Fonte: dionidream.com
Sono in corso da più di sessant’anni tentativi di condizionare artificialmente il clima, controllare piogge e nevicate, alterare la temperatura atmosferica, generare tornado e tsunami. Chi conduce questi esperimenti? E a quale scopo? Viaggio in uno degli argomenti più dibattuti della rete, quello della manipolazione climatica, e nelle numerose teorie, più o meno verosimili, che lo circondano.
Estati torride di terra secca e assetata, primavere scosse da nubifragi e alluvioni. Che il clima stia cambiando sotto ai nostri occhi è ormai accettato da tutti. Il dibattito si è spostato su altri aspetti della questione: il cambiamento è solo frutto del nostro stile di vita, conseguenza inevitabile dell’inquinamento atmosferico? Oppure esistono altri fattori, che non siamo in grado di controllare? Quanto influiscono sul meteo i sempre più numerosi esperimenti di manipolazione climatica? E a che scopo vengono effettuati? Per combattere il surriscaldamento globale oppure per accelerarlo?
La questione, in rete, è annosa e rischia di dividere in categorie contrapposte chi invece sta dalla stessa parte. Da un lato gli ambientalisti, concentrati sulla lotta all’inquinamento, sulla riduzione delle emissioni nocive, sul cambiamento degli stili di vita; dall’altro i cosiddetti “complottisti”, convinti invece che ogni azione intrapresa in tal senso sia destinata a fallire miseramente, non andando a colpire i veri artefici del crimine climatico.
Comunque la si voglia mettere, entrambi i ragionamenti partono da presupposti solidi.
1. È dimostrato scientificamente che l’inquinamento causato dalla produzione industriale e dai nostri stili di vita ha un impatto determinante nei cambiamenti del clima;
2. Esistono numerosi esperimenti che studiano come modificare artificiosamente il clima, causare pioggia o siccità, innescare tornado e nubifragi.
Di seguito ci avventureremo sul terreno accidentato della manipolazione climatica, partendo dai fatti più evidenti per spingerci oltre, a gettare uno sguardo su alcune teorie più articolate, difficili da dimostrare ma non per questo meno degne di essere approfondite o prese in considerazione. Partendo dal presupposto che non esiste alcun conflitto ex ante fra chi predica un passaggio a stili di vita più sostenibili e chi vuole indagare i tentativi di condizionare la vita sul pianeta.
Qualche tempo fa il prestigioso quotidiano britannico The Guardian pubblicava sul proprio sito internet la mappa qui sotto.
[Esperimenti di questo tipo erano stati già progettati nero su bianco ad esempio in concomitanza con il convegno bilaterale sulla Ricerca Congiunta sui Cambiamenti Climatici svoltosi a Roma il 22 e 23 gennaio 2002, in seguito all’impegno di George W.Bush e Silvio Berlusconi di intraprendere ricerche sui cambiamenti climatici e ancora maggiormente con l’accordo di Cooperazione Italia-USA su Scienza e Tecnologia, una parte del quale era appunto dedicato ai cambiamenti climatici. Dioni ]
Allegato alla mappa vi è un interessantissimo documento che elenca – suddividendoli geograficamente paese per paese e nominando le istituzioni, gli enti e le multinazionali coinvolte – tutti gli esperimenti sul clima effettuati nel corso degli anni. Secondo tale dossier i primi esperimenti si sono svolti sul finire degli anni Quaranta in Honduras ad opera della United Fruit Company, oggi Chiquita, che ai tempi esercitava un potere enorme su una larga fetta dell’America del Sud.
Il documento si compone in tutto di 115 pagine piene di dati certificati che attestano un proliferare di esperimenti su come modificare il clima terrestre, per vari scopi. I più frequenti sono quelli riguardanti l’aumento o la diminuzione delle piogge; solo l’Italia ne conte ben sette differenti, dagli anni Settanta fino ai giorni nostri. Gli ultimi sono quelli del progetto Climagri, all’interno del quale sono stati realizzati test di riduzione della pioggia.
Il documento dimostra in maniera inequivocabile che sono in corso, da ormai più di sessant’anni, studi ed esperimenti su come manipolare il clima terrestre, condotti dai governi di tutto il mondo con il contributo di imprese private, istituti, multinazionali. Fin qui parliamo di dati di fatto incontestabili. Ci sono invece alcune domande a cui non è possibile rispondere in maniera altrettanto lineare: quali capacità di manipolazione climatica sono state raggiunte negli anni attraverso lo sviluppo della tecnica? Quanto questi esperimenti influiscono sui cambiamenti climatici? Con quali scopi vengono effettuati?
Il perché non sia possibile fornire risposte certe lo si intuisce: mancanza di documentazioni, reticenza da parte dei media e della classe politica ad affrontare apertamente queste tematiche, oscurantismo e tentativi di nascondere i veri scopi delle operazioni in questione. Ciò che possiamo fare è presentare le varie teorie, vagliare le ipotesi ed usare il buon senso per provare a rispondere – ovviamente non in via definitiva – ai tanti interrogativi che ci affollano la mente quando ci addentriamo in questioni così delicate.
LO SVILUPPO DELLA TECNICA
Partiamo con lo stato dell’arte. Secondo la scienza e la ricerca ufficiali la capacità umana di influire sul clima è minima. D’altra parte è ipotizzabile che molti esperimenti sul clima si svolgano all’interno di operazioni segrete finanziate dai governi e gestite dai servizi d’intelligence; che dunque i loro risultati non venganodivulgati pubblicamente né acquisiti all’interno del sapere scientifico condiviso. Alcuni dati sembrano dimostrare che la capacità di manipolazione climatica va molto oltre la posizione ufficiale della comunità scientifica.
Un recente articolo del Daily Mail riporta che un’equipe di scienziati assoldati segretamente dal presidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahyan, sono stati in grado di generare 50 potenti temporali ad Abu Dhabi. Già nell’aprile 2007 il governo cinese annunciava fiero di aver provocato la prima nevicata artificiale sulla città di Nagqu. È dimostrato che si possono generare artificialmente tornado anche di grandi dimensioni, di cui si sta persino provando a trarre energia pulita.
D’altronde basta tornare con la mente agli esperimenti del prof.Pier Luigi Ighina per rendersi conto che condizionare il meteo non è cosa poi così fantascientifica. Davanti alle telecamere diReport, in una puntata di qualche anno fa, lo scienziato scomparso nel 2004, collaboratore in gioventù di Guglielmo Marconi, mostrava come addensare o disperdere le nuvole tramite uno strumento da lui realizzato: un’elica coperta di polvere di alluminio che a seconda del senso di rotazione si caricava positivamente o negativamente ed aveva effetti opposti sulle nubi, ora attirandole, ora respingendole.
Di seguito ci avventureremo sul terreno accidentato della manipolazione climatica, partendo dai fatti più evidenti per spingerci oltre, a gettare uno sguardo su alcune teorie più articolate, difficili da dimostrare ma non per questo meno degne di essere approfondite o prese in considerazione. Partendo dal presupposto che non esiste alcun conflitto ex ante fra chi predica un passaggio a stili di vita più sostenibili e chi vuole indagare i tentativi di condizionare la vita sul pianeta.
Qualche tempo fa il prestigioso quotidiano britannico The Guardian pubblicava sul proprio sito internet la mappa qui sotto.
Si tratta di una mappa mondiale della geoingegneria prodotta dall’ETC Group, un’organizzazione internazionale che si batte per l’ambiente, la sostenibilità e i diritti umani. La geoingegneria consiste appunto nell’applicazione di tecniche artificiali di intervento umano sull’ambiente fisico, dall’atmosfera, agli oceani, alla biosfera, crisosfera, idrosfera, litosfera.
[Esperimenti di questo tipo erano stati già progettati nero su bianco ad esempio in concomitanza con il convegno bilaterale sulla Ricerca Congiunta sui Cambiamenti Climatici svoltosi a Roma il 22 e 23 gennaio 2002, in seguito all’impegno di George W.Bush e Silvio Berlusconi di intraprendere ricerche sui cambiamenti climatici e ancora maggiormente con l’accordo di Cooperazione Italia-USA su Scienza e Tecnologia, una parte del quale era appunto dedicato ai cambiamenti climatici. Dioni ]
Allegato alla mappa vi è un interessantissimo documento che elenca – suddividendoli geograficamente paese per paese e nominando le istituzioni, gli enti e le multinazionali coinvolte – tutti gli esperimenti sul clima effettuati nel corso degli anni. Secondo tale dossier i primi esperimenti si sono svolti sul finire degli anni Quaranta in Honduras ad opera della United Fruit Company, oggi Chiquita, che ai tempi esercitava un potere enorme su una larga fetta dell’America del Sud.
Il documento si compone in tutto di 115 pagine piene di dati certificati che attestano un proliferare di esperimenti su come modificare il clima terrestre, per vari scopi. I più frequenti sono quelli riguardanti l’aumento o la diminuzione delle piogge; solo l’Italia ne conte ben sette differenti, dagli anni Settanta fino ai giorni nostri. Gli ultimi sono quelli del progetto Climagri, all’interno del quale sono stati realizzati test di riduzione della pioggia.
Il documento dimostra in maniera inequivocabile che sono in corso, da ormai più di sessant’anni, studi ed esperimenti su come manipolare il clima terrestre, condotti dai governi di tutto il mondo con il contributo di imprese private, istituti, multinazionali. Fin qui parliamo di dati di fatto incontestabili. Ci sono invece alcune domande a cui non è possibile rispondere in maniera altrettanto lineare: quali capacità di manipolazione climatica sono state raggiunte negli anni attraverso lo sviluppo della tecnica? Quanto questi esperimenti influiscono sui cambiamenti climatici? Con quali scopi vengono effettuati?
Il perché non sia possibile fornire risposte certe lo si intuisce: mancanza di documentazioni, reticenza da parte dei media e della classe politica ad affrontare apertamente queste tematiche, oscurantismo e tentativi di nascondere i veri scopi delle operazioni in questione. Ciò che possiamo fare è presentare le varie teorie, vagliare le ipotesi ed usare il buon senso per provare a rispondere – ovviamente non in via definitiva – ai tanti interrogativi che ci affollano la mente quando ci addentriamo in questioni così delicate.
LO SVILUPPO DELLA TECNICA
Partiamo con lo stato dell’arte. Secondo la scienza e la ricerca ufficiali la capacità umana di influire sul clima è minima. D’altra parte è ipotizzabile che molti esperimenti sul clima si svolgano all’interno di operazioni segrete finanziate dai governi e gestite dai servizi d’intelligence; che dunque i loro risultati non venganodivulgati pubblicamente né acquisiti all’interno del sapere scientifico condiviso. Alcuni dati sembrano dimostrare che la capacità di manipolazione climatica va molto oltre la posizione ufficiale della comunità scientifica.
Un recente articolo del Daily Mail riporta che un’equipe di scienziati assoldati segretamente dal presidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahyan, sono stati in grado di generare 50 potenti temporali ad Abu Dhabi. Già nell’aprile 2007 il governo cinese annunciava fiero di aver provocato la prima nevicata artificiale sulla città di Nagqu. È dimostrato che si possono generare artificialmente tornado anche di grandi dimensioni, di cui si sta persino provando a trarre energia pulita.
D’altronde basta tornare con la mente agli esperimenti del prof.Pier Luigi Ighina per rendersi conto che condizionare il meteo non è cosa poi così fantascientifica. Davanti alle telecamere diReport, in una puntata di qualche anno fa, lo scienziato scomparso nel 2004, collaboratore in gioventù di Guglielmo Marconi, mostrava come addensare o disperdere le nuvole tramite uno strumento da lui realizzato: un’elica coperta di polvere di alluminio che a seconda del senso di rotazione si caricava positivamente o negativamente ed aveva effetti opposti sulle nubi, ora attirandole, ora respingendole.
Nessun commento:
Posta un commento