Le dimensioni dell’infamia che si sta consumando in queste ore saranno chiare solo tra anni, quando molti di quelli che leggono e chi scrive avranno provato sulla loro pelle l’effetto cocente del terzo grande tradimento istituzionale che la classe dominante di questa nazione è stata in grado di operare nei confronti dei suoi sudditi in meno di venti anni. La flessibilità in ingresso, rigorosamente scritta col corsivo perché a noi piace prenderci in giro, redatta in seduta spiritica con Marco Biagi, la legge elettorale (ci vorrebbe il carattere color merda, ma nella palette non lo trovo), scritta nella baita di Calderoli, sulle montagne del cazzo, fra un bicchiere di vino e un’inculata di capra. Legge che ha trasferito quel surrogato di democrazia che restava negli uffici dei boss di partito e infine la flessibilità in uscita, perché un cazzo che entra nel culo deve pure uscire, o no? Se no come ci si fa a liberare dei vecchi di merda che pretendono ancora di lavorare con le vecchie paghe fino ai 70 anni stabiliti per la pensione, sempre che la morte, cortesemente, non ci liberi prima del problema. Guest star Marco Biagi, le cui ossa sono state riesumate per l’occasione.
Tutto bene, anzi benissimo. Leggiamo ovunque, anche su questo sito, che la situazione mondiale è questa, che l’asse del cazzo si è spostato a Est, che i cinesi, che gli indiani e pirpin piripan. Insomma, bisogna aprire il sedere e ricevere l’uccello di fiamma. E’ la storia che lo pretende, un po’ come quando si gioca a scacchi e si perde un pedone e un cavallo per fottersi la regina avversaria. Tutti felici gli alfieri, le torri e il Re, quella specie di parassita lento e debole che finisce per farsi una bella trombata con la regina appena catturata. E il cavallo e il pedone che si beccano l’uccello di fiamma? Eh, è la storia che lo ha imposto. Era quello che era necessario fare per vincere la partita. Peccato che cavallo e pedone finiscono per essere brutalizzati per ripicca dai pezzi nemici mentre i loro amichetti se la spassano con la regina.
Da pedone, che manco cavallo sono, vorrei dire una cosina così, un po’ tranchant. A me di far parte dello schieramento bianco o nero me ne fotto allegramente e lo spirito di squadra mi sono rotto il cazzo di vederlo invocato solo quando si avvicina qualcuno col tubetto della Fissan in mano e l’Uccello di Fiamma nell’altra. Il salva italia mi è toccato a me con l’aumento dell’iva, della benzina, delle pensioni portate a 90 anni. Il cresci italia sta toccando a me col rischio di vedermi per strada tra sera e mattina con una pisciatina in mano e l’assegnuzzzo di disoccupazione che decrementa dopo sei mesi perché io a 52 anni, dopo aver insegnato, progettato, sperimentato, sparato addosso ai cattivi, prodotto, ora non sono in grado di trovare nemmeno un posto come stradino perché c’è la fila dei negri con due spalle così e un cazzo in proporzione che si sono candidati a quell’allettante posto. Certo, direbbe quel cazzofaccioide lecchino raccomandato di Cruciani a radio 24, potrei mettermi in proprio. Già vero, mi dovevo procurare un papà come il suo o come quello di Martone e Deaglio. Che stronzo a non averci pensato.
Ma quando arriva la “risparmia italia”? No perché a quanto pare e chissà perché la “manutenzione dell’articolo 18″ non riguarda gli statali che quindi rimangono al loro posto anche se non ci sono soldi per pagargli gli stipendi (magari si mette un’accisa sulle cacate al cesso), anche se sono degli insegnati di scuole materne pedofili o se sono infermiere che rapiscono i neonati.
STATALI – Secondo le prime interpretazioni governative sulla portata della riforma del lavoro, le nuove norme sui licenziamenti senza giusta causa e senza giustificato motivo potevano essere applicate anche ai lavoratori pubblici. Poi nella serata di mercoledì la precisazione dello stesso dicastero della Funzione pubblica: le modifiche all’art.18 contenute nella riforma del mercato del lavoro «non riguarderanno gli statali» ha spiegato una nota del ministero del Lavoro che ha precisato: «non a caso al tavolo non partecipa il ministro della Funzione Pubblica, Patroni Griffi».
fonte
E quando si incomincerà ad abolire le province, a sopprimere i finanziamenti per la stampa di regime, a bruciare nel forno crematorio gli articoli che autorizzano i “rimborsi elettorali” a Lusi e ai suoi amichetti con la faccia da coglione, a dire ufficialmente che Marchionne è un fallito sopravvalutato e che solo in Italia poteva passare per grande manager, a ridurre le spese militari, ad abolire l’appannaggio del presidente della repubblica, a ottimizzare i costi della sanità, a introdurre la deducibilità fiscale totale, a liberalizzare i taxi, ad abolire il notariato e gli ordini professionali, a far pagare l’IMU anche ai preti, a trarre reddito dalle concessioni demaniali e delle radiofrequenze, a fissare un limite massimo per le pensioni comprese quelle già attualmente percepite?
Risposta:Mai. Perché? Perché Monti è in carica da troppo poco e non ha avuto tempo di occuparsi di queste quisquilie. Ah e non lo può fare dopo? No perché c’è troppo poco tempo. Fra poco ci saranno le elezioni e Monti è un candidato naturale a fare il presidente della Repubblica. Ah e allora vuol dire che l’ho preso in culo solo io? Sì.
Bene, anzi benissimo. Ma allora se perché vinca la squadra e dopo tutti possano festeggiare a base di barely legal e champagne io e la mia famiglia dobbiamo crepare, a me chi me lo fa fare? Quale è il mio vantaggio personale? E non venitemi a parlare di amor di patria e cazzate del genere se no vi mando a fanculo immediatamente. Dai, provate a darmi un motivo, uno solo, per il quale io debba fare la fine del pedone brutalizzato mentre i miei amichetti rimasti sulla scacchiera si fottono la regina insieme agli impiegati comunali, i tassisti, i notai, ai babypensionati e ai consiglieri regionali.
Sì, i massimi sistemi, sì la crisi internazionale, sì, l’asse a Est, ma io e la mia famiglia siamo individui, non statistiche. E’ evidente che non scompariremo in silenzio nella notte. Io sono disposto a catapultarmi nel salotto di chiunque e fargli vedere la crisi in faccia. Senza remore morali, senza pentimento. Se volete fottere la regina avversaria dovete pagare un prezzo e quel prezzo consisterà nel doversi guardare le spalle perché nulla sarà mai più come prima. E se vale per me, vale anche per voi.
nota bene: Odiare non è un reato. Non c’è articolo del codice penale che ne parli. Anzi, opportunamente utilizzato è un’attenuante.
Tutto bene, anzi benissimo. Leggiamo ovunque, anche su questo sito, che la situazione mondiale è questa, che l’asse del cazzo si è spostato a Est, che i cinesi, che gli indiani e pirpin piripan. Insomma, bisogna aprire il sedere e ricevere l’uccello di fiamma. E’ la storia che lo pretende, un po’ come quando si gioca a scacchi e si perde un pedone e un cavallo per fottersi la regina avversaria. Tutti felici gli alfieri, le torri e il Re, quella specie di parassita lento e debole che finisce per farsi una bella trombata con la regina appena catturata. E il cavallo e il pedone che si beccano l’uccello di fiamma? Eh, è la storia che lo ha imposto. Era quello che era necessario fare per vincere la partita. Peccato che cavallo e pedone finiscono per essere brutalizzati per ripicca dai pezzi nemici mentre i loro amichetti se la spassano con la regina.
Da pedone, che manco cavallo sono, vorrei dire una cosina così, un po’ tranchant. A me di far parte dello schieramento bianco o nero me ne fotto allegramente e lo spirito di squadra mi sono rotto il cazzo di vederlo invocato solo quando si avvicina qualcuno col tubetto della Fissan in mano e l’Uccello di Fiamma nell’altra. Il salva italia mi è toccato a me con l’aumento dell’iva, della benzina, delle pensioni portate a 90 anni. Il cresci italia sta toccando a me col rischio di vedermi per strada tra sera e mattina con una pisciatina in mano e l’assegnuzzzo di disoccupazione che decrementa dopo sei mesi perché io a 52 anni, dopo aver insegnato, progettato, sperimentato, sparato addosso ai cattivi, prodotto, ora non sono in grado di trovare nemmeno un posto come stradino perché c’è la fila dei negri con due spalle così e un cazzo in proporzione che si sono candidati a quell’allettante posto. Certo, direbbe quel cazzofaccioide lecchino raccomandato di Cruciani a radio 24, potrei mettermi in proprio. Già vero, mi dovevo procurare un papà come il suo o come quello di Martone e Deaglio. Che stronzo a non averci pensato.
Ma quando arriva la “risparmia italia”? No perché a quanto pare e chissà perché la “manutenzione dell’articolo 18″ non riguarda gli statali che quindi rimangono al loro posto anche se non ci sono soldi per pagargli gli stipendi (magari si mette un’accisa sulle cacate al cesso), anche se sono degli insegnati di scuole materne pedofili o se sono infermiere che rapiscono i neonati.
STATALI – Secondo le prime interpretazioni governative sulla portata della riforma del lavoro, le nuove norme sui licenziamenti senza giusta causa e senza giustificato motivo potevano essere applicate anche ai lavoratori pubblici. Poi nella serata di mercoledì la precisazione dello stesso dicastero della Funzione pubblica: le modifiche all’art.18 contenute nella riforma del mercato del lavoro «non riguarderanno gli statali» ha spiegato una nota del ministero del Lavoro che ha precisato: «non a caso al tavolo non partecipa il ministro della Funzione Pubblica, Patroni Griffi».
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E quando si incomincerà ad abolire le province, a sopprimere i finanziamenti per la stampa di regime, a bruciare nel forno crematorio gli articoli che autorizzano i “rimborsi elettorali” a Lusi e ai suoi amichetti con la faccia da coglione, a dire ufficialmente che Marchionne è un fallito sopravvalutato e che solo in Italia poteva passare per grande manager, a ridurre le spese militari, ad abolire l’appannaggio del presidente della repubblica, a ottimizzare i costi della sanità, a introdurre la deducibilità fiscale totale, a liberalizzare i taxi, ad abolire il notariato e gli ordini professionali, a far pagare l’IMU anche ai preti, a trarre reddito dalle concessioni demaniali e delle radiofrequenze, a fissare un limite massimo per le pensioni comprese quelle già attualmente percepite?
Risposta:Mai. Perché? Perché Monti è in carica da troppo poco e non ha avuto tempo di occuparsi di queste quisquilie. Ah e non lo può fare dopo? No perché c’è troppo poco tempo. Fra poco ci saranno le elezioni e Monti è un candidato naturale a fare il presidente della Repubblica. Ah e allora vuol dire che l’ho preso in culo solo io? Sì.
Bene, anzi benissimo. Ma allora se perché vinca la squadra e dopo tutti possano festeggiare a base di barely legal e champagne io e la mia famiglia dobbiamo crepare, a me chi me lo fa fare? Quale è il mio vantaggio personale? E non venitemi a parlare di amor di patria e cazzate del genere se no vi mando a fanculo immediatamente. Dai, provate a darmi un motivo, uno solo, per il quale io debba fare la fine del pedone brutalizzato mentre i miei amichetti rimasti sulla scacchiera si fottono la regina insieme agli impiegati comunali, i tassisti, i notai, ai babypensionati e ai consiglieri regionali.
Sì, i massimi sistemi, sì la crisi internazionale, sì, l’asse a Est, ma io e la mia famiglia siamo individui, non statistiche. E’ evidente che non scompariremo in silenzio nella notte. Io sono disposto a catapultarmi nel salotto di chiunque e fargli vedere la crisi in faccia. Senza remore morali, senza pentimento. Se volete fottere la regina avversaria dovete pagare un prezzo e quel prezzo consisterà nel doversi guardare le spalle perché nulla sarà mai più come prima. E se vale per me, vale anche per voi.
nota bene: Odiare non è un reato. Non c’è articolo del codice penale che ne parli. Anzi, opportunamente utilizzato è un’attenuante.
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