Tac!
Due amiche sotto l'ombrellone. Anna e Carla.
Anna guarda il mare, Carla legge delle poesie.
Anna: Cos'è che veramente dà gusto alla tua vita?
Carla (sollevando lo sguardo dal libro, e dopo averci pensato un po' su): La bellezza credo.
Anna: Spiegami
Carla: Quando vedo, o sento o annuso o tocco qualcosa di bello, quella bellezza entra dentro di me e mi fa stare meglio
Anna: Quindi la bellezza è qualcosa di cui ti nutri, come se fosse cibo
Carla: più o meno ...
Anna: E dove sta la bellezza?
Carla: E' lì. Apri gli occhi e ... Tac!, la vedi. Non sai come mai, ma è lì. Senti una musica e ... Tac! senti che è bella e ti nutre. Leggi una poesia e ... Tac! hai una illuminazione, e sai che hai incontrato la bellezza. E così via
Anna: E come sai che quello che hai visto, sentito, toccato, annusato, assaggiato è bello?
Carla: Perché me ne rendo conto, riconosco la bellezza!!
Anna: Ma per riconoscere qualcosa bisogna averla già conosciuta prima.
Carla: ... in un certo senso si, non proprio quella cosa, ma altre prima. In fondo ci si educa alla bellezza ...
Anna: Per cui quando incontri qualcosa di bello sai che è bello perché in qualche modo la confronti con una specie di campionario che porti dentro di te, nella memoria ad esempio.
Carla: direi che si possa dire anche così
Anna: Allora dov'è la bellezza? Non può essere interamente contenuta in ciò che stai giudicando bello, altrimenti non potresti riconoscerla, e non può essere interamente in te, altrimenti la realtà non avrebbe alcun senso.
Carla: ... non lo so
Anna: Esiste un campionario anche per la bruttezza, o viene definito brutto ciò che non si può riconoscere per mezzo del campionario della bellezza?
Carla: Fa differenza?
Anna: moltissima, perché se supponiamo l'esistenza di due campionari, uno per la bellezza e uno per la bruttezza, un "qualcosa" che non sia riconoscibile né con l'uno né con l'altro dei campionari andrebbe classificato a parte, ma questo aprirebbe le porte all'esistenza di una moltitudine di dizionari
Carla: Vuoi dire che definiamo brutto ciò che non riconosciamo bello?
Anna: non dico nulla, rifletto e basta. Torniamo alla bellezza. Se non è possibile dire se stia fuori o dentro di noi, rimane aperta la questione. Possediamo dei campionari che ci consentono di riconoscere la bellezza quando la vediamo. Come si costruisce un campionario?
Carla: Immagino che succeda con il tempo
Anna: Quindi è un work in progress, si aggiorna continuamente. Ciò che hai appena riconosciuto come bello entra a sua volta nel campionario per servire nel prossimo riconoscimento
Carla: Penso di si. Questo spiegherebbe perché il nostro atteggiamento verso il bello diventi a mano a mano più raffinato con il tempo, con la cultura,, con le esperienze ...
Anna: Questo significa che non esistono due campionari uguali
Carla: in effetti parrebbe così
Anna: Ma se la valutazione della bellezza si basa su metri dei quali non esistono due esemplari uguali, questo vuol dire che non abbiamo criteri per confrontare due misurazioni diverse
Carla: Detto così fa un po' impressione, ma credo che equivalga a quel modo di dire: non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace
Anna: C'è modo e modo per dire le cose.
Carla: Si, credo che sia come dici
Anna: Allora che cos'è la bellezza?
Carla: ...
vergato da Xtc
Due amiche sotto l'ombrellone. Anna e Carla.
Anna guarda il mare, Carla legge delle poesie.
Anna: Cos'è che veramente dà gusto alla tua vita?
Carla (sollevando lo sguardo dal libro, e dopo averci pensato un po' su): La bellezza credo.
Anna: Spiegami
Carla: Quando vedo, o sento o annuso o tocco qualcosa di bello, quella bellezza entra dentro di me e mi fa stare meglio
Anna: Quindi la bellezza è qualcosa di cui ti nutri, come se fosse cibo
Carla: più o meno ...
Anna: E dove sta la bellezza?
Carla: E' lì. Apri gli occhi e ... Tac!, la vedi. Non sai come mai, ma è lì. Senti una musica e ... Tac! senti che è bella e ti nutre. Leggi una poesia e ... Tac! hai una illuminazione, e sai che hai incontrato la bellezza. E così via
Anna: E come sai che quello che hai visto, sentito, toccato, annusato, assaggiato è bello?
Carla: Perché me ne rendo conto, riconosco la bellezza!!
Anna: Ma per riconoscere qualcosa bisogna averla già conosciuta prima.
Carla: ... in un certo senso si, non proprio quella cosa, ma altre prima. In fondo ci si educa alla bellezza ...
Anna: Per cui quando incontri qualcosa di bello sai che è bello perché in qualche modo la confronti con una specie di campionario che porti dentro di te, nella memoria ad esempio.
Carla: direi che si possa dire anche così
Anna: Allora dov'è la bellezza? Non può essere interamente contenuta in ciò che stai giudicando bello, altrimenti non potresti riconoscerla, e non può essere interamente in te, altrimenti la realtà non avrebbe alcun senso.
Carla: ... non lo so
Anna: Esiste un campionario anche per la bruttezza, o viene definito brutto ciò che non si può riconoscere per mezzo del campionario della bellezza?
Carla: Fa differenza?
Anna: moltissima, perché se supponiamo l'esistenza di due campionari, uno per la bellezza e uno per la bruttezza, un "qualcosa" che non sia riconoscibile né con l'uno né con l'altro dei campionari andrebbe classificato a parte, ma questo aprirebbe le porte all'esistenza di una moltitudine di dizionari
Carla: Vuoi dire che definiamo brutto ciò che non riconosciamo bello?
Anna: non dico nulla, rifletto e basta. Torniamo alla bellezza. Se non è possibile dire se stia fuori o dentro di noi, rimane aperta la questione. Possediamo dei campionari che ci consentono di riconoscere la bellezza quando la vediamo. Come si costruisce un campionario?
Carla: Immagino che succeda con il tempo
Anna: Quindi è un work in progress, si aggiorna continuamente. Ciò che hai appena riconosciuto come bello entra a sua volta nel campionario per servire nel prossimo riconoscimento
Carla: Penso di si. Questo spiegherebbe perché il nostro atteggiamento verso il bello diventi a mano a mano più raffinato con il tempo, con la cultura,, con le esperienze ...
Anna: Questo significa che non esistono due campionari uguali
Carla: in effetti parrebbe così
Anna: Ma se la valutazione della bellezza si basa su metri dei quali non esistono due esemplari uguali, questo vuol dire che non abbiamo criteri per confrontare due misurazioni diverse
Carla: Detto così fa un po' impressione, ma credo che equivalga a quel modo di dire: non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace
Anna: C'è modo e modo per dire le cose.
Carla: Si, credo che sia come dici
Anna: Allora che cos'è la bellezza?
Carla: ...
vergato da Xtc
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