"THE END"

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martedì 31 luglio 2012

Collo di bottiglia. L'ennesimo triangolo e gioco d'opposti.




In ingegneria, il collo di bottiglia o col d'oca è un fenomeno che si verifica quando le prestazioni di un sistema o le sue capacità sono fortemente vincolate da un singolo componente. Il componente viene spesso chiamato anch'esso collo di bottiglia o punto del collo di bottiglia. Il termine è una metafora del collo di bottiglia reale, che limita il flusso d'uscita dell'acqua.
Formalmente, un collo di bottiglia è il punto in cui il sistema ha le minori performance tra un insieme di punti da percorrere. I colli di bottiglia per definizione devono essere limitati e per fare questo gli sviluppatori di sistemi effettuano il massimo sforzo possibile...
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Questa società moderna, ‘paparazzata’ a più riprese dall’industria del cinema internazionale, evidenzia uno strano mix di diverse miscele respiratorie scambiate per usualità della Vita. La differenziazione degli 'usi e dei costumi' varia in funzione della ‘latitudine’ a cui si volge lo 'sguardo', ma, allo stesso Tempo, avviene una globalizzazione degli stessi.
Le due estremità o polarità sono sempre presenti in contemporanea.

Di tanto in tanto si osserva l’una e poi l’altra, dando luogo ad una serie di interpretazioni diverse dello stesso soggetto illuminato da diversa luce. La coerenza diventa una merce quasi 'opinabile'. I cambi d’idea e d’opinione avvengono con fare decisamente temporalesco e, allo stesso Tempo, risulta difficile ammetterlo persino a se stessi.

Il tessuto sociale, che ne esce, è molto simile ad un drappo sgualcito dall’azione delle intemperie e della non curanza. Ho letto in una e-mail pubblica, da parte del DottorAngelo Bona, della Tiroide. In un attimo ho colto delle problematiche, che sono emerse in me ultimamente e, facendo un po di web-zapping, ho trovato molte informazioni da incrociare con questa rinnovata sete di conoscenza:
tiroide/ipofisi
scie chimiche
glutine.
Questa trinità di contenuti porta alla luce molta sofferenza nascosta/mal compresa ed incredibilmente diffusa tra la popolazione.


Non che io abbia dati scientifici diretti da poter dimostrare; no. Ho solo la sensazione di avere agganciato una prospettiva ampliata ed inerente al mio stato di salute, che in questo periodo risente molto del gran caldo padano, caratterizzato da afa e senso di mancanza di aria, leggera tosse sfiancante e calo d’energia molto strano ed ondivago.

La chiave di lettura, a volte, è racchiusa in una causa scatenante nascosta tra le pieghe di un’abitudine insospettabile. Durante le brevi vacanze in Liguria, ho visto veri e propri assalti ai negozi di pane ed affini. Un profumo invitante 'risveglia ogni voglia', solo passando nelle vicinanze dei luoghi di vendita. Ed ogni mattina è così in ogni luogo d’Italia e del Mondo occidentalizzato.

Questa prassi è divenuta, col ‘benessere’, una prassi comune; così come comuni e diffuse socialmente sono divenute delle 'malattie/disarmonie' prodotte dall’uso ingenuo di determinati prodotti ‘raccomandati persino dal parroco’, come il pane, il latte, il formaggio, salumi, etc.

Prodotti insospettabili, capaci di interagire col normale ‘passo’ del corpo umano.

La medicina ha fatto passi da gigante, si dice… eppure la società è pressoché ospedalizzata. Gli ambulatori dei medici sono sempre pieni di gente che si dice ‘malata’ in un Mondo di 'pseudo-sani'. Eppure, i più anziani, ricordano che ai loro Tempi era 'davvero dura' e si moriva anche molto giovani per malattie oggi debellate dal progresso scientifico.

C’è qualcosa che striscia oltre alla corte dell’evidenza logica di quello che questa società auto sostiene:

una sorta di paradosso, come quello evidenziato tra la realtà e la fantasia.

Qualcosa che si addensa e scompare con la velocità dei pensieri. Uno strano malessere che s’annida nel terreno che meglio pensiamo di conoscere, ossia quello strutturato attraverso le abitudini di comportamento non solo alimentari.

Se si cerca di cogliere la causa scatenante di un disagio che ci caratterizza, anche solo per qualche settimana all’anno in maniera forte, e nella rimanenza del Tempo ci attanaglia con forme meno invasive, si finisce inesorabilmente nella confusione e nello smarrimento più totali. Non si capisce come mai qualcosa dovrebbe accanirsi con noi in maniera tanto costante e coerente. Ad esempio, una piccola tosse che non se ne va mai via, se non quando ci imbottiamo di farmaci, che ci condizionano la Vita, per poi tornare dopo qualche Tempo dalla fine della ‘cura’. E via così…

L’abbonamento alla cura della salute è un ampio business sul quale poter contare con matematica certezza. Questa 'coerenza dei sintomi' denota una solo aspetto analogamente ‘coerente’ con la sua continuità nel nostro campo d’energia cosciente:

quello che mangiamo ogni giorno nel nostro regime abitudinario indotto.


Partiamo da ‘lì’…


Quali sono le nostre abitudini più consolidate? Se ‘non stiamo bene’, sono le abitudini che veicolano lo stato di malessere, e le abitudini a cui alludo non sono solo quelle relative al 'come ci alimentiamo', ma anche a quelle relative al 'come alimentiamo la nostra struttura psico fisico animica'.

Facciamo focus sull’alimentazione classica, in questo caso.


Esistono sostanze/organi invisibili, alla base di sofferenze molto concrete. Se la Medicina non fa chiarezza, per vari motivi, in questo ambito non-visibile della chimica umana, noi ci esauriremo alla ricerca di un qualcosa di cui non conosciamo fattezze né funzionalità.In pratica la nostra ‘ignoranza’ è alla base di questo 'trascinamento', che dura tutta la Vita, perché per quanto si continui a dire ‘va tutto bene, grazie’, le cose hanno raggiunto una conformazione del tutto diversa, ribaltata, rispetto alla frase di apertura di ogni incontro 'cortese' tra persone.


Sembra che si faccia fatica ad ammettere che 'non si sta così bene', oppure il contrario, ossia che ci si trasformi in una macchina logorroica con atteggiamenti da vittima predestinata.

In pratica, ci si saluta con un ‘va tutto bene’ e poi si affonda in una serie di lamentele infinite.

Questo libro tra poco evidenzierà la correlazione tra il consumo di glutine e altri problemi, disturbi di natura ossea, riflusso esofageo, anemia, problemi mestruali, parassiti.

Un unico terremoto sommerso (la celiachia), multiple sintomatologie che (per quanto variegate) sono tutte riconducibili ad essa…
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C’è proprio un ‘terremoto sommerso’ in noi, i cui sintomi sono scolpiti nel malessere che ci attanaglia puntualmente mentre ‘cresciamo’…

Gli studi effettuati da Muller e Stadler (1927) dimostrarono che con il frumento, c'era la possibilità di sottrarre la semenza dall'esposizione radioattiva poco prima del danno irrimediabile, riuscendo ad ottenere materiale genetico ‘mutante’. Questo fruttò a loro il premio Nobel (1946) e alla comunità agricola il passaggio finale di un progetto commerciale già esistente dall'inizio del secolo volto ad intensificare la glutinosità del frumento.

Il fallimento progressivo degli enzimi addetti a digerire la proteina del frumento crea una tempesta di detriti infiammatori che non è circoscritta solo a livello intestinale, ma innesca un fenomeno autoimmune a carico di vari apparati e organi.

Malattie da glutine? Vediamo quelle della tiroide che scompaiono quando si sospende il consumo di glutine. Ebbene si, le anomalie alla tiroide si normalizzavano con due mesi di dieta senza glutine secondo i seguenti ricercatori: Magazzu (1983), Collin (1994), Borg (1994), Batge (1998), Ventura (1999), Sategna-Guidetti (2001), Barera (2001), La Villa (2003), Jiskra (2003), Berti (2000), Kowalska (2000), Counsell (1994).

Valentino (1999) descrive una 23enne con diagnosi di ipotiroidismo dovuto a tiroidite di Hashimoto che coesiste con morbo di Addison e blocco ovarico. A distanza di tre mesi dalla sospensione del glutine fu registrato un notevole miglioramento clinico, la riduzione progressiva dei farmaci per la tiroide e per l'insufficienza surrenale.


Stimolato da ciò l'autore riesce a trovare altri cinque pazienti in cui la tiroidite autoimmune guariva sospendendo il glutine.

Se le tiroiditi autoimmuni sono resistenti al trattamento, tanto più bisogna sospettare una celiachia latente (Jiska 2003). d'Esteve-Bonetti (2002) riporta il caso di una 68enne con tiroidite resistente al trattamento farmacologico che è completamente asintomatica dal punto di vista intestinale ma che risulta positiva alla prova allergica al glutine, ovvero la presenza ematica di anticorpi celiaci antigliadina.

Secondo Konopka (1976) il consumo di glutine determinerebbe un'interferenza cronica a livello cellulare che pone sotto stress la tiroide (c'è una normalizzazione della capacità di buffer c-AMP dei tessuti della tiroide dopo 7 mesi di adozione di un regime senza glutine.)

La persona con problemi alla tiroide, e magari con altre malattie, che legge queste informazioni forse appartiene a quel 90% di celiaci in Italia, che si sa che non sono ancora stati trovati e diagnosticati. Infatti i celiaci riconosciuti in Italia sono solo 60.000, contro i 560.000 stimati da ricerche campione fatte su ampi gruppi rappresentativi della popolazione.

Oltre a queste 500.000 persone celiache che ne sono inconsapevoli e che faranno altri percorsi travagliati e inconcludenti messe di fronte a disturbi cronici, ci sono un 15% degli italiani, quindi 7-8 milioni di persone che non risulteranno mai positive al test celiaco ematico ma che hanno una grossa percentuale di anticorpi celiaci nelle feci. Queste persone notano che eliminando il glutine scompaiono mal di testa, scompare nervosismo, stanchezza, fibromialgia, dolori articolari.

Io ritengo che le malattie abbiano sempre più di una causa. Quindi uno deve continuare a cercare e magari agire su più fronti. Per esempio quello dei denti devitalizzati che fanno infezione di nascosto nell'osso…
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Cause nascoste, frattali delle presenze nascoste, da cui s’emanano gli effetti sulla ‘salute’.

Il carburatore Tiroide e l’ipnosi regressiva.
Pochissimi conoscono l'importanza del carburatore-tiroide, principale dinamo del metabolismo umano. Se la sua attività non è ottimale, ne risente tutto l'organismo sia da un punto di vista fisico, psicologico e spirituale.


Sto notando una crescente trascuratezza nell'assegnare la giusta importanza a questa ghiandola essenziale. Pretendere un Tsh è già un'impresa, se poi si richiedono gli anticorpi antitiroidei sembra di chiedere troppo. Quasi tutti i pazienti non sanno che la vitamina D è importantissima per compendiare la funzione tiroidea. Nessuno sa che una dieta priva di glutine è fondamentale per ridurre la produzione di anticorpi antitiroidei. Che dire poi della soia che è fortemente controindicata per chi soffre di ipotiroidismo. E il selenio che favorisce la sintesi da T4 a T3 vero ormone efficace e spesso in forte carenza?


Un altro aspetto vorrei proporvi che non riguarda soltanto il metabolismo della funzione tiroidea. Ritengo che senza un corretto funzionamento del carburatore-tiroide siamo per così dire deconnessi dalla sorgente di Consapevolezza Spirituale. L'ipotiroidismo non rallenta soltanto le capacità attentive e cognitive, ma anche quelle di collegamento animico con l'Uno.


La depressione è quindi interpretabile come una vera deconessione dal Centro di Consapevolezza.


Un riequilibrio attento della tiroide permette quindi di recuperare la connettività perduta. Anche l'ipnosi regressiva è fortemente interferita se la tiroide non funziona bene ed il torpore spirituale che ne consegue rallenta la dinamica di un percorso evolutivo. Prima di una terapia con ipnosi regressiva mi chiedo sempre se il carburatore-tiroide funziona bene e se no attuo una corretta messa a punto per poi accedere meglio alle vite precedenti. La medicina si collega alla ricerca spirituale e nulla è fine a se stesso essendo tutto correlato.
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Ecco il punto:

la Consapevolezza Spirituale risente di ogni dipendenza 3d.

Quando si afferma di non mangiare carne o non vedere la Tv o non ingerire zuccheri raffinati, non si intende mettere un bavaglio alla libertà personale degli individui, bensì si vuole favorire un fascio di luce evidente in merito all’aspetto Spirituale, che rimane per così dire ‘tagliato sempre più fuori’ dalla continuità esistenziale ramificata ed incagliata nelle 3d. Quello con cui ci si immedesima, plasma a sua immagine e somiglianza…

La ‘realtà conosciuta’, attraverso il processo di ‘misura ed asperità’, ha sconnesso quelle parti di noi ritenute non ‘utili’ al fine della misera sopravvivenza. La Spiritualità è divenuta ‘merce rara’, scambiata al ‘Mercato’ per un tozzo di pane bianco dal gusto esaltato quanto dal potere nutriente rarefatto.

Nel 1986, in seguito all'incidente nella centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina vicino al confine con la Bielorussia, i vertici militari sovietici decisero di inseminare con lo ioduro d'argento le nubi portatrici di pioggia, affinché le precipitazioni radioattive cadessero sulla Russia Bianca e non su Mosca, dove si stava dirigendo la perturbazione.


La popolazione Bielorussa non fu avvisata e così numerosissime persone si ammalarono alla tiroide e morirono di tumore.
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Cause nascoste, ma nemmeno troppo nascoste. Forse è il caso di dire ‘celate all’evidenza della consapevolezza media, ma evidenti… molto evidenti allo stesso Tempo’.

Cercate una foto satellitare della Groenlandia libera dai ghiacci. Non ne troverete, a meno che abbiate accesso a risorse dirette, non proprio facilmente disponibili per il cittadino medio. Sarebbe bello osservare da un simile canale ‘privilegiato’. Per aprire un canale diretto con la realtà necessitiamo di un ‘canale privilegiato’? Ecco la sofisticazione a cui siamo esposti.

Non possiamo vedere la ‘realtà’ tagliata fuori dal Controllo Antisistemico; almeno, non la possiamo vedere in ‘diretta’, ma solo in modalità ‘differita’, sterilizzata, manipolata, etc.

Il simbolo.
Partiremo dunque dal Simbolo, ponte conoscitivo tra il sensibile e l’intellegibile puro, per progressivamente calarci nel cuore del corpo, vivente scrittura… Il corpo umano sembra essere ciò che di più concreto ci è dato per riflettere il mondo divino. È lo strumento, il laboratorio, l’opera per raggiungere la nostra vera natura, rispondere al Cielo, rispondere al proprio mandato.


Potremo immaginare il corpo umano suddiviso anatomicamente in tre parti:
arti
tronco
testa.
Gli arti corrispondono a ciò che è creato, il tronco a tutte le manifestazioni cosmologiche, la testa alla realtà sopracosmica, che non è manifestata ma è il principio di tutte le manifestazioni. Tra la testa e il tronco, il collo, che è il passaggio obbligatorio tra il mondo visibile e il mondo invisibile. Tutto ciò che viene scambiato tra il torace e la testa si trova riunito in questa ‘strettoia’ che è il collo.

Se si osserva una sezione anatomica del collo la si vedrà costituita da duecompartimenti:

una zona posteriore, muscolare ed ossea che circonda e protegge il midollo spinale e attraverso cui salgono e scendono vie nervose motrici e sensitive
una zona anteriore, che contiene strutture deputate al passaggio di aria, alimenti e sangue.
Da un punto di vista energetico il collo è il luogo di passaggio di tutti i Meridiani (principali, secondari o tragitti interni); tra questi importante è il ruolo svolto dai meridiani distinti che uniscono arti, Zang Fu, cuore e cervello, riassumendo da soli buona parte della fisiologia umana. Il loro ruolo, di unire le profondità del tronco e della testa, d’altro canto è strettamente in rapporto con i punti finestra del cielo situati proprio al collo (ma ne riparleremo… ).

Il collo riassume in se’ due aspetti . Il primo aspetto è quello che lo vede come luogo di separazione e quindi di successiva riunione.Il secondo aspetto è quello che lo vede come luogo di capovolgimento, concetto questo comprensibile soffermandosi su ciò che avviene a livello anatomico. Tutte le vie sensitive e motorie passano attraverso il collo prima di raggiungere l’emisfero cerebrale opposto. In effetti, tra la testa e il tronco vi sono due mondi totalmente differenti.

Il collo simboleggia dunque l’unione di due mondi o due piani di realtà, l’uno
visibile o manifestato, l’altro invisibile e non manifestato.

Numerosi esempi in tutte le Tradizioni attestano questa funzione del collo come riunione del visibile e dell’invisibile. Nella tradizione ebraica, per esempio, il corpo umano viene rappresentato secondo un sacro disegno, ad immagine dell’albero delle Sefiroth. In questa rappresentazione la figura dell’uomo è vista costituita da tre triangoli posti su una struttura verticale. Un primo triangolo corrisponde alla testa, ricettacolo di energie divine; il secondo triangolo, rovesciato, corrispondente al complesso cardiopolmonare è il luogo dove ha sede l’essere spirituale.


Tra questi due triangoli si erge il Collo.

Quando il Dio biblico si adira contro il popolo ‘di dura cervice’ denuncia l’interruzione delle comunicazioni tra il petto e la testa. Il Cuore non riflette più la sommità del triangolo. Aggiungeremo altri due esempi tratti dalla Bibbia.

Giuseppe, che interpreta i sogni del Faraone e Daniele, che comprende la scrittura tracciata sul muro da una mano invisibile. Entrambi hanno la facoltà di conoscere le relazioni tra i due mondi, visibile ed invisibile. Entrambi vengono ricompensati con una collana d’oro attorno al collo, simbolo della conoscenza delle relazioni tra Dio, il Principio e la sua manifestazione.

Anche nella tradizione Indù, nella regione anteriore del collo vibra, sul piano eterico, un centro energetico sottile: il V chakra, Vishudda chakra. È il chakra che favorisce l’espressione di sè, la capacità di ascolto e la parola, la sincerità; a tale livello risuona la Luce divina che porta chiarezza interiore. Tale centro energetico è visualizzato come provvisto di 16 petali. E anche qui la numerologia non è casuale. Il numero 16 può essere visto come 8 x 2. Il numero 8 è sempre legato ad un simbolismo di passaggio; il due volte 8 significa che tale passaggio si compie nei due sensi:


dalla testa verso il tronco e si tratta della discesa dello Yang dal Cielo verso la Terra, passaggio questo posteriore ( è il popolo biblico dalla ‘dura cervice’ che non ascolta il suo Dio ); dal tronco verso la testa e questa è la risposta della Terra al Cielo e questa relazione si compie a livello della regione anteriore del collo, luogo di offerta e luogo di riconoscimento.

L’impulso a questi due movimenti è dato da due punti di agopuntura detti punti Tian ofinestra del Cielo:
10 V- TIAN ZHU - colonna celeste
9 ST- REN YING - accoglienza umana
I cui nomi indicano bene, per il primo l’azione celeste o Divina e per il secondo l’offerta umana.

Anche al primitivo cristianesimo i centri sottili dell’essere umano sicuramente non erano sconosciuti. Soffermiamoci ad analizzare il piccolo segno della Croce che viene fatto dai sacerdoti e dai fedeli all’inizio della lettura del Vangelo. Il pollice della mano destra traccia una croce al centro della fronte, sulla bocca e sul petto.

In ognuna di queste zone risuona un centro sottile.

Nella fronte risuona l’Ajna chakra dello yoga, la ghiandola dell’ipofisi, il centro che coordina le funzioni intellettuali e psichiche, la sede dove il Verbo è generato. Nella bocca risuona il Vishudda chakra dello yoga, la ghiandola tiroide. È a questo livello che il Verbo generato nella fronte si riveste di suono e può essere espresso con vibrazioni appropriate.

Nel cuore risuona l’Anahata chakra dello yoga, la ghiandola del timo. Questa è la zona che governa l’emozione, il sentimento, il coraggio, l’amore. Il piccolo segno della Croce collega dunque tre fondamentali centri sottili:

nell’annuncio della parola l’intelligenza, il suono e l’amore devono essere in armonia perfetta, in giusta proporzione. Ebbene, la ghiandola tiroide è posta proprio in questo importante luogo di passaggio energetico, nella regione anteriore del collo.Anatomicamente è alla base della lingua, simbolo della parola creatrice e poggia sulle sette vertebre cervicali. Sette è il numero dell’Uomo in quanto unione di tre (numero del Cielo) e quattro (numero della Terra). Le cinque vertebre cervicali più basse, anatomicamente molto simili tra di loro, parrebbero essere in relazione con l’aspetto più materiale della vita. Al disopra di queste troviamo l’epistrofeo, il cui significato etimologico è quello di ‘ritornare, far ritorno’ e la cui forma fa pensare ad un dito puntato verso l’alto ad indicare la via del Dao (Mollard Y.). Anche secondo Kespi’ il rachide cervicale lega l’uomo al cielo ( testa ) e incarna la via trascendente e il ritorno all’Unità.


Le sette vertebre cervicali rappresentano i mezzi per poter portare a termine questa realizzazione.

Il nome della ghiandola tiroide deriva dal greco thiroides (thura eidos) ‘simile a porta’. La thura, porta a due battenti, porta di passaggio, luogo unificatore di arrivi e partenze. Ma cosa evoca all’immaginario una porta?

La porta è innanzitutto un’apertura che segna il passaggio tra due spazi distinti. Quando si varca una porta, anche della più umile casa, questo atto costituisce per l’animo che sente qualcosa di grave e solenne. L’attraversare una porta determina l’abbandono di un ambiente consueto per entrare in un altro differente. La porta separa e unisce due ambienti, due spazi, due modi dell’essere, due mondi distinti da strutture fisiche, psicologiche, mentali.

Il varcare la soglia costituisce il passaggio da un modo d’essere a un altro;
nell’esperienza religiosa le varie iniziazioni che accompagnano le tappe della crescita dei credenti sono vissute come il varco da un modo d’essere a un altro (‘Io sono la Porta’ ,dice Gesù nel Vangelo di Giovanni ponendosi punto di passaggio e soglia che separa la vecchia coscienza dalla nuova, iniziazione a nuova vita ). E appunto la soglia presenta anche quel carattere di angoscia e di sacro timore che segna la linea di demarcazione tra un mondo conosciuto e quello sconosciuto che si apre al di là del limite…

Quindi la ghiandola tiroide è posta anatomicamente tra Cielo e Terra, dove il Cielo è archetipicamente l’alto, il maschile, l’energia, lo spirituale, mentre la Terra è il basso, il femminile, la materia, la corporeità. Il Cielo è la testa, la Terra è il corpo, ed in questo rapporto la tiroide assume il ruolo di integratore tra le due parti.


‘Il cielo è invisibile e genera, la terra è visibile e dà forma; la terra porta e il cielo ricopre’ - dicono gli antichi testi cinesi.

La stessa funzione ormonale della tiroide è d’altronde caratterizzata da una doppia polarità. Da un lato, il ruolo più noto delle sue secrezioni, è quello dienergizzare la materia (si pensi a cosa accade nell’ipertiroidismo, quando tutto diviene energia, aumentano i processi catabolici, la materia si assottiglia); dall’altro la tiroide ha una funzione opposta che è quella di differenziazione della materia cellulare.

D’altro canto nelle disfunzioni tiroidee, il nocciolo della simbologia, nei suoi estremi è ridurre o allargare la forma del corpo, andare verso la distruzione della materia ( catabolismo) o verso la sua espansione (anabolismo).


Tutto il problema della Forma del corpo dipende dal sistema ormonale, ed in particolare alla tiroide compete la prima determinazione della Forma…
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Molto interessante, questo stralcio citato, e pregno di conferme del pensiero by SPS.Tutto ciò dimostra (ma solo per coloro che sono 'sintonizzati') quanto importante sia l’intero ‘rituale’ del quotidiano. Ogni ‘piccola cosa o atto’ riporta informazioni provenienti da altri ‘Mondi’. Allo stesso modo ‘ogni piccola cosa o atto’ risente delle informazioni di questo ‘Mondo’.

Lo scambio è paritetico, ossia può liberamente avvenire. Gli effetti, tuttavia, possono essere predominanti in un senso oppure nell’altro, ponendo come centro il potenziale realizzato ed in realizzazione, dell’essenza incarnata e disincarnata.

È un sottile gioco di forze, le quali devono necessariamente assumere una ‘forma’…

Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente…
Canto III - ‘Divina Commedia’ - Dante Alighieri

Nella ‘nube’ non è facile distinguere né trovare orientamento. È un gioco delle parti utile a sviluppare prospettiva, che a quanto pare risulta ancora insufficiente a liberare il ‘cielo’…

Dipende anche da Me.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012

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