"THE END"

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domenica 19 agosto 2012

Errori, incoerenze e altri misteri che si celano dietro il processo e la crocifissione di Gesù


Errori, incoerenze e altri misteri che si celano dietro il processo e la crocifissione di Gesù



Rileggendo i vangeli canonici in maniera sincronica (ovvero confrontando per ogni episodio le versioni dei diversi vangeli) si scoprono cose davvero interessanti, ma soprattutto differenze e contraddizioni che lasciano pesanti ombre di dubbio sulla veridicità di quei resoconti.


Ad esempio nei primi due vangeli (Matteo e Marco) leggiamo che assieme a Gesù furono crocifisse altre due persone "che lo insultarono", mentre nel Vangelo secondo San Luca troviamo la storia (decisamente molto più bella e poetica ma non per questo più vera) del pentimento del secondo "ladrone"; il vangelo di Giovanni da parte sua non fa cenno alcuno alle parole degli altri due condannati alla crocifissione.


E andando più indietro quando Pilato (secondo il resoconto evangelico) si fa convincere (cedendo alle pressioni del sinedrio) a far giustiziare Gesù, troviamo ancora Marco e Matteo concordi nell'affermare che Gesù fu da Pilato affidato alle guardie. Nei Vangeli di Luca e Giovanni invece troviamo scritto che Pilato affidò Gesù ai rappresentanti del popolo ebreo affinché ne facessero ciò che volevano.


Qualcuno opinerà che si tratta di dettagli non sostanziali nell'economia complessiva della storia della Redenzione, ma se questi due dettagli sono discordi vuol dire che 2 vangeli su 4 sbagliano piuttosto spesso; quanti saranno i dettagli errati o inventati?


Come se non bastasse c'è da chiedersi perché mai il sommo sacerdote ed il sinedrio avessero bisogno del consenso di un rappresentante del'imperatore per sbrigare quella che agli occhi dei romani doveva apparire una faccenda interna di cui difficilmente si sarebbero immischiati: la stessa tradizione cristiana narra di Stefano lapidato dagli ebrei poco dopo la morte di Gesù nello stesso racconto evangelico si legge di un'adultera che è stata salvata da sicura morte per lapidazione proprio dall'intervento di Gesù.


Ponzio Pilato nel racconto evangelico viene descritto come un uomo facilmente condizionabile dagli umori degli ebrei sottomessi, cosa ben poco aderente alla realtà dei fatti ed alle testimonianze dello storico Giuseppe Flavio. Tutta la faccenda della liberazione di Barabba in cambio della condanna di Gesù d'altronde, sembra ben poco coerente con le abitudini dei dominatori romani, che non hanno mai concesso un'amnistia in occasione di una festività dei popoli sottomessi. Dal momento che Barabba era verosimilmente un rivoluzionario antiromano (arrestato durante un tumulto nel corso del quale era morto un uomo, testimoniano i vangeli) il racconto evangelico appare ancora più difficile da credere.


Se poi pensiamo che ladrones ("ladroni") è la parola utilizzata in latino per indicare i ribelli (anche i fascisti in epoca più tarda usarono chiamare "banditi" i partigiani che si ribellavano al regime) potrebbe finalmente avere senso la crocifissione di tre ribelli che avevano intrapreso un'azione armata contro i romani. Solo che a questo punto sembra ci sia stato, nella narrazione evangelica, uno scambio di identità tra un leader spirituale ed un leader nazionalista.


In effetti ci sono antiche versioni del vangelo ove si precisa che in seguito ad un tumulto era stato arrestato un uomo famososoprannominato Barabba e chiamato Gesù, ed il nome Bar Abbà in aramaico significa figlio del padre (come Barnaba significafiglio di Naba e come in altra lingua Olafson significa figlio di Olaf). Gesù a sua volta nel vangelo viene detto Figlio di Dio (secondo il vangelo quando Caifa chiede a Gesù "sei tu il figlio di Dio?" egli risponde "tu l'hai detto"), ma siccome gli ebrei non possono nominare il nome di Dio sono costretti ad utilizzare altre locuzioni, e ben sappiamo che Gesù si riferiva a Dio chiamandolo Padre: Gesù era quindi identificabile con la locuzione Bar Abbà,figlio del padre.



Pagina 101 del Novum Testamentum Graece et Latine (a cura di A. Merk, Istituto Biblico Pontificio, Roma, 1933): Iesoûs Barabbàs

Come giustamente osserva David Donnini:
Dal rebus di Gesù e Barabba non scaturisce invece una soluzione su chi siano state queste due persone. Erano veramente due? Si tratta di una persona sola che ha subito uno sdoppiamento, come tanti altri personaggi della narrazione evangelica? Si tratta di due persone i cui nomi, titoli, ruoli e responsabilità sono stati intrecciati e confusi negli interessi della contraffazione storica? Sono forse i due aspiranti messia degli esseno-zeloti, quello di Israele (il capo politico) e quello di Aronne (il capo spirituale)? Se Gesù Barabba è il prigioniero che fu liberato, dobbiamo credere che Gesù non è mai stato crocifisso, coerentemente con quanto sostenuto dalla tradizione coranica e da altre tradizioni?
Per meglio comprendere le incoerenze presenti nei testi dei vangeli canonici molto probabilmente occorre pensare al fatto che l'ideologia cristiana originaria (di matrice ebraica e fortemente antiromana) sia stata pian piano soppiantata da una "revisione" ad opera di Paolo di Tarso, con successivi correttivi ad opera della nascente chiesa cattolica.


Secondo lo studioso David Donnini nei vangeli troviamo diverse componenti stratificate (né più né meno di come succede per il vecchio testamento):
a - tradizioni risalenti al messianismo ebraico;
b - tradizioni risalenti alle sette cosiddette giudeo-cristiane (in cui possiamo collocare la testimonianza di alcuni seguaci diretti di Gesù), che esistevano originariamente in forma orale o scritta nelle lingue semitiche (aramaico ed ebraico);
c - tradizioni orali, prodotte dall'insegnamento di San Paolo in contrasto con gli apostoli diretti di Gesù (Simone e Giacomo);
d - tradizioni scritte, prodotte da seguaci di San Paolo, che hanno operato in ambienti romani o ellenistici e che hanno scritto in greco;
e - correzioni e aggiunte effettuate nel corso dell'opera progressiva di canonizzazione da parte dei cosiddetti Padri della Chiesa;
f - ulteriori correzioni e aggiunte conseguenti alle formulazioni teologiche scaturite dal concilio di Nicea, voluto da Costantino nel quarto secolo;
g - correzioni successive effettuate nel corso delle traduzione dal greco antico alle versioni comunemente lette nelle lingue moderne (sono state ritoccate alcune frasi e sono stati aggiunti titoli di paragrafi che non esistono nelle versioni originali).
Per approfondimenti vedi:

Il mistero di Barabba

http://it.wikipedia.org/wiki/Barabba

Che vuol dire Nazareno?

Gesù e lo sciamanesimo



Premessa ad un'analisi storica del racconto evangelico



In quest'ultimo articolo si possono leggere la lunga serie di Dei partoriti da madri vergini, morti e resuscitati, vedi ad esempio:
In Grecia e in diverse località dell'Asia occidentale, specialmente in Siria, si celebrava in primavera, all'incirca nel periodo che poi fu caratteristico della Pasqua cristiana, la morte e la resurrezione di Attis:

"…nel giorno del sangue, si piangeva per Attis, sulla sua effigie che veniva poi sepolta… ma, al cader della notte, la mestizia dei fedeli si mutava in allegrezza. Una luce brillava subitamente nelle tenebre, si apriva il sepolcro, il dio era risorto dai morti… il mattino seguente, 25 marzo, considerato l'equinozio di primavera, la divina resurrezione veniva celebrata con esplosioni di gioia…" (J. G. Frazer, Il ramo d'oro, Newton Compton, 1992).

PUBBLICATO DA CORRADO
scienzamarcia.blogspot.com

1 commento:

Anonimo ha detto...

molti studiosi si dimenticano di dire che a Gerusalemme non è mai esistito un monte di nome Golgota .

jo

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