Paolo Mascagni
L'ultimo dei grandi anatomisti della scuola senese del ‘700, iniziata con Calvisio Calvisi sul finire del secolo precedente, Paolo Mascagni (Pomarance, 1755 - Chiusdino, 1815) si distinse sin da giovanissimo nello studio delle Scienze Mediche e Naturali; tant’è che il suo maestro, il Prof. Tabarrani, dopo aver quasi perso la vista a seguito di un intervento di cataratta, inviò a Leopoldo II una supplica perché lo nominasse suo Lettore Supplente per l’Anatomia; solo due anni più tardi (1780), successivamente alla morte del suo maestro Tabarrani, divenne Lettore Ordinario. Egli «accettò (la nomina) con vera gioia, persuaso che fosse suo obbligo esclusivo non solo istruire i giovani, ma di far avanzare la scienza anatomica» (1); così dopo quasi cinque anni di lavoro produsse un prodromo che inviò immediatamente ad un concorso a Parigi: sebbene oramai fossero scaduti i termini, i responsabili francesi, impressionati dal lavoro del Mascagni, decisero di assegnargli comunque un premio straordinario in denaro.
Nel 1787, arrivò quindi a pubblicare il suo lavoro più importante, il“Vasorum lynphaticorum historia” che lo consacrò fra i più grandi della storia della medicina: fu infatti il primo a studiare a fondo e fornire una mappa completa del sistema linfatico umano. Dopo esser stato eletto alla carica di Presidente dell’Accademia delle Scienze di Siena detta de’ Fisiocritici, successivamente all’arrivo dei francesi, il Prof. Mascagni fu chiamato a far parte della municipalità che governava Siena, essendogli stata riconosciuta la sua spiccata propensione alle idee liberali e democratiche (aveva anche fondato il Club degli Intellettuali Giacobini a Siena). Poco dopo visse la pagina più buia della sua esistenza: con il ritiro dei francesi da Siena, prima rischiò addirittura la vita durante i terribili giorni del “Viva Maria”, successivamente rimase detenuto per circa 7 mesi, alla liberazione fu un sorvegliato politico speciale sino alla morte di Ludovico I.
Ottenne quindi la Cattedra di Anatomia dell’Ateneo fiorentino dalla vedova dello stesso Ludovico I, Maria Luisa di Borbone; nel tempo, corteggiato da molte altre Università, egli rimase sempre a Firenze dove, oltre a raddoppiargli lo stipendio, gli assegnarono anche le Cattedre, prima, di Fisiologia e Chimica, poi anche quella di Anatomia Artistica.
Fu iniziato nella Loggia “Napoleon” di Firenze nel 1812, tre anni prima della sua scomparsa, avvenuta nell’amata proprietà di Chiusdino in provincia di Siena a sessantadue anni.
A memoria della grandezza dello scienziato Paolo Mascagni sono dedicate varie statue, tra le più importanti, ricordiamo quella all’esterno degli Uffizi e il vuoto (2) Mausoleo, opera dello sculture Stefano Ricci di Firenze, conservato all’Accademia dei Fisiocritici a Siena.
NOTE
1) Staderini Rutilio. Brevi cenni intorno alla vita ed altre opere di Paolo Mascagni. Tip. San Bernardino, 1931, Siena, pagg. 12-14.
2) Alcide Garosi (A. Garosi. Venticinque lettere inedite di Paolo Mascagni. Bull. Sen. Di St. Patria, anno X, fasc. IV, 1938) riporta di aver trovato una piccola lapide nel cimitero di Castelletto a Chiusdino che parrebbe indicare quello come il luogo della sepoltura del Mascagni, anche se un indagine condotta da V. Mazzi (V. Mazzi. Lettore Paolo Mascagni. In Documenti per una storia della Scienza Senese, Memorie n.2, Accademia dei Fisiocritici, 1985) farebbe pensare che i resti del Mascagni con quelli di alcuni familiari siano sepolti nella Chiesa della Prioria della proprietà di Castelletto.
Da: Paolo Mascagni. Di G. Galassi, Il Laboratorio vol. 93:17, Turri Editore, Firenze, 2011
Antonio Meucci
La storia di Antonio Santi Giuseppe Meucci (1808-1889), fiorentino di San Frediano, è comune a quella di tanti altri italiani che, nel corso dell’ultimo secolo e mezzo, sono andati a cercare fortuna oltreoceano. Il miraggio di una vita nuova, diversa e soprattutto migliore offerta dal sogno americano, per molti si dissolveva a contatto con la cruda durezza della realtà, cosa che avvenne puntualmente anche per il Meucci…
Nella sua città natale, frequentò l'Accademia di Belle Arti, dove studiò elettrologia, oltre alla chimica ed all’ingegneria meccanica. Durante i moti del 1831, fu imprigionato per ragioni politiche.
Dopo aver trovato lavoro come assistente macchinista al Teatro della Pergola, conobbe la costumista Esther Mochi con cui convolò presto a nozze; l’anno successivo, nel 1835, con la moglie lasciarono definitivamente Firenze, emigrando a Cuba, dove iniziò a dedicarsi alle sue invenzioni mentre continuava a lavorare insieme alla consorte al Gran Teatro de Tacón. Raggiunse in breve la notorietà, sviluppando un nuovo metodo nella galvanoplastica dei metalli per l’esercito cubano ed un sistema di potabilizzazione delle acque.
Presto si dedicò anche allo studio degli effetti dell’elettricità in campo medico, fu così che un giorno, casualmente, ebbe l’idea del telefono: sottoponendo un paziente che soffriva di emicrania ad un trattamento di quella che oggi possiamo definire elettrostimolazione, scopri infatti l’effetto elettrofonico (1); con l’approfondimento di questo fenomeno, nel 1849 - quindi solamente due anni dopo la nascita di Alexander Bell - Meucci giunse a costruire il primo sistema “telefonico”. Un anno dopo, Meucci sempre accompagnato dalla moglie si trasferì definitivamente a Staten Island, New York, dove sviluppò ulteriormente il suo elettrofono: con la moglie immobilizzata a letto dall’artrite, fece in modo di poter comunicare fra i piani della casa. Nell’anno del suo arrivo, era il 1850, fondò una fabbrica di candele, dove trovò lavoro anche l’amico Giuseppe Garibaldi, con cui frequentava la Loggia Massonica “Tompkins 471” di Staten Island, arrivando sino al 33° del RSAA. Successivamente al fallimento della sua impresa, Meucci cadde presto in rovina: sua moglie Ester per andare avanti fu addirittura costretta a vendere, per 6 dollari, i modelli originali dell’elettrofono ad un rigattiere.
Insomma, tutta la sua vita girò intorno alle sue numerose invenzioni quali ad esempio le bevande frizzanti (2) o il condimento per pasta e altri cibi (3), ma più di tutte, quella che lo impegnò maggiormente fu il “telegrafo-parlante” o “elettrofono”, invenzione che gli fu abilmente sottratta da Bell(4) ed Edison che ne trassero gli enormi vantaggi d’immagine e, soprattutto, economici.
Un uomo al cui innegabile ingegno corrispose sovente lo sfortunato incontro con uomini d’«affari» e burocrati senza scrupoli che si approfittarono della situazione economica in cui versava Meucci: dalle lettere che lui stesso inviò ad alcuni giornali dell’epoca, quali ad esempio «L’Eco d’Italia» di New York, traspaiono da un lato l’amarezza e la delusione per l’andamento degli eventi e dall’altro la consapevolezza di esser stato astutamente ingannato… Terminò così la sua vita in povertà a Staten Island, dove tuttora viene ricordato ed onorato con il Museo Garibaldi-Meucci, ospitato proprio nella casa abitata da Meucci e dallo stesso Garibaldi nel periodo della sua permanenza a New York.
Finalmente, dopo ben più di un secolo, giustizia è stata fatta: l'11 giugno del 2002 il Congresso degli Stati Uniti, con la risoluzione 269, ha riconosciuto a Meucci la paternità del telefono.
NOTE
1) Fenomeno fisiologico che si presenta quando si applica fra l'orecchio e un altro punto del corpo umano una differenza di potenziale alternata a frequenza acustica; consiste nella percezione di un suono di altezza corrispondente a quella della tensione applicata, ma con forte distorsione armonica (def. tratta da Enciclopedia Sapere.it).
2) Le bevande frizzanti a base di frutta che Meucci usò per allieviare il suo ricovero durante la degenza ospedaliera per le ustioni patite durante l'esplosione della caldaia a vapore del traghetto Westfield ferry (US Patent No. 122, 478 del 2 gennaio 1872 – Improvement in the manifacture of effervescent drinks from fruit).
3) Brevetto ottenuto con Roberto Merloni, General Manager della STAR, Agrate - Milano (US Patent No. 142,071)
4) In realtà, l’artefice dell’abile raggiro fu Edward B. Grant, Vice Presidente della Western Union Telegraph Company di New York, che promise a Meucci, già dall’estate del 1872, la sperimentazione del telefono, facendosi lasciare i modelli e copia del brevetto temporaneo (nr. 3335, U.S. Patent Office, 1871) del "Telegrafo con suono", che descriveva brevemente l'invenzione; poi, adducendo numerose scuse, rimandò le prove per due anni, dichiarando infine di aver perduto tutta la documentazione. Alla fine del 1874, il brevetto temporaneo di Meucci scadde e, poco dopo, nel 1876 venne registrato il brevetto del telefono ad Alexander Graham Bell che, guarda caso, era un impiegato dei laboratori della Western Union.
Da: Antonio Meucci. Di G. Galassi, Il Laboratorio vol. 93:19, Turri Editore, Firenze.
Dante Pantanelli (1844–1913)
Senese di nascita, ancora bambino segui il padre, un liberale in esilio, a Il Cairo in Egitto, per poi ritornare a studiare prima a Siena, dove fu iniziato alla Loggia Arbia nel 1863, poi a Pisa dove ottenne la laurea in matematica poco più che ventenne.
Nel 1866, partecipò alla terza guerra d’Indipendenza: fra le fila dei garibaldini del Corpo Volontari Italiani, prese parte all’invasione italiana dalla Contea Principesca del Tirolo, gli attuali Alto Adige e Trentino; al comando diretto di Garibaldi combatte nella battaglia di Bezzecca contro gli austriaci del generale Von Kuhn.
Iniziò quindi la docenza di Fisica nel Regio Liceo di Sassari, poi in quello di Spoleto, per ritornare infine nella città natale, dal 1873 al 1882. Nel periodo senese divenne prima Maestro Venerabile della Loggia Arbia (1874), poi nel 1881 contribuì alla fondazione della Società Geologica Italiana, di cui divenne presidente sedici anni più tardi (1897).
Frequentando l’Accademia dei Fisiocritici di Siena come accademico ordinario si appassionò alle Scienze Naturali, divenendo addirittura direttore del Museo Mineralogico e Geologico della stessa Accademia; questa attività gli permise poi di ottenere la relativa Cattedra universitaria nell’Ateno di Modena. Anche nel capoluogo Emiliano, fu molto attivo: divenne presidente vuoi dell'Accademia di Scienze, Lettere e Arti (1898-1904) vuoi della Società dei Naturalisti e Matematici (1890-1905 e 1912-13), contribuì poi all’amministrazione cittadina come consigliere comunale dal 1897 al 1904.
Una curiosità riferibile all’intensa attività scientifica riguarda il coleottero Pterostico di Pantanelli (Poecilus pantanellii), dedicato proprio al Prof. Dante Pantanelli che poi è ricordato a Siena per la collezione di molluschi pliocenici, provenienti da uno strato di argilla compatta lungo il torrente Staggia proprio sotto il castello omonimo nel comune di Poggibonsi, da lui formata e donata all’Accademia dei Fisiocritici nel 1876.
Da: Dante Pantanelli. Di G. Galassi, Il Laboratorio vol.93:18, Turri Editore, Firenze
L'ultimo dei grandi anatomisti della scuola senese del ‘700, iniziata con Calvisio Calvisi sul finire del secolo precedente, Paolo Mascagni (Pomarance, 1755 - Chiusdino, 1815) si distinse sin da giovanissimo nello studio delle Scienze Mediche e Naturali; tant’è che il suo maestro, il Prof. Tabarrani, dopo aver quasi perso la vista a seguito di un intervento di cataratta, inviò a Leopoldo II una supplica perché lo nominasse suo Lettore Supplente per l’Anatomia; solo due anni più tardi (1780), successivamente alla morte del suo maestro Tabarrani, divenne Lettore Ordinario. Egli «accettò (la nomina) con vera gioia, persuaso che fosse suo obbligo esclusivo non solo istruire i giovani, ma di far avanzare la scienza anatomica» (1); così dopo quasi cinque anni di lavoro produsse un prodromo che inviò immediatamente ad un concorso a Parigi: sebbene oramai fossero scaduti i termini, i responsabili francesi, impressionati dal lavoro del Mascagni, decisero di assegnargli comunque un premio straordinario in denaro.
Nel 1787, arrivò quindi a pubblicare il suo lavoro più importante, il“Vasorum lynphaticorum historia” che lo consacrò fra i più grandi della storia della medicina: fu infatti il primo a studiare a fondo e fornire una mappa completa del sistema linfatico umano. Dopo esser stato eletto alla carica di Presidente dell’Accademia delle Scienze di Siena detta de’ Fisiocritici, successivamente all’arrivo dei francesi, il Prof. Mascagni fu chiamato a far parte della municipalità che governava Siena, essendogli stata riconosciuta la sua spiccata propensione alle idee liberali e democratiche (aveva anche fondato il Club degli Intellettuali Giacobini a Siena). Poco dopo visse la pagina più buia della sua esistenza: con il ritiro dei francesi da Siena, prima rischiò addirittura la vita durante i terribili giorni del “Viva Maria”, successivamente rimase detenuto per circa 7 mesi, alla liberazione fu un sorvegliato politico speciale sino alla morte di Ludovico I.
Ottenne quindi la Cattedra di Anatomia dell’Ateneo fiorentino dalla vedova dello stesso Ludovico I, Maria Luisa di Borbone; nel tempo, corteggiato da molte altre Università, egli rimase sempre a Firenze dove, oltre a raddoppiargli lo stipendio, gli assegnarono anche le Cattedre, prima, di Fisiologia e Chimica, poi anche quella di Anatomia Artistica.
Fu iniziato nella Loggia “Napoleon” di Firenze nel 1812, tre anni prima della sua scomparsa, avvenuta nell’amata proprietà di Chiusdino in provincia di Siena a sessantadue anni.
A memoria della grandezza dello scienziato Paolo Mascagni sono dedicate varie statue, tra le più importanti, ricordiamo quella all’esterno degli Uffizi e il vuoto (2) Mausoleo, opera dello sculture Stefano Ricci di Firenze, conservato all’Accademia dei Fisiocritici a Siena.
NOTE
1) Staderini Rutilio. Brevi cenni intorno alla vita ed altre opere di Paolo Mascagni. Tip. San Bernardino, 1931, Siena, pagg. 12-14.
2) Alcide Garosi (A. Garosi. Venticinque lettere inedite di Paolo Mascagni. Bull. Sen. Di St. Patria, anno X, fasc. IV, 1938) riporta di aver trovato una piccola lapide nel cimitero di Castelletto a Chiusdino che parrebbe indicare quello come il luogo della sepoltura del Mascagni, anche se un indagine condotta da V. Mazzi (V. Mazzi. Lettore Paolo Mascagni. In Documenti per una storia della Scienza Senese, Memorie n.2, Accademia dei Fisiocritici, 1985) farebbe pensare che i resti del Mascagni con quelli di alcuni familiari siano sepolti nella Chiesa della Prioria della proprietà di Castelletto.
Da: Paolo Mascagni. Di G. Galassi, Il Laboratorio vol. 93:17, Turri Editore, Firenze, 2011
Antonio Meucci
La storia di Antonio Santi Giuseppe Meucci (1808-1889), fiorentino di San Frediano, è comune a quella di tanti altri italiani che, nel corso dell’ultimo secolo e mezzo, sono andati a cercare fortuna oltreoceano. Il miraggio di una vita nuova, diversa e soprattutto migliore offerta dal sogno americano, per molti si dissolveva a contatto con la cruda durezza della realtà, cosa che avvenne puntualmente anche per il Meucci…
Nella sua città natale, frequentò l'Accademia di Belle Arti, dove studiò elettrologia, oltre alla chimica ed all’ingegneria meccanica. Durante i moti del 1831, fu imprigionato per ragioni politiche.
Dopo aver trovato lavoro come assistente macchinista al Teatro della Pergola, conobbe la costumista Esther Mochi con cui convolò presto a nozze; l’anno successivo, nel 1835, con la moglie lasciarono definitivamente Firenze, emigrando a Cuba, dove iniziò a dedicarsi alle sue invenzioni mentre continuava a lavorare insieme alla consorte al Gran Teatro de Tacón. Raggiunse in breve la notorietà, sviluppando un nuovo metodo nella galvanoplastica dei metalli per l’esercito cubano ed un sistema di potabilizzazione delle acque.
Presto si dedicò anche allo studio degli effetti dell’elettricità in campo medico, fu così che un giorno, casualmente, ebbe l’idea del telefono: sottoponendo un paziente che soffriva di emicrania ad un trattamento di quella che oggi possiamo definire elettrostimolazione, scopri infatti l’effetto elettrofonico (1); con l’approfondimento di questo fenomeno, nel 1849 - quindi solamente due anni dopo la nascita di Alexander Bell - Meucci giunse a costruire il primo sistema “telefonico”. Un anno dopo, Meucci sempre accompagnato dalla moglie si trasferì definitivamente a Staten Island, New York, dove sviluppò ulteriormente il suo elettrofono: con la moglie immobilizzata a letto dall’artrite, fece in modo di poter comunicare fra i piani della casa. Nell’anno del suo arrivo, era il 1850, fondò una fabbrica di candele, dove trovò lavoro anche l’amico Giuseppe Garibaldi, con cui frequentava la Loggia Massonica “Tompkins 471” di Staten Island, arrivando sino al 33° del RSAA. Successivamente al fallimento della sua impresa, Meucci cadde presto in rovina: sua moglie Ester per andare avanti fu addirittura costretta a vendere, per 6 dollari, i modelli originali dell’elettrofono ad un rigattiere.
Insomma, tutta la sua vita girò intorno alle sue numerose invenzioni quali ad esempio le bevande frizzanti (2) o il condimento per pasta e altri cibi (3), ma più di tutte, quella che lo impegnò maggiormente fu il “telegrafo-parlante” o “elettrofono”, invenzione che gli fu abilmente sottratta da Bell(4) ed Edison che ne trassero gli enormi vantaggi d’immagine e, soprattutto, economici.
Un uomo al cui innegabile ingegno corrispose sovente lo sfortunato incontro con uomini d’«affari» e burocrati senza scrupoli che si approfittarono della situazione economica in cui versava Meucci: dalle lettere che lui stesso inviò ad alcuni giornali dell’epoca, quali ad esempio «L’Eco d’Italia» di New York, traspaiono da un lato l’amarezza e la delusione per l’andamento degli eventi e dall’altro la consapevolezza di esser stato astutamente ingannato… Terminò così la sua vita in povertà a Staten Island, dove tuttora viene ricordato ed onorato con il Museo Garibaldi-Meucci, ospitato proprio nella casa abitata da Meucci e dallo stesso Garibaldi nel periodo della sua permanenza a New York.
Finalmente, dopo ben più di un secolo, giustizia è stata fatta: l'11 giugno del 2002 il Congresso degli Stati Uniti, con la risoluzione 269, ha riconosciuto a Meucci la paternità del telefono.
NOTE
1) Fenomeno fisiologico che si presenta quando si applica fra l'orecchio e un altro punto del corpo umano una differenza di potenziale alternata a frequenza acustica; consiste nella percezione di un suono di altezza corrispondente a quella della tensione applicata, ma con forte distorsione armonica (def. tratta da Enciclopedia Sapere.it).
2) Le bevande frizzanti a base di frutta che Meucci usò per allieviare il suo ricovero durante la degenza ospedaliera per le ustioni patite durante l'esplosione della caldaia a vapore del traghetto Westfield ferry (US Patent No. 122, 478 del 2 gennaio 1872 – Improvement in the manifacture of effervescent drinks from fruit).
3) Brevetto ottenuto con Roberto Merloni, General Manager della STAR, Agrate - Milano (US Patent No. 142,071)
4) In realtà, l’artefice dell’abile raggiro fu Edward B. Grant, Vice Presidente della Western Union Telegraph Company di New York, che promise a Meucci, già dall’estate del 1872, la sperimentazione del telefono, facendosi lasciare i modelli e copia del brevetto temporaneo (nr. 3335, U.S. Patent Office, 1871) del "Telegrafo con suono", che descriveva brevemente l'invenzione; poi, adducendo numerose scuse, rimandò le prove per due anni, dichiarando infine di aver perduto tutta la documentazione. Alla fine del 1874, il brevetto temporaneo di Meucci scadde e, poco dopo, nel 1876 venne registrato il brevetto del telefono ad Alexander Graham Bell che, guarda caso, era un impiegato dei laboratori della Western Union.
Da: Antonio Meucci. Di G. Galassi, Il Laboratorio vol. 93:19, Turri Editore, Firenze.
Dante Pantanelli (1844–1913)
Senese di nascita, ancora bambino segui il padre, un liberale in esilio, a Il Cairo in Egitto, per poi ritornare a studiare prima a Siena, dove fu iniziato alla Loggia Arbia nel 1863, poi a Pisa dove ottenne la laurea in matematica poco più che ventenne.
Nel 1866, partecipò alla terza guerra d’Indipendenza: fra le fila dei garibaldini del Corpo Volontari Italiani, prese parte all’invasione italiana dalla Contea Principesca del Tirolo, gli attuali Alto Adige e Trentino; al comando diretto di Garibaldi combatte nella battaglia di Bezzecca contro gli austriaci del generale Von Kuhn.
Iniziò quindi la docenza di Fisica nel Regio Liceo di Sassari, poi in quello di Spoleto, per ritornare infine nella città natale, dal 1873 al 1882. Nel periodo senese divenne prima Maestro Venerabile della Loggia Arbia (1874), poi nel 1881 contribuì alla fondazione della Società Geologica Italiana, di cui divenne presidente sedici anni più tardi (1897).
Frequentando l’Accademia dei Fisiocritici di Siena come accademico ordinario si appassionò alle Scienze Naturali, divenendo addirittura direttore del Museo Mineralogico e Geologico della stessa Accademia; questa attività gli permise poi di ottenere la relativa Cattedra universitaria nell’Ateno di Modena. Anche nel capoluogo Emiliano, fu molto attivo: divenne presidente vuoi dell'Accademia di Scienze, Lettere e Arti (1898-1904) vuoi della Società dei Naturalisti e Matematici (1890-1905 e 1912-13), contribuì poi all’amministrazione cittadina come consigliere comunale dal 1897 al 1904.
Una curiosità riferibile all’intensa attività scientifica riguarda il coleottero Pterostico di Pantanelli (Poecilus pantanellii), dedicato proprio al Prof. Dante Pantanelli che poi è ricordato a Siena per la collezione di molluschi pliocenici, provenienti da uno strato di argilla compatta lungo il torrente Staggia proprio sotto il castello omonimo nel comune di Poggibonsi, da lui formata e donata all’Accademia dei Fisiocritici nel 1876.
Da: Dante Pantanelli. Di G. Galassi, Il Laboratorio vol.93:18, Turri Editore, Firenze
www.riflessioni.it
Nessun commento:
Posta un commento