Ieri ho dovuto lottare con un virus nel computer. Segno evidente che le mie difese immunitarie sono basse in questo periodo.
Il virus in questione è il 'Win64/Patched.A'.
L’Avg free, che ho installato di default, continuava a segnalare il worm e anche un’altra serie di parassiti vari. Mi sono accorto che in questi casi ci si mette sempre nelle mani di chi, si suppone, ne sappia di più.
È logico, si potrebbe pensare. Certo. Però ci si espone ad operazioni che mai avremmo fatto in assenza di quel virus. Ossia, se quel virus ha un senso, qualcuno se ne potrebbe approfittare. Ad esempio, colto da nervosismo e spazientito dalle continue segnalazioni a vuoto dell’antivirus, mi sono costretto ad accettare i consigli che trovavo in Internet.
A quel punto era possibile aggiungere virus a virus, in quanto i siti frequentati erano praticamente sconosciuti per me. Mi dovevo fidare di quello che trovavo. A quel punto ho dovuto seguire le istruzioni di persone che teoricamente potevano essere le stesse che avevano sviluppato il virus.
Perché?
Beh… perché esiste il virus. Esso ha certamente un nesso col fatto che in seguito mi sono ritrovato a cercare una soluzione. Come se fosse il virus stesso a spingermi indirettamente su certe piste.
Comunque, ho iniziato a scaricare soluzioni 'un tanto al pacchetto'. Spazientito ed innervosito ho sentito di dover scaricare un altro antivirus ufficiale e mi è venuto in mente un nome da film sufficientemente agganciato al potenziale del genio, ossia:Kaspersky.
Quel nome, non so perché, mi conferiva sicurezza in termini di genialità.
L'aggancio è, in qualche modo, all’abilità di Kasparov, il famoso campione di scacchi. Ebbene, seguendo questo tenue filo di speranza ho eseguito il download di ‘Pure 2.0’, in versione trial per 30 giorni, e puntualmente dopo avere eseguito la scansione del computer, è riuscito ad eliminare il virus.
Questo virus ha la particolarità di sostituire il file di sistema ‘Service.exe’, nella cartella 'C:\Windows\System32', per cui non è semplice riportarlo alla sua versione originale. Da quel 'punto', opera, distribuendo malfunzionamenti ed appesantimenti generali del sistema operativo. Insomma, una vera e propria spina nel fianco.
Esisterà senz’altro di peggio, ma a me diciamo che è bastato questo.
Se, ora, mi ritrovo a fare pubblicità a questo prodotto è perché ne ho tratto un beneficio. La cosa interessante, forse una leggenda del Web, è che sono state proprio le case che vendono antivirus a concepire i virus nei computer.
Ossia, crea un problema e fornisci la soluzione.
Crea l’aspettativa, la necessità, nella Massa ed approfittane.
Adesso, probabilmente, sto osannando proprio uno degli attori che mi ha impestato il pc. Allo stesso Tempo quel virus l’ho preso per motivi legati alla mia operatività/navigazione, per cui ho avuto quello che meritavo in termini di riflesso delle proprie azioni.
Semina vento e raccoglierai tempesta.
Credevo il mio computer sufficientemente protetto e invece ho amaramente constatato che non lo era. Che cosa dovrei desumere di me, visto che tutto ci riflette?
Di fare maggiore attenzione alla mia sovranità personale e di non fare il passo più lungo della gamba, cedendo alle lusinghe di software di cui se ne può fare anche a meno. Ieri, è come se fossi stato attratto da aspetti tendenti a distogliermi da quello che stavo facendo. È una questione di attenzione, concentrazione, totalità, consapevolezza, chiarezza mentale, etc.
Ok. Ho compreso, grazie a questa ultima frase:
ero tentato di evadere dal tracciato che stavo percorrendo. Se quel tracciato, adesso continua ad avere Cuore per me, significa che l’attacco virale di ieri non ha altro che sottolineato ed evidenziato la bontà della via intrapresa. È una marcatura indiretta. Va osservata e capita attraverso l’intero essere.
Occorre non fermarsi all’evidenza più appariscente ed immediata.
Non è un approfondire ma un sentire.
Il Tempo fa solo da corollario.
1 secondo o una Vita: non fa differenza. La differenza esiste solo dal punto prospettico delle 3d, se si è convinti che questa Vita sia tutto quello che abbiamo a disposizione…
Ora, passo velocemente, e non a caso, ad evidenziare questa notizia:
Il premio milionario che nessuno riesce a vincere.
L'Ibrahim Prize for Achievement in African Leadership è un riconoscimento per il miglior risultato di leadership africana ideato dal milionario sudanese Mohammed ‘Mo’ Ibrahim, magnate dei telefoni cellulari trapiantato a Londra.
Un'iniziativa che lo ha reso celebre presso i governi africani e che mette in palio ogni anno 5 milioni di dollari rateizzati in dieci anni - più 200 mila dollari l'anno di vitalizio dopo i dieci anni - per il leader politico del continente che si distingue grazie ad un operato politico ineccepibile.
L'eccellenza in tema di governi, infatti, è secondo l'imprenditore l'unica via d'uscita per un paese considerato ancora ‘terzo mondo’: ‘L'Africa è un continente ricchissimo, non abbiamo scuse per la nostra povertà. Il problema dell'Africa non è che mancano i fondi. Mancano i governi. Senza una buona governance non andremo da nessuna parte’...
Quest'anno non è stato possibile trovare un candidato in grado di soddisfare tutti i requisiti di qualità richiesti e l'Ibrahim Prize si conferma così come un premio molto ambito e di assoluto pregio. Si pensi che solo per la nomination è stato creato un indice composto da 86 criteri per ciascuna delle 54 nazioni africane, che misura l'efficienza dei governi nel mantenere la sicurezza, il rispetto delle leggi, i diritti civili, la libertà economica e la promozione sociale.
L'Angola di fronte alla 'maledizione dell'oro nero'.
È un ossimoro sociale, una cruda contraddizione in termini comuni a molti paesi del Terzo mondo. L'Angola è il secondo più importante produttore di petrolio dell'Africa e la terza economia del continente. Eppure oltre metà della sua popolazione è costretta a vivere alle soglie della fame.
A Luanda, la capitale, per esempio il 91% della popolazione non ha l'acqua corrente: 'Qua non abbiamo l'acqua nelle case e dobbiamo venire fin qui per fare provvista'. Eppure l'Angola esporta due milioni di barili di greggio al giorno e secondo le stime sta per superare la Nigeria come maggior produttore africano. Ma le statistiche ingannano.
'Malgrado il Pil si aggiri tra i 4 e 5.000 dollari a testa, questi dati non descrivono la situazione del paese. Si è scavato un gigantesco gap tra ricchi e poveri. Il coefficiente di Gini, la misura della diseguaglianza della distribuzione, è tra i più alti del mondo'.
Per alcuni si tratta di un effetto collaterale dell'industria petrolifera che impiega meno dell'1% della forza lavoro totale mentre i profitti entrano nelle tasche di una minoranza di superricchi che vivono in un'enclave che somiglia a una versione africana di Saint-Tropez. Dove possono godersi i ristoranti del lungomare di una delle città più care del mondo...
La cosiddetta 'maledizione dell'oro nero' deposita nella casse del paese ampie riserve di denaro mentre milioni di angolani sono costretti a sopravvivere con meno di due dollari al giorno.
Link
le statistiche ingannano
la cosiddetta ‘maledizione dell'oro nero’ deposita nella casse del paese ampie riserve di denaro mentre milioni di angolani sono costretti a sopravvivere con meno di due dollari al giorno.
È sempre lo stesso ritornello. In Africa lo si vede ancora meglio. Non è una questione di ‘tanto l’Africa è lontana’, bensì di un fuoco acceso e talmente evidente da vedersi in tutto il Mondo.
La sua luce alimenta di bagliori similari tutto ciò che la riflette. La luce di quel rogo si diffonde dappertutto, come quella di un faro per ogni natante in navigazione nella notte o nella mancanza di visibilità. Il mantenersi a certe distanze dalla costa permette di scorgere la luce del faro, allontanarsi troppo mette a repentaglio la propria sicurezza.L’Africa sta 'bruciando' e le sue fiamme si vedono dappertutto. Non è più una questione di sicurezza del cammino, ma di denuncia di uno smarrimento collettivo.
Guardate! Stiamo bruciando e lo sapete il perché? Perché non facciamo niente per smettere di bruciare. Bruciamo di conseguenza…
Il messaggio è per tutto il Mondo perché l’Africa ha la forma di un Cuore ed è centrale rispetto alla dislocazione delle terre emerse.
Ma non si può pensare di ‘salvare l’Africa’ se prima non giungiamo a conoscere noi stessi e se gli africani non fanno nulla per salvare se stessi. Il ‘problema’ va affrontato con la giusta prospettiva e nella direzione più autentica. Altrimenti diventa solo un spostare l’attenzione dal proprio cammino, per motivi molto simili a quello che è accaduto a me nella giornata di ieri.
Focus e chiarezza mentale.
Ultimamente mi sono trovato in grande difficoltà ad esprimere, a parole, ‘quello che voglio fare’. Mi sono accorto di un altro vuoto dentro di me e, ormai sappiamo molto bene che, quello che lasciamo viene preso e che ciò che non si esprime s’imprime.
Ossia, otteniamo due ‘disgrazie’ senza colpo ferire:
lasciamo opportunità ghiotte per evolvere
somatizziamo la rinuncia sulla nostra pelle e dentro di noi.
Problem solving.
Il problem solving (locuzione inglese che può essere tradotta in italiano comerisoluzione di un problema) è un'attività del pensiero che un organismo o un dispositivo di intelligenza artificiale mettono in atto per raggiungere una condizione desiderata a partire da una condizione data.
Il problem solving indica più propriamente l'insieme dei processi atti ad analizzare, affrontare e risolvere positivamente situazioni problematiche.
Va precisato che il problem solving è solo una parte di quello che è l'intero processo di risoluzione di un problema vero e proprio: quest'ultimo comprende anche i processi cosiddetti di problem finding e problem shaping.
L'approccio scientifico alla risoluzione dei problemi, inizialmente era sviluppato secondo uno schema puramente intuitivo:
percezione dell'esistenza di un problema
definizione del problema
analisi del problema e divisione in sottoproblemi
formulazione di ipotesi per la risoluzione del problema
verifica della validità delle ipotesi
valutazione delle soluzioni
applicazione della soluzione migliore
Nel definire il problema si operava un'analisi empirica dei dati e si ricercava la riproducibilità del problema così che fosse possibile analizzarlo in maniera quasi scientifica. Le operazioni successive erano diretta conseguenza dell'analisi iniziale, caratterizzate da metodologie personali, disomogeneità delle soluzioni e capacità di riuscita inversamente proporzionali alla complessità del problema in esame.
Per questi motivi nel tempo si sono sviluppate diverse tecniche ragionate e standardizzate per risolvere i problemi, di seguito le principali metodologie
Metodologie.
Varie sono le tecniche e le modalità di problem solving che possono essere impiegate, ad esempio: FARE.
Focalizzare.
creare un elenco di problemi
selezionare il problema
verificare e definire il problema
descrizione scritta del problema.
Analizzare.
decidere cosa è necessario sapere
raccogliere i dati di riferimento
determinare i fattori rilevanti
valori di riferimento
elenco dei fattori critici.
Risolvere.
generare soluzioni alternative
selezionare una soluzione
sviluppare un piano di attuazione
scelta della soluzione del problema
piano di attuazione.
Eseguire.
impegnarsi al risultato aspettato
eseguire il piano
monitorare l'impatto durante l'implementazione
impegno organizzativo
completare il Piano.
valutazione finale.
Risolvi ed analizza.
Questa metodologia viene utilizzata in ambito informatico per circoscrivere i problemi e costruire delle metodologie specifiche per gli utenti che si basano sull'esperienza comune e sulla condivisione delle conoscenze.
I principi fondamentali sono 3:
cercare la responsabilità di una situazione problematica rallenta la soluzione dello stesso senza portare benefici evidenti
se si trova una soluzione bisogna rendere disponibile una descrizione dettagliata del problema e del metodo per risolverlo
se non si trova una soluzione è comunque importante dettagliare bene il problema e descrivere accuratamente i passi da seguire affinché il problema si ripresenti.
Le operazioni da seguire sono le seguenti:
relazionare gli effetti del problema
relazionare la situazione hardware e software
identificare tutte le modifiche effettuate prima dell'esistenza del problema
ricercare le cause
analizzare le cause
porre rimedio se possibile
verificare che il rimedio abbia risolto effettivamente il problema
relazionare la soluzione oppure dichiarare l'impossibilità di trovare una soluzione adeguata.
Link
Ho riportato quasi per intero l’articolo trovato in Wikipedia, perchè ci offre la possibilità di riflettere ‘a gratis’, ossia a domicilio, lasciando però ad ognuno di noi le tempistiche e la possibilità di conoscersi meglio. Utilizzerò queste righe nei prossimi articoli di SPS.
Per oggi ho scritto anche troppo…
Ognuno per sé e tutti insieme.
Dipende da noi.
17102012 V 0 + 291 Sant'Ignazio di Antiochia (Il teorico della Chiesa di cui si conosce solo il martirio) ++
Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com
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