"THE END"

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mercoledì 12 dicembre 2012

IL SINISTRO PROFUMO DELLE MUMMIE, IN SALSA DI MELODRAMMA ALL’ITALIANA

DI SERGIO DI CORI MODIGLIANI
Libero pensiero

E’ tutto Falso.
O meglio, mi correggo: è tutto Finto.
Il che è diverso.

Questa, in sintesi, la mia personale interpretazione e opinione sull’attuale scenario teatrale, squallido quanto miserevole, che gli oligarchi planetari hanno allestito per il pubblico, italiano e non.
Si sa che, tra i paesi dell’Unione Europea, noi vantiamo la paternità di una innegabile ricchezza in tutto il mondo e mai messa in discussione: siamo gli inventori del melodramma.
Di conseguenza, nei momenti di turbolenza, ciascuno usa le proprie armi migliori.
Noi abbiamo il teatro con urla, allarmi, piagnistei e cori. Ma la vicenda è fittizia.

E’ tutto Finto.

Non è vero nulla.

Non esiste nessuna opposizione da parte di Berlusconi –e di chi lo rappresenta, lo guida, lo controlla e gli dà specifiche disposizioni- contro Mario Monti & co. Nada de nada.
O meglio: nicht!
Non esiste nessuna sorpresa, nessun cambiamento, nessun problema. Per nulla.
Anzi.
E’ stato concertato nel più abile dei modi, in maniera sfacciata e anche un po’ volgare, ma questo è un paese ormai sfiancato e si beve qualunque cosa. E’ stata una mossa ingegnosa, devo dire, ma non sorprendente.

Non esiste nessuna opposizione perché se l’atto ufficiale di Berlusconi, sancito da Alfano con la frase “consideriamo esaurita la parentesi del governo Monti” fosse stato vero, cioè autentico, l’inevitabile conseguenza si sarebbe manifestata nel rifiuto da parte del PDL e della Lega Nord di votare le quattro determinanti e fondamentali leggi che devono A TUTTI I COSTI passare entro la fine dell’anno, e quindi assumendosene la responsabilità, ovverossia: 1) Legge di stabilità con la quale si avvia la sanzione della definitiva schiavitù italiana ai colossi della finanza speculativa; 2) Legge sui provvedimenti relativi alla riforma delle forze armate; 3) Sequestro dei beni di tutte le società legate alla famiglia mafiosa Corallo che deve qualcosa come 70 miliardi di euro all’erario perché gestiscono la totalità delle “concessioni statali relative alla distribuzione, allocazione, controllo e sfruttamento” delle slot machine, sale bingo, e gioco d’azzardo legalizzato sul territorio italiano (unica nazione in tutto il mondo occidentale) e richiesta all’interpol di arresto per una ventina di persone: sono 6 anni che non pagano le tasse all’erario; 4) Rispetto dei parametri europei che impongono –senza deroga alcuna- di obbligare lo Stato del Vaticano a pagare entro il 31 dicembre 2012 gli svariati miliardi di euro che deve al Tesoro della Repubblica Italiana, pena una multa immediata da parte nostra (nel senso soldi delle nostre tasse) pari a 1 miliardo e 256 milioni di euro, perché questo chiede l’Europa: l’IMU (ricordate il “ce lo chiede l’Europa”) va applicato a tutti. E in Europa, come ben sappiamo, la voce forte la fa la Germania, che non è cattolica, e con il Vaticano ha un conto aperto ben 500 anni fa e su questo punto ha chiarito per ben sette volte all’Italia che non avrebbe più consentito nessun rimando.

 Febbraio 2010, novembre 2010, marzo 2011, ottobre 2011, febbraio 2011, novembre 2011, marzo 2012: regolarmente gli ispettori della BCE, della Troika, ecc, comunicavano al governo italiano di far mettere il Vaticano in regola (pena multa salatissima che ogni volta aumentava dei rispettivi interessi dovuti a dilazioni supplementari) e gli italiani rispondevano sempre e immancabilmente all’italiana “sì certo, ci pensiamo noi” sapendo che tra Cicchitto, la Bindi, Buttiglione, Formigoni, Maroni, Rutelli, Franceschini, i gemelli Letta –nel senso di zietto e nipotino- ci avrebbero messo una pezza e sarebbe finita come sempre accade in Italia: nulla di fatto e tutti benedetti dal vescovo di turno. Per risolvere tutto ciò, ovverossia: far passare la Legge di stabilità senza nessun problema; regalare decine di miliardi di euro alla mafia e seguitare a diffondere il gioco d’azzardo; far varare la nuova riforma sulle forze armate che lancia l’aumento delle spese militari trasformando l’Italia nel più forte produttore e venditore di armi al mondo tra le nazioni che non sono iscritte come potenze nucleari; e infine trovare un sistema per non far pagare le tasse al Vaticano, bisognava allestire un melodramma convincente. La pantomima messa su dalla cosiddetta classe politica italiana è perfetta, cade a fagiolo in tutti i sensi e garantisce la BCE che le cose –per ciò che riguarda l’Italia- vanno a meraviglia e possono proseguire nella attuale medioevalizzazione del nostro paese senza problema. Per far ciò ci voleva un teatrino sicuro: il nostro consueto burlesque. Tutti a parlare di banche, spread, il mondo che insorge contro Berlusconi, la credibilità internazionale, ecc.,ecc., e così facendo il Berluska gestisce la destra sociale e consente a Monti (idea melodrammatica degna del miglior Puccini) di poter entrare “ufficialmente” in politica alla grande. Nell’ottobre del 2011, infatti, Berlusconi aveva accettato l’ordine del suo capo-ufficio di mettersi da parte per lasciar passare un suo collega ben più strutturato, il nostro baldo ragionier vanesio. Aveva posto un’unica condizione che Monti aveva accettato sottoscrivendola pubblicamente “accetto il mandato tecnico e garantisco che non mi candiderò a nessuna carica politica istituzionale e non parteciperò in alcun modo alle elezioni” tranquillizzando così il PDL e il PD (nella sezione gonzi infantili, tipo Fassina and co. ecc.). Così aveva ottenuto l’appoggio di entrambi. Davanti a una ipotesi elettorale, attuale e probabile, che vede in grandissimo spolvero M5S e PD pieno di vendoliani e renziani che scalpitano e pretendono, era chiaro anche a un bambino che le cose potevano mettersi in maniera non facile da gestire. E così, Berlusconi tira la volata a Mario Monti per salvare in cambio le proprie aziende: lo regala su un piatto d’argento a chi di dovere (che sia Caltagirone, la Unicredit, Casini, Montezemolo, Giannino, Fini, Bersani, Alfano o altri ancora, è irrilevante) perché rompendo “ufficialmente” il patto di non belligeranza, autorizza “legalmente” e “davanti alla nazione” Mario Monti a poter dire a tutti: “io mi sarei anche tenuto fuori, ma come vedete non è stata rispettata la parola e quindi attaccato devo pur rispondere”.

Era l’unica possibilità pratica per Mario Monti per poter impossessarsi delle leve elettorali.Non ce n’era nessun’altra che fosse plausibile. Davvero non ce n’erano altre.

Tutti d’accordo, quindi.


Altrimenti, la borsa italiana avrebbe perso (a quest’ora) circa il 15%, le azioni Mediaset e tutte quelle delle aziende berlusconiane avrebbero visto (essendo decotte) un ribasso del 20/30% e lo spread sarebbe schizzato intorno ai 400/450 punti. E invece nulla. Per aggiungere un pizzico di thrill (altrimenti che melodramma sarebbe) hanno fatto credere che i “mercati” avevano reagito male (e ci avete probabilmente creduto anche voi) che adesso stavamo tutti sulla graticola e quindi stiamo calmi per evitare il peggio, e invece non è accaduto proprio nulla. Vi garantisco che è bene fidarsi dell’opinione di analisti professionisti di borsa, tutti –nessuno escluso- concordi all’unanimità nel sostenere “è tutta robbetta, sono tutti contenti a fare milioni a palate; avevamo già ricevuto ordini specifici di acquisto e vendite a specifiche ore per lunedì e martedì” (basta andare a chiedere i tabulati del volume d’affare svoltosi, roba da comiche).

Volano in borsa le aziende strategiche del gruppo Finmeccanica coinvolte nelle inchieste della magistratura perché sanno che, a governo dimesso, non se ne farà più nulla. Vola in borsa il titolo Lottomatica che raggiunge il proprio massimo storico trascinando tutta la borsa italiana perché non se ne farà più nulla e il gioco d’azzardo dilagherà ancora di più. Volano in borsa tutte le aziende legate alla produzione di armi, in quota Lega Nord e PDL. Tutti felici, quindi. Con Mario Monti che deve soltanto scegliere, se farà il presidente della repubblica o del consiglio. Basterebbe pensare alla spaesata tranquillità di tutti, da Berlusconi a Vendola, da Bersani a Fassina, nella giornata di oggi: questa mattina, infatti, si decideva alla Camera dei Deputati il voto definitivo che affidava all’esecutivo la “definitiva revisione dello strumento militare in vista dell’applicazione del memorandum of understanding (ndr. vedi post scriptum)”. Basterebbe pensare che il Ministero della Difesa ha ottenuto, negli ultimi quattro mesi grazie alla spending review un aumento di 1 miliardo e 450 milioni di euro nei prossimi 30 mesi. Poiché tale investimento aveva sforato il budget è stato deciso di sottrarlo alla sanità e all’istruzione.

Questa è l’Italia di Berlusconi-Monti-Bersani: meno soldi alla Sanità e alla Cultura, più soldi per il varo della (la chiamano così) “nuova configurazione dell’esercito smart che trasforma il nostro esercito in una forza moderna, flessibile, avanzata”. Un vero delirio.

Volano i titoli della Beretta, di cui immagino sappiate il più importante azionista è lo Ior, dato che la fonte principale di guadagno dello Stato del Vaticano proviene dalla vendita di armi d’assalto.

Tutto qui.

Per oggi, basta così.

Volevo soltanto aggiungere la mia come parte della valanga di opinioni su ciò che sta accadendo.

E il mio punto di vista mi sembra sia molto chiaro: non è accaduto nulla.

Hanno trovato il modo per far passare la Legge di stabilità “come compromesso tra Monti e il PDL per salvare il quadro istituzionale”; allo stesso tempo, poiché il governo se ne va, non ci sono più i tempi per occuparsi dell’evasione di chi gestisce le slot machine, si arriva verso il 10 gennaio con il Vaticano non tassato e “automaticamente” il Tesoro dovrà pagare la multa di cui a nessuno verrà data comunicazione e quindi aumenterà il disavanzo pubblico e Monti potrà dire che è colpa dello spreco della sanità e dell’istruzione.

Berlusconi non è tornato, non se n’è mai neppure andato.

Idem per Monti.

Non è cambiato nulla.

Se avesse vinto Matteo Renzi, ci saremmo risparmiati quantomeno l’attuale burlesque.

Ci sarebbe stato un grave sussulto, carte rimescolate, dibattiti, accesi confronti.

Perché le mummie sarebbero andate in pensione, questo è poco ma sicuro. Ma è un discorso divenuto tabù e non si può parlare di questo oggi in Italia: è finito come Di Pietro, entrambi cancellati in un baleno perché stavano esagerando. Chi osa, oggi, parlare di Di Pietro è considerato un mentecatto e chi osa oggi ricordare il programma di Renzi è considerato un ignobile conservatore servo della Merkel al soldo di Berlusconi. Basterebbe questo dettaglio per comprendere il melodramma che hanno mandato in scena. Pensate che nel programma di Renzi i primi cinque punti sono gli stessi identici del programma di Beppe Grillo: 1) Abolizione immediata del finanziamento pubblico ai partiti; 2) Abolizione delle fondazioni bancarie; 3) Abolizione del finanziamento statale e sussidiario all’editoria e all’informazione; 4) Abolizione di cariche cumulative nelle banche, istituzioni finanziarie, società immobiliari per impedire il consociativismo nel mercato a scapito della libera concorrenza; 5) Immediata apertura di un negoziato con l’associazione dei sindaci per rivedere i parametri della legge di stabilità e consentire ai singoli comuni di investire le risorse nel territorio locale per rilanciare l’occupazione autoctona residente.

Questo era ciò che Renzi prospettava. E’ stato considerato un mascalzone fascista.

Il bello è che i sostenitori (di sinistra) dell’idea, anzi “dell’informazione” per cui Matteo Renzi era un vero e proprio fascistone all’arrembaggio, sono gli stessi che oggi (tipo vendoliani e la nostalgica truppa al seguito) accettano di buon grado l’idea di accordarsi con Casini, che probabilmente tra una ventina di giorni ci presenteranno, forse, come l’emulo di Lenin.

Fatti fuori Di Pietro e Renzi, per le mummie il tutto è diventato un gioco da bambini.

Oggi stanno facendo affari d’oro in borsa.

Quindi, per concludere: chi si sta mettendo paura perché pensa che adesso succede chissà che cosa, può dormire sogni tranquilli: non accadrà nulla.

Nessuno porterà via i vostri soldi, non arriverà nessuna speculazione e se accade un giorno o due è tutto finto e non dovete preoccuparvi. A loro è sufficiente seguitare a portare avanti la tenuta dello status quo, l’abbattimento dello stato welfare, l’annullamento degli ammortizzatori sociali, la definitiva cancellazione della classe intellettuale, salvo coloro che partecipano all’esecuzione del melodramma. Per le mummie al comando ciò che conta è salvaguardare il loro consociativismo e seguitare a spingere verso la definitiva trasmigrazione dell’Italia da “nazione imprenditoriale” a “nazione puramente prenditoriale”. Quindi, il ritorno a un concetto pre-capitalista, che rifonda il rentier aristocratico come era sempre stato fino alla fine del XVIII secolo. Ben aiutati e sorretti dalla truppa mediatica asservita e dai cosiddetti intellettuali italiani che hanno coniato il termine di società post-capitalista. Anche questo è un Falso. Da noi stanno semplicemente riproponendo il Medioevo: si tratta infatti di regressione sociale, psicologica, economica, lavorativa, esistenziale. Soprattutto culturale.

Dunque, non cambierà nulla.

Caso mai, il punto è proprio questo.

Questo sì, è il vero problema di questo paese.

E per cominciare a poter fare qualcosa che odori di cambiamento, il primo passo consiste –se non altro- nel non applaudire al melodramma, nel non seguirlo, e se è possibile, sottrarsi alla sua esecuzione. Basta smascherarlo e l’ansia se ne va.

Buona giornata a tutti.

P.S.

Il “memorandum of understanding” è un accordo strategico ufficiale firmato dal direttore generale militare delle forniture del Ministero della Difesa e acquisizione degli armamenti, nel 2001, fortemente voluto in quella carica da Silvio Berlusconi e Ignazio La Russa, il quale garantì al Pentagono il varo di una nuova “duttile configurazione dell’esercito italiano” che avrebbe giustificato l’investimento di circa 12/15 miliardi di euro da parte del governo italiano. Tempo necessario di esecuzione intorno ai 12 anni. Tutto come previsto, quindi. Questo funzionario si chiama ammiraglio Giampaolo Di Paola, in teoria sarebbe “il tecnico” che Mario Monti ha scelto come Ministro della Difesa nel novembre del 2011.
No comment.

Sergio Di Cori Modigloani
Fonte: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it Link: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2012/12/il-sinistro-profumo-delle-mummie-in.html
11.12.2012

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