"THE END"

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martedì 30 aprile 2013

La piramide di Cheope

                                                                                                  La piramide di Cheope è da sempre oggetto di studi. Ancora oggi si discute sui chi, quando, come e perché sia stata costruita. Sono state rinvenute diverse prove e formulate numerose ipotesi, ma nessuna di questa può essere considerata inattaccabile e definitiva. Per presentare la descrizione di questa stupefacente costruzione ecco alcune tra le principali caratteristiche:

Generale
Con le pietre che compongono la piramide di Cheope si può costruire un muro di 30cm di lato per una lunghezza di 26079Km ossia 2/3 e mezzo la circonferenza della Terra all'equatore.
Le lastre di calcare bianco che rivestivano la piramide di Cheope furono utilizzate nella costruzione del Cairo durante il XIV secolo.
Il granito usato all'interno della piramide di Cheope proveniva da una località distante 500Km lungo il Nilo.
I primi ad entrare nella piramide di Cheope furono gli Arabi comandati Al Mamun nell'820 d.C.
Si dice che nel 1903, durante la propria luna di miele, Aleister Crowley si sistemò con la propria sposa nella Camera del Re (piramide di Cheope). Accese una candela e cominciò a leggere un incantesimo: la stanza venne illuminata da una pallida luce lilla.
Per costruire la piramide di Cheope sono stati utilizzati 2.300.000 blocchi di pietra pesanti tra le 2 e le 70 tonnellate.
La piramide di Cheope, quando era ancora rivestita di calcare bianco, poteva essere vista persino dalla luna.
La piramide di Cheope è l'unica a possedere dei "condotti d'aria" (4).
La piana di Giza, grazie alla sua conformazione, è l'unico luogo che avrebbe potuto sostenere la piramide di Cheope.
La piramide di Cheope è l'unica ad avere le quattro facce leggermente concave.
L'osservatorio astronomico di Parigi ha un errore di orientamento doppio rispetto a quello della piramide di Cheope.



Erodoto narra che la piramide di Cheope, in antichità, era ricoperta da un rivestimento di calcare bianco riflettente completamente inciso di geroglifici che, però, gli stessi antichi Egizi non sapevano leggere.
I nomi "Camera del Re" e "Camera della Regina" furono, probabilmente, assegnati dagli Arabi che, in quanto primi visitatori della Grande Piramide accostarono la struttura delle due stanze con le loro usanze: il soffitto piatto corrispondeva alla sepoltura maschile (Re), il soffitto a punta a quella femminile (Regina)...

Camera del Re
Il sarcofago del re nella piramide di Cheope è fatto di granito rosso. Tale granito è ancora oggi molto difficile da lavorare con le moderne tecnologie. Sono state rinvenute tracce di lavorazione che lasciano spazio a varie ipotesi. Occorre notare che la conoscenza del ferro non sia attribuibile agli antichi Egizi.
Quì di seguito trattiamo le più famose teorie fondate sullo studio della piramide di Cheope.
C'è chi sostiene che il sarcofago contenuto nella Camera del Re all'interno della piramide di Cheope possa essere il contenitore descritto nella Bibbia edificato per contenere l'Arca della Alleanza.
Nella Camera del Re, di fianco al sarcofago sulla destra, c'è una piccola depressione del pavimento che fa pensare ad un passaggio verso un'altra stanza.
Secondo l'ingegnere italiano Mario Pincherle, la Camera del Re si trova al centro dello Zed.

Camera della Regina
Il nome "Camera della Regina" è considerato falso dagli egiziani visto che mai nessuna regina fu sepolta insieme al faraone.
Nella Camera della Regina ci sono 2 condotti: uno è sbarrato da una porta con due "maniglie" in rame, l'altro è ostruito da una sbarra utilizzata da un ricercatore che, nel tentativo di scoprirne l'uscita, la infilò lungo il condotto incastrandola al suo interno e dai detriti fatti cadere dai turisti durante la visita della Grande Piramide.
Durante alcuni studi svolti nel 1972, Mario Pincheler, fece un esperimento: inserì un fumogeno all'interno di un condotto della Camera della Regina. Il fumo generato fu in parte rigettato al di fuori del condotto e in parte risucchiato al suo interno. Con questo esperimento, Mario Pincheler, volle dimostrare l'esistenza di nuovi passaggi segreti.
Nel 1986 due francesi, Dormion e Goidin, scoprono, grazie ad un microgravimetro, l'esistenza di alcune stanze segrete in prossimità della Camera della Regina. Gli scavi susseguenti, che comportano la creazione di un'apertura artificiale poi richiusa, provocano la fuoriuscita di sabbia.
Nel 1987, tramite l'utilizzo di apparecchiature radar, alcuni ricercatori giapponesi scoprono l'esistenza di un corridoio intorno alla Camera della Regina.
Nel 1992 un ingegnere, utilizzando strumenti radar, confermò l'esistenza di un corridoio esterno alla Camera della Regina e scoprì altri passaggi sconosciuti.

Grande Galleria
Ognuna delle 36 pietre che compongono il soffitto della Grande Galleria della piramide di Cheope può essere rimossa singolarmente.
Probabilmente la Grande Galleria è incompiuta. Infatti le pareti della galleria, fatte a volta di scarico, servivano a spartire il peso della piramide e dovevano essere riempite di materiale lasciando solo un cunicolo alla base.

La costruzione della piramide di Cheope
Un mistero ancora insoluto rimane il modo con cui fu edificata la piramide di Cheope. Quì elenchiamo un serie di teorie che illustrano come fu costruita e come fu possibile trasportare blocchi pesanti anche 70 tonnellate dalle cave al cantiere nella piana di Giza.
Unica rampa di lunghezza variabile che permetteva di trascinare i blocchi fino alla cima. La rampa doveva raggiungere quasi 4Km di lunghezza e più di 10m di larghezza per raggiungere la cima senza contare che, a questo punto, diveniva essa stessa un prodigio di ingegneria.
Serie di 4 rampe, una per lato, di lunghezza variabile che permettevano di trascinare i blocchi fino alla cima. Soluzione impraticabile per gli stessi motivi riguardanti la rampa unica. Occorre inoltre dire che il peso stesso delle rampe sarebbe stato così elevato da rischiare di non essere sostenuto dal terreno sottostante e che comunque la costruzione delle stesse rampe e la loro successiva distruzione (senza lasciare alcuna traccia)
sarebbe durata anni di lavoro.

Rampa a spirale che seguiva l'inclinazione delle pareti esterne fino a raggiungere uno spiazzo in cima sul quale si completava la piramide (Zaki Hawass). Bisogna però puntualizzare che, se fino allo spiazzo appare una soluzione plausibile, il "cappello" della piramide o Piramidyon, pesava ben 7 tonnellate senza contare l'ingombro che avrebbe avuto durante il trascinamento.
Uvo Holscher propone una serie di rampe a zig-zag lungo un lato della piramide. Quì il problema sta nei "tornanti" della rampa che obbligavano gli operai a girare massi di diverse tonnellate.
Uno scrittore arabo del 1440 ipotizzò l'uso di fogli magici che, dopo essere stati posati sui blocchi tagliati e levigati, permettevano di far lievitare in aria i blocchi che, grazie ad una semplice spinta, riuscivano a percorre fino a 26Km. L'operazione veniva ripetuta fino al raggiuingimento del cantiere.
Un'equipe di archeologi italiani è venuta a capo di un piccolo mistero riguardante degli oggetti a forma di culla, o slitta, che sono stati rinvenuti durante alcuni scavi in Egitto. Queste "culle" servivano per alzare i massi di piccole dimensioni destinati alla costruzione delle piramidi. Bisogna sottolineare che invece i pesi maggiori venivano mossi mediante sistemi di piani inclinati. Il sistema era molto semplice, si caricava la slitta, la si faceva basculare su un fianco, in modo da lasciare un lato della stessa sollevato, sotto questo lato venivano inseriti degli spessori, poi si ricominciava con l'altro fianco, in questo modo si riusciva a far alzare la slitta con il suo carico di parecchi cm. Nove persone sono riuscite a sollevare un masso di 3 tonnellate di 1 metro in 20 minuti.
Alcuni spiegano il mistero ipotizzando che non furono gli Egizi a costruire le piramidi della piana di Giza ma bensì gli extraterrestri con le loro astronavi o, per lo meno, facendo uso di apparecchiature extraterrestri.
Altri ancora ritengono che i popoli antichi possedessero il potere di rendere leggera la pietra grazie a poteri ESP..
John Anthony West, Graham Hancock e coloro che concordano con questa teoria affermano che la piramide di Cheope, come la Sfinge ed altri templi, furono costruiti migliaia di anni prima di Cheope dai discendenti di Atlantide scampati alla catastrofe o, comunque, da una civiltà molto evoluta vissuta prima dell'antico Egitto. Essi affermano che, probabilmente, gli antichi Egizi erano a conoscenza di una tecnologia avanzata che, col tempo, è andata perduta. Alcuni simboli come lo Zed potrebbero essere la rappresentazione di strumenti tecnologici, come anche la stessa Arca dell'Alleanza. Tra le varie ipotesi prese in considerazione da Hancock e West vi è il metodo della levitazione sonica ossia della capacità di sollevare enormi pesi con l'utilizzo di particolari frequenze del suono. La Camera del Re avrebbe infatti notevoli proprietà di risonanza sonora.
Alcuni sostengono che i blocchi furono avvolti da tavole di legno in modo da assumere una forma circolare che avrebbe permesso il loro rotolamento. Contro questa teoria si schiera la sicurezza di molti del fatto che gli Egizi non conoscevano la ruota.
Mario Pincherle ipotizza il sollevamento dei blocchi tramite tavolette di legno che poste in appositi fori allineati e abbondantemente bagnate permettevano, grazie all'aumento di volume di qualche millimetro, l'innalzamento di blocchi pesanti diverse tonnellate di qualche centimetro. Questo sistema permette inoltre di non intaccare minimamente il blocco trasportato.
I poteri della mente, secondo delle ipotesi, starebbero alla base del sollevamento di blocchi pesanti come quelli della Grande Piramide. La costruzione della piramide di Cheope, sarebbe dunque il risultato di una forza mentale collettiva.
Una delle ultime teorie viene formulata da Elio Diomedi che sostiene che fu la stessa piramide a svolgere da struttura di trasporto. La grande massa dei blocchi, in particolare modo quelli di granito, non avrebbe permesso in nessun modo la costruzione di un sistema di trasporto esterno alla piramide e di facile demolimento. Da qui si conclude che doveva essere un sistema stabile e permanente e quindi coincidere con la costruzione stessa. Egli ipotizza che furono le gallerie interne ad essere utilizzate come rampe per il trasporto dei blocchi. Viene obiettato che, finora, sono state scoperte poche gallerie per accreditare tale teoria che, per questo motivo, non può essere praticata.
Uno storico arabo del IX secolo, Ibn Abd Hock, sulla base di studi effettuati da cronologisti affermò che la Grande Piramide fu costruita da Surid Ibn Salhouk, un antico re egizio vissuto intorno al 10000 a.C. Alcune leggende copte sembrano avvalorare questa teoria: lo sturico copto egiziano Masudi afferma con certezza che il re Surid costruì la Grande Piramide dopo aver sognato un distastro naturale che avrebbe distrutto le conoscenze del suo popolo. Ordinò quindi la costruzione della Piramide per preservare le arti e le scienze che dovevano essere iscritte sul rivestimento esterno.
Nino Ucchino, un artista siciliano, cercando di svelare questo mistero afferma: ''Credo che gli egiziani scolpissero i blocchi in forma sferica utilizzando utensili di grosse dimensioni. Tali blocchi, trasportati da numerosi asini, venivano poi fatti scorrere su piste lignee. In tal modo il trasporto dalla cava alla piramide era molto piu' agevole''. Una volta sul posto i massi venivano issati con funi e leve attraverso un piano inclinato. Successivamente erano posti al livello giusto e infine scolpiti in forma cubica. Tutto molto più semplice che dover trasportare un blocco gia' lavorato''. Questa considerazione è stata ritenuta "una tra le tante ipotesi, ma non certo la più valida'' dalla direzione del museo Egizio di Torino.

Le misure della piramide di Cheope
E' la teoria che vuole dimostrare come la piramide di Cheope fu costruita sulla base di conoscenze geometriche molto sviluppate che ne facevano una specie di mappamondo.
Verso la fine II secolo a.C. il grammatico greco Agatarchide di Cnido, scoprì che la base della Grande Piramide era esattamente un ottavo di un minuto di un grado in lunghezza. Da quì si ottiene che moltiplicando la lunghezza per 8, poi per 60 ed in ultimo per 360, il risultato è straordinariamente vicino alla circonferenza terrestre.
Nel 1638 il matematico scozzese John Greaves, durante la sua visita in Egitto, prese alcune misure: il sarcofago nella Camera de Re (1.97m), l'altezza della piramide (146.6m) e il lato base (211.2m). Lo scopo fu quello di scoprire l'unità di misura utilizzata dagli architetti egiziani, ma purtroppo i rilevamenti furono insufficenti.
Il successivo tentativo venne fatto dalla squadra di scienziati francesi portati da Napoleone in Egitto.Il capo-squadra, Edmè-François Jomard, come Greaves intendeva cercare l'unità di misura utilizzata e quindi verificare se le misure della piramide poteva ricondurre alle dimensioni della Terra.
Jomard misurò un lato della base (230.9m) e l'altezza (146.6m) da cui potè calcolare in 51º19' la pendenza e in 184.7m l'apotenusa. Egli sapeva che gli antichi indicavano l'apotenusa in 1 stadio, ed Erodoto aveva scritto che 1 stadio era pari a 400 cubiti, per cui 1 cubito è uguale a 0.4618m. Alcuni studiosi greci avevano dichiarato che la base della piramide era lunga 500 cubiti. Moltiplicando 500*0.4618 Jomard ottenne 230.9m ossia la lungezza della base che aveva misurato.
John Taylor, all'inizio del 1800, scoprì che dividendo il perimetro della Piramide per il doppio dell'altezza si otteneva un valore molto simile al pi-greco, che indica il rapporto costante tra la circonferenza ed il suo diametro. Il pi-greco fu calcolato con esattezza fino alla quarta cifra decimale solo nel VI secolo d.C. Tramite questa scoperta Taylor calcolò il rapporto tra l'altezza ed il perimetro come uguale al rapporto tra il raggio polare terrestre e la sua circonferenza: 2 pi-greco.
Le scoperte di Taylor influenzarono non poco uno scozzese di nome Charles Piazzi Smith.
Smith calcolò il "pollice piramidale" come 1/25 di cubito. Nel 1864 Smith partì per l'Egitto. Calcolò la posizione della piramide a 30º circa di latitudine nord. L'ombra della piramide spariva totalmente all'equinozio di primavera. Le sue misurazioni miglioravano il calcolo del pi-greco fino al quinto decimale. Il perimetro, in pollici piramidali, corrispondeva esattamente a 1000 volte 365.2 (il numero di giorni dell'anno solare) e questo ben 1500 anni prima che i Greci calcolassero il primo calendario, mentre i rapporti tra le lunghezze dei corridoi della piramide rivelavano addirittura alcune date fatidiche della storia del mondo.
Inoltre, sempre secondo Smith, la piramide rivelava anche la distanza tra il Sole e la Terra se si moltiplicava la sua altezza in pollici per 10 alla nona potenza (10 a 9 era il rapporto tra l'altezza e la larghezza della piramide).
Joseph Seiss, un ecclesiastico americano, scrisse che le pietre della piramide contenevano un sistema di numeri che indicavano misure, pesi, angoli, temperature, gradi, problemi geometrici e rilevamenti cosmici. Seiss fu sorpreso dalla ricorrente presenza nei suoi calcoli del numero 5.
Altri sostenitori di questa teoria sottolinearono come il meridiano ed il parallelo che si intersecano nella piramide (30º di latitudine nord e 31º di longitudine est) incrociano più terraferma di ogni altro come se gli Egiziani volessero posizionare la piramide al centro del mondo abitato. Un quadrante che si estende a nord-ovest e a nord-est dalla piramide racchiude perfettamente il delta del Nilo.
William Matthew Flindes Petrie, a sostegno questa teoria, partì per l'Egitto nel 1880 con un'attrezzatura molto affidabile. Petrie si stupì dall'incredibile precisione con cui fu costruita la piramide: sia in lunghezza che in pendenza gli errori erano così minimi da risultare impercettibili. I muri del corridoio in discesa perfettamente diritti per i loro 107m di lunghezza con un'approsimazione di 5mm. Petrie confermò il calcolo del pi-greco scoprendo che anche la Camera del Re conteneva un pi-greco nel rapporto tra la lunghezza e il perimetro.
Ai giorni nostri esistono ancora studiosi che credono nel significato non casuale delle dimensioni della piramide di Cheope. Gli ultimi rilevamenti confermano quanto sostenuto in precedenza. Il pollice piramidale (PI), la cui scoperta è attribuita ad Isaac Newton, è uguale a 0.635660m, il cubito piramidale è stimato in 25PI da cui ne consegue che Camera del Re ha un volume di 12500PI ossia una tonnellata piramidale. L'angolo della Piramide è esattamente 51º, 51' e 14.3''. Il volume interno del sarcofago è uguale alla metà del volume esterno. La posizione esatta è di 29º, 58' e 51.06'' di latitudine e di 31º e 9' di longitudine. La Grande Piramide non ha ombra a mezzogiorno nel giorno di equinozio di primavera e guarda verso il nord magnetico con uno scostamento di 3' permettendole di essere la struttura più accuratamente orientata. Il parallelo ed il meridiano che coprono la maggior parte di superficie terrestre si incrociano nella Grande Piramide. Il perimetro della base diviso per 100 da' 365.24 come i giorni in un anno come tante altre misure. L'altezza (147m e 75cm anche se originariamente raggiungeva probavilmente i 150m) moltiplicata per un milione è molto vicina alla distanza tra la Terra e il Sole. Il peso, stimato in 5.955t, moltiplicato per un miliardo è una buona approssimazione del peso della Terra. L'altezza media dei continenti sul mare è quasi esattamente l'altezza della piramide. I quattro lati misurano esattamente: lato nord 230m e 25,05cm; lato sud 230m e 45,35cm; lato est 230m e 39,05cm; lato ovest 230m e 35,65cm. E con maniacale precisione i suo angoli misurano: nord-est 90º, 3' e 2''; sud-est 89º, 56' e 27''; nord-ovest 89º, 59' e 58''; sud-ovest 90º e 33''. In ultimo, la curvatura delle pareti (la piramide di Cheope è l'unica ad avere una leggera curvatura sulle pareti impercettibile ad occhio nudo) è identica a quella della Terra.
In conclusione la piramide di Cheope, o Grande Piramide, è la scala 1:43.200 della Terra.

La posizione della piramide di Cheope
Alla fine del secolo scorso venne inaugurata un anuova teoria che mira a considerare la Grande Piramide come una specie di gigantesco osservatorio spaziale.
Richard Anthony Proctor, il precursore di tale teoria, osservò come i corridoi interni fossero prefettamente orientati verso nord-sud. Egli partì dal presupposto che se gli antichi Egizi avessero voluto creare un osservatorio spaziale avrebbero avuto bisogno di una stella di riferimento al pari della nostra Stella Polare. A quel tempo tale stella veniva identificata in Alpha Draconis per cui la Grande Piramide avrebbe dovuto puntarla. A quel tempo sarebbe stata necessaria un'inclinazione di 26º17'. Proctor notò come tale inclinazione era propria del passaggio discendente e come, se il fosso ritrovato nel passaggio fosse riempito d'acqua, si sarebbe riflessa Alpha Draconis come in un moderno telescopio. Osservando il cielo dall'estremità del corridoio principale, gli antichi Egizi avrebbero potuto disegnare facilmente la mappa del cielo settentrionale.
Nel 1894 un famoso astronomo britannico, J.Norman Lockyer, scoprì come i monumenti egizi fossero orientati verso la nascita ed il tramonto del Sole e verso importanti stelle in determinati periodi dell'anno. Lockyer stabilì come i templi egizi dedicati al sole erano in grado di "catturare" il sole, mentre quelli dedicati alle stelle "catturavano" il sorgere della stella in corrispondenza del solstizio o dell'equinozio.

Livio Stecchini, professore americano di storia della scienza, sostenne che gli Egizi furono in grado di calcolare la lunghezza di un grado di latitudine e di longitudine con un errore di qualche decina di metri, risultato ottenuto soltanto 4000 anni più tardi.
Robert Beauval notò come la Camera del Re, nel 2450 a.C., puntava sulla stella Zeta Orionis della costellazione di Orione, mentre il canale settentrionale puntava su Alpha Draconis. Nello stesso anno il canale meridionale della Camera della Regina puntava su Sirio e quello settentrionale sull'Orsa Minore. E' evidente come le piramidi rispecchino la posizione in cielo delle stelle della costellazione di Orione: le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino corrispondono alla cintura di Orione, quella di Nebka corrisponde a Saiph e la piramide di Zawat al Aryan corrisponde a Bellatrix. Altre due stelle, Betelgeuse e Rigel, appartenenti anch'esse alla costellazione di Orione, non hanno però riferimenti.
Una teoria simile viene promossa da Kate Spence. Ella, a differenza della teoria di Beauval, afferma che le piramidi di Giza sarebbero state allineate a delle stelle, ma a quelle dell'Orsa Minore e dell'Orsa Maggiore. Due particolari stelle di queste costellazioni, nel 2647 a.C. avrebbero avuto un allineamento tale da segnare con grande precisione il nord. Questo preciso momento, per la tesi di Kate Spence, sarebbe stato sfruttato dagli antichi Egizi per orientare perfettamente le piramidi al nord. Ad oggi sono in corso studi più approfonditi per verificare questa teoria.

Sempre su questa linea di pensiero si schiera uno studioso argentino di nome Ettore Moracci Beauvier-Vila. Egli sostiene che le tre piramidi di Giza rappresenterebbero la posizione nel cielo di tre importanti astri: Mercurio, Venere e la Terra. Facendo corrispondere Cheope alla Terra, Chefren a Venere e Micerino a Mercurio si otterrebbe uno strabiliante risultato: la distanza tra la Terra e Venere è di 38.5 milioni di Km mentre quella tra le piramidi di Cheope e Chefren è di 385 m, tra Venere e Mercurio ci sono 50.7 milioni di Km e tra Chefren e Micerino vi sono 507 metri. All'appello, secondo lo studioso argentino, mancherebbe il Sole che si trova a 146.9 milioni di Km dalla Terra. Se tale teoria fosse esatta a 1470 metri dalla Grande Piramide si nasconderebbe qualcosa di grande importanza.

La potenza della piramide di Cheope
Negli ultimi decenni ha preso piede un'altra teoria assai più curiosa delle prime due che concentra i propri studi sulla forma piramidale. Secondo i suoi sostenitori oggetti, piante e persone sarebbero influenzati da particolari energie.
I primi esperimenti in questo senso furono effettuati nei primi anni venti, ma la prima prova a sostegno si ebbe nel 1859 a Giza. Warner von Siemens, fondatore e proprietario dell'omonima azienda tedesca, in visita in Egitto si arrampicò, durante una tempesta di sabbia, in cima alla Grande Piramide e alzò un dito verso il cielo. Lo sentì pizzicare e udì un suono. Tutto ciò era simile ad una piccola scarica elettrica. L'esperimento fu ripetuto con una bottiglia di vino dal collo di metallo avvolta con della carta umida. La bottiglia si caricò elettricamente. Il fenomeno di per sè non suscitò grosso scalpore visto che in certe condizioni atmosferiche è un fenomeno abbastanza comune.
Più difficile da giustificare fu la scoperta di Antoine Bovis che, verso il 1920, scoprì nella Camera del Re dei resti di gatti ed altri animali mummificati. Tornato in patria, Bovis costruì un modello di piramide, lo orientò verso nord e vi depositò all'interno un gatto morto. Il gatto dopo pochi giorni si mummificò. L'esperimento venne ripetuto con della carne ed anche con delle uova con il medesimo risultato.
Ancora più sbalorditivo fu l'esperimento di Karl Drbal, un radiotecnico cecoslovacco, che eseguì lo stesso esperimento inserendo nella piramide anche dei fiori ed una lametta da barba in corrispondenza della Camera del Re. Oltre ad ottenere la mummificazione della carne, Drbal sostenne che la lametta da barba uscì più tagliente di prima tanto da utilizzare la piramide come affilatrice per lamette, dichiarando di riuscire a riutilizzare la stessa lametta fino a 200 volte.
Nel maggio del 1926 tale Oskar Jännish affermò di avere utilizzato la stessa lametta per 5 anni!
Nel 1959 l'ufficio brevetti cecoslovacco concesse a Drbal il brevetto per la sua "Affilalamette piramide di Cheope".
Le energie sprigionate dalla forma piramidale possono essere applicate a qualsiasi abitazione abbia questa forma come ad esempio le tende da campeggio. Vengono attribuiti numerosi effetti terapeutici come la diminuzione di dolori mestruali, il miglioramento del sonno, la maggior acutezza intellettuale e l'aumento del desiderio sessuale.
Seguendo queste ipotesi, un dentista americano appese 72 piccole piramidi sostenendo di usufruire di una sensibile diminuzione del dolore ed avere guarigioni più rapide.
G.Patrick Flanagan studiò il comportamento delle gemme di un'erba medica e del suo barboncino concludendo che i germogli crescevano più velocemente e che il cane, dopo qualche settimana, divenne vegetariano.
Ulteriori esperimenti consolidano queste teorie. Ultimamente si è scoperto che un girasole, che notoriamente segue l'andamento del sole, posto nella Camera del Re, gira in senso opposto a quello del sole. Il fenomeno viene spiegato accreditando la piramide di Cheope di un potere in grado di rallentare l'inversione dei poli magnetici (polo nord e polo sud) che avviene al termine di ogni ciclo di precessione. Infatti si sostiene che più rapida è l'inversione, più la Terra è soggetta a disastri naturali come diluvi e terremoti. In questo modo la piramide di Cheope, posta non a caso al centro delle terre emerse, sarebbe in grado di evitare all'umanità nuove catastrofi naturali. Alcuni studiosi affermano che la prossima inversione dei poli dovrebbe avvenire nel 2012 (un ciclo di precessione ha una durata di 26000 anni).
Secondo un'altra ipotesi, la piana di Giza sarebbe uno dei tanti ombelichi sparsi nel mondo (Cuzco, Isola di Pasqua, ecc.). Essi costituirebbero un centro nel quale si addensano energie particolari di cui, però, non si sa molto. Alcuni degli studiosi che si interessano a questa teoria sostengono che i vari ombelichi erano in contatto tra loro e quindi in grado di trasmettere e ricevere messaggi.
Il fisico cairota Amr Gohed, a proposito della radiazione cosmica all'interno della piramide di Cheope, disse:"Ciò che avviene all'interno del monumento contraddice tutte le leggi della scienza e dell'elettronica conosciute".
digilander.libero.it

Pubblicato da Catherine
http://crepanelmuro.blogspot.it

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