La vicenda dei coniugi di Padova, lui "padrone" e lei "schiava" per contratto, lascia sul campo un problema giuridico, etico e morale e ci interroga sui limiti possibili della nostra libertà. Una materia che dovrebbe uscire tribunali per entrare di più nelle coscienze
La notizia è di quelle che possono essere bypassate con un sorriso amaro, possono far scuotere la testa o possono suscitare commenti morbosetti sulla vita intima delle persone.
In breve, una commessa di Padova sposata da dieci anni con un uomo parecchio più anziano, dopo aver lasciato il marito, lo denuncia prima per stalking e poi per violenze vere e proprie. E dove sta la notizia, direte voi?
La novità di questa storia è che quando i due si ritrovano davanti al giudice, la difesa dell'uomo produce un contratto regolarmente firmato anni addietro, nel quale emerge un consenso degno di Histoire d'O, ad una vita sessuale giocata all'insegna del sado masochismo. Dove il "padrone" è lui e la "schiava" è lei. Virgolettato perchè, chi conosce un po' di questo mondo sommerso, sa che i ruoli di vittima e carnefice spesso non sono così platealmente definiti e si ribaltano con una certa facilità.
Tutto scritto e approvato: i diritti e doveri, la quantità di frustate, le pene corporali di varia natura, il godimento delle prestazioni più squisitamente sessuali, ciò che si può fare e ciò che esula dai desideri dei contraenti.
Ovviamente la passione bdsm, per i non adepti bondage e sadomasochistica, non stupisce più di tanto. E' praticata da sempre e sopravvive ad ogni censura. Difficilmente però, soprattutto in Italia, si discosta dal teatrino simbolico e feticista, condizionato da tante parole e definizioni anglofone, ma da pochi fatti. Raramente ci si trova di fronte a chi fa così sul serio da condizionare completamente la propria vita familiare, prima che quella sessuale.
Immaginiamo che tutto sia nato quasi per gioco e che quel contratto ne faccia parte, feticcio anch'esso di eccitanti aspettative.
Poi le cose devono essere cambiate, i lividi saranno aumentati, la donna con la nascita di un figlio probabilmente avrà avuto cose meno glamour da fare e sul terreno è restato un bel problemino giuridico, etico e morale. Di quelli che tolgono il sonno a chi non si limita ad un giudizio moralistico, ma si domanda dove finisca la disponibilità della propria libertà.
Un problema mica da poco se pensiamo che tutta l'essenza e purtroppo anche la retorica del nostro mondo occidentale si basa su quella parolina: libertà.
Se no tanto valeva lasciare il muro di Berlino dov'era e risparmiarci tanta fatica.
Un problema che nello specifico bisognerà prima o poi affrontare, dato l'aumento dei casi di lesione o addirittura di morte per sadomasochismo (qualcuno si ricorderà il recente caso dell'ingegnere Soter Mulè, involontario assassino della sua compagna di fruste e manette), che sfiora però, in tempi di denuncia facile, i normali rapporti consensuali. Forse il futuro ci riserverà un modulo da riempire prima di ogni banale rapporto da sabato sera e forse sarà pure necessaria la registrazione video che comprovi la natura delle effusioni.
Ed è un enigma che francamente non so sbrogliare. Qualcuno mi chiede perchè in tempi di piercing, tatuaggi, chirurgia estetica devastante, un uomo o una donna non possano disporre del proprio corpo mettendolo a totale disposizione dell'altro. Forse, dicono i libertari in questione, è solo la componente sessuale che fa gridare allo scandalo. Eppure si muore anche per una liposuzione sbagliata.
Le neo femministe, tanto in voga in questo periodo, la fanno facile e condannano il successo dei best seller romantico-masochistici quali le Cinquanta sfumature di grigio di E.L James (che per inciso ha tutta la mia invidia per il numero di copie vendute), parlano dei soliti stereotipi maschili, di operazione commerciale e fosse per loro lo getterebbero al rogo. Salvo, chiudere gli occhi sul fatto che il novanta per cento di chi è corso in libreria siano proprio donne.
Io la risposta non ce l'ho. Non so esattamente fino a quando il consenso debba considerarsi valido, quanto e quando andrebbe rinnovato, come si possa provarlo.
Però da uomo attento alla libertà, mi piacerebbe che questa materia uscisse dai tribunali per entrare di più nella coscienza delle persone.
In breve, una commessa di Padova sposata da dieci anni con un uomo parecchio più anziano, dopo aver lasciato il marito, lo denuncia prima per stalking e poi per violenze vere e proprie. E dove sta la notizia, direte voi?
La novità di questa storia è che quando i due si ritrovano davanti al giudice, la difesa dell'uomo produce un contratto regolarmente firmato anni addietro, nel quale emerge un consenso degno di Histoire d'O, ad una vita sessuale giocata all'insegna del sado masochismo. Dove il "padrone" è lui e la "schiava" è lei. Virgolettato perchè, chi conosce un po' di questo mondo sommerso, sa che i ruoli di vittima e carnefice spesso non sono così platealmente definiti e si ribaltano con una certa facilità.
Tutto scritto e approvato: i diritti e doveri, la quantità di frustate, le pene corporali di varia natura, il godimento delle prestazioni più squisitamente sessuali, ciò che si può fare e ciò che esula dai desideri dei contraenti.
Ovviamente la passione bdsm, per i non adepti bondage e sadomasochistica, non stupisce più di tanto. E' praticata da sempre e sopravvive ad ogni censura. Difficilmente però, soprattutto in Italia, si discosta dal teatrino simbolico e feticista, condizionato da tante parole e definizioni anglofone, ma da pochi fatti. Raramente ci si trova di fronte a chi fa così sul serio da condizionare completamente la propria vita familiare, prima che quella sessuale.
Immaginiamo che tutto sia nato quasi per gioco e che quel contratto ne faccia parte, feticcio anch'esso di eccitanti aspettative.
Poi le cose devono essere cambiate, i lividi saranno aumentati, la donna con la nascita di un figlio probabilmente avrà avuto cose meno glamour da fare e sul terreno è restato un bel problemino giuridico, etico e morale. Di quelli che tolgono il sonno a chi non si limita ad un giudizio moralistico, ma si domanda dove finisca la disponibilità della propria libertà.
Un problema mica da poco se pensiamo che tutta l'essenza e purtroppo anche la retorica del nostro mondo occidentale si basa su quella parolina: libertà.
Se no tanto valeva lasciare il muro di Berlino dov'era e risparmiarci tanta fatica.
Un problema che nello specifico bisognerà prima o poi affrontare, dato l'aumento dei casi di lesione o addirittura di morte per sadomasochismo (qualcuno si ricorderà il recente caso dell'ingegnere Soter Mulè, involontario assassino della sua compagna di fruste e manette), che sfiora però, in tempi di denuncia facile, i normali rapporti consensuali. Forse il futuro ci riserverà un modulo da riempire prima di ogni banale rapporto da sabato sera e forse sarà pure necessaria la registrazione video che comprovi la natura delle effusioni.
Ed è un enigma che francamente non so sbrogliare. Qualcuno mi chiede perchè in tempi di piercing, tatuaggi, chirurgia estetica devastante, un uomo o una donna non possano disporre del proprio corpo mettendolo a totale disposizione dell'altro. Forse, dicono i libertari in questione, è solo la componente sessuale che fa gridare allo scandalo. Eppure si muore anche per una liposuzione sbagliata.
Le neo femministe, tanto in voga in questo periodo, la fanno facile e condannano il successo dei best seller romantico-masochistici quali le Cinquanta sfumature di grigio di E.L James (che per inciso ha tutta la mia invidia per il numero di copie vendute), parlano dei soliti stereotipi maschili, di operazione commerciale e fosse per loro lo getterebbero al rogo. Salvo, chiudere gli occhi sul fatto che il novanta per cento di chi è corso in libreria siano proprio donne.
Io la risposta non ce l'ho. Non so esattamente fino a quando il consenso debba considerarsi valido, quanto e quando andrebbe rinnovato, come si possa provarlo.
Però da uomo attento alla libertà, mi piacerebbe che questa materia uscisse dai tribunali per entrare di più nella coscienza delle persone.
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