Premessa Importante
Nel momento in cui parliamo di un qualcosa, o di una situazione in generale, possiamo dire di essere in due dimensioni, o nella dimensione delle parole, delle idee; il pensiero perfetto o imperfetto che sia mantiene sempre la sua perfezione di forma ideale, immutata, come tutto quello che è "ideale", cioè solo nell'idea, quindi immobile e perfetto ... ma di immobile non c'è nulla, tutto muta, e dal momento in cui intraprendiamo quella strada o quell'avventura, di cui poco prima ci sembrava di conoscere abbastanza, si apre davanti a noi una nuova dimensione che fa si che da quel momento tutti gli istanti che arriveranno dopo li vedrai con quella nuova conoscenza, in più, la profondità la chiamo io, quando ti immergi in una situazione e oltre che vedere gli attimi futuri anche tutti quelli passati rivedrai sotto quella nuova luce, con quel "nuovo" punto di vista che ha illuminato l'angolo buio che prima non appariva, oppure perché è iniziato quello che possiamo anche chiamare il viaggio nella tela, l'immersione nella nuova prospettiva. La terza dimensione? Chiamiamola come più ci piace, ma, il fatto è che, spostato nel "reale", quel pensiero o quell'idea mutano, si evolvono i diventano quello per cui erano nati, si trasformano mostrandoci aspetti e avvenimenti inattesi, nuovi, la novità ... e da cui forse, avremo da imparare noi alla fin fine.
Sovente li definiamo con Sorprese e\o Imprevisti ... questi avvenimenti.
Guardate questa domanda, Come si raggiunge l'illuminazione spirituale, cercata
su yahoo.answers che spesso leggo anche solo per curiosità ... cliccate sul link e vedrete anche altre opinioni, è quello il bello di queste risposte ... tanti punti di vista.
Qui sempre la stessa domanda da altri utenti.
Nel momento in cui parliamo di un qualcosa, o di una situazione in generale, possiamo dire di essere in due dimensioni, o nella dimensione delle parole, delle idee; il pensiero perfetto o imperfetto che sia mantiene sempre la sua perfezione di forma ideale, immutata, come tutto quello che è "ideale", cioè solo nell'idea, quindi immobile e perfetto ... ma di immobile non c'è nulla, tutto muta, e dal momento in cui intraprendiamo quella strada o quell'avventura, di cui poco prima ci sembrava di conoscere abbastanza, si apre davanti a noi una nuova dimensione che fa si che da quel momento tutti gli istanti che arriveranno dopo li vedrai con quella nuova conoscenza, in più, la profondità la chiamo io, quando ti immergi in una situazione e oltre che vedere gli attimi futuri anche tutti quelli passati rivedrai sotto quella nuova luce, con quel "nuovo" punto di vista che ha illuminato l'angolo buio che prima non appariva, oppure perché è iniziato quello che possiamo anche chiamare il viaggio nella tela, l'immersione nella nuova prospettiva. La terza dimensione? Chiamiamola come più ci piace, ma, il fatto è che, spostato nel "reale", quel pensiero o quell'idea mutano, si evolvono i diventano quello per cui erano nati, si trasformano mostrandoci aspetti e avvenimenti inattesi, nuovi, la novità ... e da cui forse, avremo da imparare noi alla fin fine.
Sovente li definiamo con Sorprese e\o Imprevisti ... questi avvenimenti.
Come se osservando un quadro potessimo poco dopo immergerci dentro, è la stessa cosa, solo che ti immergi in un quadro chiamato "esperienza" o "realtà tangibile".
Illuminazione. Di cosa si parla quando si dice illuminazione o consapevolezza, visto che è sulla bocca di tutti, non proprio la parola illuminazione, più che altro si utilizza consapevolezza, la leggo spesso sopratutto negli ultimi tempi ... la consapevolezza la possiamo avere di molte cose.
Io sono fortemente convinto, e ne ho le mie buone ragioni perché osservo e ricordo, che quando si parla di consapevolezza, o illuminazione, siano molti quelli che non sanno di cosa stanno parlando oppure cercano di capirlo, e forse non lo so nemmeno io sia chiaro, ci provo, ma non è detto che mi riuscirà ... Il problema è che non esistono regole per averla, per essere nel raggio d'azione di quel fulmine che a cielo sereno si manifesta e ruota, trasforma e cambia molte tue convinzioni, o anche solo una ritenuta fino a prima fondamentale. l'Io. Io sono ...
Noi siamo tante cose assieme o una sola per tanto tempo. Possiamo essere, o identificarci visto che da li tutto è partito, in un solo ruolo per la durata di tutta l'esperienza. Siamo tutto e niente allo stesso tempo, sta a noi scegliere.
La realtà contiene all'incirca sette miliardi di punti di vista, questo penso a grandi linee.
Almeno in più di un occasione sono riuscito a sentire il tutto attorno a me e di esserne parte, di quel mare immenso che sembra riscaldarti il cuore e generare in te quel benessere che non vorresti mai lasciare o che mai finisse ... tutto muta ...
Non la troverai mai se la cerchi. Come tutte le cose, non cercarle, verranno loro a te ... se quella è la strada da percorrere, la vedrai, apparirà ... se forzi farai solo fatica inutile.
Basta guardarsi attorno
Spesso l'illuminazione è illusoria, e si tratta solo di un ego esaltato.
L'illuminazione arriva quando si smette di cercarla o desiderarla... direbbe un saggio
Spesso l'illuminazione è illusoria, e si tratta solo di un ego esaltato.
L'illuminazione arriva quando si smette di cercarla o desiderarla... direbbe un saggio
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Qui sempre la stessa domanda da altri utenti.
Dioniso777
Buona Lettura
quando una persona chiese la differenza tra loro due buddha disse io so di essere un buddha (cioè illuminato/risvegliato) tu no..
..non si può raggiungere ciò che è dentro ad ognuno..
..ognuno ha la Luce perchè è fatto di quella Luce...
...se cerchi l'illuminazione non la troverai mai perchè la Luce non può trovare e riconoscere se stessa visto che di se stessa è fatta...
..è semplicemente che non sappiamo di saperlo :)
...la domanda saggia sarebbe: come manifestare la Luce che ognuno ha.. ed in realtà E'?
Semplice...eliminando ciò che impedisce alla Luce di splendere e manifestarsi spontaneamente nella vita…
..e allora la cosiddetta illuminazione diventa un processo naturale e spontaneo (cioè da bipede evoluto si diventa un vero e completo Essere Umano)
Alcuni sinonimi di quella Luce sono Amore, saggezza, forza, libertà, serenità, armonia, genialità, originalità, coraggio, umorismo, creatività ecc
Come far risplendere l'Amore?
semplice, eliminando tutto ciò che non è Amore disinteressato ed incondizionato.. lasciando andare ciò che chiamiamo amore ma che in realtà è tutta un'altra cosa..
..ciò che resta è l’Amore che c’è gia in noi..
Come si fa a manifestare la saggezza?
,,,eliminando tutti i dogmi, i tabù, i divieti, gli obblighi, la morale, le ideologie.. tutti gli schemi mentali limitati e limitanti…
..ciò che resta è la saggezza che c’è gia in noi..
Come si fa a manifestare la forza?
…eliminando tutte le debolezze dell’ego (personalità)
..ciò che resta è la forza che c’è gia in noi..
Come si fa ad essere sereni?
..smettendo di fare tutte quelle cose, andare in tutti qui luoghi e frequentare tutte quelle persone che ci portano in situazioni di stress, rabbia, dolore ecc..
…ciò che resta è la serenità che c’è gia in noi..
Come si fa ad essere in armonia?
…smettendo di fare tutte quelle cose, andare in tutti quei luoghi e frequentare tutte quelle persone che ci portano fuori dal nostro equilibrio interiore ed esteriore...
…ciò che resta è l’armonia che c’è gia in noi..
Come si fa ad essere liberi?
..non seguendo e credendo a niente ed a nessuno…riconoscendo ognuno ed ogni cosa come insegnante/insegnamento di vita....uscendo dalla gabbia dorata in cui abbiamo accettato di vivere..
..ciò che resta è la libertà che c’è gia in noi..
Come si fa ad essere geniali?
..rinunciando a pensare ed a pensarsi in piccolo.. lasciando andare credi,vecchi paradigmi, biasimo, vittimismo, senso d’inferiorità e di inadeguatezza..
..ciò che resta è la genialità che c’è gia in noi..
Come si fa ad essere originali?
…non imitando nessuno ma seguendo spontaneamente solo la propria guida interiore.. esprimendo il proprio naturale carattere magico misterioso con originalità artistica.. smettendo semplicemente di copiare e imitare..
…ciò che resta è l’originalità che c’è gia in noi..
Come si fa ad essere coraggiosi?
..smettendo di avere paura.. o meglio di dare il potere alla paura (di rimanere soli, del cambiamento, di non essere all’altezza ecc) di determinare le nostre scelte di vita…
…ciò che resta è il coraggio che c’è gia in noi..
Come si fa ad avere umorismo?
..smettendo di biasimarsi.. di fare la vittima.. di essere drammaticamente tristi…acidi.. pessimisti…
…ciò che resta è l’umorismo che c’è gia in noi..
Come si fa ad essere creativi?
..smettendo di essere sterili, freddi, apatici, rigidi, chiusi…mentalmente ed emotivamente…
…ciò che resta è la creatività che c’è gia in noi..
Capito come funziona?
Non si può cercare e trovare qualcosa che è già nella nostra natura, dobbiamo imparare a eliminare/trasformare ciò che impedisce a quel qualcosa di splendere spontaneamente come dovrebbe fare per sua natura.
E tutti sappiamo che almeno una volta nella vita siamo stati in contatto con quella Luce...anche se non sapevamo cosa era.. o credevamo fosse qualche entità divina esterna a noi…o magari ci siamo raccontati che non era vero…
In una frase:
Sii ciò che Sei…e lascia andare ciò che non Sei veramente..
Che la tua Luce possa risplendere nel mondo
..non si può raggiungere ciò che è dentro ad ognuno..
..ognuno ha la Luce perchè è fatto di quella Luce...
...se cerchi l'illuminazione non la troverai mai perchè la Luce non può trovare e riconoscere se stessa visto che di se stessa è fatta...
..è semplicemente che non sappiamo di saperlo :)
...la domanda saggia sarebbe: come manifestare la Luce che ognuno ha.. ed in realtà E'?
Semplice...eliminando ciò che impedisce alla Luce di splendere e manifestarsi spontaneamente nella vita…
..e allora la cosiddetta illuminazione diventa un processo naturale e spontaneo (cioè da bipede evoluto si diventa un vero e completo Essere Umano)
Alcuni sinonimi di quella Luce sono Amore, saggezza, forza, libertà, serenità, armonia, genialità, originalità, coraggio, umorismo, creatività ecc
Come far risplendere l'Amore?
semplice, eliminando tutto ciò che non è Amore disinteressato ed incondizionato.. lasciando andare ciò che chiamiamo amore ma che in realtà è tutta un'altra cosa..
..ciò che resta è l’Amore che c’è gia in noi..
Come si fa a manifestare la saggezza?
,,,eliminando tutti i dogmi, i tabù, i divieti, gli obblighi, la morale, le ideologie.. tutti gli schemi mentali limitati e limitanti…
..ciò che resta è la saggezza che c’è gia in noi..
Come si fa a manifestare la forza?
…eliminando tutte le debolezze dell’ego (personalità)
..ciò che resta è la forza che c’è gia in noi..
Come si fa ad essere sereni?
..smettendo di fare tutte quelle cose, andare in tutti qui luoghi e frequentare tutte quelle persone che ci portano in situazioni di stress, rabbia, dolore ecc..
…ciò che resta è la serenità che c’è gia in noi..
Come si fa ad essere in armonia?
…smettendo di fare tutte quelle cose, andare in tutti quei luoghi e frequentare tutte quelle persone che ci portano fuori dal nostro equilibrio interiore ed esteriore...
…ciò che resta è l’armonia che c’è gia in noi..
Come si fa ad essere liberi?
..non seguendo e credendo a niente ed a nessuno…riconoscendo ognuno ed ogni cosa come insegnante/insegnamento di vita....uscendo dalla gabbia dorata in cui abbiamo accettato di vivere..
..ciò che resta è la libertà che c’è gia in noi..
Come si fa ad essere geniali?
..rinunciando a pensare ed a pensarsi in piccolo.. lasciando andare credi,vecchi paradigmi, biasimo, vittimismo, senso d’inferiorità e di inadeguatezza..
..ciò che resta è la genialità che c’è gia in noi..
Come si fa ad essere originali?
…non imitando nessuno ma seguendo spontaneamente solo la propria guida interiore.. esprimendo il proprio naturale carattere magico misterioso con originalità artistica.. smettendo semplicemente di copiare e imitare..
…ciò che resta è l’originalità che c’è gia in noi..
Come si fa ad essere coraggiosi?
..smettendo di avere paura.. o meglio di dare il potere alla paura (di rimanere soli, del cambiamento, di non essere all’altezza ecc) di determinare le nostre scelte di vita…
…ciò che resta è il coraggio che c’è gia in noi..
Come si fa ad avere umorismo?
..smettendo di biasimarsi.. di fare la vittima.. di essere drammaticamente tristi…acidi.. pessimisti…
…ciò che resta è l’umorismo che c’è gia in noi..
Come si fa ad essere creativi?
..smettendo di essere sterili, freddi, apatici, rigidi, chiusi…mentalmente ed emotivamente…
…ciò che resta è la creatività che c’è gia in noi..
Capito come funziona?
Non si può cercare e trovare qualcosa che è già nella nostra natura, dobbiamo imparare a eliminare/trasformare ciò che impedisce a quel qualcosa di splendere spontaneamente come dovrebbe fare per sua natura.
E tutti sappiamo che almeno una volta nella vita siamo stati in contatto con quella Luce...anche se non sapevamo cosa era.. o credevamo fosse qualche entità divina esterna a noi…o magari ci siamo raccontati che non era vero…
In una frase:
Sii ciò che Sei…e lascia andare ciò che non Sei veramente..
Che la tua Luce possa risplendere nel mondo
Ostacoli: Identificazione - I Ruoli, Le Parti
Ogni cosa che ci
riguardi è ciclica.
Il mantenimento di uno "stato" significa immobilità.
L'immobilità è impossibile, perché se cercassimo un punto di equilibrio,
o coinciderebbe con il livelle energetico più basso, e sarebbe un punto di equilibrio stabile,
evidentemente inaccettabile;
oppure corrisponderebbe al punto energetico massimo, idealmente perseguibile, ma in questo caso l'equilibrio sarebbe instabile.
L'alternanza di stati energetici fornisce in ogni istante la certezza
di poter raggiungere l'apice (e questo è già sufficiente a fornire un senso complessivo),
e allo stesso tempo permette di scongiurare la stabilità dell'unico stato non desiderabile.
Tuttavia
possiamo immaginare un sistema interiore complesso,
in cui lasciare interagire cicli diversi; possiamo immaginare di essere capaci di camminare
costantemente sulle creste d'onda, vivendo di volta in volta in un ciclo piuttosto che in un altro,
polarizzando la nostra attenzione su tutti i punti di equilibrio instabile,
così da vivere costantemente
nell'equilibrio instabile del nostro Essere.
Il mantenimento di uno "stato" significa immobilità.
L'immobilità è impossibile, perché se cercassimo un punto di equilibrio,
o coinciderebbe con il livelle energetico più basso, e sarebbe un punto di equilibrio stabile,
evidentemente inaccettabile;
oppure corrisponderebbe al punto energetico massimo, idealmente perseguibile, ma in questo caso l'equilibrio sarebbe instabile.
L'alternanza di stati energetici fornisce in ogni istante la certezza
di poter raggiungere l'apice (e questo è già sufficiente a fornire un senso complessivo),
e allo stesso tempo permette di scongiurare la stabilità dell'unico stato non desiderabile.
Tuttavia
possiamo immaginare un sistema interiore complesso,
in cui lasciare interagire cicli diversi; possiamo immaginare di essere capaci di camminare
costantemente sulle creste d'onda, vivendo di volta in volta in un ciclo piuttosto che in un altro,
polarizzando la nostra attenzione su tutti i punti di equilibrio instabile,
così da vivere costantemente
nell'equilibrio instabile del nostro Essere.
vergato da Xtc
Ambra Guerrucci
Un altro ostacolo che si pone tra le persone e la consapevolezza è l’identificazione, un fenomeno che vede l’individuo immedesimarsi con un oggetto, idea, convinzione, pensiero, o emozione. Ogni persona è identificata con qualcosa: la propria professione, religione, partito politico, nazionalità, con un gruppo etnico, una città, una squadra sportiva, o, più comunemente con il proprio nome e il proprio corpo.
Un altro aspetto dell’identificazione è il sentirsi “tutt’uno” con un’altra persona, ma non energicamente, bensì proiettando su di essa la propria identità desiderata o le esperienze passate.
Può accadere anche che ci si identifichi con la macchina che possediamo, con una marca d’abbigliamento, e se proviamo a riflettere sul modo in cui funziona l’identificazione, scopriremo, che anche noi siamo identificati con qualcosa.
Ad esempio, vi siete mai sentiti offesi nel sentir criticare la vostra nazione o città? Come vi sentite se viene criticata la macchina che guidi, il lavoro che svolgi, il tuo corpo, o lati del tuo carattere? Forse le critiche sono appropriate, magari sono le stesse che in alcuni momenti pensiamo anche noi, ma sentirselo dire da altri ci fa sentire offesi, perché ci siamo identificati con quanto criticato.
Quando ciò accade è impossibile vedere le cose obbiettivamente, l’argomento diventa “personale”, in quanto percepiamo l’oggetto della critica come parte di noi. Se osserviamo la struttura della nostra personalità (l’ego), ci accorgiamo che parte di essa si è originata attraverso lo stesso processo dell’identificazione: definiamo noi stessi, ci etichettiamo, attraverso l’associazione con una certa nazionalità, professione, religione, cultura, classe sociale, e attraverso la nostra personalità.
Quando ci domandano: “Chi sei?”, generalmente tendiamo a rispondere elencando le cose con cui siamo identificati, ad esempio, se facciamo questa domanda a qualcuno, potremo sentirci rispondere: “Sono Francesco, vivo a Firenze, e di professione sono avvocato. Sono di fede Cattolica, vado ogni domenica in chiesa, faccio volontariato al Grean Peace, tifo per l’Italia e voto sempre il Partito Democratico.” Una persona del genere, che se ne renda conto o meno, è identificata con il ruolo sociale, una professione, una città, una religione, un associazione, un partito politico ed una squadra nazionale.
Tutte queste cose hanno contribuito a creare la personalità di Francesco, e un idea di chi lui stesso è, le stesse cose in cui siamo identificati un po’ tutti al giorno d‘oggi. Gli antichi Romani, invece, erano identificati principalmente con il proprio mestiere, era quello che li faceva sentire importanti e costituiva una grande parte della propria identità, tanto da scriverlo persino sull’epitaffio tombale...
Analogamente ci identifichiamo con le nostre emozioni, anche se questo fenomeno è più temporaneo rispetto all’identificazione con idee o convinzioni, ma si presenta più intensamente per il periodo della durata. Capita di frequente, quando ci arrabbiamo, di identificarsi con la rabbia e di affermare: “Io sono arrabbiato”. Questa stessa frase mette “l’io” e la rabbia sullo stesso piano, come se in quel momento fossero una sola cosa; ciò vale anche per “Io sono felice”, “Io sono triste”, “Io sono preoccupato”, “Io sono tranquillo”. Si può quindi dire, in vero, che l’essere umano tende a diventare l’emozione di cui sta facendo esperienza, riducendo la propria consapevolezza a quell’emozione, e non lasciando spazio ad altro. Queste dinamiche restringono il nostro punto di vista, limitando la nostra prospettiva ad una visione molto soggettiva delle cose, nel caso della rabbia tendiamo a focalizzarci totalmente su quelle parti del corpo emotivo e del corpo della personalità che vibrano con essa, escludendo totalmente gli altri corpi sottili più elevati, che avrebbero potuto portare accettazione o comprensione, offrendo prospettive più ampie della situazione.
Un altro aspetto molto comune dell’identificazione è quella che coinvolge pensieri, idee e convinzioni profonde, in alcune circostanze, l’identificazione diventa così forte, da indurre le persone allo scontro per difenderle le proprie idee, o nel tentativo di imporle agli altri. Convincimenti e forme pensiero estendono il loro potere fino al corpo della personalità dove, unite alle altre cose con cui ci identifichiamo, danno un quadro completo della nostra identità, ciò che crediamo di essere. Sono infinite le occasioni di identificazione, le “etichette” che possiamo scegliere di “attaccare” alla nostra personalità, ma l’effetto di diventare ciò di cui facciamo esperienza, e restringere la nostra prospettiva, rimane invariato. In altre parole, con l’identificazione, abbiamo una notevole perdita di consapevolezza, dato che si tratta di un processo che la costringe a spostarsi continuamente, in funzione dei pensieri, delle emozioni e dei convincimenti che sperimentiamo, focalizzandosi solo su di essi. In oltre, l’identità, essendo frammentata, tende a mostrare “maschere” diverse a seconda dell’ambiente in cui ci troviamo. Ad esempio, molti cattolici che in chiesa sembrano vivere per la loro fede, in ambienti mondani, cambiano radicalmente il loro atteggiamento, dimenticando la morale e giudicando gli altri per sentirsi superiori. Molto spesso mi capita di sentir parlare di persone che quando sono sole con un altro individuo si comportano in un modo, e quando si trovano in gruppo, o in contesti diversi, cambiano completamente atteggiamento: anche questo fa parte della dinamica energetica legata alla frammentazione della personalità. Comunemente, diverse identità sono tra loro in conflitto, e ciò ci impedisce di vivere una vita da individui integri, comportando grossi conflitti interiori. In sintesi, il problema dell’identificazione non sta nelle idee, nelle emozioni, o nell’oggetto di per sé, ma nel pensare che esso sia parte di noi, ed è proprio quest’affermazione a restringere la nostra prospettiva. Da tutto questo si comprende un importante legge metafisica: più siamo identificati con qualcosa, meno siamo consapevoli; più la consapevolezza cresce e meno ci identifichiamo.
ambraguerrucci.blogspot.it
La maggior parte delle persone è così completamente identificata con la voce nella testa, con quell'incessante flusso di pensiero involontario e compulsivo e con l'emozione che lo accompagna, che potremmo definirle possedute dalle loro menti. Fino a che ne siete completamente inconsapevoli, credete che colui che pensa sia chi siete. Questa è la mente egoica. La chiamiamo egoica, perché vi è un senso del sé, dell'io (l'ego), in ogni pensiero, in ogni memoria, in ogni interpretazione, opinione, punto di vista, reazione, emozione. E spiritualmente parlando questa è l'inconsapevolezza. Il vostro pensare, il contenuto della vostra mente, è ovviamente condizionato dal passato, dalla maniera in cui siete stati tirati su, dalla vostra cultura, dalla situazione familiare, e così via. Il nucleo centrale di tutta la vostra attività mentale, consiste in pensieri ed emozioni ripetitivi, in schemi reattivi con i quali siete fortemente identificati. Questa entità è l'ego stesso.
In molti casi, quando dite "io," non siete voi ma è l'ego che parla, come abbiamo già visto. è costituito da pensiero ed emozione, con un insieme di memorie che identificate come "me e la mia storia," di ruoli abituali che giocate senza neppure saperlo, di identificazione collettive come la nazionalità, religione, razza, classe sociale, fede politica. Non solamente è identificazione personale con ciò che si possiede, e anche con le opinioni, le apparenze esteriori, i vecchi risentimenti, e le idee su voi stessi come uno meglio degli altri o non così bravo come gli altri, come uno che ha successo o che è un fallimento.
Anche se la struttura di tutti gli ego è la stessa, il contenuto dell'ego varia da persona a persona. In altre parole, l'ego differisce solamente nell'aspetto superficiale, nel fondo sono tutti uguali. E in che modo sono uguali? Vivono tutti grazie all'identificazione e alla separazione. Se vivete attraverso il sé creato dalla mente, l'ego, che è fatto di pensieri ed emozioni, le basi della vostra identità sono instabili perché pensiero ed emozione sono per loro natura effimeri, passeggeri. Per questo, ogni ego si sforza continuamente di sopravvivere, cercando di proteggersi e di ingrandirsi. E per confermare il pensiero che ha su di sé ha bisogno del pensiero opposto che è poi quello "dell'altro." Il concetto "io" non può sopravvivere senza il concetto "altro". E quando guardo gli altri come i miei nemici, gli altri sono soprattutto "l'altro". Ad un estremità della scala di valori di questo schema egoico inconscio, c'è l'abitudine compulsiva a cercare manchevolezze e a lamentarsi degli altri. Gesù si riferiva proprio a questo quando diceva: <<Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo?>> All'altra estremità di quella scala di valori, vi è la violenza fisica fra le persone e gli atti belligeranti fra le nazioni. Nella Bibbia la domanda di Gesù rimane senza risposta, ma ovviamente la risposta è: Perché quando critico o condanno un altro, mi sento superiore, più grande.
Da "Una Nuova Terra", di Eckhart Tolle, ed Mondadori
Pubblicato da Catherine
Un altro ostacolo che si pone tra le persone e la consapevolezza è l’identificazione, un fenomeno che vede l’individuo immedesimarsi con un oggetto, idea, convinzione, pensiero, o emozione. Ogni persona è identificata con qualcosa: la propria professione, religione, partito politico, nazionalità, con un gruppo etnico, una città, una squadra sportiva, o, più comunemente con il proprio nome e il proprio corpo.
Un altro aspetto dell’identificazione è il sentirsi “tutt’uno” con un’altra persona, ma non energicamente, bensì proiettando su di essa la propria identità desiderata o le esperienze passate.
Può accadere anche che ci si identifichi con la macchina che possediamo, con una marca d’abbigliamento, e se proviamo a riflettere sul modo in cui funziona l’identificazione, scopriremo, che anche noi siamo identificati con qualcosa.
Ad esempio, vi siete mai sentiti offesi nel sentir criticare la vostra nazione o città? Come vi sentite se viene criticata la macchina che guidi, il lavoro che svolgi, il tuo corpo, o lati del tuo carattere? Forse le critiche sono appropriate, magari sono le stesse che in alcuni momenti pensiamo anche noi, ma sentirselo dire da altri ci fa sentire offesi, perché ci siamo identificati con quanto criticato.
Quando ciò accade è impossibile vedere le cose obbiettivamente, l’argomento diventa “personale”, in quanto percepiamo l’oggetto della critica come parte di noi. Se osserviamo la struttura della nostra personalità (l’ego), ci accorgiamo che parte di essa si è originata attraverso lo stesso processo dell’identificazione: definiamo noi stessi, ci etichettiamo, attraverso l’associazione con una certa nazionalità, professione, religione, cultura, classe sociale, e attraverso la nostra personalità.
Quando ci domandano: “Chi sei?”, generalmente tendiamo a rispondere elencando le cose con cui siamo identificati, ad esempio, se facciamo questa domanda a qualcuno, potremo sentirci rispondere: “Sono Francesco, vivo a Firenze, e di professione sono avvocato. Sono di fede Cattolica, vado ogni domenica in chiesa, faccio volontariato al Grean Peace, tifo per l’Italia e voto sempre il Partito Democratico.” Una persona del genere, che se ne renda conto o meno, è identificata con il ruolo sociale, una professione, una città, una religione, un associazione, un partito politico ed una squadra nazionale.
Tutte queste cose hanno contribuito a creare la personalità di Francesco, e un idea di chi lui stesso è, le stesse cose in cui siamo identificati un po’ tutti al giorno d‘oggi. Gli antichi Romani, invece, erano identificati principalmente con il proprio mestiere, era quello che li faceva sentire importanti e costituiva una grande parte della propria identità, tanto da scriverlo persino sull’epitaffio tombale...
Analogamente ci identifichiamo con le nostre emozioni, anche se questo fenomeno è più temporaneo rispetto all’identificazione con idee o convinzioni, ma si presenta più intensamente per il periodo della durata. Capita di frequente, quando ci arrabbiamo, di identificarsi con la rabbia e di affermare: “Io sono arrabbiato”. Questa stessa frase mette “l’io” e la rabbia sullo stesso piano, come se in quel momento fossero una sola cosa; ciò vale anche per “Io sono felice”, “Io sono triste”, “Io sono preoccupato”, “Io sono tranquillo”. Si può quindi dire, in vero, che l’essere umano tende a diventare l’emozione di cui sta facendo esperienza, riducendo la propria consapevolezza a quell’emozione, e non lasciando spazio ad altro. Queste dinamiche restringono il nostro punto di vista, limitando la nostra prospettiva ad una visione molto soggettiva delle cose, nel caso della rabbia tendiamo a focalizzarci totalmente su quelle parti del corpo emotivo e del corpo della personalità che vibrano con essa, escludendo totalmente gli altri corpi sottili più elevati, che avrebbero potuto portare accettazione o comprensione, offrendo prospettive più ampie della situazione.
Un altro aspetto molto comune dell’identificazione è quella che coinvolge pensieri, idee e convinzioni profonde, in alcune circostanze, l’identificazione diventa così forte, da indurre le persone allo scontro per difenderle le proprie idee, o nel tentativo di imporle agli altri. Convincimenti e forme pensiero estendono il loro potere fino al corpo della personalità dove, unite alle altre cose con cui ci identifichiamo, danno un quadro completo della nostra identità, ciò che crediamo di essere. Sono infinite le occasioni di identificazione, le “etichette” che possiamo scegliere di “attaccare” alla nostra personalità, ma l’effetto di diventare ciò di cui facciamo esperienza, e restringere la nostra prospettiva, rimane invariato. In altre parole, con l’identificazione, abbiamo una notevole perdita di consapevolezza, dato che si tratta di un processo che la costringe a spostarsi continuamente, in funzione dei pensieri, delle emozioni e dei convincimenti che sperimentiamo, focalizzandosi solo su di essi. In oltre, l’identità, essendo frammentata, tende a mostrare “maschere” diverse a seconda dell’ambiente in cui ci troviamo. Ad esempio, molti cattolici che in chiesa sembrano vivere per la loro fede, in ambienti mondani, cambiano radicalmente il loro atteggiamento, dimenticando la morale e giudicando gli altri per sentirsi superiori. Molto spesso mi capita di sentir parlare di persone che quando sono sole con un altro individuo si comportano in un modo, e quando si trovano in gruppo, o in contesti diversi, cambiano completamente atteggiamento: anche questo fa parte della dinamica energetica legata alla frammentazione della personalità. Comunemente, diverse identità sono tra loro in conflitto, e ciò ci impedisce di vivere una vita da individui integri, comportando grossi conflitti interiori. In sintesi, il problema dell’identificazione non sta nelle idee, nelle emozioni, o nell’oggetto di per sé, ma nel pensare che esso sia parte di noi, ed è proprio quest’affermazione a restringere la nostra prospettiva. Da tutto questo si comprende un importante legge metafisica: più siamo identificati con qualcosa, meno siamo consapevoli; più la consapevolezza cresce e meno ci identifichiamo.
ambraguerrucci.blogspot.it
La maggior parte delle persone è così completamente identificata con la voce nella testa, con quell'incessante flusso di pensiero involontario e compulsivo e con l'emozione che lo accompagna, che potremmo definirle possedute dalle loro menti. Fino a che ne siete completamente inconsapevoli, credete che colui che pensa sia chi siete. Questa è la mente egoica. La chiamiamo egoica, perché vi è un senso del sé, dell'io (l'ego), in ogni pensiero, in ogni memoria, in ogni interpretazione, opinione, punto di vista, reazione, emozione. E spiritualmente parlando questa è l'inconsapevolezza. Il vostro pensare, il contenuto della vostra mente, è ovviamente condizionato dal passato, dalla maniera in cui siete stati tirati su, dalla vostra cultura, dalla situazione familiare, e così via. Il nucleo centrale di tutta la vostra attività mentale, consiste in pensieri ed emozioni ripetitivi, in schemi reattivi con i quali siete fortemente identificati. Questa entità è l'ego stesso.
In molti casi, quando dite "io," non siete voi ma è l'ego che parla, come abbiamo già visto. è costituito da pensiero ed emozione, con un insieme di memorie che identificate come "me e la mia storia," di ruoli abituali che giocate senza neppure saperlo, di identificazione collettive come la nazionalità, religione, razza, classe sociale, fede politica. Non solamente è identificazione personale con ciò che si possiede, e anche con le opinioni, le apparenze esteriori, i vecchi risentimenti, e le idee su voi stessi come uno meglio degli altri o non così bravo come gli altri, come uno che ha successo o che è un fallimento.
Anche se la struttura di tutti gli ego è la stessa, il contenuto dell'ego varia da persona a persona. In altre parole, l'ego differisce solamente nell'aspetto superficiale, nel fondo sono tutti uguali. E in che modo sono uguali? Vivono tutti grazie all'identificazione e alla separazione. Se vivete attraverso il sé creato dalla mente, l'ego, che è fatto di pensieri ed emozioni, le basi della vostra identità sono instabili perché pensiero ed emozione sono per loro natura effimeri, passeggeri. Per questo, ogni ego si sforza continuamente di sopravvivere, cercando di proteggersi e di ingrandirsi. E per confermare il pensiero che ha su di sé ha bisogno del pensiero opposto che è poi quello "dell'altro." Il concetto "io" non può sopravvivere senza il concetto "altro". E quando guardo gli altri come i miei nemici, gli altri sono soprattutto "l'altro". Ad un estremità della scala di valori di questo schema egoico inconscio, c'è l'abitudine compulsiva a cercare manchevolezze e a lamentarsi degli altri. Gesù si riferiva proprio a questo quando diceva: <<Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo?>> All'altra estremità di quella scala di valori, vi è la violenza fisica fra le persone e gli atti belligeranti fra le nazioni. Nella Bibbia la domanda di Gesù rimane senza risposta, ma ovviamente la risposta è: Perché quando critico o condanno un altro, mi sento superiore, più grande.
Da "Una Nuova Terra", di Eckhart Tolle, ed Mondadori
Pubblicato da Catherine
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