono solo per il colore, una scura ed una chiara; insomma un po' come i bianchi ed i neri fra gli esseri umani. Nelle raffigurazioni associate a questa storiella ci sono immagini come quella qui accanto, che dimostrerebbero come le Biston Betularia vivano appoggiate ai tronchi degli alberi.
La storiella dei libri di scienze è ancora in circolazione (vedi ad esempio questa tesina che evidentemente riporta fedelmente le indicazioni dei testi ortodossi, questo altro link) nonostante sia stata da tempo smentita.
Forse vi ricorderete anche voi della storiella letta sui libri di testo delle scuole superiori, della farfalla della quale esistono due razze che differiscono solo per il colore, una scura ed una chiara; insomma un po' come i bianchi ed i neri fra gli esseri umani. Nelle raffigurazioni associate a questa storiella ci sono immagini come quella qui accanto, che dimostrerebbero come le Biston Betularia vivano appoggiate ai tronchi degli alberi.
La storiella dei libri di scienze è ancora in circolazione (vedi ad esempio questa tesina che evidentemente riporta fedelmente le indicazioni dei testi ortodossi, questo altro link) nonostante sia stata da tempo smentita.
Essa racconta che nell’epoca della rivoluzione industriale in
Inghilterra il carbone avrebbe annerito i tronchi degli alberi (generalmente
ricoperti di licheni bianchi) su cui si posava la Betularia facendo in modo che
le farfalle Betularia della razza scura si sarebbero meglio mimetizzate. Sempre
secondo tale storiella le farfalle bianche sarebbero state predate dagli
uccelli e quelle nere sarebbero sopravvissute: “tipico esempio di selezione
naturale all’opera”.
La realtà è invece che la Betularia non vive adagiata ai tronchi, ma in mezzo alle fronde degli alberi, dove il colore bianco o nero ha ben poco effetto mimetico. Chi ha originariamente controllato l’effetto degli uccelli predatori sulle popolazioni di Betularia chiara e scura ha fatto un’osservazione in una situazione artificiale, ossia incollando le sventurate farfalle bianche e nere sui tronchi degli alberi, per poi raccoglierne (ovviamente) più discure che di chiare.
Il dotto scienziato non ha mai pubblicizzato troppo i dettagli del suo esperimento che però aveva a suo tempo descritto nelle sue relazioni. Ovviamente le farfalle nere “sopravvissute alla predazione” che avrebbero dimostrato la “selezione naturale” non erano poi sopravvissute più di tanto, perché le farfalle erano state messe sul tronco già morte, incollate al tronco; altro che farfalle “sopravvissute alla predazione” potevano essere al momento di essere raccolte per il conteggio degli esemplari.
Il classico esperimento citato ancora sui libri di testo è stato quindi
a) un esperimento su una “selezione innaturale”
b) un esperimento fallito (nei decenni successivi si sono ritrovate molte farfalle chiare anche dove i tronchi erano scuriti e farfalle scure dove i tronchi erano ricoperti di licheni bianchi)
c) un esperimento che non ha dimostrato nessuna evoluzione.
Sì perché alla fine se io parto da una varietà di razze, ed un cambiamento esterno ne stermina una, non ho certo una evoluzione in atto, ma solo un’estinzione. Forse se Hitler fosse riuscito a sterminare tutti gli ebrei avremmo avutola prova lampante di un’evoluzione? Dov’è la novità, il cambiamento, l’evoluzione? Al massimo potremmo parlare di un particolare tipo di involuzione, dovuta alla diminuzione della varietà della specie; altro che variazione dei geni di una specie, qui si parla di riduzione delle varietà genetiche.
La realtà è invece che la Betularia non vive adagiata ai tronchi, ma in mezzo alle fronde degli alberi, dove il colore bianco o nero ha ben poco effetto mimetico. Chi ha originariamente controllato l’effetto degli uccelli predatori sulle popolazioni di Betularia chiara e scura ha fatto un’osservazione in una situazione artificiale, ossia incollando le sventurate farfalle bianche e nere sui tronchi degli alberi, per poi raccoglierne (ovviamente) più discure che di chiare.
Il dotto scienziato non ha mai pubblicizzato troppo i dettagli del suo esperimento che però aveva a suo tempo descritto nelle sue relazioni. Ovviamente le farfalle nere “sopravvissute alla predazione” che avrebbero dimostrato la “selezione naturale” non erano poi sopravvissute più di tanto, perché le farfalle erano state messe sul tronco già morte, incollate al tronco; altro che farfalle “sopravvissute alla predazione” potevano essere al momento di essere raccolte per il conteggio degli esemplari.
Il classico esperimento citato ancora sui libri di testo è stato quindi
a) un esperimento su una “selezione innaturale”
b) un esperimento fallito (nei decenni successivi si sono ritrovate molte farfalle chiare anche dove i tronchi erano scuriti e farfalle scure dove i tronchi erano ricoperti di licheni bianchi)
c) un esperimento che non ha dimostrato nessuna evoluzione.
Sì perché alla fine se io parto da una varietà di razze, ed un cambiamento esterno ne stermina una, non ho certo una evoluzione in atto, ma solo un’estinzione. Forse se Hitler fosse riuscito a sterminare tutti gli ebrei avremmo avutola prova lampante di un’evoluzione? Dov’è la novità, il cambiamento, l’evoluzione? Al massimo potremmo parlare di un particolare tipo di involuzione, dovuta alla diminuzione della varietà della specie; altro che variazione dei geni di una specie, qui si parla di riduzione delle varietà genetiche.
Sinceramente ci sarebbe proprio di che sbellicarsi dalle risate: volete
generare un’evoluzione della specie umana? - sembrano affermare
questi“scienziati” - Provate ad uccidere tutte le persone bionde con gli occhi
azzurri e vedrete all’opera la selezione naturale, dimostrazione perfetta
dell’evoluzionismo darwiniano!
d) se anche per assurdo la considerassimo una "prova
dell'evoluzione" sarebbe una prova di microevoluzione, la Betularia
resterebbe Betularia, il colore "cambierebbe" ma quell'esserino non
avrebbe sviluppato nè modificato nessun organo, nessun apparato; nessuna prova
quindi di quella che in biologia si chiama macroevoluzione
Bene, signori, questa è scienza, un ammasso di pregiudizi duri a
morire.
Dettagli, precisazioni, conferme scientifiche di quanto su esposto.
Nella regione rurale dell’Est Anglia (con pochissime industrie) le Betularia scure superavano l’80%, mentre in aree fittamente industrializzate come quella di Manchester le farfalle chiare continuavano ad apparire senza estinguersi. Ciò portò D.R. Lees e E.R. Creed a scrivere sul Journal of animal Ecology (n.44, 1975) che “altri fattori, oltre alla predazione selettiva, devono essere responsabili del mantenimento di alte frequenze degli insetti melanici”.
Detto in altri termini: “scusateci, abbiamo sbagliato”.
Secondo la teoria di Kettlewell (quello che incollava le farfalle ai tronchi degli alberi) la distruzione del lichene bianco sui tronchi degli alberi favorendo la predazione selettiva sarebbe responsabile della diminuzione di farfalle bianche, ma nello stato (statunitense del Michigan fra il 1960 ed il 1995 la frequenza di farfalle scure calò dal 90 al 20% in assenza di cambiamenti percettibili dei licheni della flora locale, tanto da indurre il biologo B.S. Grant ad asserire che “il ruolo dei licheni è stato inutilmente esagerato nella descrizione del melanismo delle falene Betularia”. Traduciamo liberamente: “a quanto pare abbiamo proprio sbagliato”.
A questo punto finalmente i biologi si decdono a guardare gli appunti di Kettlewell e leggono che agli ammette di avere agito in modo che le farfalle “non fossero libere di scegliersi il luogo dove posarsi”, e che le aveva depositate sui tronchi appiccicando con la colla esemplari morti di insetti.
A conferma cito la dichiarazione del biologo finlandese K. Mikkola (1984): “Il luogo normale di posa delle falene è al di sotto dei rami più o meno orizzontali , in genere in alto nelle chiome, e solo eccezionalmente sui tronchi (…) i risultati di Kettlewell non dimostrano la predazione qualitativa delle due forme di Betularia da parte di uccelli in condizioni naturali"
E se non basta abbiamo anche Howlett e Majerus che scrivono inBiological Journal of the Lynnean Society (n.30, 31 – 44, 1987) che “nella maggior parte degli esperimenti di predazione selettiva le falene sono state posizionate sui tronchi verticali, benché di rado esse si posino su queste superfici in condizioni naturali.”
NB: Ho reperito le citazioni sopra menzionate a pagina 85 e 86 del libro di Maurizio Blondet L’uccellosauro ed altri animali – la catastrofe del darwinismo (effedieffe edizioni, Milano 2002).
Nella regione rurale dell’Est Anglia (con pochissime industrie) le Betularia scure superavano l’80%, mentre in aree fittamente industrializzate come quella di Manchester le farfalle chiare continuavano ad apparire senza estinguersi. Ciò portò D.R. Lees e E.R. Creed a scrivere sul Journal of animal Ecology (n.44, 1975) che “altri fattori, oltre alla predazione selettiva, devono essere responsabili del mantenimento di alte frequenze degli insetti melanici”.
Detto in altri termini: “scusateci, abbiamo sbagliato”.
Secondo la teoria di Kettlewell (quello che incollava le farfalle ai tronchi degli alberi) la distruzione del lichene bianco sui tronchi degli alberi favorendo la predazione selettiva sarebbe responsabile della diminuzione di farfalle bianche, ma nello stato (statunitense del Michigan fra il 1960 ed il 1995 la frequenza di farfalle scure calò dal 90 al 20% in assenza di cambiamenti percettibili dei licheni della flora locale, tanto da indurre il biologo B.S. Grant ad asserire che “il ruolo dei licheni è stato inutilmente esagerato nella descrizione del melanismo delle falene Betularia”. Traduciamo liberamente: “a quanto pare abbiamo proprio sbagliato”.
A questo punto finalmente i biologi si decdono a guardare gli appunti di Kettlewell e leggono che agli ammette di avere agito in modo che le farfalle “non fossero libere di scegliersi il luogo dove posarsi”, e che le aveva depositate sui tronchi appiccicando con la colla esemplari morti di insetti.
A conferma cito la dichiarazione del biologo finlandese K. Mikkola (1984): “Il luogo normale di posa delle falene è al di sotto dei rami più o meno orizzontali , in genere in alto nelle chiome, e solo eccezionalmente sui tronchi (…) i risultati di Kettlewell non dimostrano la predazione qualitativa delle due forme di Betularia da parte di uccelli in condizioni naturali"
E se non basta abbiamo anche Howlett e Majerus che scrivono inBiological Journal of the Lynnean Society (n.30, 31 – 44, 1987) che “nella maggior parte degli esperimenti di predazione selettiva le falene sono state posizionate sui tronchi verticali, benché di rado esse si posino su queste superfici in condizioni naturali.”
NB: Ho reperito le citazioni sopra menzionate a pagina 85 e 86 del libro di Maurizio Blondet L’uccellosauro ed altri animali – la catastrofe del darwinismo (effedieffe edizioni, Milano 2002).
Per approfondimenti consiglio ad esempio questo
articolo, precisando che si trova su un sito creazionista. Pur non mi
riconoscendomi nella filosofia dei gestori del sito non sono però così stupido
da negare la rilevanza scientifica delle obiezioni che vengono portate al
dogmatismo darwinista.
Un altro sito molto interessante che vi segnalo è in lingua inglese (www.s8int.com) ed è anch'esso un sito creazionista; su tale sito ho ancora una volta alcune riserve, anche perchè non mi considero nè creazionista nè evoluzionista in senso stretto, ma caso mai una ricercatore con più domande che risposte. Ma in questi siti, come in qualsiasi lettura, bisogna imparare a discernere i dati (che sono sempre interessanti a meno che non siano falsificati) dalle interpretazioni, per le quali è sempre necessario un nostro giudizio critico.
Un altro sito molto interessante che vi segnalo è in lingua inglese (www.s8int.com) ed è anch'esso un sito creazionista; su tale sito ho ancora una volta alcune riserve, anche perchè non mi considero nè creazionista nè evoluzionista in senso stretto, ma caso mai una ricercatore con più domande che risposte. Ma in questi siti, come in qualsiasi lettura, bisogna imparare a discernere i dati (che sono sempre interessanti a meno che non siano falsificati) dalle interpretazioni, per le quali è sempre necessario un nostro giudizio critico.
Spero ad ogni modo di avere tempo per scrivere ancora un po' di cose su questo argomento che, anche se non sembra, credo sia comunque in relazione con l'inganno globale dei fautori delnuovo ordine mondiale, e col loro piano di avvelenamento della biosfera
(*1) ALTRI ARTICOLI RIGUARDO
AL TEMA
Quello che segue è la prima
parte di estratti dalla mia traduzione di una intervista del 1999 che Rick
Martins (Usa) fece, per la rivista Spectrum, ad un grande anziano di saggezza e
conoscenza, lo sanusi (shamano) Zulù Credo Mutwa,
arrivato alla nostra ribalta occidentale grazie a David Icke. Sia per
lunghezza (molte pagine) che per tipo di contenuto l’intervista non sarà
pubblicata per esteso su questo sito, ma gli iscritti a The Living
Spirits potranno avere accesso al pdf ("IL PIU' GRANDE SEGRETO")
nella sezione dedicata
In questa intervista ci sono moltissime informazioni che possono
rappresentare una sfida per la mente del lettore. C’è persino la descrizione di una città sotterranea in Africa (non
parte di questa primo articolo), che potrebbe essere l’origine dei miti o delle
storie sull’inferno. Dunque suggerisco di lasciar perdere la lettura se
siete molto legati ad un sistema di credo, se avete dei dogmi religiosi o
filosofici.
Per gli altri.. ricordare che "non c’è nulla da temere. La
vita è eterna ed ogni cosa non è che una esperienza sulla via verso
l’illuminazione".
Cristina Bassi
Grazie agli sforzi e all’assistenza di David Icke, mi fu possibile stabilire
il contatto con il Dr. Johan Joubert, che gentilmente coordinò la cosa con
Credo Mutwa, consentendo così che l’intervista avvenisse telefonicamente:
letteralmente a metà strada del mondo: in Sud Africa
Credo Mutwa è l’uomo che David Icke descrive come: "L’uomo
più incredibile e ricco di conoscenza che abbia mai avuto il
privilegio e l’onore di chiamare amico, un genio”. Dopo aver parlato con Credo
Mutwa, non potrei essere più d’accordo. Vorrei anche dire che Credo Mutwa, che
non ha una istruzione formale, è stato cosi gentile e coscienzioso da sillabare
tutte le parole in africano Zulù, i nomi propri etc per questo articolo. Le
incredibili informazioni presentate da Credo Mutwa sono certamente provocatorie
e a largo raggio sia per le implicazioni che per lo scopo. Una volta che
leggerete queste informazioni, capirete
Martin: Può confermare che
questi extraterrestri rettiliani mutanti forma esistono veramente sul nostro
pianeta, in questo tempo? E se si, se può confermare, potrebbe essere
specifico? Da dove vengono?
Credo Mutwa: Avete sentito
parlare di un Paese che si chiama Rwanda, nell’Africa Centrale?
Martin: Si.
Martin: Si.
Credo Mutwa: Le persone del Rwanda, gli Hutu, così come
i Watussi, affermano – e non sono i soli in Africa ad affermare questo, che i
loro antenati molto antichi erano una razza di esseri che loro chiamavano gli
Imanujela, che significa "i
Signori che sono venuti". Alcune
tribù dell’Africa occidentale, come i Bambara, dicono anch’essi la
stessa cosa. Dicono che arrivarono dal cielo, molte, molte generazioni fa, una
razza, di creature altamente avanzate che sembravano uomini e li
chiamavano Zishwezi. La parola Zishwezi significa le creature che planano,
ovvero che possono planare attraverso il cielo o l’acqua.
Tutti, sir, hanno sentito parlare del popolo Dogo nell’Africa
Occidentale e tutti dicono che le persone normali diedero loro
cultura, ma non solo il popolo Dogon ma UNO di molti, molti popoli in Africa,
che affermano che la loro tribù o il
loro re furono prima fondati da una razza supernaturale di
creature che venivano dal cielo.
Gli Zulù, famosi per essere guerrieri, il popolo a cui appartenne il re
Shaka Zulu, del secolo scorso. Quando si chiede ad un antropologo bianco
Sudafricano cosa significa il nome
Zulù, dice che significa "il cielo" (risa) e quindi
gli Zulù chiamano se stessi "il popolo del cielo". Questo, sir, è
un’idiozia.
Nella lingua Zulù, il nostro
nome per “cielo”, per il cielo blu, è sibakabaka. Il nostro nome per
lo spazio interplanetario, tuttavia,
è izulu e weduzulu, che significa "spazio
interplanetario” il cielo scuro, che vedete con le stelle ogni notte", ha
anche a che fare con il viaggiare, sir. La parola Zulù per viaggiare a caso,
come un nomade o uno zingaro, è izula.
Ora, potete vedere che le persone Zulù in Sud Africa erano consapevoli del fatto che si può viaggiare nello spazio , non attraverso il cielo come un uccello, ma attraverso lo spazio e gli Zulù affermano che molte, molte migliaia di anni fa, arrivò dal cielo una razza di genti che erano come lucertole e potevano cambiare forma quando volevano. E le persone che sposavano le loro figlie ad extraterrestri e producevano una razza di potere di re e capi tribali; ci sono centinaia di favole, sir, in cui una lucertola femmina assume l’identità di una principessa umana e sposa un principe Zulù.
Ora, potete vedere che le persone Zulù in Sud Africa erano consapevoli del fatto che si può viaggiare nello spazio , non attraverso il cielo come un uccello, ma attraverso lo spazio e gli Zulù affermano che molte, molte migliaia di anni fa, arrivò dal cielo una razza di genti che erano come lucertole e potevano cambiare forma quando volevano. E le persone che sposavano le loro figlie ad extraterrestri e producevano una razza di potere di re e capi tribali; ci sono centinaia di favole, sir, in cui una lucertola femmina assume l’identità di una principessa umana e sposa un principe Zulù.
E queste creature, sir,
veramente esistono. Indipendentemente da dove va, per il Sud, centro Ovest Est
dell’Africa, troverà che la descrizione di queste creature è la stessa. Persino
tra le tribù che mai, nella loro lunga storia, ebbero contatto tra loro.
Quindi, ci SONO queste creature. Da dove vengono, non affermerò mai di saperlo,
sir. Ma sono associate con certe stelle nel cielo ed una di queste è un
grande gruppo di stelle che è parte della Via Lattea, che la nostra gente
chiama Ingiyab, che significa "Il
Grande Serpente". Ricorderete questo, almeno
qualcuno di voi avrà letto sul significato di http://it.wikipedia.org/wiki/Quetzalcoatl.
E c’è una stella rossa, rossiccia, vicino all’estremità di questo grande bordo
di stelle che la nostra gente chiama IsoneNkanyamba. Ora questa stella si
chiama IsoneNkanyamba, mi è stato
possibile trovare il nome inglese: Alpha Centauri. Ora, questo sir, è
qualcosa che merita una indagine.
Com’è
che ben oltre 500 tribù dell’Africa che ho visitato negli ultimi 40 o
50 anni, ognuna di loro descrive simili creature? E’ detto che queste creature si nutrono di
noi umani; che, un tempo, sfidarono Dio stesso alla guerra, perché volevano un
controllo totale dell’universo. E Dio combattè una terribile
battaglia contro di loro e li sconfisse, li ferì e li costrinse a nascondersi
in città e sotterranei.
Si nascondono in profonde cavità sotterranee, perchè hanno sempre
freddo. In queste cavità, ci viene detto, ci sono enormi fuochi che vengono
tenuti vivi dagli schiavi, umani schiavi zombie. E viene anche detto che questi
Zuswazi, questi Imbulu, o come volete chiamarli, non sono in grado di mangiare
cibo solido.
Mangiano
o sangue umano, oppure si nutrono di quel potere, di quella energia che si
genera quando esseri umani, sulla superficie della Terra, combattono e si
uccidono in grande numero.
La nostra gente crede, sir, che noi, le genti di questa
Terra, non siamo realmente i padroni delle nostre vite, anche se ci inducono a
credere di esserlo. (..) c’è un altro
nome con cui sono note queste creature. Ed è Chitauli. Ora tale
parola significa "I dittatori, coloro che ci dicono la legge". In
altre parole, "coloro che ci dicono , segretamente, cosa dobbiamo
fare".
Ora, si dice che questi Chitauli ci fecero una serie di cose
quando arrivarono su questo pianeta. Originariamente, la terra era
coperta da una coltre molto spesa di nebbia e foschia. Le persone non potevano vedere il sole nel
cielo, a parte una luce leggera. E vedevano anche la luna di notte come un
gentile artiglio di luce nel cielo, a causa di questa pesante foschia. E la
pioggia cadeva continuamente in una pioggerellina. Ma non c’erano tuoni. Non
c’erano tempeste. Il mondo era densamente coperto di grandi foreste, giungle e
le persone a quel tempo vivevano in pace sulla terra. Le persone
erano felici e si dice che a quel tempo, noi umani non avevamo il potere della
parola. Facevamo solo degli strani suoni come scimmie e babbuini felici, ma non
avevamo la parola come oggigiorno.
In quei secoli, le persone si
parlavano attraverso la mente. Un uomo poteva chiamare sua moglie
pensandola, pensando alla forma del suo volto, all’odore del suo corpo alla
sensazione dei capelli come donna. Un cacciatore andava nella
foresta e chiedeva agli animali di venire ed essi ne selezionavano uno tra il
loro numero, che era vecchio e stanco e questi avrebbe offerto se stesso al
cacciatore per essere ucciso velocemente e portare la carne alla sua caverna.
A quel tempo non c’era violenza contro gli animali. Non violenza contro
la natura da parte degli esseri umani. L’uomo chiedeva cibo alla
Natura. Era solito arrivare ad un albero, pensare ad un frutto e l’albero
avrebbe concesso che alcuni dei suoi frutti cadessero al suolo e l’uomo li prendesse.
E si dice che, però, quando i Chitauli
arrivarono sulla Terra, arrivassero in terribili veicoli che volavano per
l’aria, veicoli che avevano la forma di grandi coppe e che facevano un rumore
assordante ed un fuoco terribile nel cielo.
E i Chitauli dicevano agli umani, che riunivano con forza con
scudisciate di fulmini, che erano grandi dei dal cielo e che da ora in poi
avrebbero ricevuto una serie di doni dal dio. Questi cosiddetti dei, che erano come esseri umani, ma molto alti, con
una lunga coda e con terribili occhi incandescenti , alcuni con due occhi
gialli, occhi grandi, alcuni tre, l’occhio rosso
che stava nel centro della fronte. Che sia un caso
che l’occhio degli illuminati spunta ovunque?
Questi esseri portarono via i
grandi poteri che avevano gli esseri umani: il potere di parlare solo
attraverso la mente, il potere di muovere gli oggetti solo con la
mente, il potere di vedere nel futuro e nel passato, il potere di
viaggiare, spiritualmente in mondi diversi. Non vi sentite tutti in gabbia in effetti?
Almeno chi un po’ di consapevolezza l’ha conosciuta…
I Chitauli portarono via tutti
questi grandi poteri dagli esseri umani e diedero loro un nuovo potere: quello
della parola.
Ma gli umani scoprirono, con
orrore, che il potere della parola divideva gli esseri umani,
anzichè unirli, perchè i Chitauli astutamente crearono lingue
diverse e crearono grandi litigi tra le persone. E
oggi come sta andando la storia? I Chitauli fecero anche una cosa che non
era mia stata fatta prima: diedero agli umani delle persone che li governassero
e dissero, "Questi sono i vostri re, questi sono i vostri capi”. Hanno
in loro il nostro sangue. Sono i nostri bambini e dovete ascoltare queste
persone perchè parleranno per nostro ordine. Se non lo farete, vi puniremo terribilmente."
Prima della venuta dei Chitauli, prima della venuta delle creature
Imbulu, gli esseri umani erano spiritualmente uno. Ma quando arrivarono i Chitauli, gli umani si divisero sia
spiritualmente che linguisticamente.
E i Chitauli diedero agli umani
anche strani sentimenti: gli umani cominciarono a sentirsi insicuri, e
cominciarono a costruire villaggi con recinzioni molto forti e con del legno
intorno. La
nascita della proprietà privata, come tu sei mio, questo è tuo, sempre che lo
rubi al tuo prossimo!
Cominciarono a costruire Paesi,
in altre parole cominciarono a costruire tribù e territori tribali, con confini
che difesero contro qualsiasi nemico. Gli esseri umani diventarono ambiziosi,
avidi, vollero diventare ricchi in termini di bestiame e conchiglie ed un’altra
cosa che i Chitauli costrinsero gli umani a fare fu di farli scavare dentro la
terra. I Chitauli attivarono le donne umane e le fecero scoprire minerali e
metalli di certi tipi. Le donne scoprirono il rame; le donne scoprirono l’oro;
le donne scoprirono l’argento. E furono guidate dai Chitauli nel creare delle
leghe con questi metalli e a crearne di nuovi che non erano mai esistiti prima
in natura, come il bronzo e l’ottone ed altri. Ora, i Chitauli, rimossero anche
successivamente la sacra pioggia che portava la foschia dal cielo e per la
prima volta dalla creazione, gli esseri umani guardarono verso il cielo e
videro le stelle e i Chitauli dissero agli esseri umani che avevano
sbagliato a credere che Dio abitasse sotto la Terra. "Da ora in poi,"
dissero i Chitauli ai popoli della Terra "le
persone della Terra devono credere che Dio sia in Cielo e devono fare qui sulla
Terra cose che fanno piacere al Dio che è nel Cielo". Quello che la chiesa fa oggi dopo secoli e secoli
trascorsi, vi siete mai chiesti a cosa servano i dieci comandamenti se non ad
avere perfetti schiavi? Infatti, il timore verso un dio cattivo e ingiusto è
stato l’origine del controllo mentale, e tutt’oggi funziona ancora per milioni
di persone.
Vede, originariamente, gli
esseri umani hanno creduto che Dio fosse sottoterra, che fosse una
grande madre che dimorasse sotto la Terra perchè vedevano tutte le cose verdi
crescere da sotto la terra: l’erba, gli alberi crescevano da sotto la terra,
quindi le persone avevano creduto che i morti vanno sottoterra. Ma quando i
Chitauli portarono gli occhi umani verso il cielo, le persone cominciarono a
credere che Dio fosse in Cielo e che coloro che muoiono, da questa
Terra non vanno sottoterra ma in cielo.
Ora sir, un’altra cosa che
i Chitauli dissero alla nostra gente, cosi si dice, è che noi esseri umani
siamo qui sulla terra per cambiare la Terra e renderla adatta perchè “Dio” un
giorno scenda e vi abiti. E si dice che coloro che lavorano per cambiare
questa terra e renderla sicura per il dio serpente, il Chitauli, perchè vi
giunga e vi dimori, saranno ricompensati con grande potere e ricchezza.
Sir, come ho osservato in anni di studio, in anni di iniziazioni ai
misteri di shamanesimo, saggezza e conoscenza africani, mi sono
trovato a pormi il quesito perchè noi umani stiamo veramente distruggendo la
Terra su cui viviamo. Stiamo facendo qualcosa che sta facendo solo un’altra
specie di animali: l’elefante africano, che letteralmente distrugge ogni albero
che trova dove dimora. Noi umani stiamo facendo esattamente questo.
Perchè
gli umani sono spinti da insicurezza, avidità, bramosia di potere e
trasformano la Terra in un deserto in cui alla fine nessun umano
sarà in grado di vivere? Perché? Sebbene tutti siamo consapevoli dei terribili
pericoli che ciò porterà con sé, perché striamo tagliando enormi parti di
giungla in Africa?
Perchè mai stiamo eseguendo le istruzioni che i
Chitauli hanno programmato in noi? Sebbene la mia mente si rifiuti di
accettare questo la risposta è un terribile si, si, si..Tra le molte persone di
saggezza che mi onorano della loro amicizia, c’è un uomo di grande conoscenza,
che vive in Israele, il Dr. Sitchin (ora morto ndt). [si tratta del Dr. Zecharia Sitchin, autore di molti testi provocatori
sull’interazione di genti extraterrestri con gli umani terrestri in
ogni epoca antica.]
Secondo
gli antichi testi scritti dai Sumeri, nelle terracotta, gli dei sono
venuti dal cielo ed hanno costretto gli umani a lavorare per loro
estraendo l’oro. Questa storia è confermata da leggende africane in tutta
l’Africa, ovvero che gli dei sono arrivati dal cielo e ci hanno reso loro
schiavi, in modo tale che non ci saremmo mai resi conto di esserlo.
Un’altra cosa che le nostre genti dicono, è che i Chitaulici danno
la caccia come avvoltoi. Allevano alcuni di noi, riempiono alcuni di noi con
grande rabbia ed ambizione e rendono guerrieri queste persone che hanno
allevato perchè facciano una terribile guerra.
Ma, alla fine, i Chitauli non permettono a questi grandi leaders,
questi grandi capi di guerra e re, di morire in pace. Il capo guerriero è usato
per fare guerra il più possibile, uccidere il più possibile la sua gente e
quelli che lui chiama nemici ed alla fine il capo guerriero muore di
una morte terribile con il suo sangue che viene riversato da altri. E questo
fenomeno, l’ho visto ripetutamente nella storia della mia gente. Il nostro grande re Shaka Zulu, che
combattè oltre 200 grandi guerre durante un regno di quasi 30 anni, fu poi
macellato e morì di morte violenta. Morì distrutto perchè a causa della
morte della madre, non aveva più il potere di vincere battaglie.
E, prima di Shaka Zulu, c’era un altro re che istruì Shaka a diventare
il grande re che fu. Il nome di quel re fu Dingiswayo. Dingiswayo aveva
combattuto grandi guerre cercando di unire le genti Zulù in un’unica
tribù. Aveva visto i bianchi del Cape (Capo, una città ndt) e pensò
che unendo la sua gente in una grande nazione sarebbe stato in grado di
respingere la minaccia verso la sua gente, che vedeva che i bianchi
costituivano.
Ma ciò che accadde fu che dopo aver vinto molte battaglie per unire
molte, il re Dingiswayo fu improvvisamente colpito da una malattia all’occhio e
lo rese quasi cieco. E nascose il segreto che no poteva più vedere. Ma quel
terribile segreto fu scoperto da una donna, la regina di un’altra
tribù, dal nome di Ntombazi. Ntombazi prese la sua ascia di Guerra e tagliò di
colpo la testa a Dingiswayo, dopo averlo adescato nella sua capanna
e avergli dato cibo e birra. C’è anche
un fenomeno simile con grandi leaders bianchi: Napoleone, in Europa, che morì
di una morte miserevole sull’isola solitaria nell’oceano atlantico; Hitler, di
nuovo in Europa, che morì di una morte terribile sparandosi in bocca: ci viene
detto che Attila degli Unni fu ucciso da una donna e molti altri grandi
capi che hanno fatto una brutta fine dopo aver seminato altrettanta morte e
miseria a più gente possibile.
Il re Shaka fu portato alla morte dal fratellastro che usò su di lui lo
stesso tipo di lancia che lui aveva designato per uccidere le persone il prima
possibile. E Giulio Cesare incontrò
anch’egli un simile fato dopo che, come il nostro Shaka Zulu, aveva conquistato
molte nazioni. Sempre l’eroe guerriero muore di una morte di cui on dovrebbe
morire
Re Artù in Inghilterra fu ucciso
dal figlio, assassinato dopo un lungo e coraggioso regno. Potrei continuare
all’infinito. Ora, tutte queste cose, se le mette insieme, indicano che sia che
le persone ridano di questo o meno, c’è un certo potere che guida noi umani
verso il fiume oscuro dell’autodistruzione. E tanto prima molti di noi ne
diventano consapevoli, meglio è. Forse potremmo essere in grado di gestirlo.
Sir, credo che queste creature siano ovunque sulla Terra e con
rispetto, sir, anche se detesto parlare troppo di me, sono una persona che ha
viaggiato in molte parti del mondo. Sono stato nel vostro paese, gli Stati
Uniti, sir. Sono stato in Australia. Sono stato in Giappone, tra l’altro. E
indipendentemente da dove sono stato, sir, ho trovato persone che mi dicevano
delle creature come questa. Per esempio, nel 1997, ho visitato l’Australia, sir
ed ho viaggiato molto per cercare di trovare i Neri di Australia, gli
Aborigeni. E quando li ho trovati, mi hanno detto un numero di cose che mi hanno
sorpreso moltissimo. Le stesse cose che avevo trovato in Giappone, le ho
trovate a Taiwan. Ovunque dove ci siano ancora guaritori shamani e
tradizionali, trovate queste storie incredibili. Ora, lasci che le dica sir,
cosa ho trovato solo in Australia. Questo che gi
Aborigeni australiani, che chiamano se stessi Coorie, che significa “la nostra gente”: i Coorie d’Australia credono in un grande dio creatore chiamato Byamie, sir.
Aborigeni australiani, che chiamano se stessi Coorie, che significa “la nostra gente”: i Coorie d’Australia credono in un grande dio creatore chiamato Byamie, sir.
Uno shamano Coorie, per la verità molti di loro, mi fecero un disegno
di questo Byamie ed uno di loro mi mostrò una pittura rupestre che
rappresentava questo strano dio creatore che venne dalle stelle. E quando mi
misero davanti il loro disegno, quello che mi mostrarono era un Chitauli. Lo
riconobbi dalla mia iniziazione africana. Aveva una testa grande, grandi occhi,
che venivano enfatizzati dall’artista. Non aveva bocca ed aveva lunghe braccia
e gambe incredibilmente lunghe Sir, questa era un tipica
descrizione di un Chitauli che io conoscevo dalla mia gente in Africa.
Mi sono chiesto
"Perchè?" Sono qui in un paese a molte miglia di
distanza dall’Africa e qui sto vedendo un essere noto ai Biamai o
Bimi, che è una creature che a me, l’africano, è famigliare. Tra i Nativi Americani, sir, ho per esempio
trovato, tra certe tribù in America, come gli Hopi per esempio e tra coloro che
stanno in un edificio che chiamano un pueblo, ho trovato che questa gente ha
ciò che chiamiamo creature Katchina, dove le persone indossano
maschere e si travestono come certe creature.
Ed alcuni di questi Katchina sono molto molto alti, con una enorme
testa tonda. Esattamente come abbiamo in Africa. Ho trovato creature simili in
America. In Africa chiamiamo queste creature Egwugwu, o con un altro nome:
Chinyawu. I Katchina dei Nativi Americani e i Chinyawu della nostra
gente sono esseri identici.
Ora perchè è cosi? Quando I
Nativi Americani e gli Africani erano in contatto tra loro? Quando?
Questo è uno dei più grandi misteri di tutti i tempi, sir. E’ una delle molte
cose che ho trovato in tutto in giro per il mondo che mi hanno lasciato
totalmente sbalordito.
Simili
creature ESITONO e quanto prima gli scettici tra
noi guardano in faccia questo fatto, tanto meglio sarà. Perché
l’umanità non fa progressi? Perché giriamo intorno in un grande cerchio di
autodistruzione e reciproca distruzione?
Le persone alla base sono buone;
io credo in questo. Le persone non
vogliono iniziare guerre. Le persone non vogliono distruggere il mondo in
cui sono, ma ci sono creature, o c’è un potere che guida noi esseri
umani verso l’auto annientamento. E tanto prima ce ne rendiamo conto ,
tanto meglio"
(fine prima parte)
fonte originale: http://www.2012.com.au/Credo.html - traduzione: Cristina
Bassi
Postfazione:
Postfazione:
le ultime notizie su Credo sono che sia stato tempo fa colpito da ictus
ma è stato miracolosamente rimesso in sesto da un guaritore tedesco. Qui
il link alle immagini dell’evento in diretta.
Agli inizi del 2010, Credo veniva tempestato di telefonate
da un tipo che affermava di essere di un gruppo di giovani Zulù. La ragione del
contatto incessante era il suo "tradimento della nazione Zulù"
per aver parlato cosi tanto ai Bianchi.
Esasperato, Credo prese sulle spalle la sua “collana dei misteri (” la “collana della conoscenza segreta”, tramandata da generazioni in generazioni) e prese il treno per andare nello Swaziland e confrontarsi con questa gente.
Quando arrivò là, fu assalito e torturato. Cominciarono a strappargli le unghie delle mani con le pinze. Gli rubarono la collana poi fu rimesso sul treno verso casa. Sullo sfondo tra questi torturatori Credo vide un Bianco che non riuscì a riconoscere, ma che dice (nel video citato sotto) era il più eccitato e avido di avere la collana.
Qui in inglese il video di Icke sulla questione
Esasperato, Credo prese sulle spalle la sua “collana dei misteri (” la “collana della conoscenza segreta”, tramandata da generazioni in generazioni) e prese il treno per andare nello Swaziland e confrontarsi con questa gente.
Quando arrivò là, fu assalito e torturato. Cominciarono a strappargli le unghie delle mani con le pinze. Gli rubarono la collana poi fu rimesso sul treno verso casa. Sullo sfondo tra questi torturatori Credo vide un Bianco che non riuscì a riconoscere, ma che dice (nel video citato sotto) era il più eccitato e avido di avere la collana.
Qui in inglese il video di Icke sulla questione
Dioniso777
5 commenti:
Però mi chiedo, come mai Io mi sono ritirato da questo gioco? E non è stato facile, sopratutto all'inizio, credetemi, ma poi ho scoperto la libertà:"Cosa c'è in me di diverso dalle masse?"
Non è la domanda, caro Dioniso, che deve instillare in te qualsivoglia dubbio.
Semplicemente, a differenza di molti, adesso Hai vissuto e Sei divenuto.
Un semplice (non per tutti) processo di crescita e maturazione.
Il discorso non deve basarsi sul come mai "solo Tu", quantomeno dovrebbe essere: "Perchè non Gli Altri"?
I guanciali delle comodità e dei vizi sono troppo soffici e carezzevoli da essere abbandonati.
E' sempre un piacere condividere le tue idee.
Alla prossima
I guanciali morbido e i vizi troppo soffici sono le morbide manette di un sistema malato!
Certo che vivere in mezzo a questa gente...
Gli scheletri giganti sono dei falsi.
Saranno anche dei falsi, non li ho visti di persona o esaminati, ma abbiamo sette miliardi di schiavi governati da poche centinaia di uomini, questa è fantascienza PURA, :-)
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