"THE END"

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sabato 3 agosto 2013

Il nostro cervello è una macchina olografica. La teoria del cervello Olonomico

 Il nostro cervello è una macchina olografica funzionante in un universo olografico: La teoria del cervello Olonomico

 In fine troverete delle mie considerazioni sull'articolo che vi consiglio di leggere. Prima leggetevi l'articolo, interessante senza dubbio anche se non è il primo che vedo su questo argomento, ma questo è scritto molto bene, poi le mie poche righe di considerazioni. 


Se dicessi che il nostro cervello è un meccanismo olografico che funziona all’interno di un intero universo olografico, uno potrebbe pensare almeno tre cose:


1) che sto raccontando la trama di un film, sicuramente quella di ‘Matrix’, o quella de ‘Il Tredicesimo Piano’;
2) che, condizionato da questi film, in un delirio fuffaro mi sono convinto di questa condizione;
3) che, in un caso più benevolo, questa un’affermazione del genere comporta una serie di domande esistenziali non indifferenti.


A trarre questa sconcertante conclusione è stato, in realtà, il dottor. Karl Pribram, un medico neurochirurgo austriaco, professore di psichiatria e psicologia in varie università americane, tra cui la Stanford University e la Georgetown University.
La ricerca parte da una domanda fondamentale che Pribram si è fatto sin dall’inizio della sua carriera: come e dove i ricordi vengono immagazzinati nel cervello?
Ci sono particolari aree dedicate nel nostro organo cerebrale?

Durante le sue ricerche, mentre cercava di capire quale fossero le aree del cervello adibite alla memorizzazione, Pribram si rese conto che il cervello umano funziona in maniera olografica.
Che significa questo?

I suoi studi rivelarono che i ricordi non vengono conservati in una determinata parte del cervello, come i files in un hard disk, ma erano piuttosto distribuiti in tutto il cervello nel suo insieme.
Infatti, alcune persone che hanno subito l’asportazione chirurgica di una parte del cervello, non hanno mostrato la perdita di ricordi specifici.


Ma, essendo un medico e non un matematico, Pribram non era in grado di comprendere il funzionamento di questo sistema, fino a quando non si imbattè nel concetto di olografia per la prima volta.
E’ proprio così che funziona un ologramma: ogni sua parte contiene l’intera informazione. In pratica, succede che se taglio l’ologramma in due parti, una volta illuminate dal laser, entrambe mostreranno sempre l’oggetto olografico per intero. Semplicemente, in ogni sua parte è immagazzina la versione completa di tutta l’informazione.

Nasce così una fruttuosa collaborazione con David Böhm, fisico e filosofo statunitense, che portò nel 1987 all’elaborazione della Teoria del Cervello Olonomico, la quale consiste in una descrizione in termini matematici dei processi neuronali che rendono il nostro cervello capace di comprendere le informazioni che si presenterebbero sotto forma di onde, per poi trasformarle in immagini tridimensionali.

Sostanzialmente, noi non vedremmo gli oggetti ‘per come sono’ (in accordo con quanto dice la teoria della relatività generale), ma solamente la loro informazione quantistica.

Gli scienziati del 20° secolo, grazie ad alcuni esperimenti con gli elettroni, hanno scoperto la doppia natura di queste particelle fondamentali della materia, vale a dire, che gli elettroni, come altre particelle quantistiche, vengono da noi percepiti come singole unità, mentre in realtà sono forme d’onda presenti in più punti simultaneamente.

Secondo quanto scritto nel suo libro ‘Universo, mente e materia‘, pubblicato nel 1996, Böhm suggerisce che nell’universo esisterebbero un ordine ‘implicito’, che non vediamo e che egli paragona ad un ologramma nel quale la sua struttura complessiva è identificabile in ogni sua singola parte, e uno ‘esplicito’ che è ciò che realmente vediamo. Quest’ultimo sarebbe il risultato dell’interpretazione che il nostro cervello ci offre delle onde (o pattern) di interferenza che compongono l’universo.
La collaborazione tra i due ricercatori rivelò che anche il cervello e la memoria funzionano in una maniera molto simile. I ricordi, invece di essere immagazzinati nei neuroni, vengono codificati in impulsi che attraversano l’intero cervello, nello stesso modo in cui fa un laser quando colpisce una pellicola con un ologramma, generando l’immagine tridimensionale.
Ogni minima porzione del cervello sembra contenere l’intera memoria del cervello, il che significa che il cervello è in sè stesso un ologramma! Come è possibile per ogni porzione di una pellicola contenere tutte le informazioni per completare l’immagine, allo stesso modo ogni parte del cervello contiene le informazioni indispensabili per richiamare un’intera memoria.

John Von Neumann, uno dei più grandi geni del 20° secolo, calcolò che il cervello umano, nel corso di una vita media, è in grado di memorizzare 280 trilioni (280 seguito da 18 zeri) di bit d’informazione.

Se il cervello è un ologramma, significa che ogni parte del cervello è in grado di contenere una quantità di dati mostruosa.
Forse, è proprio questa struttura a garantire la nostra capacità quasi soprannaturale di recuperare rapidamente qualsiasi informazione immagazzinata nella nostra memoria.

Pribram e Bohm hanno convenuto che il cervello è una sorta di “super-ologramma”, dove sono contenute le informazioni sul passato, del presente e del futuro, molto simile a un compact disc che contiene ancora le informazioni e che può essere letto, o decodificato, da un raggio laser.
Con questo modello, Pribram ha quindi teorizzato che le informazioni e i ricordi immagazzinati nel nostro cervello, non vengano “registrati” nei neuroni, ma siano il risultato di figure (o pattern) d’onda interferenti, spiegando in tal modo la capacità del cervello di immagazzinare un’enorme quantità di informazioni in uno spazio relativamente piccolo.

Conseguenze esistenziali
                                                               Ad ascoltare queste teorie si può davvero rimanere scioccati, soprattutto ora che abbiamo intrapreso la rivoluzione digitale.
Quando pensiamo che la nostra realtà, il nostro cervello e noi stessi, potrebbero essere degli ologrammi, subito associamo la parola all’informatica, cominciando a chiederci se non viviamo in una enorme simulazione computerizzata, o che siamo i personaggi di un videogame o che, addirittura, siamo schiavi di una progenie maligna che ha creato una prigione per le nostre menti.
David Icke mi viene in mente ... a voi no?

A questo punto, ognuno sarebbe legittimato a credere che la sua vita non abbia alcun valore, che è tutto falso e che viviamo all’interno di una illusione. Attenzione però: ‘olografico’ non significa ‘virtuale’, nemmeno ‘illusorio’.

La domanda da porsi è: sapere che il nostro universo e noi stessi funzioniamo come ologrammi, azzera il senso della domanda esistenziale? A mio avviso, no. Credo che la domanda sul senso della propria esistenza attenda la risposta ad un ‘perchè’, non ad un ‘come’.
Sapere che il nostro universo (e noi stessi) siamo un aggregato di microparticelle indivisibili tenute insieme da qualcosa, o che la natura del nostro universo è di tipo olografico, cambia la risposta a ‘perchè esistiamo’?

Tratto da:
AltraRealtà
da link

se non viviamo in una enorme simulazione computerizzata, o che siamo i personaggi di un videogame o che, addirittura, siamo schiavi di una progenie maligna che ha creato una prigione per le nostre menti.

nota by Dioniso777

David Icke mi viene in mente ... a voi no?
 Forse perché lo sto leggendo ... ed anche molto volentieri, che libro accidenti! 

gli elettroni, come altre particelle quantistiche, vengono da noi percepiti come singole unità, mentre in realtà sono forme d’onda presenti in più punti simultaneamente.

 ... in più punti simultaneamente mi ha dato da pensare ... perché io sostengo da molto tempo che la stessa cosa vale per lo spirito, la nostra essenza e da qui deriverebbe quell'incompletezza che siamo portati a percepire naturalmente. Sopratutto negli anni passati, oggi di meno, però sembra quasi che una piccola parte di me sia qua, anche se come dicevo negli anni è diventata sempre di più la principale, la sola ... o forse ci abituiamo come a tutto il resto?

 In ogni modo io continuo a sostenere che siamo interconnessi, tutti, con qualcosa che ci guida dove dobbiamo "essere", per farvi un'esempio esplicito pensate ad un animale e al suo istinto: Un uccellino nasce, cresce e senza che nessuno gli abbia insegnato niente, costruisce un nido: un castoro fa la stessa cosa con la diga. Come fa a saperlo ce lo siamo sempre chiesto tutti. 
A lui i dati arrivano, io penso, si tratta di dati trasmessi in fondo quando si dice pensiero, no?  
Sono sempre onde elettromagnetiche ... quella è la materia tutta però: Un'Onda, Una Vibrazione, che a seconda della frequenza diventa rossa, verde, gialla o blu ... o può diventare anche suono, frequenza radio, televisiva o cellulare. 
Ma a seconda della sua lunghezza d'onda diventa anche acciaio o carne, (elettrone-neutrone-protone sono la trinità della fisica che tutto compongono), quello che siamo noi è in sostanza un oceano di atomi legati tra loro.
Noi stiamo vibrando e stiamo viaggiando su di una sfera che sfreccia nel sistema solare, che a sua volta "gira" attorno alla galassia, che a sua volta gira attorno a ...
E noi con i nostri sensi ne possiamo percepire poco meno del 5%!
 Di tutto.
 E ci vogliamo fidare di questa piccolissima porzione solamente?
 Che fregatura prenderemo se così facciamo ...


Nel post  
Chi e cosa siamo? cercavo di rendere l'idea ... e questo documentario lo fa meglio ancora.
 Io a questi temi mi sono appassionato da molti anni ma vedo che oggi in sempre più si avvicinano ...
Guardatevi questo, che trovate anche in fondo alla pagina del blog se scorrete sopra ai pesci, viaggio nell'universo visibile e non ... dal micro al macro. 


Molte volte scrivo e poi rileggo e mi dico: Ma sono stato io a scrivere questo? Come mi è venuta questa idea? Leggendo il libro di Icke vedevo che "anche" lui, come Schoenhauer, come Nietzsche e tanti altri, dice la stessa identica cosa: 
Sono stato io a scrivere questo? 
Si e anche No io mi rispondo. Come al solito, una cosa è vera solo se è vero il suo contrario. Non è sbagliato per niente.
 Si perché sono stato io con le mie mani e No perché è la "coscienza universale che detta.
 La coscienza siamo tutti, si manifesta in ogni cosa, nel filo d'erba, nel cane, nell'uomo ...

 Rideranno alcuni di questo ma ciò dimostrerà solo la loro poca coscienza, oltre al fatto che non hanno imparato ad apprendere il lato divino dell'esistenza e senza di quello non si va incontro al benessere "reale". Ognuno ha la propria strada da seguire e percorrere, costruita appositamente per noi. Incarnazioni e cicli.

 La scintilla magica, l'anima o soffio divino presente in noi, come dicevano i greci.
 Ma gli esempi si possono sprecare su questo argomento, l'istinto.
 E voi, lo seguite ancora il vostro istinto?
 Oppure siete troppo impegnati a ... a darvi da fare per gli altri e non più per voi?

Fate attenzione perché vi hanno "soppresso" in molti modi, con un'istruzione inutile, si passa molto tempo a scuola ma non si impara nulla se non a schematizzare e smettere così di conoscere davvero. 
Media che bombardano ogni istante per farvi allontanare da quel silenzio, d'oro, di cui si necessita per ascoltare il cuore, il nostro io.
 Lo usate ancora il cuore o non sapete nemmeno più cos'è impegnati come siete in infiniti calcoli e pagamenti da effettuare?
E perché le cose finiscano in questo modo, poi?

... per togliere ai tanti che hanno poco per dare sempre di più ai pochi che hanno tanto.
 E tutto questo grazie alla nostra partecipazione. 
Onde elettromagnetiche, siamo cavie di un laboratorio a cielo aperto. Cavolo, ne parla anche ilfattoquotidiano! Sic, non avrei detto

A quanto partecipiamo. Ogni giorno e in ogni azione della nostra esistenza facciamo questo, che ci piaccia o meno, fanno di tutto per rinchiuderci in gabbie dorate.
Schiavi ipertecnologici ecco siamo di fatto nel 2013  
grazie a:
ITALIA SOTTO DITTATURA DI ILLUMINATI: ROCKEFELLER, KISSINGER, NAPOLITANO, ASPEN…GENERALI di Gianni Lannes
Ieri avevo deciso di non scrivere più nulla, ma lo spettacolo di questi parassiti alla ribalta che succhiano il sangue alla gente onesta che suda il sangue per un pezzo di pane, è orrendo, e a pagare sono i più deboli in termini economici, i senza voce, i non rappresentati, soprattutto i bambini.
Quanto è fesso il popolo italiano, quanto è buona e comprensiva la mia gente. E così a fronte di tanta indulgenza popolare la presa per i fondelli collettiva va in onda ogni giorno. Nel Belpaese al peggio non c’è mai fine.    segue alla fonte


... e, chi non lo vede, o è completamente addormentato oppure non ha proprio il cervello che funziona come "potrebbe", delle due, concedetemene una.

Cosa si può fare?

 Scegliere, in ogni istante ed in ogni azione della giornata, scegli, ascolta il tuo cuore e il tuo istinto e vedrai che non ti indicheranno la strada sbagliata!

Dioniso777 

5 commenti:

Zret ha detto...

Il discorso sull'universo olografico in cui tutto è interconnesso conduce, a mio parere, ad una visione fatalista. Così la pensava Schopenauer che giustamente citi.

Ciao

*Dioniso*777* ha detto...

Ciao Zret, guarda che Schopenhauer a "scuola" ti dicono che è il filosofo della noia e della sofferenza non per niente, così lo eviti e nemmeno lo leggi e conosci. Lavaggio eseguito.
Ma se approfondisci Arthur, il grande genio, ha scritto cose che nessun cervello a mio parere ha saputo eguagliare, ho letto tutto più volte di quest'uomo e nella mia fatalità, se leggi bene, supponendo che tutto sia interconnesso tutto può anche interagire. Non c'è fatalità, c'è risveglio nelle mie parole!
Ma magari dormo sonni profondi ... hahahahaha
non sarebbe la prima volta che sbaglio!

Zret ha detto...

Hai ragione su Schopenauer, grande genio. Chissà qual è la verità: l'importante è cercarla.

Ciao

Anonimo ha detto...

C'è un gruppo in America (USA) di cui non ricordo bene il nome che pratica gli incontri con gli alieni del 5 tipo. Cosa vuol dire? Vuol dire che la decisione la prende l'uomo, non l'alieno.
Indagando sul modo in cui questo gruppo stabilisce il contatto con gli alieni, si rivela che ciò viene fatto con la forza del pensiero. Come funziona? Ci si mette in un cerchio e si tenta di pensare di incontrarli. Spesso succede di vedere le navi aliene. Non è un film di fantascienza ma dei fatti realmente accaduti.

Comunque, si presuppone che i pensieri viaggino nell'universo o gli appartengono... e gli alieni riescono a captarli in un qualche modo, soprattutto se a pensare la stessa cosa nello stesso momento sia un gruppo di esseri umani.

Anche questo credo possa avere a che fare con il tema del post.

Jan

*Dioniso*777* ha detto...

Grazie, mi dici una cosa interessante, avevo già letto che i russi avevano scoperto come farli apparire, ma di questo gruppo non avevo mai sentito parlare.
Ascolta, ci credo, e sai perché? Perché lo sto sperimentando di persona negli ultimi anni, diciamo due anni, che ho iniziato a fare e quindi pensare certe cose e "misteriosamente" in questi due anni si concentrano i miei unici avvistamenti, sempre migliori però. Solo di una ho la prova, degli altri no, e anche questa foto si potrebbe aver da ridire, quindi, a chi non ci crede, è tutto finto, si, avete ragione!
I PENSIERI ... era il mio cruccio sedici anni fa, sapere da dove proviene un pensiero!
oggi ritengo di essere molto , ma molto vicino al significato della questione e naturalmente non lo si può discutere in poche righe

Si, anche questo fa parte del tema trattato, anzi, forse ne è proprio una colonna
Ciao Jan

LKWTHIN

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